the man with the beautiful eyes (1999)

Tratto da una poesia del "maledetto" Charles Bukowski questo cortometraggio affronta l'impietoso parallelo tra il pregiudizio e la distorta idea di perfetta organizzazione sociale del mondo adulto in contrapposizione all'apertura mentale dei giovani, per nulla spaventati dall'anticonvenzionalità o da chi non è allineato ad un conformista modo di vivere e pensare. L'accattivante voce narrante e dei disegni elementari ma ugualmente incisivi ci riferiscono del particolare parco giochi di quattro ragazzini: una casa dalle imposte sempre chiuse, circondata da canne di bambù e con uno stagno pieno di pesci rossi. L'abitazione si presume abbandonata.
I genitori intimano e sbraitano di non avvicinarsi, ovviamente per i ragazzi questo diventa il più stimolante dei veti da trasgredire. Si troveranno faccia a faccia con la persona che abita all'interno, "l'uomo dai meravigliosi occhi" del titolo che non si fatica a comprendere sia uno dei tanti alter-ego nati dalla penna dell'impenitente Bukowski; ovvero l'emarginato, il reietto, l'escluso per eccellenza.

Interessante..

Le immagini di questo corto non amplificano il potenziale di questa poesia ma nemmeno la banalizzano. Affascinante la voce narrante.

Mi accodo ai commenti positivi dei tre utenti che mi precedono.
Un bel corto che manifesta una spiccata propensione alla riflessione.

Corto veramente molto bello anche se va detto che gran parte del merito va alla poesia di Bukowski. Però i disegni sono molto particolari e ben fatti e la voce inglese è affascinante.

Il senso del lavoro l'ha già ben detto The Gaunt, che mi trova d'accordo, c'è anche da dire che comuqnue molto bello e curato, nonchè originale, risulta essere anche lo stile di disegno con cui il film è stato realizzato, anch'esso anticonformista.

E' un lavoro contro i pregiudizi, contro l'isolamento di perosne, molto sentito e vero.

In tv a quanto ne sò il corto è stato mandato, ed è da non perdere.

Molto bello questo corto che usa la poesia di Bukowsky come mezzo per evidenziare la mentalità più aperta dei bambini rispetto a quella rigida e coercitiva dei rispettivi genitori, corrosa dal conformismo ed incapace di apprezzare l'individuo fuori dagli schemi.