the jacket (2005)

Un buon film nell’infinito universo dei thriller-psicologici.
Una storia che poggia su un soggetto complessivamente interessante, costruito con una attenta sceneggiatura ma che in alcuni punti rileva inevitabili forzature ..ancora un viaggio nell’universo della mente, le digressioni temporali (una costante del cinema degli ultimi anni) e gli orrori che ci circondano (la guerra, la freddezza delle istituzioni), tutto amalgamato in un costrutto narrativo freddo ma paradossalmente coinvolgente ..così il lo****, che dovrebbe riprodurre l’utero materno (dare conforto e sicurezza) si trasforma in una forzosa scappatoia dalla realtà, lo strumento attraverso il quale rileggere il proprio passato e proiettarsi nel futuro.
Buona la fotografia, le ambientazioni e il ritmo imposto al racconto, invece meno appassionante la colonna sonora, che non sempre sottolinea in maniera puntuale i passaggi e le scene più importanti del film (una vera pecca per questo genere cinematografico) ..apprezzabili anche i dialoghi ed il messaggio di fondo che sottende l’intero racconto, oltre al senso di claustrofobia che molte sequenza riescono mirabilmente a riprodurre ..positivo anche il finale, struggente e malinconico ma senza eccessi, con quel forte bagliore di luce che chiude la narrazione.
Ottima la prova di Adrien Brody, con la sua espressività rende credibile e drammatica la figura del povero reduce, ma sufficiente anche quella della bellissima Keira Knightley ..non male la regia di John Maybury, anche se ancora un po’ incerta, ma che promette bene per il futuro.
Pellicola che non dovrebbe deludere gli amanti del genere ..da vedere!