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Geniale corto che coglie a pieno l'essenza del Totalitarismo. Qui la mano decide come agire e come pensare, l'arte può solo celebrare la mano, al piccolo omino non resta altro fuorché la mano. Capolavoro!
Corto simbolico che mostra l'oppressione dall'esterno di questa mano (la società, il sistema) che invade il piccolo mondo del povero burattino. Attualissimo.
Si veda come l'arlecchino abbia il trucco disfatto dalle lacrime, l'espressione emaciata, pallida, quasi ricorda i volti dei deportati nei campi di prigionia.
La mano è il simbolo del potere umano, dirompente, batte a porte e finestre, appare in tutte le reti tv, manda messaggi telefonici. E' pressante, è sensuale, ha cinque dita come cinque sono i sensi. E', forse, soprattutto il regime dittatoriale.
La marionetta vorrebbe creare un semplice vaso per il suo fiore, la vita, la libertà, l'arte, il sogno. La mano ha per lei progetti diversi: comandarle un'opera celebrativa che raffiguri la propria grandezza: ingabbiarla, assoggettarla, applicarle i fili, costringerla al lavoro.
Una metafora perfetta sulla censura alla libertà di espressione, sensibile, poetica, addolorata.
Non posso che condividere l'entusiasmo del commento precedente: qui Trnka raggiunge il zenith assoluto della sua opera, creando una magnifica riflessione sull'arte e sul potere assoluto da "master of puppets" ma espandendo il linguaggio visivo (surrealista ma non solo) alla coercizione dell'"ordine costituito": come del resto ampiamente dimostrato dalla bellissima sequenza di una piccola televisione che mostra tutti i segni di potere delle cinque dita o nella trasformazione di una mano seduttiva, implicitamente femminile. Trnka celebra nascita vita e morte della sua creazione, arrivando a sacrificare "la creatura" in gabbia per la costruzione di una mano scolpita, miraggio di libertà assoluta. Un vero e proprio capolavoro dell'avanguardia e dell'animazione del Novecento
L'artista e la sua opera, la libertà di espressione e la coercizione del potere che si serve dell'artista per celebrare se stesso. Un corto geniale, stupendo contro ogni totalitarismo dell'arte.