the tree of life regia di Terrence Malick USA 2011
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the tree of life (2011)

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locandina del film THE TREE OF LIFE

Titolo Originale: THE TREE OF LIFE

RegiaTerrence Malick

InterpretiSean Penn, Brad Pitt, Joanna Going, Fiona Shaw, Tom Townsend, Jessica Chastain, Jackson Hurst, Crystal Mantecon, Lisa Marie Newmyer, Pell James, Tamara Jolaine, Jennifer Sipes, Will Wallace

Durata: h 2.19
NazionalitàUSA 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2011

•  Altri film di Terrence Malick

Trama del film The tree of life

E' la storia di una famiglia del Midwest negli anni cinquanta attraverso lo sguardo del figlio maggiore, Jack, nel suo viaggio personale dall'innocenza dell'infanzia alle disillusioni dell'età adulta in cui cerca di tirare le somme di un rapporto conflittuale con il padre (Brad Pitt). Jack - che da adulto è interpretato da Sean Penn - si sente come un'anima perduta nel mondo moderno che vaga nel tentativo di trovare delle risposte alle origini e al significato della vita, tanto da mettere in discussione anche la sua fede.

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Voto Visitatori:   6,90 / 10 (168 voti)6,90Grafico
Palma d'oro
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro
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Voti e commenti su The tree of life, 168 opinioni inserite

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zerimor  @  26/03/2020 17:28:43
   9 / 10
Che film! Anzi, denominarlo in tal modo potrebbe risultare riduttivo. La fotografia è impressionante e contemplare tutte quelle immagini cosmiche in movimento mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta. Inizialmente comprendere questa pellicola, la sua trama e ciò che vuole trasmettere può apparire complesso, ma riflettendoci attentamente e collegando tutti i puntini che ci vengono mostrati man mano si può comporre il puzzle. A visione conclusa son rimasto esterrefatto, e ci ho rimuginato su per un paio di giorni almeno.
Stupendo!

kafka62  @  09/03/2018 11:47:08
   8½ / 10
Il cinema di Terrence Malick è una tensione costante verso l'immagine perfetta, è una estatica esaltazione panica del cosmo, un simbolico riflettersi delle vicende individuali nella storia del mondo. Malick è un massimalista, un regista che non si accontenta dell'esperienza quotidiana, o meglio che dall'esperienza quotidiana dei suoi personaggi vuole distillare riflessioni sui massimi sistemi (il senso della vita, del dolore, se esiste Dio e cosa c'è nell'aldilà, cose così insomma). Di tutto questo "The tree of life" è la summa, il concentrato, il non plus ultra. Il film non ha una vera e propria storia: c'è una famiglia americana anni 50 (padre, madre e tre figli), immagini in libertà di un'età perduta per sempre, il trauma della morte di un figlio, il lutto da elaborare, il presente inquieto di un uomo che cerca di tirare le somme della sua esistenza e trovarvi un significato trascendente. Il tutto si interseca con meravigliose sequenze sulla nascita della vita, sull'origine del mondo, tra feti in controluce, cellule che si dividono, cascate che precipitano, vulcani che eruttano e stelle che esplodono. Mai come in questa pellicola il micro e il macro, l'intimo e il sovrannaturale sono stati indissolubilmente intrecciati, in un simbolico gioco di rimandi figurativi che è anzitutto una esperienza religiosa. La voce off che apre il film parla di Grazia e di Natura, le due forze che da sempre agiscono sul mondo e che ritroviamo metaforicamente incarnate nelle figure della madre e del padre, la prima dolce, affettuosa e materna, il secondo rigido e autoritario. Il figlio maggiore cresce tra questi due poli (la madre a instillare amore, altruismo e fede, il padre a preparare il figlio alla competizione e alle durezze della vita), che sono poi le ipostasi ossimoriche di un mondo che da sempre elargisce inestricabilmente bellezza e orrore, gioia e sofferenza, stupore e spavento. Malick non dà risposte, non è un filosofo, piuttosto è un pittore o un musicista che impressionisticamente suggerisce visioni ed epifanie, alla ricerca di un tempo perduto che non è circoscrivibile solo all'arco di una esistenza ma che, con timore e tremore, ammaliato e atterrito come i suoi personaggi, intuisce essere la ragione stessa di tutti gli organismi viventi, uomini, piante o animali. La visione finale in cui Jack oltrepassa la porta dell'aldilà e ritrova, in una landa immacolata bagnata dal mare, tutti i suoi cari, se da un lato rischia di sfiorare il kitsch di uno spiritualismo new age, dall'altro è il logico, consequenziale punto di arrivo di chi comprende, al di là di uno specifico credo religioso, che non può esaurirsi tutto qui e oggi, che la vita va ben oltre quello che possiamo vedere e toccare, che nell'universo, in un filo d'erba come in un pianeta, c'è una energia spaventosa, che non riusciamo a capire pienamente ma che, forse perché tutti la portiamo dentro, possiamo vagamente intuire. Come Kubrick in "2001: odissea nello spazio", Malick ci accompagna in questa magica, raffinata, estatica e titanica (possiamo immaginare l'enorme quantità di girato che al montaggio il regista ha eliminato) esplorazione, che va ben al di là della storia di Jack e del suo rapporto edipico con il padre (così come "2001" non era solo la storia dell'astronauta David e del computer HAL 9000), alla ricerca di un filo rosso che possa condurci alle sorgenti stesse della vita, là dove nulla e tutto sono così vicini e così simili da essere quasi indistinguibili. In questo impalpabile iato Malick riesce a costruire un film visivamente perfetto, filosoficamente complesso, emotivamente ispirato, un film che forse non è esagerato considerare epocale.

xymox  @  03/01/2018 10:01:03
   7½ / 10
questo film per me non è facile da commentare, non sono neppure sicuro di averlo capito completamente, o forse non c'è molto da capire.
Cmq il film mi è piaciuto, al di là delle scene "documentaristiche", stupende ma forse un pò troppe nella prima parte.

Filman  @  07/10/2017 15:19:47
   10 / 10
Se girare film di valenza personale ad Hollywood, che siano poco in linea con la normalità mainstrem dell'ambiente, è già di per sé difficile, produrre un'opera totalmente artistica, totalmente sperimentale ermetica ed espressionista, come THE TREE OF LIFE è qualcosa che solo Terrence Malick poteva fare, per la fama del suo nome o per quella dei rinomati volti utilizzati al fine di lanciare la visione del film nelle sale. L'avanguardia situata tra la potenza dell'immagine e il suo metodo narrativo ai limiti dell'ex novo porta con sé dei frammenti di perfezione formale legati chimicamente allo stile dell'autore americano, chiamato a raccontare storie comuni ed intime che possibilmente rappresentino molto di più: il chiaro rapporto tra nucleo familiare ed universo apre una pluralità di porte interpretative sull'esistenzialismo ontologico e fenomenologico, quindi sullo studio della natura costitutiva a partire dal soggetto e dalla teorica coscienza trascendentale, forse di sostanza panteista e riconducibile ad una più conciliante linea filosofica che ricerchi la bellezza delle cose. La regia che vuole trasmettere una (fittizia) involontarietà dell'inquadratura, pluridimensionale e profonda nelle prospettive, la sperimentazione dei suoni o della voce fuori campo in versi, l'alternanza di immagini dai contenti totalmente diversi sono tutti elementi che rendono questo capolavoro occidentale, uno dei più importanti del periodo, un'esperienza singolare.

lukef  @  10/09/2017 16:03:37
   9½ / 10
Penso lo si possa annoverare tra i film più belli dell'ultimo decennio.
Una piccola opera d'arte sul piano visivo.. In pochi casi ho visto immagini tanto spettacolari al servizio di una così grande forza evocativa ed emotiva.
Nel titolo così banale sta tutta la trama del film, perchè di questo si parla: della vita e del suo scorrere, dalla notte dei tempi. Non dei casi o degli avvenimenti della vita e neanche del senso. Della vita e basta, nella sua intimità, dove gli avvenimenti di noi piccoli uomini strisciano a un livello inferiore, coperti da un velo opaco che Malick traduce in musica e immagine.
E dietro tutto questo c'è una grande forza, forse la più anticonformista e difficile da accettare in questi tempi secolarizzati, quella del Signore. Perchè questo genere di forze non le captiamo più, siamo diventati impermeabili (come il papà di Jack), troppo occupati a inseguire le nostre facili convinzioni. C'è tanta spiritualità e soprattutto educazione, c'è religione e panteismo.
C'è anche tanta ricerca e tanto lavoro in un'opera del genere; dispiace leggere che non sia stata compresa da molti; forse (dico io), attratto da nomi come Brad Pitt (che oltretutto fa un eccellente lavoro) qualcuno si aspettava un film più alla propria "portata". Pazienza.

giampix  @  27/08/2017 14:16:01
   9 / 10
E' difficile 'definire' esattamente questo film, per certi versi ha lo stesso stile de La grande Belezza... pochi dialoghi, ma molta introspezione e riflessione.
Solo per gli amanti del genere introspettivo...

mauro84  @  16/06/2015 22:53:10
   8 / 10
Grazie a rai5 recupero sto capolavoro. Bè è un film nettamente esagerato, non pensavo così trascinante... 3 storie, soprattutto quello del viaggio della Terra, è di magnificenza e superlativo, come immagini e scatti fotografici... Il dramma avvolge il resto e il complesso di un grande lavoro.. di un grande film!

Sean Penn E Brad Pitt, grande coppia di attori, grandi interpretazioni!

Terrence Malick, tanti film ha fatto, questo è il suo grande film, il film che lo ha lanciato nei festival del cinema che contano, grande in tutto!!

Per i veri amanti dei film che meritano, un dramma, semplicemente un viaggio unico!! da vedere!

7219415  @  24/02/2015 12:38:44
   7 / 10
Lento ma valido

Invia una mail all'autore del commento AcidZack  @  18/12/2014 23:55:22
   6½ / 10
Intenso ma mi aspettavo qualcosa di diverso

Light-Alex  @  09/10/2014 00:34:39
   7½ / 10
Nel primo quarto di film lo stavo per etichettare come un polpettone di ispirazione religiosa venuto male, con una spropositata porzione di film dedicata ad immagini di meduse, onde, piante e dinosauri in computer grafica, che nemmeno a quark (anzi meglio una puntata di quark almeno lì oltre alle belle immagini impari anche qualcosa).

Invece poi devo dire che nella seconda parte il film mi ha convinto di più. Il regista ci ha messo tanto con questo linguaggio lento, evocativo e surreale ma alla lunga mi ha agganciato e mi sono sentito partecipe delle vicende di questa famiglia e delle loro dinamiche. A fine film mi sentivo legato a loro e rasserenato dalle questioni che si risolvevano, dai nodi che venivano al pettine per così dire, riferito ai rapporti tra i vari componenti della famiglia.

Sinceramente per me non credo che il messaggio della ricerca di Dio, smarrito nel non sapersi spiegare il perché del bene e del male, che ricorre per tutto il film, in questo "The tree of life" sia illustrato particolarmente bene. Né tanto meno è una tematica particolarmente originale. Infatti credo che la forza di questo film non sia tanto la componente filosofica, quanto piuttosto la forza espressiva delle immagini, il linguaggio lento che finisce per avvolgerti, una famiglia che sembra così tangibile e vissuta da non poter non restare impressa.
Aggiungo anche un cast che si è comportato benissimo, compresi i bambini.

Anche se non mi ha lasciato con grosse riflessioni in mano devo dire che è riuscito a trasmettermi un senso di pace. Sono combattuto perché in troppe parti il lavoro mi è risultato artificioso, troppo spudoratamente volto a creare un prodotto particolare, un' "esperienza" più che un film vero e proprio. Ma in altre mi sembrava che il lavoro avesse un'anima. Tutto sommato penso sia da vedere.

Dompi  @  16/04/2014 17:04:22
   10 / 10
Un capolavoro.

Lillipuzziana  @  12/01/2014 16:02:05
   7½ / 10
Film molto pretenzioso, a mio avviso da vedere; chiaramente non adatto a tutti per la sua lentezza in alcuni momenti, che comunque rimedia con una fotografia visionaria ed impeccabile.
Un bel viaggio intimo che ci porta a sfiorare i sentimenti, le paure, e le sofferenze dei personaggi che sono anche le nostre, quelle di tutti, ma che butta uno sguardo a un'universalità di tempo e di spazio (la parte, appunto, pretenziosa e delicatamente difficile da realizzare).
Se non fosse così elitario sarebbe perfetto; ci sono comunque delle scene che rimangono e continuano a trasmettere. Bravi gli attori, peccato per Sean Penn.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  04/01/2014 15:47:03
   7½ / 10
Non adatto a tutti i palati. Quasi elitario, presenta una regia e un impatto visivo emozionanti. Il significato ultimo non è alla portata, va interpretato.
Una di quelle opere che, ostentando una smodata bellezza, provano ad addentrarsi nella mente umana.

Manticora  @  30/12/2013 11:27:24
   10 / 10
Si può fare un film senza avere una sceneggiatura pronta, ma seguendo l'esistenza di una famiglia? Si può, rispetto a Lynch e inland Empire Malick usa le immagini per parlare all'anima degli spettatori. I dialoghi interiori dei protagonisti servono come contrasto, unicum del suo stile che ha più senso di quanto si creda. " la gente è diventata avida" Sena Penn vaga in un mondo che non comprende più, mentre da bambino la grazia della madre ( Jessica Chastain fà tremare i polsi con interpretazione che dire INTENSA è poco..) lo accompagna assieme ai fratelli nell'esplorare la vita, bellissima la scena del parto, come uscire da una casa sommersa sott'acqua. Poi da neonato a bambino, avere dei fratelli e crescere ancora. Ma qualcosa si incrina, ( la morte del fratello) il padre Brad Pitt Autoritario è ossessionato dal fare successo, voule dai figli cose impossibili, il legame con la madre è più forte. Immagini della nascita dell'universo, poi la galassia e la terra primigenia, ci portano all'origine della vita, e a quello che siamo stati, per un affresco di rara potenza che non tutti vedranno ma molti ameranno. Un film così rimarrà nel tempo come un icona fondamentale che esplora le domande che ci facciamo sempre, chi siamo dove andiamo, ma soprattutto qual'è il senso dell'esistenza?

topsecret  @  28/12/2013 10:35:24
   7 / 10
Di solito le opere di Malick non mi hanno mai impressionato più di tanto. Stavolta con THE TREE OF LIFE sono rimasto molto colpito per la forza emozionale e per la potenza visiva che trasmette. E su questo non si può eccepire.
Malick azzecca anche il cast: molto buona la prova di Brad Pitt e dei piccoli attori, così come molto convincente appare la Chastain.
Una bella esperienza visiva e di sentimento che merita considerazione.

Invia una mail all'autore del commento Liebestraum N°3  @  15/08/2013 17:04:16
   9½ / 10
Un film sulla vita nel suo senso più universale.
Siamo vivi solo per un fugace momento nella scala temporale dell'Universo, così piccolo da poterci definire infinitesimali.
Eppure la nostra esistenza ci sembra tutto.
In quella frazione di esistenza, si svolge la nostra vita, tutte le sue gioie, le tragedie, la noia, l'eccitazione, i rancori, le paure, i fallimenti e i trionfi, i nostri amori e le nostre perdite, tutto in quei momenti così fugaci.

E' girato in maniera magistrale, le musiche ti scavano dentro, la fotografia è a livelli stratosferici, ben recitato; ho trovato molto ben raffigurato anche il conflitto tra padre - un buon Pitt nei panni di un "padre padrone" - e figlio - Sean Penn in un viaggio a ritroso nei giorni della sua infanzia.

Vi lascio con una provocazione: e se al posto di Malick ci fosse stato scritto Spielberg o qualche altro regista?
Capisco che le sensazioni sono influenzate dalle proprie esperienze personali e dalla sensibilità di ognuno, ma 6.86 a questo e 8.71 (più 6 Oscar!!!!) a "Forrest Gump" di Zemeckis faccio fatica ad accettarlo.


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Lucignolo90  @  17/06/2013 01:34:52
   9 / 10
Un capolavoro che ha avuto le reazioni che hanno tutti i capolavori, momentaneamente non compreso da tutti, fra qualche anno rivalutato dalla gran parte e fra 40-50 anni ancora se ne parlerà. Quasi quasi mi viene voglia di non andarlo a vedere To the wonder per non rovinare la magnifica considerazione che ho di Malick (solo....perchè Ben Affleck???)

Tornando al film, come parla con la semplice potenza delle immagini Malick non c'è nessuno, penso di non aver mai visto in vita mia un lavoro di steadycam del genere, nelle scene di gioco tra i bambini in giardino, nel "fluttuare" da stanza a stanza nella casa dalle moderne architetture dello Jack adulto (si incazzasse poco Sean Penn se il suo minutaggio è stato tagliato nella post-produzione, sarei onorato nel far parte del cast di questo film fossi in lui).

Non può non dare un brivido al cuore

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Poi ho letto cose per me assurde da parte di Famiglia Cristiana (o era un altro giornale cattolico non ricordo) che criticava la visione finale del

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Malick è per sua stessa ammissione un non credente e se un Dio c'è nei suoi film, è il Mondo stesso, è la natura stessa, il Dio di ogni film di Malick è astratto, è tutto ciò che ci circonda, secondo una visione panteista della dimensione terrena.

E mi trovo in disaccordo con chi dà al finale la visione


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The tree of life non è un film corale come lo era La sottile linea rossa, il protagonista è uno ed uno solo, Jack, e voglio credere che le visioni del film rispecchino il suo marasma interiore.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  11/06/2013 17:13:11
   7½ / 10
Film particolare, lontano dai classici schemi narrativi. Sono più film in uno, due anzi tre, il terzo è il breve spezzone con Sean Penn. Dal microcosmo della famiglia Pitt-Chastain alla storia del cosmo.
Complesso, forse presuntuoso, visivamente eccezionale. Da vedere.

Matteoxr6  @  02/06/2013 18:41:45
   7 / 10
Ho letto di chi si lamenta della lunghezza della pellicola, dell'eccessiva noia provata, dei dialoghi, oppure delle immagini senza senso.
Queste sono persone che, di solito, vanno al cinema per vedere scoppiettanti scene d'azione o le esilaranti gag de I soliti idioti. Beh, io me ne discosto.

Mi dissocio, però, anche da chi ha esaltato questo film definendolo un capolavoro.
La pellicola non mi è dispiaciuta; la fotografia e la colonna sonora, ad esempio, sono da dieci. Ho trovato invece esagerata, e anche un po' ridicola, la scena

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Inoltre non condivido il pensiero cattolico presente nel film e l'eccessiva, irrazionale, seppur metaforica, contrapposizione tra la figura materna (la Grazia) e paterna (la natura).

Comunque vale la pena vederlo: 7-

cirus  @  16/05/2013 10:46:46
   9 / 10
Non ho messo 10 perchè effettivamente come "prodotto-film" poteva essere migliorato (ad es.: condivido l'insistere su voci fuori campo e lunghezza degli effetti speciali visivi). Ma la lunghezza complessiva e il ritmo lento hanno un suo perchè, in quanto argomenti circa l'esistenza di Dio e il senso della vita non possono essere affrontati in poche frettolose battute, ma necessitano di tempi lenti quali la riflessione e l'introspezione richiedono, il dialogo con la propria sensibilità e coscienza. Come detto da altri ottime interpretazioni, sceneggiatura, musiche, fotografia.
A fronte di tanti film con tanto sangue, omicidi, stupri, violenza, horror, angoscia, tragedie, cataclismi, almeno questo un film in qualche modo "utile" da vedere, una fetta d'arte, un arricchimento spirituale, un passaggio culturale.

danielplainview  @  25/01/2013 12:29:53
   7 / 10
Inferiore sia alla sottile linea rossa che al nuovo mondo. Qui, Malick, esagera, troppo autocitazionista, troppo predicatore, troppo teologo. La voce fuori campo, tipica dei suoi ultimi film, risulta a volte di troppo, stucchevole e retorica. Il film si salva grazie alla fotografia sempre impeccabile e a certe sequenze incentrate sul rapporto tra i due fratelli davvero bene eseguite. La parte sulla creazione è in assoluto il più grande delirio di onnipotenza visto fare a un regista.
Film eccessivo, e non sempre il virtuosismo è una scelta vincente, a volte anche qualcosa di più semplice appaga di più.

Tuonato  @  14/01/2013 14:59:54
   6 / 10
Ed eccomi nuovamente alla prova di reverendo Malick. Dopo il soporifero, terribile 'The new world' (<<cielo, terra, sole, luna...>>, tormentone che ancora mi perseguita) devo dire di essere riuscito a tenere botta a questa pellicola, portata a termine nonostante inevitabili passaggi a vuoto nei quali ho dovuto puntare tutto sullo stoicismo.
Nel presente sermone Malick ci indica due modi per affrontare la vita: con la via della natura o con la via della grazia.
Teoria che riesce ad esemplificarci grazie ad una famiglia texana del '50 in cui sono presenti entrambi i modelli. Padre O'Brien rappresenta la natura, poderosa violenta autoritaria. Madre O'Brian è la grazia, amorevole caritatevole comprensiva.
Famiglia O'Brien in cui è presente una forte componente spirituale, fede che vacilla quando scompare tragicamente un figlio.

<<Dov'eri tu quand'io ponevo le fodamenta della terra?
Mentre gioivano in coro le stelle e plaudivano tutti i figli di di0? >> Giobbe.
Eh, Giobbe. Il "perseguitato", colui che "sopporta le avversità". Il giusto la cui fede è messa alla prova da parte di di0.

Malick mette in scena il lutto. Si avvale di immagini straordinarie della genesi del genere umano di gran impatto visivo/emotivo, ci spiega paternamente "come va il mondo" ponendo in parallelo, confrontandoli, macrocosmo (universo) e microcosmo (famiglia O'Brien).
Ci porta per mano alla comprensione del dolore, ad una possibile - l'unica? - soluzione per il suo superamento.

Ancora Giobbe. Quello a cui di0 disse che l'operato divino non va giudicato dal punto di vista umano, quel di0 che rivendica la sua onnipotenza rispetto alla miseria dell'umanità: l'uomo può trovare una risposta al dolore e al male solo decidendo di affidarsi a Lui.

Ne vien fuori un'opera complessa con innumerevoli simbolismi/metafore di non facile lettura, un film mistico lirico ma estramente autoriale, davvero pesante con gli attori che hanno una parte quasi marginale rispetto al progetto. Suggestive le esterne girate nella rinascimentale Villa Lante.
Io, personalmente, come 'Albero della vita' continuo a preferire quello di Aronofsky.
Malick è comunque un monumento del cinema, ce lo dicono i numeri: ex prof di filosofia al MIT che ha diretto solo 6 pellicole in quarant'anni di carriera, ciò testimonia la qualità l'impegno l'autorialità e giustifica l'etichetta di "anti-star".
Ma se non conoscete Malick avvicinatevi con sospetto, le sue opere d'arte (perché sono tali) sono scarsamente digeribili.

Ciaby  @  13/12/2012 20:45:42
   6½ / 10
Se il voto di un film si basasse unicamente sulla tecnica e la bellezza, allora "The Tree Of Life" non si meriterebbe 10, ma mille. Perché è un film curato in ogni dannato particolare, bellissimo visivamente, con delle trovate tecniche eccezionali, con più di un momento memorabile (la parte sulla creazione della terra è notevole). è un film perfetto nei tempi: non c'è niente di troppo, niente di meno (a livello tecnico, ripeto)
Il problema nasce quando gli immaginari si ripetono, si accavallano, si dilungano e più va avanti il film (specie ad una seconda visione) e più diventa qualcosa che lascia più di un dubbio.
é un film che si compiace, si ama, che non vuole dare un minimo di respiro allo spettatore tra un sospiro e l'altro.

Malick descrive l'universo della famiglia attraverso, non solo il macro (l'universo vero e proprio), ma anche il micro, i minuscoli dettagli che ci accompagnano in tutta la nostra vita. Gli affetti, la rabbia, le emozioni: tutto forma le nostre giornate, che il regista ci presenta come ripetitivi, trasognati, persino grotteschi nella loro compostezza e nella loro forzata poesia.

Il film non è che questo. Due ore e mezza in cui la gente sussurra dal fuori campo frasi sull'esistenza o meno di Dio, e sono il cielo e sono il mare e non si sa cosa siano, dopotutto. Voleva essere un film sul senso della vita, ne è rimasto un grande e monumentale (e meraviglioso) obelisco da osservare, ammirare e parlarne nei salotti intellettuali.

Del film, però, non rimane assolutamente niente. E, alla fine, lascia l'amaro in bocca, soprattutto dopo quel finale conciliatorio che è l'enfasi di tutto ciò che si è visto prima: leggiadre donne che camminano a piedi nudi sulla sabbia, abbracci, baci, mani che sfiorano fiori, famiglie allegre, cieli, mare, villette a schiera, prati, campi, bambini.

Nella mia testa è rimasto un grande punto interrogativo.

fiesta  @  24/11/2012 13:41:57
   9 / 10
ho visto the tree of life, il mio problema con malick è il perdersi nelle immagini meravigliose e sconvolgenti ed è il motivo per cui la sottile linea non mi ha fatto impazzire,invece the tree of life è un altro discorso,perchè l'unione di immagini e suoni (all'inizio del dvd mi suggeriva di alzare il volume al massimo) mi inquietava o intimoriva o rallegrava ed erano un pò le emozioni del protagonista che disorientato provava delle emozioni per nessuna apparente motivazione,forse solo per l'animale che siamo,e così pure io per lo stesso motivo,ossia per un innato timore nei confronti di alcuni eventi naturali,che talvolta nemmeno conosco ma probabilmente sono radicati nei miei geni, provavo quelle sensazioni,l'idea di utilizzare l'astratto o il naturale e talvolta miscelarli per suscitare delle emozioni ben precise -perchè per me il film deve essere un'esperienza- l'ho trovato geniale. La trasposizione cinematografica di quella che è la spiritualità nel mondo occidentale è perfetta,bellissima e credo che per un orientale possa essere sicuramente anche affascinante,questa è la nostra storia,quella del mondo,quella dell'uomo e quella dell'occidentale.
Certe domande ora non me le pongo più,anche perchè credo che se ci sia un Dio dovrà avere un piano alternativo altrimenti ci avrebbe rivelato già tutto dall'inizio e fine della storia e certamente anche del film,ma da piccolo lo tempestavo di domande,così come spesso facevo del male e poi me ne pentivo,così come mi incornavo con mio padre e facevo a chi è più forte con mio fratello. Probabilmente sono le cose che hanno formato il me,ma che più velocemente sono volate via nei meandri della memoria (scusate il clichè) e ieri sera mi sono ricordato di quanto doloroso fosse sperare di vedere mio padre morto per un semplice istinto di libertà,o quante notti insonni ho passato perchè avevo approfittato della debolezza di mia madre. Non siamo forse proprio questo noi? non siamo un continuo lottare tra i nostri istinti e i nostri sentimenti?

marcos81  @  05/09/2012 21:27:03
   10 / 10
Sicuramente non un film per tutti anzi diciamo pure che sia per pochissimi è una di quelle pellicole che si amano o si odiano non vi sono vie di mezzo
ma dire che sia privo di contenuti è una bestemmia! personalmente lo metto almeno alla pari del capolavoro di kubrick forse col tempo addirittura superiore anche se a molti di voi sembrerà un eresia! 2001 odissea nello spazio narrava il rapporto tra l'uomo e l'universo e solo alla fine della vita e morte(non sto certo sminuendo quell opera d'arte che è) qui viene trattata anche tutta la sfera degli affetti familiari che sono parte importante della nostra vita se non il fulcro: l'odio e l'amore la rabbia e la gioia ,dalla spensieratezza di quando si è bambini a quel senso di angoscia (se cosi posso definirla) che ci affligge da adulti e cosi via fino alla morte e alla speranza di un paradiso che ci attende dopo di essa
Ho trovato eccezionali le parti che molti hanno definito come un "documentario" accompagnate da una colonna sonora stupenda che ci mostrano la magnificenza del nostro universo
in conclusione un film davvero potente che mi ha lasciato insonne per ore (cosa che non mi capitava da circa 5 anni quando vidi per la prima volta con grave ritardo Il posto delle fragole)
se volete un film pieno di suspense colpi di scena e le solite cose solo per passare poco piu di un ora e mezza lasciate perdere se siete disposti a percorrere un viaggio interiore non perdete altro tempo questo è un capolavoro

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  17/08/2012 16:57:12
   8 / 10
Ad un ritmo tre volte più veloce rispetto a quello del cinema mondiale medio, "L'albero della vita" di Terrence Malick pianta le sue fulgide radici nell'animo dello spettatore. Fin da subito avvinto da una storia quasi misteriosa, appena annunciata e allo stesso tempo così fortemente drammatica, chi guarda non può non essere catturato da una tensione narrativa che, pur permettendosi di procedere allo scoperto sin dalle prime scene, mantiene una segretezza tutta sua che instilla curiosità.

Grazie a un senso del montaggio clamoroso e a una regia praticamente perfetta (prodiga di giochi di prospettive e di ricorsi a forme geometriche abbacinanti), la pellicola giunge maestosa a bussare alle corde dello spirito. Attraverso stacchi di luogo e di tempo sottolineati da un balletto di fuochi fatui-icone a cui rivolgersi per porre domande esistenziali appena sussurrate e quesiti che attraversano in un lampo i pensieri più profondi, in un estremo tentativo di capire le bizzarrie del destino, conosciamo le avversità della Natura, Regina impietosa e spietata dominatrice, e approdiamo a un amore sfrenato per l'invisibilità filosofica, colei che tira le fila di noi poveri burattini-umani.

Pezzo di Storia del Cinema contemporaneo, quello del regista statunitense è anche, per una ventina di minuti, un componimento poetico per immagini, una raccolta di wallpaper astratti che si rincorrono in un'atmosfera perennemente aulica, durante la quale ogni momento ha la presunzione di essere IL momento. Quel magma profetico che mina(ccia) le nostre intenzioni. "Koyaanisqatsi" post-apocalittico che rade al suolo in modo definitivo qualsiasi speranza, geyser new age, "Giobbe e oltre l'infinito" di trance psichedelica insistita e duratura come la musica che la accompagna, l'operazione malickiana rischia di farsi sorprendere dalle atmosfere documentaristiche à la National Geographic e di generare un disordinato intento evocativo-spirituale.

In questo mondo-acquerello tanto pulito da risultare quasi posticcio, emergono (incredibilmente) gli umani-dinosauri, coloro i quali sono la pre(i)Storia del film: i figli del "Signore" Dio Mr. O'Brien (Brad Pitt) e della "Vergine" Jessica Chastain sono imprigionati nel giardino dell'Eden alla stessa stregua degli spettatori sudditi del dispotico Malick, annoiati dalle favole della buonanotte, irritati dalle preghiere a tavola, insofferenti alle rigide regole imposte dal Padre Padrone che in vita sua vola solo con l'aeronautica militare e il dondolo del soggiorno. Tanto bravo al pianoforte quanto disastroso come genitore, in lui albergano solo residui rabbiosi: prepara i figli alla vita come se dovessero affrontare una guerra (e forse la risposta al dramma iniziale si nasconde proprio dietro un conflitto bellico), li umilia (in particolare Jack, il più grande dei tre fratelli) e insegna loro solo le viltà del razzismo e della cupidigia.

Difficile conciliare la dimensione trascendentale con quella "storica" della narrazione; la testardaggine e l'asprezza del padre è così vera e giunge con toni così densamente drammatici che "l'antipasto visionario digitale" sulla natura rischia di incidere negativamente sulla realtà emotiva dei rapporti umani. Ma la città di Waco, in Texas, è anche il luogo natio del regista al quale possono essere perdonati questi insistiti afflati poetici, queste intense ipotesi evocative, questo debordante riadattamento filologico.

-Uskebasi-  @  24/07/2012 23:22:37
   8½ / 10
La nemesi di Melancholia.

Non è un film, è musica.
Non è musica, è poesia.
Non è poesia, è arte.
Non è arte, è amore.
Non è amore, è sofferenza.
Non è sofferenza, è speranza.
Non è speranza, è morte.
Non è morte, è Dio.
Non è Dio, è natura.
Non è natura, è Sole.
Non è Sole, è vita.
Non è vita, è tutto.
Non è tutto, è niente.
Non è niente.
E' un film.
Ma non è un film...


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Ultima risposta 25/07/2012 03.54.20
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DeciSex  @  21/07/2012 15:31:50
   10 / 10
Il messaggio del film è assente, per questo è divertente vedere persone che provano a commentarlo ed interpretarlo. E, il silenzio del film mi invita a non esporre alcun commento su di esso

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  09/07/2012 15:48:49
   8½ / 10
Mi era piaciuto molto La Sottile Linea Rossa, anche se non tanto da trovarlo il miglior Malick (che resta quello di Badlands). Avevo molto tentennato con il suo Nuovo Mondo, un mezzo passo falso in cui partendo da una storia semplice si allargava ad abbracciare come suo solito argomenti ben più metafisici e filosofici, ma perdendosi in un mare di noia.
Capirete che mi sono avvicinato a The Tree of Life in maniera cauta, scettica e soprattutto con molto pregiudizio.
Posso dire questo: è il miglior lavoro di Malick, probabilmente. Di certo farà discutere tanto e tra qualche anno ne conosceremo il vero valore come è stato per tutti i suoi lavori precedenti (New World a parte, credo verrà sempre visto come un minore a ragione). è il classico film che spacca a metà senza dubbio, le ragioni ci sono tutte: la pesantezza in primis, poi l'ambizione gigantesca come non mai... ovvero, Malick partendo dal microcosmo di una famigliola anni '50 americana risale alle radici del tempo dove noi ancora non siamo, fa esplodere e danzare gli elementi, con un montaggio simil-kubrickiano (e ardito quasi quanto il suo 2001 nello stacco osso/astronave) ci mostra i dinosauri al posto delle scimmie dell'odissea nello spazio.
Il paragone con il film più controverso e "oggetto estraneo" di Kubrick non è campato per aria, anzi è giustissimo e calza a pennello. Questo è l'eccesso di Malick, la sua summa totale e il suo lavoro più ambizioso che difficilmente verrà raggiunto in questi termini; un film talmente denso di significati da lasciare basiti, da poter rivedere in continuazione trovandoci sempre qualcosa di nuovo sfuggito una prima volta.
Non sarà facile, ma vederlo può anche essere un piacere: lasciarsi trasportare dalle immagini semplici e sublimi al tempo stesso presuppone un adattamento mentale lontano dalla logica di un cinema statunitense (e non solo) che questo tipo di film ormai non li produce(va) da tempo e non ne produrrà altri per chissà quanto. è un'opera personale sull'uomo, che però attenzione: riesce a non essere troppo didascalica o supponente. Ovvio che il filosofo Malick imbottisca le immagini di simbolismi e allegorie spesso e volentieri (la Grazie e le tre grazie, il paradiso finale, vita e morte e quant'altro) ma come nei suoi altri film il punto di vista fondamentale è quello di un personaggio e poi di tutti gli altri; in una parola dall'uno si risale al tutto, vale tanto quanto la visione malickiana della vita, panteista, quanto per il protagonista Jack (uno Sean Penn che appare pochissimo).

Non ho né la voglia né le capacità di disquisire ulteriormente sui significati di un film del genere, che fosse per me dovrebbe avere (come per altre opere d'arte nebulosa alla 2001 o Inland Empire) la scelta del Senza Voto; davvero, qui siamo dalle parti di qualcosa di non catalogabile, che va oltre il voto stesso e ne sarebbe quindi limitato. Non do 10 perché lo do ai miei film preferiti. Può darsi che col tempo questo Tree of Life lo diventi, chissà. Intanto posso dire di essermelo goduto, un'esperienza devastante certo ma che ti da tanto se solo sai raccogliere e ben disposto. Da uno che stima ma non ama Malick è tantissimo.

Grandioso Pitt, ennesima dimostrazione di quanto sia un attore eccezionalmente valido, la Chastain bellissima e perfetta ad incarnare parte della Grazia.

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Ultima risposta 21/07/2012 15.37.04
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  30/06/2012 12:42:50
   7½ / 10
Non credo di aver mai visto prima un capolavoro così profondamente inguardabile. Malick si riconferma un genio, ma quando il film finisce -per una volta nella vita- se ne è davvero contenti.
Secondo me, comunque, un netto passo indietro rispetto a "The new world", vero manifesto del cinema malickiano.

saffanu  @  08/06/2012 17:29:16
   6½ / 10
Sì, d'accordo bellissima fotografia, però alla lunga stufa, voglio dire alla decima volta che vedi l'inquadratura dell'albero col sole che fa capolino tra i rami, sei tentato di usare l'avanzamento veloce. e poi abbiamo le inquadrature da dietro le spalle (qualche centinaio), la telecamera che si muove costantemente, la gente che cammina in mezzo alla strada, ogni tanto si inquadra un cane, i ragazzi che corrono e giocano, le stanze, la telecamera che si muove nelle stanze. Dopo un po' il meccanismo diventa evidente, abusato, il burattino mostra i suoi fili. Poi la storia del ragazzo è anche interessante, i temi affrontati fanno riflettere e non poco. Gli attori bravi anche se l'unico che emerge è il ragazzo, bravissimo. Tutto sommato togliendo un po di tempi, morti e di riprese ridondanti (diciamo il 50%) il risultato è il medesimo e si guadagna un'oretta buona (si sà la vita è breve). Così magari mi sarebbe rimasto il tempo di vedere qui documentari in blu ray della BBC che Malick e il suo fotografo gli fanno un baffo.

gabrigal  @  27/05/2012 19:52:19
   7 / 10
Gente, ero molto scettica prima di vederlo e per certi versi lo sono ancora, ma se si riesce a superare il delirio dei primi 45 minuti tra vulcani, cascate, pianeti e dinosauri, il film è gradevole e ha un suo perchè. Il finale poi l'ho trovato commovente e poetico.

ruy007  @  14/05/2012 23:32:12
   10 / 10
Capisco i 4,film capolavoro davvero non per tutti,Malick riesce a fare qualcosa di straordinario.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  09/05/2012 11:36:55
   8 / 10
Una famiglia della provincia americana formata da un padre severo ma a suo modo affettuoso,da una madre protettiva e delicata,quindi da tre figli immortalati nel cammino che dalla culla li porterà alle soglie dell'adolescenza.
Un microcosmo descritto mediante una straordinaria eleganza estetica,una caterva di immagini che sublimano una ricerca mai doma della grazia e dell'armonia e che in questo caso raggiunge vette temporali dilatate a dismisura ed ugualmente seducenti nell'elogio a quella natura meravigliosa e impassibile,da sempre imprescindibile intelaiatura delle pellicole del regista texano.
Malick sembra raggiungere delle risposte personalmente soddisfacenti nel suo iter imperniato su quesiti esistenziali che da sempre angustiano l'uomo,l'immancabile voce fuori campo piazza il punto di domanda e di seguito tenta di acquisire risposte rivolte ad un'accettazione legata all'inesorabile ciclo della vita.
Gli albori della Terra non sono imputabili ad alcun disegno divino,bensì a una genesi naturale che narra di ammassi magmatici sino a raggiungere l'era dei dinosauri poi spazzati dal famigerato meteorite.Tutto comincia e tutto ha una fine,si può solo sperare in una rinascita dalle ceneri,una ripartenza di un viaggio circolare la cui essenza ci è negata.Nella fede e nella parabola di Giobbe il regista trova sfogo rassegnato,quasi fatalista,oltre che rabbioso provocato dall'indifferenza .Non vi è ricompensa certa per l'uomo irreprensibile,si può solo cercare di perseguire la felicità e sperare che il naturale corso degli eventi non infranga ogni sogno.
Trama molto asciutta,quasi priva di dialoghi e allungata in sequenze accarezzate da una colonna sonora al solito straordinaria,durante le quali lo spettatore è chiamato alla riflessione.Quasi fosse un rito in cui gli spazi richiedono un riempimento razionale non per forza di cose seguace del pensiero suggerito.La sensazione è che Malick delicatamente indichi una via evitando di pontificare e magnificare il proprio pensiero.
Tornano tutti gli elementi caratteristici della cifra stilistica inconfondibile dell'autore in un'opera di non facile approccio e metabolizzazione.Sicuramente affascinante e costruita sul dramma che investe una famiglia come tante,scatenando incertezze e paure umanamente molto comprensibili.Meno emozionante rispetto i precedenti film,comunque un'esperienza travolgente che ripaga la sgobbata.

Crazymo  @  06/05/2012 19:24:55
   8½ / 10
Malick conferma di saperci fare con le immagini, portandoci in un luogo fantastico, mettendoci in armonia con il mondo; ci dimostra anche che non c'è bisogno di tanti dialoghi e una grande trama per fare un gran film. Il tutto parte un pò in modo confusionario, per poi migliorare con lo scorrere del film, trasportandoci per tutta la durata in un profondo sguardo sulla vita.
Bellissima la fotografia, ottimi gli attori (Forse Sean Penn un pò troppo marginale) anche i ragazzi, idea geniale, il tutto realizzato in maniera impeccabile (Solo i primi 20 minuti mostrano in alcuni momenti un po' di immagini fini a se stesse che alla lunga stancano). L'unico vero problema è che a volte si assiste a scene che mancando di una narrazione "classica" non si riescono a capire appieno, infatti non posso dire di aver capito completamente questo film, ma ne sono comunque rimasto affascinato e colpito.
Grandissimo Malick! Questo film è assolutamente da rivalutare...

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Ultima risposta 06/05/2012 19.26.38
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gemellino86  @  22/04/2012 13:46:19
   9½ / 10
Credo che questo film non tanto sia stato capito. Malick ci vuole proporre una cornice elegante e raffinata sul senso della vita. A mio parere è molto struggente e colpisce profondamente anche per chi non ne comprende il vero significato. Poi c'è il grande Sean Penn seguito da un dignitoso Pitt. Molto sottovalutato. Per ora è il miglior film del regista che ho visto.

ginuwizzle  @  17/04/2012 22:55:57
   10 / 10
C'è tutto quanto. La vita.

max67  @  10/04/2012 10:35:30
   6½ / 10
LA DOMANDA CHE MI PONGO E' SI PUO' FARE DELLA POESIA CON LE IMMAGINI DI UN FILM E NON ANNOIARE? ,SECONDO ME' SI ' MA MALICK NON RIESCE , O PER MEGLIO DIRE RIESCE SOLO IN ALCUNI PEZZI , E' SICURAMENTE UN FILM CHE PUO' AFFASCINARE MA I CAPOLAVORI SONO ALTRI. AD ESEMPIO LA PARTE DI SEAN PEN HA TROPPE LACUNE SE FAI UN FILM SU L'EDUCAZIONE DI UNA PERSONA E POI NON SPIEGHI BENE CHE RISULTATI HA PRODOTTO , CIOE' NON APPROFONDISCI LA PARTE DEL FIGLIO DA GRANDE HAI FATTO UN OPERA IRRISOLTA .

druss86  @  04/04/2012 10:57:11
   6 / 10
voto 8 per la foto ,per il tentativo di creare qualcosa di diverso,per la riflessione,per gli attori

voto 4 per la storia troppo complessa,criptico, per esser decisamente troppo lungo con troppe pause e silenzioso...recitazione praticamente assente,mancanza di collegamenti difficilissimo da comprendere.

Si capisce che è un film divcerso che tratta un tema profondo ma credetemi si fa troppa davvero troppa fatica a seguirlo e soprattutto a comprenderlo nella sua interezza...necessita di uno studio davvero approfondito ma che uno spettatore medio non fara mai...poteva esser migliore se un poco semplificato o chiarito...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  28/02/2012 11:54:41
   7 / 10
Quasi impossibile dare un voto a un film come questo.
Più che guardare lo schermo si è immersi in un'esperienza visiva e sonora totalmente avvolgente.
Malick racconta una storia famigliare, un rapporto fraterno e paterno difficile e normale contemporaneamente.
Anche la ricerca dell'onnipotente si sviluppa in maniera ossessiva e discreta.
Un film che non può lasciare indifferenti.

kako  @  24/02/2012 20:33:44
   7½ / 10
penso sia uno dei film in cui il voto è in assoluto più soggettivo. E' sicuramente un'opera maestosa e complessa, pregna di riferimenti filosofici e religiosi, tra le due vie proposte il regista propende per via della Grazia, pur lasciando un'apertura quasi agnostica allo spettatore. Visivamente è uno spettacolo per gli occhi, le immagini e la fotografia sono eccelse e anche la regia è suggestiva. Le prove attoriali sono di ottimo livello. Tuttavia non mi sento di dargli un voto superiore, sarà perchè non possiedo forse tutte le adeguate conoscenze in materia, sarà forse perchè non condivido la via che sembra scegliere il regista. In ogni caso un film affascinante e ambizioso, che merita sicuramente di essere visto almeno una volta.

ScemoChiLegge  @  22/02/2012 10:47:02
   9 / 10
The Tree of Life è poesia di immagini.
Il regista non ha scelto i dialoghi come motore del film: la cinepresa segue i personaggi e li offre allo spettatore in tutta la loro realtà, grazie a una fotografia eccezionale ed emozionante.
Un film profondamente umano, un inno alla vita da riguardare e risubire.
Un film che procede con lentezza poetica, che stimola lo spettatore attraverso un attacco ai sensi della vista e dell'udito.

L'aggettivo più usato nei vostri commenti su The Tree of Life è "PRESUNTUOSO".
Mi chiedo dove sia la presunzione in un regista che ha provato a rendere cinematograficamente Le Domande che l'uomo formula più o meno da una eternità. Domande rognose, personali, intime.
Malick ne propone tante, tenta di farci riflettere, ci conduce per mano attraverso le sue immagini a quella che è la Sua Risposta.

Qual è la nostra?

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR faith81  @  20/02/2012 18:33:34
   10 / 10
Leggendo i commenti nel forum è evidente che questo film non sia stato compreso a livello semantico. Sul piano visivo, Malick utilizza diverse figure retoriche (metafora,metonomia,allegoria) che veicolano significati estremamente impegnativi sul piano del contenuto.
Ma questo signore è un semiologo, non solo un regista.
Siamo su un altro livello!
Credo che una regia innovativa,introspettiva e ricercata come la sua debba essere premiata, e le persone che non hanno compreso il montaggio dei filmati, invece di dare 1 ad un capolavoro come questo, dovrebbe rispolverare un po' di cultura ed ascoltare musica classica.
Spero con tutto il cuore che possa vincere l'oscar come miglior film,regia e fotografia ma aveva diritto di accedere ad altre nomination.
Finalmente qualcuno ha provato a creare qualcosa culturalmente STIMOLANTE e qualitativamente SUPERIORE.........

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Ultima risposta 20/02/2012 20.34.46
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Lory_noir  @  29/01/2012 23:30:17
   7½ / 10
Film esteticamente meraviglioso, con una colonna sonora fantastica. Un po' lento e lungo ma sicuramente ispirato, innovativo ed originale. Pitt mi è piaciuto molto più qui che in Moneyball.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  05/01/2012 23:03:06
   6½ / 10
Il cinema di Malick è pervaso di panteismo. Lo si nota nella Sottile linea rossa (l'altro film che ho visto di questo regista), lo si nota qui all'ennesima potenza. Però è un cinema allo stesso tempo troppo ambizioso e narcisista. Il regista mette a confronto la Natura, dal Bing Bang fino alla nascita della vita sulla Terra e l'Uomo soggetto alla stesse leggi della prima (vedi brutalità e istinto rappresentati dal padre del soggetto narrante, e l'armonia e la grazia proiettati nella figura materna). La fotografia e le immagini del cosiddetto macrocosmo sono meravigliose, ma il tentativo filosofico di mettere a confronto i due mondi secondo me fallisce parzialmente, lasciandoci qualche sbadiglio di troppo e un pò di confusione. Belle le scelte musicali, ma mi hanno dato l'impressione di essere puramente ornamentali, non si coglie cioè il commento allo sviluppo della trama (ammesso che ve ne sia una).

mark0  @  02/01/2012 18:32:33
   6½ / 10
Film che colpisce, sia dalla fotografia che dalle suggestive immagini. Basta!
Dopo questo a me a solo annoiato. Credevo meglio.

catdog  @  18/12/2011 10:45:03
   9 / 10
Per me è un film per cultori del cinema, non per tutti. Molti lo trovano lento e noioso. Io invece lo reputo "pura poesia", la poesia inrtrisa di mistica filosofia. Un bel film impegnato.

floyd80  @  11/12/2011 09:39:50
   8 / 10
Una pellicola che esporta la stessa essenza di cinema entrando nella nostra mente e nel nostro cuore. Esiste Dio? L'amore e l'odio cosa sono?
Sono domande che su celluloide non sempre si porgono.
E' lento? Sembra Superquark?
Lasciate perdere e guardate altro, un film di Malick non è per tutti.
Il film, s'intenda, non è perfetto, presenta alcune lacune strutturali, prima tra tutte la poca coesione tra le tre storie (la nascita dell'universo, il figlio da grande e la vita di famiglia) e le musiche non originali appesantiscono la visione in alcuni passaggi, però tan'è che The tree of life vi regalerà forti emozioni a patto di essere predisposti.
Quasi un capolavoro.

Fratuck89  @  21/11/2011 20:14:46
   6½ / 10
Terrence Malick non mi piace molto come regista, quest'ultimo film si salva solo per una fotografia eccezionale, immagini che attingono direttamente dalla linfa vitale che scorre nel mondo in cui viviamo, uno specchio su noi stessi, ma apparte la bellezza visiva è un film lento e noioso.

PATRICK KENZIE  @  18/11/2011 17:48:59
   6½ / 10
Alquanto intenso! Malick al suo meglio con immagini grandiose... Ma tutto questo lo rende un film stupendo???

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  15/11/2011 10:06:59
   9 / 10
Un affresco poetico che racconta una storia semplice, ricorrente, ma estremamente emozionale.... la racconta con passione e compassione.... ricorrendo a pura filosofia esistenziale, tra fede e scienza. Un odissea Kubrikiana oserei dire, visionaria e tenue, esaltante e metafisica.....
Può non piacere ma è un opera di altra categoria.....

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Ultima risposta 18/12/2011 10.51.24
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dobel  @  14/11/2011 14:28:56
   8 / 10
E' ormai una vecchia riflessione quella che vuole vedere in un'opera d'arte qualcosa che si ritiene ci sia anche se non è in superficie. Lontano dall'essere una provocazione fine a se stessa, lontano dall'essere risolto, lontano dall'essere banale, questo film pone innanzitutto delle domande. Solo per questo fatto merita di essere visto. E' un'opera di cultura che non può essere liquidata con un 1, né può essere esaltata incondizionatamente dopo una sola visione con un 10. La cultura sottintende uno sforzo della ragione per essere coltivata, fatta crescere e trasmessa. The tree of life richiede questo sforzo: non è opera di intrattenimento quanto piuttosto la confessione di un intelletto e di un'anima. I piani di lettura sono molti, e nelle recensioni che precedono la mia, sono stati elencati in gran quantità. Con essi si può essere più o meno d'accordo, ma si tratta pur sempre di sforzarsi di capire. Questo sforzo e questa fatica vengono visti di mal occhio da chi cerca nel cinema solo un oggetto di svago. Più in generale credo che la fatica del ragionamento sia un qualcosa da cui oggi si rifugge molto volentieri (siamo troppo abituati a che altri pensino per noi e ci diano già le soluzioni precotte; troppo spesso deleghiamo ad altri l'incombenza di problematizzare, con i risultati che vediamo quotidianamente).
Con questo non voglio dire che 'The tree of life' sia un capolavoro, come non l'ho detto per 'Island Empire' di Lynch, per esempio. Ma è un film importante, che interpella, che pone domande e dà poche risposte. Non si tratta di essere credenti o meno, quanto di essere o meno pensanti. Ritengo che sia un'opera che vada vista più di una volta, con la quale confrontarsi e con la quale reimparare a porsi delle domande molto scomode e imbarazzanti. Domande alle quali prima o poi dobbiamo dare una nostra personale risposta.
La realizzazione del film è, oltretutto, straordinaria. L'interazione di musica e immagine è spesso esaltante a livello del Kubrick di '2001...' .
Con questo: non lasciatevi spaventare dalle recensioni negative, andatelo a vedere, lasciatevi interrogare dal film. Poi ognuno darà la propria risposta, ma non lasciamoci banalizzare dal rifiuto passivo di certe proposte. Cerchiamo di crescere un pochino anche grazie a chi usa il cinema per inserirsi in dibattiti più ampli di quelli meramente estetici o di intrattenimento.
Oltretutto: se il film parla del rapporto sempre in definitiva irrisolto dell'uomo con Dio, non significa che sia una rottura, o un film da bacchettoni, o riservato ai credenti, o tanto meno un film ecclesiale. Personalmente, pur essendo credente, non vi ho trovato nulla di conciliante o di rassicurante, anzi! La posizione del regista assomiglia molto a quella di quel Giobbe che viene citato all'inizio, ossia di un uomo in perpetua lotta con il proprio Dio, che arriva a sfidarlo e a bestemmiarlo. E' un dialogo al quale è difficile sottrarsi, Malick lo porta avanti a suo modo. Riconosciamogli l'onore di aver provato a parlare del Silenzio.

LaurettaKoizumi  @  15/10/2011 19:28:45
   8½ / 10
Immaginavo, prima di recensire, di vedere tanti commenti contrastanti su questo film: la verità è che The tree of life o piace o... non piace.
E se piace, ci si innamora, se non piace lo si odia e lo si rifugge come la peste, ma questo dipende esclusivamente dallo spettatore.
La trama sembra semplice e banale, se non fosse che oltre a narrare la storia della famiglia americana anni '50, il regista decida di raccontare anche la storia di un'altra famiglia: la terra.
Può sembrare ridicolo, a volte è ridicolo, (vedi il famoso dinosauro digitale) ma lasciate che vi dica una cosa: per me staccare gli occhi da ciò che vedevo sullo schermo risultava impossibile, due ore di film pesanti, è vero, ma mai così attraenti.
Non c'è nulla da fare: il film rientra nella categoria, a volte odiatissima, dei "film DA VEDERE".

gruxxu  @  14/10/2011 13:03:15
   8 / 10
a mio parere due aggettivi si addicono a questo film: originale e significativo. il regista riesce a trasmettere la sua filosofia attraverso immagini stupende, accompagnate da musiche splendide, ma al contempo ricche di significato. la trama ed i dialoghi fanno il resto.

barone_rosso  @  09/10/2011 18:03:46
   7 / 10
Nonostante non mi piacciano i film tutta forma e niente contenuto, questo film mi è piaciuto abbastanza. La sola fotografia, in una scala da 1 a 10, è da 100 e lode. I mezzi del giorno d'oggi sono sicuramente superiori, ma l'aspetto visivo fa decisamente una pippa a 2001 odissea nello spazio e le sue noiosissime immagini nello spazio. La differenza fra questo regista e Kubrick, è che Malick ha voluto fare un film puntando sull'aspetto qualitativo della forma, ma non per questo dover per forza passare alla storia o essere ricordato nei secoli dei secoli, né auto-celebrarsi come invece ha fatto Kubrick. Il risultato è un film di grande impatto, con attori di qualità (mica gli sfigati di 2001), con una trama relativamente semplice (anche se ahimè un po' noiosa a lungo andare...) ma per lo meno c'è qualcosa di definibile come trama. Purtroppo il contenuto è quello che è, per cui il 7 è un po' stiracchiato...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  27/09/2011 23:41:32
   9 / 10
Il nuovo capolavoro di Terence Malick dai tempi de "La sottile linea rossa", palingenesi della razza umana attraverso lo sguardo e i ricordi di una normale famiglia del Midwest americano, tipica degli anni '50, in un vortice di immagini kubrickiane che lasciano meravigliati, intorpiditi e speranzosi per il futuro del cinema, che di fronte a tali opere non può che essere roseo.

Azrharn  @  27/09/2011 10:11:26
   6 / 10
Un'opera visionaria dalla magnifica fotografia. Purtroppo risulta a tratti incompresibile per uno spettatore medio (come il sottoscritto) e la lunghezza eccessiva ed i dialoghi scarsi e sussurrati non aiutano. Ci sarebbe voluto un minimo di film "convenzionale" per trainare il tutto.

paride_86  @  10/07/2011 04:27:53
   10 / 10
La vita di un piccolo nucleo familiare come microcosmo rappresentativo di un'umanità infinitamente piccola, paragonata ai millenni dell'evoluzione, alla grandezza dell'universo, al mistero dell'esistenza di dio: questo e molto altro è "The Tree of Life", un film luminoso e toccante che prova a raccontare la vita in tutte le sue forme.
Il paragone con "2001: Odissea nello Spazio" è corretto in termini di concept e di modi, ma è la componente mistica che lo distingue dal capolavoro di Kubrick.
Ottimo il cast di attori, tra i quali spiccano Brad Pitt, interprete spesso sottovalutato, e Jessica Chastain, madre amorevole e piena di dedizione.
Accompagnato da immagini stupendamente fotografate e da una colonna sonora ipnotica, "The Tree of Life" è un vero capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  27/06/2011 12:21:56
   6 / 10
La luce aliena che affianca le scene di vita, introdotte da immagini di grandiosa visionarietà, d'ampissimo respiro,che ne ingigantiscono e assieme ne rimpiccioliscono le vicende, non è la luce del sole, né luce di memoria. Il finale viene a togliere ogni dubbio residuo e possibile a riguardo. E perciò chi, come me, non condivide affatto l'ideologia del film, vi può trovare più che altro un senso di soffocamento. Malick invece, probabilmente, intende descrivervi la figura della ruota, in cui passato e futuro s'incontrano, lungo tutta la circonferenza, e nel punto fermo, al centro, vi sarebbe la vita. Rilegge la vita intorno a quel chiarore. Ma è un dialogo chiuso, fra sé e il suo dio, in cui vi esclude la natura, che cita appena inizialmente, e il non credente.

In fondo, fuori dalla natura e dalla memoria dell'individuo, egli crede di vedere, e vede il Bene Supremo, addirittura lo rappresenta e ce lo mostra. Perché il Bene? Coloro che credono all'eternità della vita, cristiani o di altre religioni, tralasciando il discorso avvilente di un giudizio divino, non sono sfiorati intanto dall'idea che essa possa essere ancora inquietudine? Perché se la meta (un bene), abbaglio di luce allo sbocco di un tunnel, non è che la continuazione di ciò da cui si fuggiva - un bisogno, un'ansietà, una paura - quel bene non esiste. Se non qui in terra, figuriamoci oltre, dove non è affare nostro.
Sarebbe la pietà cristiana la porta che dà accesso a quell'eternità? Non ho mai colto il vero significato di tale pietà. Vale per me, al limite, una pietà come compartecipazione al dolore, ma non per chissà ché, entro una dimensione di sensibilità umana, propria, e soprattutto al di qua, dove ce n'è già fin troppa, di roba confusa, e non oltre la nostra memoria.
C'è chi dice che la posizione di un ateo dimostri arroganza. Io ho sempre pensato l'opposto. Intravedo invece, in fondo alle religioni, una sorta di orgasmo mentale, per quanto si voglia casto il corpo, che arriva a riempire di paternità e sostanza umana l'universo. Il film di Malick, bello a vedersi, ispirato omaggio al cinema di Tarkovskij, dove musica e immagine s'accordano in cerca del sublime, me ne ha offerto un esempio.
E pur non dandosi risposte ai molti punti interrogativi che si pone, vi mette un unico, coprente, monolitico, opprimente punto esclamativo.

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Ultima risposta 27/06/2011 19.11.19
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Tanner  @  21/06/2011 21:36:44
   7½ / 10
Pure in mente quando uno sa fare bene il suo lavoro altrettanto quanto fare lo sburone?

Ecco The Tree of Life.

Immagini spettacolari, ogni tanto una trashata tipo i dinosauri o un inquietantissimo e bruttissimo paradiso dove si cammina a caso su una spiaggia (probabilmente corallina in quanto affiora di poco dall'acqua), momenti di vita quotidiana e problemi familiari resi perfettamente, intrepretazioni sublimi, cast eccezionale...

Piu che un film introspettivo, è introspettivo capire come stroncarlo o come elevarlo a capolavoro..

Riprese ardite e originali, colonna sonora incalzante e magnifica, fotografia da urlo, messaggi religiosi a metà tra concezione cattolica primordiale, panteismo o Taoismo (il Tutto nell'Uno e viceversa).. Boh..

Insomma è controverso nella realizzazione, ma questo basta a rigor di logica a dargli la via di mezzo tra i voti sopra la sufficienza, e non un 9.

Però è figo.

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Ultima risposta 28/09/2011 13.39.00
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  19/06/2011 19:52:58
   7½ / 10
Ho riflettuto parecchio su questo film e alla fine credo che sia un'opera non del tutto riuscita.
Ponendosi idealmente a metà tra un Kubrick e un Tarkovskij (passando per G. Reggio rievocato a tratti sia nello stile che nella musica), Malik non riesce a essere profondo come i due predecessori. Questo film non ha né la profondità filosofica di 2001 né lo spessore poetico delle immagini de "Lo specchio". L'impressione globale è che, nonostante una splendida fotografia, a tratti si abbia l'impressione di essere in uno spot di un profumo (la rappresentazione del Paradiso, ad esempio, è quasi da spot Ferrero o da film moooolto minori)
L'edulcorazione eccessiva della fotografia alla fine arriva quasi ad essere un difetto non venendo mitigata da altro poiché il livello della poetica di questo film a tratti corre il rischio di essere molto banale.
L'aspetto più bello del film è però la grandezza autoriale con cui l'autore riesce a imporre un suo standard comunque elevato. Il riuscire (pur se non sempre) a raccontare con immagini sensazioni più che storia (anche perché la battaglia edipica del figlio nei confronti del padre non sembra essere la vera colonna portante del film) è un'impresa che merita comunque una standing ovation.

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Ultima risposta 19/06/2011 23.14.35
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Wyrael  @  18/06/2011 04:08:30
   9 / 10
Che dire, a distanza di una settimana dalla visione posso assolutamente confermare l' immensa magnificenza di questa sublime pellicola cinematografica. Una regia a dir poco divina; una fotografia da orgasmo; musiche eccelse. Una perla, un diamante geometricamente perfetto, studiato sotto ogni minimo dettaglio; nulla è stato trascurato. Non capisco come sia possibile non partire dalla sola sufficienza nell'esprimere un giudizio, su di un'opera che già solo tecnicamente è OGGETTIVAMENTE perfetta.
C'è solo da inginocchiarsi e tacere nella propria insulsa "pochezza", di fronte ad una simile opera d'arte. Ma la gente ha sempre da parlare, perchè si sente in dovere di farlo e si sente oltretutto in grado di poter esprimere giudizi, basando tutto su di un proprio gusto personale o la propria semplice esperienza e conoscenza; è incapace di osservare e di conseguenza valutare la maestosità di un simile lavoro. E' la solita piaga che infetta tutto ciò che è arte: LA SUPERFICIALITA'. Io ho dato la mia personalissima interpretazione al film ed ho cercato di reinterpretare simbolicamente ogni singolo personaggio secondo la mia percezione (il film è colmo di simbologie: nelle parole, nelle azioni, nelle immagini, nelle scenografie). Non ho visto nulla che non sia accessibile ad un qualsiasi essere umano dotato di un quoziente intellettivo pari alla media e che disponga della cosiddetta: sensibilità. Addirittura ho letto di persone che ritengono sia necessario un bagaglio di cultura storico/filosofica per poter capire cosa si cela aldilà di tutto. C.azzate. Basta semplicemente osservare ed ascoltare. Malick mi sembra voglia rappresentare l'esistenza come una grande famiglia, come fosse ristrutturabile in Dio, la natura e gli uomini. La madre non è che il simbolo della natura (la madre terra, la grazia, il mezzo necessario alla creazione - la linea, il passaggio che unisce l'uomo al trascendentale). Il padre è il simbolo del potere Divino, colui che impone i dogmi, determina i ruoli. Colui che regge tutto, che è padrone della "grande famiglia", ma che allo stesso tempo incute timore (esattamente come Dio) e decide le sorti. I figli non sono altro che il simbolo dell'umanità. Osservano la natura e cercano Dio e ne ricavano gli insegnamenti. Quando Dio viene a mancare (quindi quando mancano le leggi Divine/la fede/il credo) l'uomo cerca di impadronirsi del suo ruolo, improvvisandosi prepotentemente come il nuovo Dio; poichè l'obiettivo primo dell'uomo più forte e potente è quello di rendersi simile a lui, o meglio quello di ottenere il suo potere. (Vedi fratello maggiore). Ma ci sono altri aspetti dell'umanità che si manifestano negli altri due fratelli che rappresentano una sorta di casta universale. Una volta capito (interpretato) questo, si può cominciare a ricollegare tutti i significati filosofici/religiosi/storici/psicologici che contornano il fulcro e si manifestano in azioni. Insomma se approfondissimo andremmo veramente nei discorsi più contorti e filosoficamente intricati dell'esistenza, poichè il film sia appunto colmo di simbologie e simbolismi in ogni singolo elemento e microscopico dettaglio. Ciò che mi ha impedito di dargli l'eccellenza (quindi il mio giudizio complessivo) è stata proprio questa scelta. Ovvero quella di eccedere nei vari simbolismi, che non fanno altro che accumulare e confondere i pensieri; e di conseguenza non ti lasciano modo in molti casi, il tempo di assimilare ciò che si è appena sentito e visto per concentrarsi su quello che sta per venire. Il mio primo commento uscito dalla sala fu infatti: "Ho avuto l'impressione di aver visto 10 film contemporaneamente". Infine "The tree of life" è assolutamente eccelso visivamente, ma necessita più di una visione per poterlo assimilare a pieno, per cercare di cogliere tutto senza esplodere in una miriade di pippe mentali ed interpretazioni varie. Altro piccolo dettaglio che non ho molto apprezzato è il finale. Ma quello deduco sia per un purissimo gusto personale. Insomma Malick ha voluto rappresentare in un qualche modo la propria visione e concetto di Esistenza. Non voleva insegnare niente a nessuno, come alcuni pensano. Ha espresso con grande arte e maestria quello che al quale noi TUTTI pensiamo molto semplicemente e banalmente nella nostra quotidianità. E lui è riuscito a raccontarlo.
Consiglio per chi non l'ha visto? Beh, non correre al Cinema a vederlo sarebbe come essere arrivati a non aver studiato un secolo di storia. Per coloro che sbuffavano in sala e maleducatamente l'hanno abbandonata: andate a coltivar banane.

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Ultima risposta 07/07/2011 00.20.39
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happyfew1  @  16/06/2011 15:58:43
   9 / 10
Se lo guardi con uno spirito "innocente" e senza usare la tua istruzione (o per fare il saccentello le sovrastrutture cognitive) il film è molto suggestivo, ha, un qualche cosa che assomiglia al sublime (cogliete lo spirito!) come a volte si trova nella pittura del rinascimento a contenuto religioso oppure nel "vedutismo" romantico ( il cinema è un cosa differente dalla pittura). Per il resto possiamo accapigliarci in maniera accademica su tutto (composizione, stile, contenuti, etc.); io credo che "goderlo" e ricordare alcuni frammenti evocati dal nostro vivere quotidiano sia la cosa più entusiasmante.

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Ultima risposta 17/06/2011 11.31.49
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piripippi  @  14/06/2011 22:48:52
   6 / 10
il 6 lo metto perche sono sicuro che è un capolavoro, ma non credo sia un film commerciale, fuori dagli schemi e pesante, ma sono certo che è bellissimo sopratutto per gli amanti di questo genere, molto impegnativo e da cineforum. ma ripeto scusate la mia ignoranza forse non sono all'altezza di un film del genere

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Ultima risposta 08/08/2011 11.27.33
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remy73  @  14/06/2011 17:10:11
   8 / 10
Film difficile,da vedere.Ma dopo lo stordimento iniziale,è affiorato qualcosa che ricorda il cielo azzurro dopo la tempesta,uno strano senso di aver sbirciato in un qualcosa,che infonde speranza.Dipende,forse, dall'aver percepito che siamo spettatori inconsapevoli il più delle volte di ciò che ci porta ad essere quel che siamo.E che forse è davvero tutto collegato,noi,il cielo,un fiore,un figlio,o un'onda.Smettere di cercare di essere immortali, ed amare tutto. Almeno a me è rimasto questo :-)

ster6  @  13/06/2011 10:17:29
   10 / 10
Posso dire tranquillamente che a mio parere questo film è un capolavoro! Ormai da quando l'ho visto sono passati dei giorni, ma ogni tanto il mio pensiero torna su quelle meravigliose immagini del film! E' una poesia bellissima, una lezione di vita un film che va oltre il film. Un viaggio dentro ognuno di noi che riesce a prescindere dall'orientamento religioso di ognuno di noi a suscitare delle emozioni! Lo consiglio vivamente a tutti perchè un film cosi non può non essere visto.

pier(pa)  @  13/06/2011 02:04:30
   9 / 10
Torno dopo forse un anno a commentare un film, e lo faccio perché in questo periodo mi è capitato di vedere alcune delle pellicole più belle che io abbia mai conosciuto. The tree of life è una di queste.

Insensatezza radicale, banalità dell'esistenza, pochezza della ragione. Malick tenta di tornare alle questioni più espressamente novecentesche della storia culturale occidentale (e forse universale). Questioni che, peraltro, a ben osservare, sono universalmente dell'intera storia culturale occidentale (non solo novecentesca) almeno da che se ne ha testimonianza in forme di pensiero. é dunque un film totalizzante, che brama per l'unità, per il senso, per l'onnicomprensione. Brama di.o. Consapevole di non poterlo raggiungere, trovare, comprendere. Eppure brama. E col suo personaggio femminile ringrazia per tutto, anche per il male. Perché è parte del tutto, perché ci dirige alla comprensione, che altrimenti, senza male, sarebbe esclusione.
Oscilla Malick, tra il senso che è sentito e agognato, e la sua imperscrutabilità. Apre la via della ricerca, dell'inadeguatezza, del fallimento, e mostra come questa sia l'unica capace di condurci all' (in)comprensione.
Questo film è un ritorno genuino all'opera d'arte, e tenta di fare finalmente del cinema vera e propria arte. Non veicolo d'intrattenimento e di storielle uguali l'una all'altra. Ci si rende conto di avere a disposizione una via artistica contemporanea, seguita dalla maggior parte degli uomini, che preferiscono il cinema al museo. Malick, come Von Trier in Melancholia, cerca finalmente il potere dell'immagine, del suono, bandisce ogni complesso dialogo dalla sua sceneggiatura ed eleva il cinema a se stesso.

9 perché Malick non ha fiducia nell'uomo. Dio resta collocato sullo sfondo come qualcosa d'estrinseco. Come se capire che non c'è niente da capire fosse una sofferenza, un trauma. Come se non fosse, comunque alla fine assolutamente, un capire e un capire umano. Da americano, purtroppo, Malick mostra una leggera paura della contraddizione.
Ma non è importante.

Niko.g  @  11/06/2011 15:48:44
   6 / 10
L'inizio del film è senza dubbio suggestivo e l'approccio con lo spettatore si presenta accattivante.
Molto presto, però, ho avuto la sensazione di assistere ad una puntata di Superquark di Piero Angela e questo ha cominciato a stranirmi; non avevo più le buone sensazioni iniziali. Mi sono reso conto, così, di trovarmi di fronte ad una curatissima carrellata di belle immagini e di dondolanti movimenti della macchina da presa che, però, se protratti per più di due ore, finiscono inevitabilmente per stancare, perdendo allo stesso tempo la loro presunta efficacia poetica (cosa che non accade, invece, ne "La sottile linea rossa", per l'imponente contrasto con l'azione bellica e la caratterizzazione marcata dei protagonisti). Si salvano alcune riflessioni sul senso della vita che, per quanto banali in prima apparenza, si rivelano, in profondità, piene di contenuto.
Ho sentito parlare di accostamenti con "2001: Odissea nello spazio". Mi sale la pressione solo a pensarci. Malick gioca troppo d'effetto, sfibra totalmente il filo narrativo e crea una grande e colorata bolla di sapone, che non riuscirò a guardare una seconda volta.

Invia una mail all'autore del commento Albertine  @  09/06/2011 14:54:26
   9 / 10
un film gigantesco, un'opera di immenso respiro...un altro grande autore si cimenta con i misteri della Vita, della Natura, dell'Uomo, del Bene e del Male, rappresentandoci nientedimeno che la CREAZIONE, terribile e magnifica, una creazione che non mostra mai la mano di Dio. E' in tutto il film però il rapporto unilaterale dell'Uomo con Dio: frustrante, rabbioso, pieno di dubbi, come quello del figlio maggiore con il padre. Contrapposizione tra Natura e Grazia, Istinto e Amore, Materia e Spirito. La voce fuori campo ci invita ad amare e perdonare, la storia della famiglia all'inizio apparentemente perfetta e poi lacerata dalla brutalità del genitore, ci dice che l'unica cosa che conta sono gli affetti, i legami, le persone amate che rincontreremo e riabbracceremo alla fine di tutto. Innegabile l'ispirazione cristiana che infatti appesantisce troppo il finale senza però intaccare l'universalità dei temi affrontati nel corso del film. Le immagini meravigliose sposate con musiche altrettanto suggestive ci accompagnano in un viaggio indimenticabile fuori e dentro di noi. Gli Elementi scatenati, terrificanti, minacciosi, primordiali, padroni unici della terra, rappresentati con una potenza raramente vista prima, ci fanno sentire un Nulla, come risposta figurata alla precedente domanda: "cosa siamo per te?", mentre le visioni di animali, alberi, acqua, gesti d'amore, cieli, carezze, silenzi, abbracci, nascite, rimettono in gioco l'Uomo e la sua possibilità di godere della bellezza e dell'amore, la speranza che ci sia qualcosa oltre il furore cieco della Materia. Non sono cristiana e di solito le forzature religiose mi infastidiscono parecchio ma, a parte il finale, questo film mi ha preso anima e corpo. A parte Kubrik la cui influenza è fin troppo evidente, mi sono venuti in mente due recenti opere di altri due autori: Lars Von Trier, con il suo bellissimo Antichrist, nel quale si scagliava contro una natura pervasa dal Male e David Lynch con l'incomprensibile (almeno per me) Inland Empire...diversissime tra loro, sia chiaro, ma tutte a loro modo sconvolgenti, tutte, ognuna diversamente, tese alla rappresentazione dell'inspiegabile e dell'ignoto.
Per fortuna non l'ho visto in un multisala prevedendo le reazioni del grande pubblico ma in una saletta secondaria con appena 40 posti. Nonostante questo ho avuto la disgrazia di incontrare quattro persone che parlavano, ridevano e davano chiari segni di insofferenza. Dopo averli azzittiti ed essermi sentita rispondere: "cosa c'è da sentire?" mi sono cadute le braccia ed ho pensato che la Grazia in effetti non tocca tutti e non sto parlando di Grazia Divina, ma della Grazia dell'intelligenza, della sensibilità artistica, della profondità emotiva ed anche quella del rispetto per il prossimo. Per fortuna dopo il primo tempo sono andati via, ma mi chiedo: informarsi prima? Dopo aver visto un film come questo ad ogni modo posso solo ringraziare che il CINEMA esista.

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Ultima risposta 10/06/2011 18.34.57
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StrangeLove  @  08/06/2011 22:44:25
   6 / 10
Hmmmmm.. dopo averci pensato a lungo sono giunto alla conclusione che The Tree of Life è un film ambiziosissimo che non riesce però ad essere all'altezza delle sue stesse ambizioni.
Bisogna dire che è difficilissimo rapportarsi al capolavoro di Kubrick senza uscirne con le ossa rotte, ma Malick riesce nell'impresa di non sfigurare. Il problema principale però è che fallisce, a mio parere, nell'universalizzare il suo messaggio con un dramma familiare forse troppo decontestualizzato rispetto la presente civiltà occidentale; è questioni di gusti, e capisco la necessità del personaggio di Sean Penn, ma io l'ho trovato un po' alieno (e non nel senso di fantascientifico :P).
Per il resto, ritmo molto lento, il primo pezzo evoluzionistico forse un po' fine a se stesso mentre molto bella e poetica la parte finale.

Non mi è piaciuto per niente invece il tono della narrazione: completamente improntato su domande banali, religiose, finto-esistenziali su cui per forza di cose non esistono risposte. L'ho trovato un modo 'furbo' per far assumere un carattere metafisico alla pellicola nascondendo una profonda convinzione credente. Non so se potrà piacere; per me che sono ateo l'ho trovato insensato, e sono mezzo convinto che anche un credente possa giudicare stupide certe domande come "la bontà di dio" ecc..
Di conseguenza un vero dialogo non viene mai veramente aperto ma resta una certa rassegnazione nell'imperscrutabilità del creato.
Dio è morto.

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Ultima risposta 11/06/2011 08.42.34
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  07/06/2011 23:56:51
   8½ / 10
Dopo aver visto due volte questo film - un poema, non un romanzo - a distanza di giorni dalla seconda visione finalmente lo commento.
Per quello che vale in questo caso un voto, avevo pensato a lungo che sarebbe stato 7 1/2.

Adoro Malick. Ho amato i suoi film senza riserve. Di questo "The tree of life", che probabilmente resterà il suo più controverso, amato/odiato come "Nostalghia" e "Sacrificio" di Tarkovskij, è stato già scritto di essere irrisolto, disomogeneo, un "capolavoro mancato".
Il difetto del film per me sta nel finale - che mi è capitato di definire, dopo la prima visione, un "delirio misticheggiante": e non mi sono sostanzialmente ricreduto.
"The tree of life" - film cui mettere un voto è quanto mai aleatorio - è un film che mancherebbe per me un requisito minimo per l'8 (ossia essere opera d'arte cinematografica pienamente riuscita), cioè la compattezza e la compiutezza stilistica: la tenuta sino in fondo.
Eppure il film parla un linguaggio clamoroso, lo stile è talmente meraviglioso che a più riprese, per quasi due ore, varie volte mi ha sfiorato l'idea che per me questa pellicola non potesse che essere un 10.

Ma non ha senso dividere il giudizio. Nel suo insieme, "The tree of life" è opera che ha nella sua smisurata ambizione anche il suo limite. E mi è parso che a Malick sia mancato il controllo sulla sua materia, la capacità di tenere a freno le sue visioni.
E tuttavia è un'opera capace di tali vertici che il sublime non solo arriva a sfiorarlo, ma è capace di crearlo.
Lascio dunque un voto per me atipico, a testimonianza dell'impossibilità di esprimere con un numero un giudizio. 8 1/2 non lo metto a nessun film (non ha senso frazionare e depotenziare tre gradi di valore precisi come l'8, il 9 e il 10).

Spunti:
Alla ricerca del tempo perduto.
Punto Omega (T. de Chardin, Don De Lillo).
Tarkovskij ("Lo specchio").
Edipo.

...Per approfondimenti, si veda la Recensione.

Invia una mail all'autore del commento viewer  @  07/06/2011 12:47:16
   8 / 10
Il Professore Malick gira questo film dandomi la sensazione abbia voluto trasmettere una sorta di testamento spirituale. I concetti di filosofia dei suoi antichi maestri vengono metabolizzati per dare respiro al pensiero spirituale del regista: la "natura" e la "grazia" che convivono in eterno conflitto nell'animo umano. La soluzione il regista la trova verso la fine del film ed è un concetto ragionevole e condivisibile ma non è detto che sia risolutivo. Il problema è che per esprimersi, Malick si dilunga un po' troppo con parti ridondanti. Chi gira un film che dura più di due ore e mezza, secondo me, gode di una certa grande autostima e finisce per autocompiacersi e anche Malick è caduto nel tranello, come tanti altri registi in passato. A mio parere una sforbiciata qua e là avrebbe reso questo film sicuramente più coinvolgente. Per il resto, la regia e la fotografia è indiscutibilmente ottima e non si discute ma, ripeto, il film tende un po' a diventare dispersivo e ridodante in alcuni tratti. Nel complesso cmq un buon film.

ccenta  @  06/06/2011 19:33:22
   7½ / 10
8 ai contenuti , alle musiche , al montaggio, all'originalita',alla fotografia
7 perche' non e' un film di facile digestione
media 7 1/2

Ho sentito gente parlare qua di 2001 , be' e' la stessa cosa che e' venuta in mente a me nella prima parte del film : be' 2001 e' un'altra cosa eh? ;-) . Comunque film molto positivo e contento di averlo visto , a tratti si ha la sensazione di capolavoro anche se non e' cosi' . Da vedere comunque almeno una volta

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  04/06/2011 01:50:50
   7½ / 10
Probabilmente ilm film merita molto di più di un misero 7 e mezzo ma ad essere onesti non sono sicuro di averlo così ben capito.

I primi 40 minuti sono davvero ostili. Alla fine ho avuto quasi la sensazione che volesse essere un film filo new age sul senso della vita cosmica in stile Braden, ma poi il film prende vita nel flashback durato quasi fino alla fine.

All'inizio , quando la voce narrante ha parlato di due modi per seguire Dio, la Grazia, e la Natura. Ho storto parecchio il naso in quanto non ho condiviso affatto quell'affermazione. Ma la scena finale che ritrae i girasoli è stato come per dire che avevo ragione a dubitare di tale affermazione.
Dal punto di vista tecnico non c'è che dire. Fotografia eccellente e recitazione molto avvincnete da parte di tutti i protagonisti, tranne forse uno Sean Penn un po' troppo in ombra, ma il ruolo era quello.

Leggerò adesso i vari commenti per farmi un idea pià nitida di questo film che nel tempo potrebbe rivelarsi un vero gioello del cinema di tutti i tempi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 04/06/2011 02.00.30
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Scuderia2  @  03/06/2011 10:26:54
   8½ / 10
I primi 40 minuti sono destabilizzanti.Materiale che dovrebbe girare in repeat su un lenzuolo al MOMA.Il problema è che siamo in un cinema.Sono a rischio abbandono.Della sala.E il film sarebbe destinato a una stroncatura.E sarebbe anche un peccato.
Persevero.
Vengo premiato.
Non voglio sforzarmi a trovare significati nascosti,filosofia dura e catechismo spinto.Chè probabilmente non ne sono neanche capace.
A me è bastato uno sguardo,un silenzio,un gesto per emozionarmi.
E se fosse il film DEFINITIVO sulla VITA?
L'ho visto,non lo riguarderei a breve ma lo consiglio.Perchè lo guardi una volta e non te lo dimentichi più.

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Ultima risposta 09/06/2011 12.38.35
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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento L.P.  @  02/06/2011 14:04:15
   8 / 10
Come per altri miei esimi colleghi, il voto è del tutto pretestuoso e sta lì solo perchè è obbligatorio metterlo.
In realtà, non ho ancora capito se questo film mi sia piaciuto o meno. Più che guardarlo, l' ho subito, sopraffatta a volte dallo splendore assoluto delle immagini, spiaccicata dalla potenza delle inquadrature e coinvolta emotivamente da come Malick tratteggia l' infanzia e il rapporto tra i due fratelli.
Poi è arrivato quel finale a tesi, sbrodolante misticismo un po' d'accatto. E ho subito anche quello, perchè la lacrima viene spontanea e ricattatoria. Ecco. Un film che è un gigantesco ricatto, che non permette di scegliere, perchè Malick sceglie per noi. Non è intrinsecamente un male, intendiamoci. Dipende se si riesce a conciliare la tesi così invadente del regista con le proprie convinzioni personali. E io non ci riesco in nessun modo. Non è la prima volta che riesco a godermi un film nonostante disti anni luce dal mio modo di vedere. Solo che qui la certezza e la bontà di un disegno sono talmente evidenti e sbattuti in faccia a chi guarda, che è davvero impossibile non farci caso.

6 risposte al commento
Ultima risposta 06/09/2011 22.43.00
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Guy Picciotto  @  02/06/2011 12:28:16
   7½ / 10
un tentativo lodevole di trasporre la dottrina fideistica contenuta nell"Etica" di Baruch Spinoza....non ai livelli cmq dei grandi classici misterici ed apocalittici alla 2001 a space odissey.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/06/2011 16.15.18
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michela.muscio  @  02/06/2011 03:01:12
   10 / 10
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che...

forzalube  @  02/06/2011 02:51:16
   6½ / 10
Francamente mettersi a dare voti ad un'opera del genere secondo me non ha molto senso, ma visto che è l'unico modo per lasciare commenti...

E' un'opera anticonvenzionale e personalissima in cui il regista traspone cinematograficamente (ed in maniera superlativa dal punto di vista visivo) il suo pensiero filosofico gnostico.

Il punto è che la mia visione del mondo rientra più nel filone ateo-materialista (senza scendere troppo nei dettagli delle varie correnti anche perché non sono un esperto del settore) per cui lo gnosticismo spiritualista del regista mi suona grosso modo come "aria fritta" per cui alla fin fine per quanto suggestiva possa essere questa fusione tra immagini e musica sapientemente montate, il risultato finale non mi coinvolge.

Oltretutto quando vado al cinema mi piace anche che mi si racconti una storia e film in cui la trama è così esile od evanescente (mi vien da pensare anche ad Inland Empire) ai miei occhi perdono punti in partenza.

Sintetizzando diciamo che riconosco l'alto valore estetico/artistico/tecnico del film, ma sono in netta opposizione al suo contenuto filosofico per cui alla fin fine mi sembra pure di essere stato sin troppo generoso nella valutazione.

teoleoni  @  02/06/2011 00:35:25
   10 / 10
Se questo non è un capolavoro allora nessun film lo è.
Un film che trascende, e con grande poesia.
Kubrik? Ermetico, misterioso.
Malik: poetico, toccante.
E' un film oltre. O lo si vive, o niente.

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