the osterman weekend regia di Sam Peckinpah USA 1983
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the osterman weekend (1983)

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locandina del film THE OSTERMAN WEEKEND

Titolo Originale: THE OSTERMAN WEEKEND

RegiaSam Peckinpah

InterpretiCraig T. Nelson, Helen Shaver, Dennis Hopper, Meg Foster, John Hurt, Rutger Hauer, Burt Lancaster

Durata: h 1.41
NazionalitàUSA 1983
Generespionaggio
Tratto dal libro "Osterman weekend" di Robert Ludlum
Al cinema nel Novembre 1983

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Trama del film The osterman weekend

John Tanner, famoso giornalista televisivo, viene reclutato dall'agente della Cia Fassett per smascherare un'organizzazione spionistica russa denominata Omega, della quale sembrano far parte anche alcuni suoi amici. Tanner deve creare le condizioni perché uno dei suoi tre amici sia spinto a cambiare bandiera, in cambio di una esclusiva sullo scoop.

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Voto Visitatori:   6,75 / 10 (14 voti)6,75Grafico
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Voti e commenti su The osterman weekend, 14 opinioni inserite

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Thorondir  @  19/10/2023 12:32:29
   5 / 10
Decisamente il film più debole di Peckinpah. Svogliato, totalmente mancante di pathos e soprattutto tremendamente prevedibile. Anche poco curato a livello stilistico/visivo, è un film anonimo, asettico non per volontà ma per mancanza di costruzione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  20/08/2019 16:13:51
   6½ / 10
Discreto lavoro di un discreto regista come Peckinpah, qui al suo ultimo film.
Thriller spionistico su carta intrigante e con buoni momenti di tensione in generale, malgrado il soggetto contorto difficile da elaborare ad una prima visione e qualche dettaglio fin troppo inverosimile (i già menzionati filmati di videosorveglianza dalle inquadrature uguali a quelle cinematografiche, o la trasmissione degli omicidi in diretta); anche vero però che, anche se non ci si annoia, l'interesse nell'intreccio anzichè aumentare tende a calare gradualmente fino a sfociare quasi nell'indifferenza, quando si arriva alla parte finale.
Non bene neanche il rallenty alternato tipico del regista che ormai ha stufato e mina irrimediabilmente la spettacolarità delle pochissime scene d'azione.

Di mio posso dire di essermi avvicinato a quest'opera solo per la presenza di un cast di tale portata, da orgasmo al solo leggerne i nomi assieme; purtroppo Hauer (mi vengono le lacrime al solo pensiero che non sia più tra noi) un pò spento e fuori parte, mentre sottoutilizzati Hopper e Sarandon; un pochino meglio Nelson e Hurt, ma in generale tutti gli attori sono alle prese con personaggi troppo freddi e delineati in maniera men che esile.

Discreto, come detto, anche se deludente rispetto alle aspettative.

Goldust  @  03/01/2018 09:12:58
   6½ / 10
Con il suo ultimo film Peckinpah muove una critica frontale al mondo della telecomunicazione e ad una società sempre più arida di valori. A metà strada tra il Grande Fratello di Orwelliana memoria e l'ultimo Mabuse la pellicola porta avanti una trama spionistica senza curarsi troppo della forma, e nonostante l'insensatezza di alcuni passaggi ( finale in testa ) garantisce un buon livello di intrattenimento.

VincVega  @  28/10/2017 10:49:17
   7 / 10
Sottovalutato thriller spionistico di Sam Peckinpah, forse un po' intricato per quelli più distratti, ma il regista riesce a imprimere il suo marchio pessimistico. Non mancano le critiche al mezzo televisivo, importantissimo ai fini della trama e praticamente onnipresente durante tutta la pellicola, in particolare quando la vicenda si svolge nella casa del protagonista, diventando quasi un "Grande Fratello" con la CIA che controlla la situazione. Buona la parte finale, anche se poteva essere più curata,
C'è qualche errore nel montaggio, tipo in una scena di inseguimento, ma sembra sia colpa dei produttori non di Peckinpah. Altre cose che non convincono

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Cast di grande livello. Interessante la scelta di Rutger Hauer come protagonista, in rampa di lancio dopo "I falchi della notte" "Blade Runner". Un olandese che interpreta l'americano più americano di tutti (a detta del personaggio di John Hurt).
In definitiva un buon film di Peckinpah, dato le tematiche però, poteva diventare una grande pellicola, se non avesse messo in secondo piano la parte politica, troppo tralasciata, nonostante le premesse iniziali.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  24/05/2014 15:02:04
   7 / 10
L'ultima fatica di Peckinpah va a chiudere degnamente una notevole carriera, omogenea e costante in fatto di qualità fino all'ultimo, ben lontano da cadute o mattoni quale ha chiuso ad esempio un Schlesinger, collega della New Hollywood, l'ultimo filone spy story ricorda l'ultima parte di carriera di Arthur Penn con il feticcio Hackman.
Montaggio irregolare, lui che di problemi con le produzioni ne ha avuti sino all'ultimo, suspance ben gestita nella parte centrale durante il weekend, nella tentazione di spingere all'outing e al tradimento uno dei tre amici, si respira un'atmosfera minacciosa, un grande fratello che si compiace di insinuare il pericolo e di rimescolare le carte, l'ultima parte l'ho preferita di meno, più confusa e isterica ammiccando al coup de théâtre.

Zanibo  @  16/05/2011 19:02:50
   6 / 10
In generale come film mi ha deluso, pero` grazie a qualche scena uscita veramente bene, vale comunque una visione.

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  16/02/2010 21:15:08
   7 / 10
L'ultimo film girato da Peckinpah è di genere spionistico. Non è un film ben riuscito soprattutto a causa di una sceneggiatura con molte pecche e che non caratterizza a dovere i personaggi in alcune scene cruciali. Ne risente anche la recitazione che non è sempre all'altezza.
Nonostante che Peckinpah avesse a che fare con un genere inusuale per lui e con una storia abbastanza complessa, riesce lo stesso a imprimere anche a questo film il suo marchio, a spostare il valore e il significato delle scene verso le questioni che gli stanno più a cuore: il valore dell'amicizia, l'importanza suprema che ha la propria libera individualità e le persone più care su ogni altra cosa (soldi, politica).
Anche in questo caso tutto è permesso per conservare quello che conta di più. Alla base c'è la propria sopravvivenza da ottenere lottando all'ultimo sangue, senza tanti scrupoli. Questa lotta coinvolge tutti senza eccezioni, compresi donne e bambini. Sono proprio le scene in cui si dispiega l'istinto primordiale del possesso e della sopravvivenza quelle più riuscite del film, scene palpitanti, pieni di tensione e di energia. Da questo punto di vista espressivo Peckinpah non ha mai deluso.
Anche questo film dipinge la società come bacata, corrotta; chi dirige è impegnato solo a mentire, a nascondere, ad agire in maniera arbitraria e sporca. La novità è la presenza nel film dei mezzi di comunicazione di massa e in particolare della televisione. Quest'arnese diventa la sublimazione del potere di controllo assoluto e di dominio delle coscienze. E' un mezzo potentissimo e chi lo possiede, possiede la "verità", manovra letteralmente le coscienze delle persone e riesce così a stabilire qualsiasi reazione e qualsiasi atto.
Un libertario anarchico come Peckinpah non poteva che accorgersi benissimo del gravissimo attentato che porta quest'arnese alla libertà individuale.
Il finale del film è un appello a spegnere la televisione "con quel che resta della vostra volontà".

Grazie Peckinpah, grazie davvero. Si può rifiutare la tua filosofia del mondo (troppo individualista, troppo violenta) ma bisogna darti atto di grande onestà intellettuale. Hai agito solo per esprimere il tuo pensiero, per spronarci a guardare in faccia a ciò che è scomodo e non ci fa piacere vedere. Ci vuoi far capire che c'è anche tanta violenza palese e nascosta nel mondo in cui viviamo e ce l'hai voluta mostrare senza infingimenti, senza abbellimenti o fascinazioni, solo nella sua bruta realtà. Insomma, non ci hai speculato per esaltare superuomini, oppure non ne hai fatto una merce di consumo, non hai cercato di assuefare la gente. Ce l'hai voluta far vedere così com'è senza spingerci a fare alcuna scelta pro o contro, ci hai lasciato libertà di giudizio.
Libertà: questo è il grande valore della tua opera; cercare di essere liberi in un mondo di schiavi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  15/04/2009 14:42:11
   6½ / 10
Un film che vorrebbe dire la sua sulla manipolazione mediatica attraverso la tv e sottolineare un potere detenuto dai potenti mal utilizzato e a scopo di lucro. Ci riesce in parte ma nello scorrere alcune sezioni calano d'intensità e si rischia di uscire "fuori tema". Complessivamente è un buon film ma preferisco i western e in generale quelli degli anni settanta dello stesso regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/12/2008 18:23:54
   7½ / 10
Un film sulla manipolazione del media televisivo sulle persone, sulla distorsione che può operare, sul suo potere ingannevole al punto tale che nel film ogni personaggio è manipolatore e manipolato al tempo stesso. Disilluso l'appello finale di Tanner sulla reale forza di volontà delle persone di spegnere la televisione: basterebbe il dito di una mano, ma non ci si riesce. Il film sostanzialmente è buono, ma non il migliore di Peckinpah. Si nota qualche errore nel montaggio in un paio di scene, ma non addebitabili al regista visto che appena finito il film, fu estromesso dal montaggio (cosa non nuova per il regista) dai produttori.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  02/12/2007 10:29:41
   8 / 10
Magari anche un voto più basso, ma alla vista dell'ultimo fenomeno sotto di me, mi sono ricreduto.
The Osterman Weekend è un ottimo film di spionaggio, diretto con intelligenza e maestria da uno dei migliori registi che si sono visti nella storia del cinema.
sorretto da un cast fenomenale, tra cui spicca il protagonista Rutger Hauer, ma affiancato da Hurt, Lancaster e Hopper in stato di grazia, il film è un disilluso e brachilogico studio sui conosciuti (?) metodi di un'organizzazione segreta, la CIA.
è proprio qui forse il punto debole della pellicola: la politica.
se avesse voluto fare un film sulla Cia avrebbe dovuto installare almeno un impianto come in "The Good Sheperd", ma il film oscilla sullo spettacolare e in questo Peckinpah è un maestro indiscusso, ma anche sulla denuncia politica e in questo si segue di meno (tantochè l'impianto narrativo è semplice: una vendetta).
resta che riuscire a girare scene come quelle nella casa non è da molti e questo è encomiabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/11/2007 20:18:54
   4 / 10
qui tutti vanno a sottolineare la bravura del regista...a me se c'è una cosa che mi ha deluso è proprio il modo di dirigere questa pellicola!
la prima mezz'ora vive di confusione...poi nella seconda parte ci sono parecchi rallenty sinceramente inspiegabili,per non parlare del combattimento effettuato con una mini-balestra che riesce a ferire e a far cadere un uomo con un piccolo colpetto alla gamba...
e poi dai...le riprese che vedono dalla "sala regia" sono le stesse che noi vediamo nel film...mi sembra un errore molto banale...
tanto per citare una scena direi la sparatoria in mezzo agli alberi...in sala regia si vede come se tra quei due alberi ci fossero appostate diverse telecamere e in pochi minuti riescono ad effettuare un montaggio che è esattamente quello televisivo...
sono sicuro che questo regista acclamato sia un bravissimo artista,ma secondo me qui ha toppato e forse i suoi fan non lo vogliono ammettere!
delusione

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/09/2007 22:02:37
   8 / 10
SE DEVO FARE UN PARAGONE CON UN ALTRO FILM DI SPIONAGGIO, PECKINPAH, RISPETTO AI 3 GIORNI DEL CONDOR DI POLLACK, SEMBRA SOFFERMARSI PIU' CHE SULL'ANALISI DEL SISTEMA CIA, SUI RAPPORTI CHE LEGANO GLI UOMINI IMPRONTATI AD UN RECIPROCO SFRUTTAMENTO: CIASCUNO SI SERVE DEL PROSSIMO PER RAGGIUNGERE I SUOI OBIETTIVI IN UN MONDO DOMINATO DALL'OPPORTUNISMO. UN AMARO SENSO DI SOLITUDINE PERVADE TUTTO IL FILM.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  11/03/2007 14:59:42
   8 / 10
L'ultimo Peckinpah è un film di spionaggio notevole, riuscito sotto tutti gli aspetti.
Si sente la mano di sam Peckimpah e la robustezza della sua regia ovunque, sul piano spettacolare e nella sua visione disillusa.
Ebbe diverbi con le produzioni, fu cambiato, manomesso eccetera, ma il suo fascino rimane intatto.

Certo non è paragonabile ai migliori del regista ma Peckinpah chiuse la sua carriera con un film solidissimo.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  25/07/2006 11:52:21
   7½ / 10
Purtroppo è l'unico film di Peckinpah che ho visto e devo ammettere che, anche se non è un capolavoro, è davvero un gran bel film. So altrettanto bene che i suoi veri capolavori sono film come "Il mucchio selvaggio" o "Sfida nell'alta sierra". Comunque devo sostenere che questo film è ben girato, ha un gran ritmo, ma sopratutto ha dei grandissimi attori. Molto buona anche l'atomsfera quasi claustrofobica che aleggia per tutto il tempo in cui loro sono "rinchiusi" nella casa.

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Ultima risposta 02/12/2007 11.30.12
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