the impossible regia di Juan Antonio Bayona Spagna, USA 2012
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the impossible (2012)

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locandina del film THE IMPOSSIBLE

Titolo Originale: THE IMPOSSIBLE

RegiaJuan Antonio Bayona

InterpretiEwan McGregor, Naomi Watts, Geraldine Chaplin, Marta Etura, Tom Holland

Durata: h 1.47
NazionalitàSpagna, USA 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2013

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Trama del film The impossible

Maria, Henry e i loro tre figli cominciano le vacanze invernali in Thailandia, per trascorrere alcuni giorni in un paradiso tropicale. Ma la mattina del 26 dicembre, mentre la famiglia si rilassa in piscina dopo una notte trascorsa a festeggiare il Natale, un terrificante boato si solleva dal centro della terra e un'enorme parete di acqua nera si scaglia contro l'hotel. E' uno tsunami, che travolge edifici e persone, distruggendo tutto ciò che incontra e mietendo migliaia di vittime…

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Voto Visitatori:   6,79 / 10 (103 voti)6,79Grafico
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Voti e commenti su The impossible, 103 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  04/06/2013 13:18:48
   4½ / 10
Ci vuole poco, pochissimo, a capire di che pasta è fatto il film di Bayona: all'arrivo nel bel resort turistico, tutti gli ospiti vengono coinvolti in una edificante liberazione di lanterne nel cielo serale, tra baci e abbracci di stucchevole affetto.
Poi arriva la catastrofe, con tutta la furiosa violenza che una confezione tecnica ineccepibile possa assicurare, sequenze mozzafiato, vorticose, soffocanti, dove è arduo poter restare indifferenti. La lotta per la sopravvivenza di madre e figlio non fa sconti, è terribilmente sofferta e dà l'impressione dell'autenticità.
Poi il film annega, letteralmente, tra i vortici di una narrazione piattamente melodrammatica, gonfia di enfasi e di facile retorica, a momenti talmente irritante da sconfinare in una bieca spettacolarizzazione del dolore.
La storia sarà pur vera, ma troppe sono le trappole disseminate in lungo e in largo per cavar lacrime allo spettatore, e innumerevoli le picchiate nel patetico, a volte così grossolane da rendere inevitabile la sensazione di ridicolo involontario e di falsità a buon mercato.
Non basta una ricostruzione sconvolgente, un gruppo di ottimi interpreti e qualche buon momento per fare un bel film "della memoria": la tragedia è ghettizzata e il pudore latita.

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Ultima risposta 04/02/2014 06.44.20
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lester66  @  02/03/2013 07:55:30
   7 / 10
Tratto da una storia vera riesce ad infondere un senso di impotenza e di angoscia grazie alle interpretazioni davvero coinvolgenti dei protagonisti. Ottima la fotografia e la ricostruzione del disastro senza l'uso eccessivo di effetti speciali. Davvero notevole anche la performance del giovane Tom Holland rivelatosi una gradita sorpresa. Tutto sommato un buon film che ha il pregio di non cadere troppo nella retorica e di non sembrare solo documentaristico che è il rischio maggiore che si corre quando si affrontano queste tematiche. Consigliato

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Ultima risposta 02/03/2013 08.12.18
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Cardablasco  @  17/02/2013 11:40:24
   8 / 10
Film pieno di emozioni forti,toccante e commovente,non ho fatto altro che pensare a questa tragedia dopo la visione del film,bravi i protagonisti e il regista

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Ultima risposta 18/02/2013 10.56.50
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Wallace  @  16/02/2013 01:51:30
   8½ / 10
Voto alto solo perché mi ha trasmesso quelle emozioni forti che tali accadimenti non suscitano in noi quando li sentiamo o vediamo in televisione. Dopo poco torniamo altre nostre vite dimenticando cosa affronta la gente vittima di queste tragedi. Ovviamente il punto di vista é quello dei ritirato americani ma sui può anche vedere cosa affronta la gente locale pronta ad aiutare sia gli ambianti che i turisti. Poiché parole e trama essenziale e ottimi effetti speciali perché il fine del regista non é il farci vivere la catastrofe ma farci vivere il dopo. C'è sia l'impossibile, nella storia vera principale che sembra quasi finzione perché tutto va bene, che l'orrenda ovvietà nelle storie parallele nelle quali non ve bene come ai protagonisti. E questo contrasto é reso con un semplice foglio e delle semplici parole..siamo in spiaggia..

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Ultima risposta 16/02/2013 13.01.57
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  14/02/2013 20:09:20
   8 / 10
E' stata un'emozione grande per me, un film toccante, umano.
Una tragedia dal punto di vista di una famiglia americana (seppur il regista sia spagnolo) e ciò lascia presagire del moralismo stelle e striscie, che a me però non ha dato fastidio neanche un pochetto; Bayona ha saputo emozionare veramente con inquadrature ed effetti speciali perfetti; ha tirato fuori il meglio dagli attori (Naomi Watts trasuda dolore in modo pazzesco e il ragazzo ci ha regalato una prova splendida).
E poi c'è la scena del sogno durante l'operazione... la perla di questo ottimo film.
Purtroppo c'è qualche difettuccio all'inizio e alla fine... l'inizio ha un montaggio troppo frammentario, mentre il finale è prevedibile.
Peccato, il voto poteva aggirarsi sull'8,5/9.

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Ultima risposta 18/02/2013 11.01.37
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gemellino86  @  12/02/2013 20:52:08
   5 / 10
Mi stavo per addormentare in sala talmente era tanta la noia. Era meglio se restavo a casa senza fare niente. Naomi Watts davvero sprecata. Il 5 è perchè sono troppo buono. Dialoghi mediocri. C'è una cosa che non capisco:

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Ultima risposta 03/03/2013 13.05.17
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The Legend  @  05/02/2013 18:49:46
   5 / 10
Molto bene i primi venti minuti fino all'esplosione della furia distruttrice dello tsunami, il film scade (paurosamente) di livello quando partono i tentativi di ricongiungimento tra i superstiti: qui Bayona privilegia un percorso narrativo semplice con una direzione oltremodo scolastica, che trova il suo giusto epilogo in un finale all'acqua di rose.

Così così, nel mondo dei disaster movie un film come Deep Impact gli è almeno due spanne superiore

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Ultima risposta 16/02/2013 02.07.12
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  04/02/2013 01:01:04
   6½ / 10
Era da 4 anni e 2 mesi che aspettavo l'opera seconda di Bayona.
Sì, perchè la sua prima, The Orphanage, senza girarci tanto intorno è con distacco il più bel horror che abbia visto negli ultimi 5 anni. Un film così completo e complesso, capace di vestire da film del terrore una tremenda e delicatissima vicenda famigliare, un'emozione continua dall'inizio alla fine, uno script fantastico e almeno un'interpretazione, quella della Rueda, che resta impressa. Come tutti i talentuosi registi di genere europei, vedi Aja, Laugier, Amenabar, anche Bayona ci ha messo un attimo a ricevere la chiamata da Hollywood. Impossibile dir di no, non va biasimato per questo, quella collina rappresenta comunque la Serie A del cinema per uno che ci lavora, inutile negarlo.
Aspettavo Bayona da 4 anni e Bayona nel frattempo è arrivato ad Hollywood.
Ma, ahimè, ne ha preso tutti i difetti.
Buffo constatare come i due film del regista spagnolo, apparentemente diversissimi uno dall'altro, in realtà per alcuni aspetti sono quasi un copia-incolla. Ancora una volta quello che interessa al cineasta spagnolo è il dramma famigliare, là inserito in una cornice horror, qui in quella di un disaster movie (di basi tremendamente reali e storiche però). Tutti e due i film raccontano una ricerca piena di disperazione, forza e speranza; in The Orphanage quella di una madre del proprio figlio, in The Impossible di un'intera famiglia spazzata via dal famoso tsunami del 2004. In entrambi i casi l'evidenza porterebbe a non aver speranze ma, a volte, the impossible, appunto, succede.
E forse sta proprio lì il problema del film, lo scontato lieto fine. Tutto lo script è proiettato al momento in cui i due nuclei familiari si uniranno di nuovo, lo spettatore è portato lentamente per mano a un'emozione talmente prevedibile, telefonata e caricata da arrivarci parecchio infreddolito a mio avviso. E'vero, il film non fa altro che raccontare un fatto realmente accaduto ma ci sarebbero stati modi molto migliori per farlo, ad esempio usando un taglio più europeo senza la classica colonna sonora emotiva americana ad accompagnare troppe scene madri o non costellando la pellicola di decine di momenti troppo marcati nel tentativo di facile commozione.
In realtà il film vale, lo tsunami è riportato in modo meraviglioso specie nel momento appena prima dell'arrivo dell'acqua (quel vento, quell'aria così ferma) o in quello in cui il primogenito si tuffa sotto per evitarlo. La devastazione è mostrata in tutto il suo terribile splendore, per almeno un quarto d'ora si rimane davvero a bocca aperta. Non mi rendo conto quanti milioni d'euro possano essere finiti in riprese di tale bellezza. E altrettanto bello è il momento in cui gli abitanti del luogo curano lei, quella vecchia che l'accarezza mi ha dato un brivido. Tra gli innumerevoli "incontri" il più toccante è quello tra i fratelli, quelle urla, quella gioia così primitiva e genuina (non la stessa che può provare un genitore) devo dire che ha fatto alla grande il suo effetto. Ottima, come sempre, la Watts, bravissimo il ragazzino nelle vesti, forse troppo esagerate, di eroe dall'inizio alla fine. Inutile e quasi inconcepibile, a differenza che in El Orfanato, il cameo della Chaplin.
Una pellicola di pregevole fattura, non me la sento di bocciare il mio (ex) idolo Bayona. Ma a me un film per emozionare deve sorprendermi, deve arrivarmi al cuore in maniera inaspettata e genuina, Molte volte rimango fregato, non riesco a vedere i film con la giusta obbiettività. Ci sono riuscito proprio con questo che aspettavo così tanto.
Alla prossima Juan Antonio.

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Ultima risposta 20/02/2013 15.17.35
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/02/2013 20:38:49
   4 / 10
Consiglio a tutti di andare a vederlo, per capire quante e quali cose si devono evitare quando si realizza il più classico dei Disaster movies... santi numi, al confronto il Messia con l'acqua minerale in soccorso dei pompieri delle torri gemelli (in un brutto film di Oliver Stone) sembra una metafora à la Kubrick...
Se racconti un reality lontano (ma mai così vicino) alle immagini medianiche, evita di descriverlo come se la vita dei turisti contasse più di quella dei villeggianti, anche se sono americani, ricchi, belli e strafottenti, ci pensano le forze della natura a (A) tramutare il paradiso tropicale in un inferno e (B) dirci che i morti, in fin dei conti, sono tutti uguali, qualunque sia il loro conto in banca.
2, non sbatterti tanto alla ricerca di stili e derive di varia identità, se il contesto emotivo parla di apocalisse in stile "I am a legend" non è fantascienza, e non pensare che serva l'horror perchè a differenza dei morti viventi qui tutti hanno una specie di collocazione "terrena".
Terzo, mai giocare con lo spettatore già percosso nel tentativo di consolarlo, secondo lo schema lui cerca lei lei cerca (forse. ancora) lui, il fratello cerca i fratellini, e insomma nel dramma l'unico fine è ricostruire una famiglia distrutta, cfr. la cosa più importante.
Quarto, non chiedere a un presunto orfano di essere adottato da una madre già ferita, soprattutto se è presunto
Quinto, evita accuratamente di enfatizzare quanto il peso della paura sia la prova di coraggio di un ragazzino, così patetico nella sua precoce, forzata maturità.
Sesto, vietato innescare meccanismi ricattatori di commozione gratuita stile "Molto forte incredibilmente vicino" (titolo odioso di un film altrettanto odioso) ci pensa già il contesto a suggerirla.
Settimo, decidi una volta per tutte se la protagonista si salverà, perirà o vivrà tutta la vita in una sedia a rotelle, senza masturbarci lo stomaco per due ore di fila...
Ottavo, strappa ai dialoghi un minimo di credibilità, essere spontanei non significa parlare come dei perfetti idioti, neanche in certi contesti...
Sembra proprio che Bayona abbia accolto a braccia aperte tutti i luoghi comuni del caso e non a caso è stato premiato (campione d'incassi in Spagna) ma la mia idea di cinema è quanto di più lontano possibile esista da questo film. Un film che si adagia sull'effetto sperato per emozionare gli spettatori più intorpiditi (ce ne sono anche qui a quanto vedo).
E tra attori sprecati e improbabili camei (la rediviva Geraldine Chaplin) l'unica prova attoriale decente è quella di un ragazzino esordiente.
Peccato, il regista ha buone doti tecniche e le immagini dello tsunami restituiscono un certo brivido, ma questo fumettone si perde in un oceano di mare salato, quello infernale che distrugge e sommerge certi paradisi al sole

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Ultima risposta 16/02/2013 13.04.50
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wuwazz  @  03/02/2013 12:40:31
   5 / 10
Puoi tranquillamente vedere il trailer e stare tranquillo di non esserti perso niente.

Il film può comunque essere riassunto nel seguente modo: "Tsunami. Un'ora e mezzo di nomi propri di persona."

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Ultima risposta 04/02/2013 17.52.27
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Invia una mail all'autore del commento Laisa  @  13/01/2013 03:29:58
   7 / 10
Sembra davvero impossibile la vicenda, soprattutto

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Raccontata in maniera realistica, ma non stucchevole, ha il pregio di mostrare la grande generosità del popolo tailandese, ma anche la solidarietà umana che si sviluppa tra le vittime, contrapposta a quell'individualismo egoistico a cui ci abitua la società occidentale: "fosse anche l'ultima cosa che faremo, aiuteremo questo bambino". Ti lascia con la sensazione che ci sia una specie di gigantesca bilancia, per cui se desideri che qualche miracolo avvenga nella tua vita, devi alzarti e riempire l'altro piatto con atti d'amore gratuiti. E allora l'impossibile diventa possibile!

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Ultima risposta 04/03/2013 18.09.42
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