the tender bar (2021)

Clooney che gira un film tratto dall'autobiografia di Moehringer (il premio pulitzer che ha scritto 'Open' di Agassi).
Interpreti doc Lloyd, Lily Rabe (<33) il più bel Ben Affleck di sempre e un Tye Sheridan che mi piacerebbe vedere più spesso.
Se non vi ho già convinto, aggiungo che pochi film recenti sono riusciti a catturare così bene quel determinato periodo storico.
Bello e molto intenso.

E' una storia di un'educazione alla vita un pò sui generis quella narrata da Clooney, con il giovane pieno di dubbi che si farà strada nel mondo anche grazie al sostegno incondizionato dello zio. E' forse la miglior interpretazione della carriera per Ben Affleck che costruisce un personaggio romantico ed a tratti dolente, vero proprio mito per il piccolo Jr, del quale negli anni ne diventa il confidente ed il mentore principale. Meno riuscite le figure secondarie, a cominciare dalla madre insicura della Sheridan, e troppo lungo in assoluto, con una prima parte a rischio noia.

Cosa mi è rimasto di questa pellicola? una regia pulita e lineare, una storia come tante dell'America di provincia e l'ottima interpretazione di Ben Affleck. Difetta, e non poco, nel ritmo. Ma va bene così. Una visione la merita.

Complessivamente non è male, regia lineare, pulita, interpretazioni nella norma (se la cava piuttosto bene anche Ben Affleck) da vedere più che altro per il valore autobiografico, sembra un film da tv più che da cinema: non ci son particolari slanci, non ha un particolare impatto visivo, certo, si segue con piacere (a me le storie di persone comuni ambientate in USA piacciono) ma non lascia molto.

Mi è piaciuta la regia di Clooney, molto efficace nella sua semplicità. Diciamo che la trama è interessante ma non ha quel qualcosa che la porti ad un livello superiore, è quel tipo di film che a fine visione dici carino sì, ma niente di eccezionale.

Il cast se la cava bene, così come i dialoghi, ma siamo sempre al discorso di prima del "è ok ma...". Fa sempre piacere però rivedere il mitico Christopher Lloyd.

Un racconto di formazione che si muove fra gli anni 70 del protagonista durante la sua infanzia engli anni 80 nela sua fase adolescenziale. Il film di Clooney nella sua semplicità è efficace con un buon comparto di attori che sono il vero valore aggiunto del film. La storia non è disiimile da tante altri racconti di questo tipo. Forse è proprio questo il suo limite. Confezionato con cura ma non capace di lasciare veramente il segno dopo la sua visione. Con questo non voglio affermare che sia un brutto film, ma solamente un film nella media.

Mood e feeling del film sono racchiusi nella sua canzone finale, "Do It Again" degli Steely Dan (https://youtu.be/jmdiKePVUy8), un brano straordinario del 1972 seppur con un difetto: dura un po' troppo, non ha abbastanza idee per giustificarne la durata. A maggior ragione il problema affligge i 104 minuti di Clooney che sembrano un'espressione ininterrotta della "corrente di tenerezza" attribuita da Freud allo stadio di latenza, come se la libido del protagonista fosse rimasta fissa lì anche dopo la pubertà e l'inizio dell'attività sessuale adulta. E il ruolo d'Affleck come surrogato paterno è lo stesso ch'aveva nei confronti di Damon in "Will Hunting".

Tratto dal libro autobiografico di J.R. Moehringer, questo lavoro di Clooney si presenta come il classico film americano in cui il protagonista sgomita per emergere e alla fine ce la fa, altrimenti gli USA non sarebbero la terra delle opportunità. Abbastanza scontato ma tutto sommato ben fatto. Gradevole.

Biografia del giornalista e scrittore J.R. Moehringer.
Una vita come tante, con varie vicissitudini comuni a tante persone, ma con la consapevolezza di aver cercato e trovato il proprio posto nel mondo.
A elevare dall'ordinario il film diretto da Clooney è il livello recitativo offerto da un cast preciso e puntuale, abile nei dialoghi ben scritti e nella caratterizzazione di personaggi definiti e cesellati in maniera essenziale e funzionale. Così THE TENDEER BAR riesce a catturare l'attenzione e l'interesse dello spettatore, creando empatia e facendo risaltare il buono che si può trovare nella vita di tutti i giorni.
Difetta un po' nel ritmo.