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Un gioco raffinato che inizia come un'avventura, anzi un incubo di stampo kafkiano, ma sebbene i protagonisti siano chiusi quasi sempre dentro una stanza, durante un interrogatorio, a spiarne i gesti e i movimenti, la percezione cambia continuamente da entrambi i lati. Accusatore ed accusato si scambiano i ruoli, conducono le danza e vengono condotti. Da una parte c'è un'innocente, un serial killer o un mitomane? E dall'altra? un poliziotto che ha preso una cantonata, oppure che raggiunge il risultato usando metodi coercitivi?. Il merito di questo film è di rimanere su una linea di confine sottilissima caratterizzata dall'imperscrutabile, dove tutto viene deciso dalla soggettività della percezione dei personaggi senza un preciso riscontro oggettivo. In questo la bravura degli attori è un fattore decisivo come la solidità della sceneggiatura.
Film ambientato quasi completamente negli interni di una grigia stazione di polizia di una città australiana - le riprese che avvengono nella saletta per gli interrogatori hanno il più ampio spazio.. Inizialmente le vicende che coinvolgono il protagonista assumono un tono di inspiegabilità kafkiana anche se con lo svolgersi degli avvenimenti verranno rivelate le reali intenzioni dell'arresto - forse è un po vago e sempliciotto nella presentazione di alcuni fatti aumentando in questo caso il senso generale di ambiguità.. Ottima la prova di Hugo Weaving ma anche della sua controparte, il meno noto ma imperturbabile Tony Martin.