the invitation (2015)

Discreto thriller che crea una certa tensione di fondo e si lascia tranquillamente vedere.

Un avvincente thriller, ben costruito e carico di suspense.
La trama, seppur non particolarmente originale, si sviluppa con atmosfere sempre più angoscianti, culminando in un finale gelido e sorprendente!

SPOILER

Appena rivisto. Mi ricordavo due scene, quella del salotto al momento della rottura dei bicchieri e la scena finale con le lanterne, che alla fine sono le scene clou.
Detto questo il film risulta abbastanza prevedibile per la presenza dei due freak, in particolare John Carroll Lynch (il principale sospettato in Zodiac). Io chiuso in casa con uno così non ci starei neanche morto ( a meno che non ci pensi lui a farmelo diventare)
Nonostante ciò il film riesce a intrattenere senza risultare banale grazie al personaggio principale e alla prova del relativo attore, che mischiano un pò le carte.

Minchi* che bomba! Il film comincia già con una scena cruda, come fosse un segno premonitore. Quando poi Will e la sua compagna arrivano nel luogo della rimpatriata, un'insostenibile e pressante sensazione di disagio si impadronisce del protagonista. Anche te spettatore noti subito che qualcosa non va. Quasi tutti i personaggi e i dialoghi infatti sono inquietanti. Con tale "menù" dunque è difficile non sentirsi in costante apprensione.
Finale folle e sconvolgente.

Un thriller godibilissimo,basato tutto sul ambiguità dell'atmosfera,il protagonista è pazzo o forse alcuni dei suoi amici stanno cospirando contro di lui?
Beh la risposta è abbastanza prevedibile ma diciamo che nel suo sviluppo nonanca di incuriosire.
Ben diretto,dal ritmo dilatato ma mai noioso,e con un protagonista convincente.
Epilogo piuttosto sanguinoso.
Per quanto non sia nulla di nuovo, merita una visione.

Un thriller davvero ben fatto e ricco di suspense, la sceneggiatura non brilla di originalità ma le atmosfere e il climax divengono via via più angoscianti fino al finale glaciale!
...luce rossa.

Thriller veramente ben fatto!

Fare un film ambientato in un'unica location è sempre arduo, gli ingredienti essenziali per la buona riuscita sono: dialoghi, attori, personaggi. In "The invitation" per buona parte del film mancano un po' tutti e tre, specialmente la caratterizzazione dei personaggi è appena abbozzata e in ogni caso non ce n'è nessuno che spicca o che risulta particolarmente affascinante o intrigante; colpa forse anche di un cast di attori qualsiasi che non danno nessun plus a ciò che interpretano.

Anche la sceneggiatura l'ho trovata un po' così così, vero è che verso la fine qualche dubbio iniziale viene sciolto, vero anche che ci sono dei buoni momenti di tensione sparsi qua e là e che in fin dei conti si segue la vicenda con sufficiente interesse. L'idea di base poteva essere interessante, non è però stata resa al meglio.

Discorso a parte per il finale thrilling che, tralasciando più di qualche scelta irrazionale da parte dei protagonisti, risulta appassionante ed alza decisamente il livello di gradimento del film.

Un bel thriller di Kusama che riesce a tenere alta la curiosità fin dall'inizio, non si capisce quanto siano ancora instabili gli animi e i rapporti tra i genitori con gli amici e il nuovo fidanzato di lei a condire il tutto.
Improvvisamente abbiamo poi un cambio di rotta inaspettato ma fatto bene, con i tempi giusti, che riesce a dare un senso alla vicenda.

Apprezzabile e consigliato

Forse esagero col voto ma completata la visione mi ci sono affezionato subito a questo thrillerino di classe. È lento ma incuriosisce, e il finale anche se non è geniale vale l'attesa.

Un bel thriller a basso budget, uscito ormai quasi tre anni fa, che rivedrei molto volentieri. Ottima tensione e bravi attori. Il miglior film di Karyn Kusama, che speriamo si ripeta con "Destroyer", di prossima uscita e con protagonista Nicole Kidman, in un ruolo inusuale per lei che, a quanto dicono, potrebbe valergli qualche premio.

C'è una buona tensione di fondo, ma così costante che finisce per annunciare dove andrà a parere il film. Il finale astratto è un po' di comodo. Non male comunque.

Altra pellicola che affronta a modo proprio il lutto della perdita di un figlio. L'ho trovato decisamente un bel thriller drammatico piuttosto originale condito da dialoghi, messaggi allegorici, e da un velo perenne di mistero. Dopo aver visto quella porcata tremenda di "Jennifer's Body" avevo un certo timore ad avvicinarmi a questa pellicola diretta per l'appunto dalla stessa regista Karyn Kusama. Invece devo dire che ha saputo farsi rivalutare perchè questo film è praticamente tutto girato tra le mura di una casa e la regista è molto capace di scegliere le varie inquadrature per farci immergere maggiormente nella situazione. Anche i primi piani sono ottimi. Forse l'unica pecca è che non ho trovato riuscitissime le scene in slow-motion. Nulla di eccezionale a livello recitativo. Gli attori svolgono il loro dovere senza infamia ne lode con una piccola nota di merito al protagonista Logan Marshall-Green. Non riesco ad abbondare con il voto perchè ahimè mi duole dirlo ma in una prima parte avevo cominciato un pò a stancarmi della visione per quanto sia sviluppata lentamente e non capivo bene dove volesse andare a parare e se mai si sarebbe spinto oltre a quello che stavo vedendo. Quindi diciamo che per una quindicina di minuti almeno l'ho seguito con una certa noia perchè il film non si decideva a partire. Sono contento poi di essermi potuto ricredere nel momento in cui si comincia a capire un pò tutto e quindi ad unire le cose che la sceneggiatura fino a quel momento aveva lasciato come segni di presagio a partire fin dall'inizio.
Tuttavia, purtroppo, il finale non mi ha soddisfatto pienamente, anche se come trovata non è poi così tremenda, per carità ci può anche stare. Ma mi ha dato la fastidiosa idea di risultare esagerata.
Visione assolutamente consigliata.

Davvero bello fino a 20 minuti dalla fine ovvero fino a quando si scopre...si scopre...ma che ***** si scopre in fondo?

Cominciamo con il dire che non ha niente di horror, è thriller puro.
Il film mi è piaciuto molto in quanto crea la giusta tensione e delle aspettative molto alte per il finale.
La lentezza è funzionale, la fotografia e la sceneggiatura stranianti quanto bastano per essere avvincente: una riunione tra vecchi amici sembra nascondere molto più di quanto sembri.
Quindi, sono arrivato a 20 minuti dalla fine che mi stava piacendo molto, ero in trepidazione...e poi?



SPOILER

Sinceramente questa soluzione dopo il lunghissimo e stupendo set up creato non è all'altezza del resto, dai...
Inoltre non ho apprezzato nemmeno il "come".



SPOILER

Finale banale, telefonato e mal messo in scena, a mio avviso, con troppe domande lasciate senza una risposta.
Delusione.


SPOILER

Mi ero completamente dimenticato di votare questo bel thriller-horror, ora i ricordi non sono più vividi ma rimembro che mi piacque parecchio.
E' una storia interessante e ben interpretata, ricca di mistero e con una buona tensione...una pellicola che si fa scoprire un poco alla volta senza mai divenire banale o annoiare.
Molto buono il finale.

Ben oltre le aspettative. Me lo aspettavo noioso e banale, invece s'è rivelato più originale e ben costruito di quanto mi aspettassi. E benché sia abbastanza scontato, ciò non ha minato affatto la visione. Gli ultimi secondi poi mi hanno lasciato un senso di angoscia e inquietudine incredibili…

Non è assolutamente un horror, ritmo lento che incuriosisce... qualcosa deve succedere e alla fine succede. Primo finale che è nell'aria... ultimi 20 secondi no.
Più che sufficiente.

Thrillerone non-per-tutti, trasmette costante (anzi crescente) malessere e disagio per tutta la sua durata, ottimi attori, un finale affascinante anche se troppo vago, uno dei migliori film degli ultimi tempi...merita però attenzione e partecipazione totale, una visione nel buio e nel silenzio, un film che va gustato come si gusta un calice di porto invecchiato, non trangugiato come una birra a metà luglio, da vedere!

di horror non ha praticamente niente, è più un thriller. Non mi ha convinta del tutto, più che altro perchè l'ho trovato molto lento e già dopo 15 minuti si capisce dove vuole andare a parare.

Dopo l'orrido Jennifer's body (2009 - USA) marchetta commerciale prodotta allo scopo di lanciare la cartonata Megan Fox, Karyn Kusama rinsavisce con questo The invitation, thriller/horror ambiguo e sottilmente inquietante.
Will ed Eden sono due ex coniugi che, dopo la morte del loro figlioletto per un incidente domestico, decidono di separarsi perché incapaci di restare insieme nel dolore. Due anni dopo Will e la nuova compagna ricevono un invito dalla ex moglie di lui per un party-rimpatriata nella loro vecchia casa in cui ora vive col nuovo, particolare, fidanzato. Quella che dovrebbe essere una normale cena fra amici di vecchia data nasconde invece qualcosa di impensabile.

Davvero ben fatto e interessante questo The invitation, film dai rimandi polanskiani che coinvolge dal primo all'ultimo minuto. L'opera si divide in due tronconi ben distinti: il primo che fa da introduzione, presenta i personaggi, mostra alcuni piccoli indizi che potrebbero sia far presagire l'orrore più totale sia la psicosi di un protagonista che non ha ancora superato il lutto e la perdita del figlio. Il secondo svela la reale natura del mistero che avvolge i due padroni di casa e i loro strani amici.
La prima metà di visione è lenta e metodica, insinua il dubbio nella mente dello spettatore e del protagonista Will, con cui ci troveremo a condividere la sensazione di perenne disagio e insofferenza, in un clima di sospetto in apparenza ovattato e cordiale ma che sembra nascondere "qualcosa di sbagliato"; la prima ora, che molti hanno indicato come noiosa ma che io ho trovato sensazionale, è un continuo crescendo di paranoia, dubbi, smentite e paura, la paura di qualcosa che sembra esserci ma che nessuno pare notare, tranne il lacerato personaggio interpretato da Marshall-Green.
Nel secondo tempo la verità viene a galla, il film sveste gli ambigui panni portati fino a quel momento e palesa l'amara realtà dei fatti, non deludendo nemmeno nel climax finale e confermando la grande vena alla regia della Kusama. La conclusione quindi, sebbene non sbalorditiva, colpisce e, negli ultimi 10 secondi, ha anche del puro genio.

Tecnicamente la pellicola è curata, ha una fotografia calda che col trascorrere dei minuti diventa opprimente, una regia attenta ed un cast preparato e efficace nel tratteggiare anche i personaggi minori.
Fondamentalmente l'unico difetto che ho riscontrato in quest'ottimo lavoro è uno snodo narrativo molto forzato, che un po' indebolisce la bomba finale; fortunatamente si tratta di una piccolezza non cosi grave.

The invitation dunque è un lavoro di classe, ambiguo e sottilmente sinistro come solo i grandi horror nella tradizione polanskiana sanno essere. Consigliato a tutti quelli che apprezzano prodotti intelligenti che richiedono tempo e attenzione da parte dello spettatore.

Questo è uno di quei film che mi era stato consigliato ed un pò scettico lo visto lo stesso e mi sono ricreduto , film così del genere nè escono molti , ma di questa qualità pochi ultimamente .

Da menzionare la ottima prova di Marshall-Green nel ruolo del disturbato emotivamente Will e quella di Tammy Blanchard nel ruolo della graziosa e doppiogiochista Eden , il resto del cast poca roba .

La regia di Kusama buona anche come la fotografia e gli effetti dovuti ai combattimenti nella lugubre villetta.

Quindi per concludere questo è un buon film thriller/horror/psicologico , un film che sin dall'inizio ti mette nel dubbio perenne fino alla sua definitiva conclusione e con dei pensieri il quale ho citato nella parte con spioiler , un film snobbatto dalla distribuzione ed avendo poca luce per essere intravisto , almeno qui in Italia è arrivato , persino trasmesso in prima tv su rai movie , forse non è un film per tutti ma penso che ad un amante del thriller possa piacere e molto

MI aspettavo di più. C'e una media tensione, grazie all'invitato (ex marito) che percepisce fin da subito che c'è qualcosa che non va. Più che colpo di scena, io qualcosa del genere nel finale me l'aspettavo. Sufficiente.

buon thriller, a parte il fastidio di cercare di capire per 90 minuti se will era tom hardy o no.
spoiler: NON E' TOM HARDY!

A me e' piaciuto molto - forse si perde un po' nella prima parte ma il finale mi ha spiazzata. Ottima atmosfera e Huisman che si diverte a fare il pazzo e' da non perdere.

Lugubre film di Polanskiana memoria.

Kusama attraverso una regia stilizzata dal lento incedere e grazie ad un cast all'altezza riesce a creare atmosfere tetre per una pellicola di buon livello.

Storia non particolarmente originale, l'idea regge se il film è diretto bene, ed in effetti lo è. Non straripa in eccellenze o lascia a bocca aperta

SPOILER, ne fa storcere il naso per qualche idiozia di troppo. Prevedibile, ma appunto diretto e recitato bene, vale una visione.

Forse il miglior horror/thriller dell'ultimo anno. Assolutamente indipendente e low-budget, quei classici film dove "l'attesa del piacere è essa stessa un piacere", un pò in stile Polanski. Introspettivo e inquietante, mi è piaciuto un sacco, altro che quella porcheria noiosissima di House of the Devil (quello si che aveva 3/4 di film completamente inutile e palloso).
Il protagonista Marshall-Green è uguale a Tom Hardy, impressionante.
Bellissimo il colpo di scena finale

SPOILER
Comunque non un film per tutti.

Devo dire che la prima parte non mi ha convinto pienamente, soprattutto quella che introduce la "filosofia" dei due, questa ricerca di serenità, ecc. che ho trovato un po' stucchevole. Sottolineata la debolezza (che poi è di sceneggiatura) di quel frangente, il film ha la grande capacità di tenerti incollato alla poltrona, disseminando sguardi, cose non dette e dettagli che fanno intuire come ci sia veramente qualcosa che non va e riesce a farlo ponendo anche il dubbio che tutto sia nella mente del nostro barbuto protagonista a causa del trauma che subì proprio in quella casa in cui ora torna. Insomma, Kusama cerca di lavorare su più livelli e il suo lavoro, attento, circoscritto, senza troppi fronzoli e tecnicismi e con qualche inserzione onirica, lascia la sensazione che tutto può non essere come invece sembra. L'inevitabile esplosione finale è ben calibrata, perchè finalmente assistiamo ad un film che non ha bisogno di proliferare in sangue e gore, ma anche da questo punto di vista il lavoro di Kusama è misurato, secco, realistico senza diventare spettacolarizzazione fine a se stessa. E comunque la si possa pensare, gli ultimi 30 secondi sono una genialata che non solo spiazza, ma da ulteriore forza ad un ottimo thriller low budget.

Niente male, trama abbastanza originale, ben fatto.

Sensazione di disagio per tutta la pellicola fino al colpo di scena. Tuttavia mi è parsa un po' una cavolata la storia

Un film che riesce a drogarti , nel vero senso della parola . 1 ora e 40 di film che offre una tensione sempre persistente ,facendoti addentrare nelle storie dei personaggi , e nell atmosfera che si crea , quasi ipnotica , per quello che accade , per i dialoghi , e per come tutto si evolve.
Lo spettatore vorrebbe schierarsi , fino a farlo e potersi sentire ridicolo, alle situazioni che verranno percorse .
Kusama dall alto delle sue origini jappo , tira fuori un prodotto eccellente , fresco , anche se con argomenti molto comuni oggigiorno .
Tecnicamente dietro la macchina da presa è meraviglioso il suo lavoro , soprattutto ce un certo dettaglio nella recitazione , offrendo ogni personaggio ben gestito nel suo ruolo , tra tutti va citata l ottima intepretazione di Tammy Blanchard e Logan Marshall-Green , che sono fantastici .
L ultima scena del film poi è da accapponaggio di pelle !!!!
Straconsigliato , visto che da noi è inedito al cinema.

Mi è piaciuto parecchio questo film, girato molto bene e intrigantissimo cacchio; credo che la cosa più bella sia stata l'atmosfera che si respirava dentro la casa dove si svolgono praticamente tutti gli eventi, parecchio pesante, malsana, ambigua e finta.
Cosa ancora più interessante era vedere come il personaggio chiave della storia vivesse le stesse sensazioni dello spettatore, di dubbio, incertezza, paranoia e diffidenza.
Difatti la pellicola punta non poco su questo aspetto, inserendo dei momenti di confusione e fraintendimenti che riescono a mettere in discussione alcune cose date per certe, rimescolando le carte di tanto in tanto per non far spegnere l'attenzione e il coinvolgimento.
Stavo vedendo il film insieme a due amici, uno dei quali, a fine visione, sosteneva di aver digerito poco l'inizio troppo lento nell'introdurre la parte principale, ma personalmente non ero tanto d'accordo,anzi era proprio osservare la relazione tra i vari personaggi e lo strano comportamento dei padroni di casa che riusciva a coinvolgermi, ed era necessario per poter vivere meglio tutta la seconda parte; è un film diviso in tre step diversi, e funzionano discretamente tutti.
Scena di chiusura a sorpresa che chiude il sipario con una drammaticità quasi ironica.....
Lo consiglio agli amanti del thriller; è forse uno dei film più interessanti usciti ultimamente, anche se sfortunatamente gioca su una tematica già vista da poco in un film che non posso nominare per non fare spoiler a uno o all'altro..
Più che discreto, mi ha coinvolto molto....buono anche il lato tecnico, sopratutto la regia e la fotografia....

Non è malaccio ma la tensione è davvero poca e verso la metà si può capire benissimo dove vuole andare a parare.

Grande sorpresa!
Grandissimo attore protagonista, musiche da perfetto thriller ( a ritonfa con sti genere non azzeccati) e tensione a nastro per tutta la durata!
Qualcuno ha avuto il coraggio di paragonarlo al film: la notte del giudizio!
Ma per favore!

Bel thriller, ottimamente recitato. Senso di disagio che prende forma immediatamente e cresce man mano che la vicenda si sviluppa.

Pareva dovesse essere il thriller del secolo, invece al di là di una buona tensione costante si arriva al solito finale già subìto troppe volte! (anche sciocchina la trama, personalmente la vedo abbastanza tirata per i capelli). Sembra promettere un inquietante e mai visto colpo di scena finale, invece no. Comunque più che guardabile ovviamente, è ben girato e interpretato.

Buon thriller, ben scritto, diretto egregiamente e ben interpretato.
La regia trasmette allo spettatore un senso di malessere e di "sbagliato" fin dall'inizio del film. Il crescendo di paranoia porta ad una perfetta identificazione col protagonista.
La prevedibilità della vicenda non pregiudica una tensione costante e palpabile, costruita con sapienza e maestria.
Da vedere.

Thriller che supera la sufficienza. Brevemente, tutto più o meno funziona. Siamo nel corner della storia polanskiana a base di paranoia e timore di complotti e per quasi una buona parte di film, l'impianto regge. Il finale, perde qualche colpo. Si poteva osare qualcosa di più, trovare una variazione per uscire dal già visto.
Un onesto prodotto di genere, guadabile.

Bel thriller, bravo il protagonista che e' il sosia di Tom Hardy e tutto il cast. Il finale e' molto bello soprattutto la scena finale. Da vedere inquietante

Film discreto, considerando il panorama dei thriller di quest'anno. Gli attori se la cavano bene e la tensione è notevole.

Spoiler..

Voglio sbilanciarmi con un voto alto, perchè The Invitation riesce a sorprendere lo spettatore con la sua formula orrorifica semplice e cristallina, quella del lento, inesorabile abbraccio della Morte, che transita attraverso diversi stadi straordinariamente umani come l'inquietudine, la negazione, l'accettazione, lo stato di dubbio, il senso di colpa, la paura, la disperazione, la riconciliazione ed, infine, la resilienza di chi sopravvive.
Agghiacciante ma sontuoso il finale (rubo l'espressione di altri utenti) "apocalittico" con riverberi da "Inferno" dantesco.
I pregi innumerevoli del film sono: il livello della recitazione, con Logan Marshall Green a spiccare su tutti con i suoi occhi profondi e liquidi che non toccano il fondo, e, ovviamente, una abile regia, che, da un lato, non nasconde i tasselli che comporranno la Banalità del Male in atto (le inferriate alle finestre, il video del trapasso mistico, ed, addirittura, la presenza nel gruppo di "Mr. spoilerXXX", alias John Carroll Lynch, doppiato da Roberto Pedicini, che non tarda a svelare la propria natura di uomo violento, impregnano l'atmosfera di funesti presagi), dall'altro, introduce schegge di mistificazione, per confondere "gli invitati" (compresi Noi, che, nonostante la lezione appresa alle Nozze Rosse del Trono di Spade, abbassiamo le difese di fronte ad un buon vino rosso..) e scatenare la più impietosa mattanza.
Pochi, sbiaditi difetti - di sceneggiatura e di "empatia che non ingrana" con alcuni personaggi - non intaccano il risultato finale di un ottimo thriller, adatto da proiettare ad una festa tra amici (amici veri, possibilmente).
Variante più sensata e logica del caotico Anarchia:Il Giorno del Giudizio.

SPOILER

COMMENTO SPOILEROSO

Basta una distrazione e la vita può cambiare radicalmente. Distogli lo sguardo e investi un coyote. E' lì a terra, agonizzante. Grandi traumi fisici, o peggio ancora emotivi, sono difficili da superare.
Will attende la morte da quel fatidico giorno mentre Eden sembra guardare avanti forte di un'armonia esistenziale ritrovata. L'invito a cena a casa sua è misterioso, ci sono troppi discorsi strani e comportamenti ambigui, c'è qualcosa di oscuro nascosto? O forse è solo Will a lavorare troppo di fantasia? Basta aspettare per avere questa risposta, mentre per altre non si può fare nulla.
Come si supera il dolore? Forse è vero, c'è solo un modo. E magari ci vedremo dall'altra parte.
Prendi la chiave inglese. Il coyote vorrebbe questo.

Discreto horror che dopo una prima parte un po' lenta riesce a mantenere una buona tensione nella seconda. I dialoghi sono abbastanza inquietanti. Non male anche l'ambientazione. Consigliato.

The invitation è un buon film a mio parere. Il suo pregio principale è quello di rendere tangibile fin dai primi minuti un senso di disagio profondo. Una riunione fra vecchi amici più due non meglio identificati elementi esterni in un luogo dove non vorresti andare ma ci vai e che dopo poco non vedi l'ora di andartene perchè qualcosa di sinistro si sta verificando o si potrebbe verificare. L'efficace intepretazione di Logan Thomas Mitchell rende perfettamente tutto questo. Allo stesso tempo la fragilità emotiva del protagonista ed il suo sguardo, che è anche lo sguardo dello spettatore può essere ingannevole e fuorviante. Il film si fonda soprattutto su questo sottile equilibrio sospeso tra l'oggettività degli avvenimenti cui si sta assistendo e la paranoia strisciante del protagonista. E il gioco riesce bene perchè non è facile stabilire chi sia realmente il manipolatore e fino a che punto si è manipolati. Molto buona la resa collettiva del cast e bella l'immagine apocalittica del finale.

Il pregio di THE INVITATION è quello di riuscire a mantenere nello spettatore una certa attesa, mostrando quadri psicologici di personaggi caratterizzati da una sorta di ambiguità dove la svolta in qualcosa di imprevedibile sembra pressante man mano che la storia prende ritmo. Purtroppo il risultato finale non sembra essere tra i più interessanti, palesando una certa prevedibilità e mancando di quella originalità che ne avrebbe fatto un prodotto discreto.
La chiosa finale per quanto ad effetto pare però un po' esagerata.

Visto senza avere la più pallida idea di cosa fosse e di cosa trattasse, devo dire che mi ha relativamente intrigato. Fino ad un buon punto, non si capisce in che direzione andrà il film e, anche una volta che uno si è fatto un'idea, riesce sempre a lasciare con il dubbio se poi sarà veramente quella. Per essere un film tutto sommato senza grosse pretese centra il bersaglio, anche se ci sono varie forzature, seppure abbastanza veniali.

Dopo due anni di assoluto silenzio Eden invita il marito Will ad un party nella lussuosa villa in cui i due abitavano prima della morte del figlio, tragico fatto che li ha indotti a separarsi. Oltre agli ex coniugi, con al seguito i nuovi rispettivi partner, alla festa partecipano i componenti storici della loro compagnia, oltre a due amici della coppia padrona di casa.
Si respira fin da subito un clima soffocante, di stranezza, come se dietro l'accondiscendenza e la gentilezza si celasse qualcosa di strambo e molto pericoloso. I gesti, gli sguardi e le parole esprimono rilassatezza, in realtà tradiscono nervosismo, come se di lì a poco dovesse accadere qualcosa. E' quello di cui è convinto Will, il quale però vive uno stato di profonda depressione a causa del lutto subito. Lutto dal quale sembra essersi liberata Eden, seguace di una sorta di setta in cui si impara ad espellere emozioni e sentimenti nefasti. Will non se ne capacita, mentre la tensione monta in modo esponenziale col passare del tempo.
Comportamenti difficilmente inquadrabili, un video inquietante, porte e finestre sbarrate sono indizi che non possono sfuggire, in questa sorta di drammatico kammerspiel in villa losangelina.
Karyn Kusama ricorda di aver debuttato nel 2000 con il buon "Girlfight" (per poi rischiare di gettare via la propria carriera con due schifezze come "Aeon Flux" e "Jennyfer's Body"), e dimostra che quel lavoro non fu frutto di un semplice colpo di fortuna; "The invitation" è infatti un thriller psicologico di tutto rispetto, costruito su tempi dilatati adatti alla costruzione di una storia dall'epilogo non proprio impensabile ma coerente con ciò che l'ha preceduto.
La sceneggiatura sfrutta al meglio le turbe del protagonista principale, assecondando i suoi sospetti per poi sbugiardarli repentinamente in un quadro opprimente in cui la puzza di bruciato aleggia con prepotenza. Azzeccata la scelta della fotografia dai colori caldi e buona prova del cast, a partire dal barbuto Logan Marshall-Green ben spalleggiato dalla stralunata Tammy Blanchard.
Inoltre, una volta tanto, non abbiamo uomini normali capaci di trasformarsi in men che non si dica in Rambo esperti d'armi e lotta, la situazione si delinea in maniera piuttosto credibile come fosse affrontata da persone comuni senza particolari doti guerresche. Davvero una bella sorpresa, con l'ultima sequenza a regalare ancora qualcosa in più.

Non mi ha convinto del tutto. Per due terzi è un buon prodotto, con buona recitazione e una fotografia abbastanza adatta alle riprese tutte in interni. L'unica pecca in questa fase è la prova di Will, che sarà pure stordito dal fatto di tornare sul luogo del dramma, ma ha davvero un atteggiamento un po' troppo distaccato, quasi apatico, nei confronti di chi gli sta intorno e cosa gli succede. Non è questione che il personaggio sia traumatizzato, è proprio che l'attore pare un po' annoiato e non troppo convinto della parte. Sguardo fisso nel vuoto, la gente gli parla e lui non reagisce, spesso in solitaria sul terrazzo senza motivo, a contemplare il nulla. Poi nell'ultimo atto, con le esplosioni di violenza, il film si incanala su un binario prevedibile, senza particolari guizzi. In fondo il finale era già preventivabile dopo 20 minuti di visione, come lo stesso protagonista Will aveva anticipato. Il film ha inoltre problemi di ritmo: l'andamento è lento, quasi soporifero, i dialoghi sono talvolta ma non sempre interessanti, poi c' è un'improvvisa accelerazione con la questione del ragazzo coreano, in cui Will dà segni di vita, e fa sperare lo spettatore che il film finalmente prenda un ritmo più serrato, invece si ripiomba immediatemente nella lentezza che aveva preceduto. Insomma il film pare andare a scatti e non saper imboccare una direzione chiara. Resta comunque una buona opera di intrattenimento con qualche idea discreta, ma la resa poteva essere molto migliore.

Non è un horror ma un thriller, a tratti soporifero ma che ben ripaga l'attesa con un finale eccellente. Ottima la psicologia dei personaggi, evidenziata anche da bravissimi attori, e bella l'idea di fondo. Un piccolo gioiello dai toni amari e che forse eccede nel minutaggio della prima parte, molto lenta e distesa, per poi crescere di intensità nella seconda. In definitiva, dispersivo a tratti, il mistero è fin troppo atteso e stempera il tutto, ma in generale davvero ottimo, mi ha ricordato le malsane atmosfere dei film di Polanski.

E' un film che parte lento e soporifero...ma poi avverti una tensione crescente che mano a mano cresce inghiottendoti nella suspense e nella ricerca della verità.
Ho apprezzato il fatto che non si disperde nella violenza fantastica tipica degli horror, ma ha un approccio realistico.

SPOILER

Ottimo thriller (perchè c'è scritto horror? ) psicologico.

Con doppio finale, il primo un pò telefonato, il secondo assolutamente incredibile, anche se forse un attimino esagerato.

Si passa un ottima ora e mezza senza staccare mai gli occhi dallo schermo.

P.S.
Ma poi quella che è andata via con la Prius che fine avrà fatto?

Ho visto questo superbo thriller (non é un horror) senza guardare il trailer...e non me ne sono assolutamente pentito. Il trailer l ho visto dopo il film....e sinceramente mostra troppo.
É un film che si sviluppa molto lentamente, ma non annoia neanche un secondo. Infatti tutto esplode nell´ultimissima parte....ma come il film ti ci porta alla follia degli ultimi istanti, é da oscar! Tutti gli attori sono perfetti, a partire dal protagonista che qui assomiglia tremendamente a Tom Hardy.
Le musiche, minimali, perfette.
Inquadrature che ti mettono di un disagio....
Regia da paura.
Insomma DA VEDERE!

Ottimo thriller psicologico che tiene incollati alla poltrona. L'inizio è soft ma man mano che le vicende procedono l'inquietudine ed il senso di oppressione crescono sempre di più. Il clou si raggiunge nell'ultima mezz'ora quando le cose diventano chiare e la scena finale aggiunge un ultimo piccolo colpo di scena alla vicenda.