the wolf of wall street regia di Martin Scorsese USA 2013
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the wolf of wall street (2013)

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locandina del film THE WOLF OF WALL STREET

Titolo Originale: THE WOLF OF WALL STREET

RegiaMartin Scorsese

InterpretiLeonardo DiCaprio, Jonah Hill, Jon Bernthal, Margot Robbie, Jean Dujardin, Justin Wheelon, Kyle Chandler, Rob Reiner, P.J. Byrne, Jon Favreau, Matthew McConaughey

Durata: -
NazionalitàUSA 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2014

•  Altri film di Martin Scorsese

Trama del film The wolf of wall street

Jordan Belfort è un broker cocainomane e nevrotico nella New York degli anni Novanta. Assunto dalla L.F. Rothschild il 19 ottobre del 1987 e iniziato alla 'masturbazione' finanziaria da Mark Hanna, yuppie di successo col vizio della cocaina e dell'onanismo, è digerito e rigettato da Wall Street lo stesso giorno in seguito al collasso del mercato. Ambizioso e famelico, risale la china e fonda la Stratton Oakmont, agenzia di brokeraggio che rapidamente gli assicura fortuna, denaro, donne, amici, nemici e (tanta) droga. Separato dalla prima moglie, troppo rigorista per reggere gli eccessi del consorte, Jordan corteggia e sposa in seconde nozze la bella Naomi, che non tarda a regalare due eredi al suo regno poggiato sull'estorsione criminale dell'alta finanza e la ricerca sfrenata del piacere. Ma ogni onda cavalcata ha il suo punto di rottura. Perduti moglie, amici e rotta di navigazione, Jordan si infrangerà contro se stesso, l'inchiesta dell'FBI e la dipendenza da una vita 'tagliata' con cocaina e morfina.

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Voto Visitatori:   7,77 / 10 (288 voti)7,77Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior attore in un film commedia o musicale (Leonardo DiCaprio)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film commedia o musicale (Leonardo DiCaprio)
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Voti e commenti su The wolf of wall street, 288 opinioni inserite

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ArielS  @  03/11/2015 01:27:26
   3 / 10
che il film abbia 7,5 di media è proprio segno che le nuove generazioni non hanno un minimo di cultura in ambito cinematografico.
2 ore e mezza di orgie e sniffate. se voi giudicate questo film da 7 e mezzo,i capolavori che voto prendono???? 11???12???

4 risposte al commento
Ultima risposta 23/01/2017 14.58.11
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Niko.g  @  24/02/2015 12:14:31
   4 / 10
Dall'autobiografia di Jordan Belfort si poteva trarre una parabola discendente perfetta per descrivere il baratro in cui finisce chi fa del denaro il proprio dio. Invece Scorsese ha voluto fare esattamente l'opposto, cioè glorificare il suo protagonista e sponsorizzare con immagini ipertrofiche la corruzione, la droga e il porno. Incredibile, ma vero.
Al povero Kyle Chandler, misero contraltare narrativo, viene concesso uno spazietto smunto e risicato, una goccia nel mare delle tre ore riservato alle puttàne. Poi non ci sarà pentimento, né recupero morale: si tornerà presto a vendere e a svendersi.
Non scopriamo nulla dei meccanismi di Wall Street e delle sue povere vittime truffate, perché il film si concentra solo sulle "performances" di Jordan e dei suoi degni colleghi, che la regia fa passare subdolamente per simpatiche canaglie, un manipolo di bravi ragazzi (oh, quale ironica definizione).
La scena della cocaina che si sovrappone agli spinaci di Braccio di Ferro, diventando potente mezzo risolutorio e provvidenziale, non ha nessuna valenza comica come uno spettatore superficiale sarebbe portato a pensare. In questo caso il messaggio che ne viene fuori è pessimo, se non anche deleterio. Chi crede che stia dicendo una stupidaggine, sottoponga la questione a un qualunque esperto di spot e tecniche di comunicazione pubblicitaria (subliminale o meno) e solo dopo, se non si è convinto, potrò rispettare il suo parere contrario.
Io certo non mi meraviglio di questo Scorsese, perché conosco il mio pollo autocompiaciuto e so quanto ha bisogno di ricorrere alla volgarità e allo scandalo per mantenersi vivo, non avendo alcuna storia da raccontare e alcun insegnamento da dare.
Anche volendo accettare per sbaglio una lettura comico-demenziale, saremmo sempre di fronte ad un "Wall Street Pie" con i deliri onanistici di un grottesco Matthew McConaughey ed è inutile fare il cazzotto con la colonna sonora, riproponendo in chiave punk la straordinaria "Mrs. Robinson" , perché non siamo così scemi, caro Scorsese.
Povero pubblico. Povero cinema, ricoperto di escrementi d'autore.
E come non menzionare il fidato Donnie che si masturba davanti a tutti, la dissertazione familiare sulle ***** depilate, i "fuck" pronunciati (tre al minuto per un totale di 500 e oltre), tutto a dimostrare la miseria di questo film e di questo regista ormai bollito, che mette la sua tecnica al servizio del pattume.

16 risposte al commento
Ultima risposta 19/02/2017 13.16.19
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Benfas  @  16/01/2015 18:23:09
   3 / 10
Un film che rappresenta al meglio il contesto moderno dove l'eccesso è di norma.
Nauseabondo, inconsistente, volgare e insignificante, c'è poco da salvare in questa pellicola, solo un Di Caprio che dovrebbe pentirsi di aver posato la sua firma per la partecipazione ad un film più pornografico che altro.

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Ultima risposta 23/01/2017 15.04.05
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alberto9  @  15/03/2014 09:03:45
   8 / 10
Sul fatto che il film é bello non c'é niente da dire, alcuni dicevano che dura troppo e non é vero, il film scorre benissimo però, anche se amo dicaprio non lo definerei il suo film migliore. Dicaprio resta comunque il numero 1 ed é uno scandalo che debba vincere un premio oscar. Scorsese + Dicaprio = top!

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Ultima risposta 17/03/2014 23.58.18
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giraldiro  @  15/03/2014 02:58:13
   6 / 10
Che dire di questa nuova opera di Scorsese... è un film che ha alti e bassi, poiché alterna momenti di inutile nonsense con scene di sesso e delirio collettivo a situazioni divertenti con battute e situazioni grottesche. Alcuni non ne hanno gradito la volgarità, ma quella fa parte del genere ed è giusto che ci sia. Il vero problema secondo me è questa alternanza di fasi, che in una durata veramente eccessiva finisce stancare.

Concludendo: non mi sento di criticare chi ha messo voti più alti del mio perché in fondo questo film ha il suo lato buono, ma neanche chi ha messo voti più bassi; io comunque non lo rivedrei.

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Ultima risposta 18/03/2014 22.41.22
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Jolly Roger  @  14/03/2014 00:33:30
   9 / 10
L'ho visto due mesi fa e da quel giorno ho letto qualsiasi cosa su questo film: le recensioni su internet, le opinioni, le reazioni. I commenti della critica. I commenti dei bloggers. I commenti degli utenti.
Ho letto pure la vera storia di Richard Belfort.
Ho letto quel che di vero c'è nel film e quel che invece è stato esagerato.
Ho letto di chi paragona questo film ad una bibbia - che scoperchierebbe il "coperchio del mondo marcio" dell'alta finanza (pensieri a dir la verità un po' schizofrenici… di chi ritiene che tutte le classi dirigenti davvero si comportino così).
E poi altri, invece, che arricciano le sopracciglia in espressioni arcigne, esclamando: "povero genere umano". Povere persone comuni, finanziariamente fregate dal sistema, che tuttavia vengono qui al cinema, a ridere a crepapelle vedendo Di Caprio drogato che ne combina di tutti i colori…ma sotto sotto ammirandolo, o, per meglio dire…invidiandolo, per quel che fa (soprattutto in ambito sessuale ;-)

No, non sono d'accordo. Con nessuno.
Se prendi The Wolf of Wolf Street e lo spremi…e lo spremi, e lo spremi….il succo che ti resta, alla fine, è quello di una commedia.
Niente di più che una semplice, banale commedia.
Tuttavia, è una commedia geniale, in qualsiasi punto, in qualsiasi secondo, in ogni fotogramma.
E' la Perfezione della Commedia.
Sento parlare di Tarantino…ma va! Il discorso dei nani lanciati come freccette è cinico…
Ma alla fine non fa male…Fa solo ridere!
La droga a quintali… non fa male, anzi…fa un sacco ridere: regala i 15 minuti più straordinariamente divertenti del film.
Il sesso sfrenato…sì, ma non è mai così esplicito, anzi…è volutamente esagerato, per fare ridere!
Le situazioni, le parolacce, i dialoghi…fanno ridere! E fanno ridere di gusto, lo giuro.
La segretaria che viene rasata a zero…fa ridere più di quanto possa scandalizzare.
Il pesce rosso mangiato vivo?
Ah ah! Fa ridere! Più di quanto possa scandalizzare :-)

Sento qualcuno parlare addirittura di Scarface…No, no, no. Qui non c'è quella intensità, quella gravità, quella maturazione travagliata del personaggio.
Jordan Belfort non matura di un grammo.
Alla fine del film, è rimasto la stessa mer.da che era all'inizio.
Pare addirittura che l'unica scena che, vagamente, potrebbe rappresentare la sua maturazione, la sua disperazione ed il suo cedimento psichico…

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sia in realtà l'unica scena inventata rispetto alla vita reale di J.B.
Il quale, sostanzialmente, è stato un venditore di fumo.
Cioè un venditore di nulla.
Anzi: egli è il nulla impersonificato.
The Wolf of Wall Street è un film che ben rappresenta le famose eccezioni (e, si badi, non la regola!) che i tempi correnti ci offrono: gentaglia falsa, talmente falsa da giurare di fronte a Dio di non essere falsa, ma totalmente incorreggibile….e allo stesso tempo talmente guascona, talmente simpatica…da risultar simpatica persino a chi, da essa, è stato fregato.
:-(

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Ultima risposta 15/03/2014 16.39.18
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guerro  @  05/03/2014 11:04:44
   10 / 10
C-A-P-O-L-A-V-O-R-O- !!
Un Di Caprio ormai ILLEGALE per come tiene la scena in ogni suo film !
Uno scandalo che uno come Leo non riesca a vincere un maledetto OSCAR......abolite l' Academy !!!

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Ultima risposta 06/03/2014 13.57.49
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hghgg  @  24/02/2014 16:14:30
   8 / 10
Va bene, alla fine mi sono deciso a scrivere due paroline su questo nuovo lavoro di Martin Scorsese, nei secoli dei secoli uno dei miei tre registi preferiti, l'uomo che con "Taxi Driver" mi ha introdotto al Grande Cinema, l'uomo a cui devo la mia passione per la settima arte. Nonostante la mia immensa stima per Scorsese e per la maggior parte dei suoi film non sono mai stato tenero con la sua produzione successiva al 1995 ossia a quello che resta, ancora oggi, il suo ultimo capolavoro, "Casino"; Scorsese ha continuato a sperimentare, a trattare nuovi temi, a mutare stile e genere come aveva sempre fatto, solo che l'ispirazione è calata, calata tantissimo (non certo la voglia) le idee buone scarseggiavano e i risultati finali dei suoi film a partire da "Kundun" sono stati spesso, per me, deludenti, tanto che il suo miglior film negli anni '00 è stato un, indubbiamente valido, remake qual'è "The Departed".

Sono rimasto quindi davvero piacevolmente sorpreso guardando questa riuscita Black Comedy-Crime, che giudico ora il miglior film di Scorsese dal 1997 ad oggi. Continuo a pensare che l'otto come voto sia eccessivo eppure mi vien da pensare che un sette-e-mezzo sia troppo poco, non saprei e do quello più alto giusto per stima e riconoscenza verso Scorsese, so già che domani mi pentirò (si fa per dire) del voto eccessivo.
Però il film è bello, funziona, le tre ore si sentono poco (giusto nella parte centrale rallenta e diventa un po' zoppicante, diciamo subito dopo il dialogo col tizio dell'EfBiAi sullo Yacht, più o meno) grazie all'infallibile binomio regia-montaggio a nome Martin Scorsese e Thelma Schoonmaker, autrice di montaggi capolavoro come quelli di "Toro Scatenato" e "Goodfellas" due dei migliori dell'intera storia del cinema. Ovviamente lo stile registico e la tecnica e l'uso del montaggio di questo film si rifanno palesemente a quelli di "Goodfellas" (e, un po' meno, a "Casino"), ritmo indiavolato, stacchi rapidi, e scene che si susseguono frenetiche seguendo perfettamente il corso sempre più eccessivo e sfrenato della storia. Rapidità e scioltezza queste le parole d'ordine; la gestione del ritmo di Scorsese è sempre curatissima e perfetta, soprattutto nei suoi film di questa tipologia (gangster-crime-ascesa e caduta-biografico), al film ovviamente mancano le intuizioni rivoluzionarie e sconvolgenti di "Quei bravi ragazzi", insomma manca il "nuovo", l'effetto novità, è tutto già visto, è ormai lo Scorsese più classico, anche dal punto di vista del ritmo e del montaggio, è certamente scontato; manca anche la grandiosità di "Casino". Ma va bene così, in ogni caso il film è ben fatto, nulla di nuovo all'orizzonte ma resta un prodotto riuscito, con grandi cose alla regia, bel montaggio e buonissima gestione del ritmo.

Quello che forse manca davvero a "The Wolf of Wall Street" è una storia davvero valida da raccontare anzi forse è più esatto dire che la modalità di narrazione non è stata la migliore possibile. Dopo l'ascesa e la caduta di Henry Hill nel mondo della malavita italo-americana e dopo le grandi rapine di Las Vegas e affini questa volta Scorsese si concentra su di un'altra storia biografica, quella del broker e truffatore Jordan Belfort. Sceglie di raccontarcela con le modalità di una vera e propria commedia nera, smorzando al massimo i momenti drammatici ed esagerando totalmente quei geniali momenti di Black Comedy presenti nel capolavoro del 1990. "Goodfellas" però era un gangster drammatico, reso divertentissimo (nel senso del coinvolgimento) dal ritmo straordinario, e con geniali inserti di pura Black Comedy, questa volta divertenti nel senso di realmente spassosi. Fu una genialata; "The Wolf of the Wall Street" invece si getta nella commedia nuda e pura, commedia nerissima, commedia di eccessi ovviamente: eccessi visivi e tecnici ed eccessi narrativi anzi narrati, tra droghe, prostitute, alcool, vita sfrenata, soldi a palate, ecco forse alla fine tre ore risultano un po' eccessive per un film che non ha niente da dire se non mostrare svariate scene magari anche rese a meraviglia, magari anche molto divertenti, ma alla fine non è che una storia fatta di frammenti e scene che corrono sul filo della vita di Jordan Belfort senza quasi un filo conduttore vero e proprio. Mostra solo questo per tre ore, c'è da dire però che almeno lo fa molto, molto, molto bene. Non è un film intricato, non ha un intreccio, fila liscio come l'olio e come Black Comedy l'ho trovato piuttosto convincente. Diverte, non c'è dubbio. Per 70-75 minuti circa il film è perfetto, nel ritmo, nella regia, nel montaggio, nei dialoghi, nella fotografia, nelle interpretazioni, perfetto, non ha sbavature; poi, visto quanto già detto, il calo ovvio e fisiologico e una buona ripresa nel finale. Da notare, almeno nella sceneggiatura e nella maggior parte dei dialoghi come Scorsese, tornando allo stile più vicino al binomio "Goodfellas"-"Casino", abbia stavolta dovuto scontrarsi con l'influenza del suo allievo più celebre, tal Quentin Tarantino. L'eccesso grottesco di molte scene e di molti dialoghi, il portare all'estremo, certe comunanze stilistiche passate da maestro ad allievo e da allievo al maestro (maestro NON superato dall'allievo eh eh) il tipo particolare di commedia nera (genere che Scorsese aveva già affrontato anche prima di "Goodfellas" ma con tutt'altro stile, si pensi a "King of Comedy" e "Fuori Orario") rendono questo lavoro un film almeno parzialmente vicino allo stile di Tarantino, senza che si allontani troppo dall'essere un film, inconfondibile, di Martin Scorsese.
Ci sono scene memorabili e intuizioni eccellenti (altre un po' meno) ed il film risulta complessivamente un bel prodotto.
Per ultimo lascio le interpretazioni, di buon livello, con attori in palla e in parte. Lasciando da parte i per me puerili e inutili discorsi su oscar e non oscar, tommaso o alberto, mi fa piacere vedere il costante miglioramento di Leonardo Di Caprio, ormai fedelissimo di Scorsese e tranquillamente considerabile un bravo attore. Non è la sua prova migliore in assoluto forse, ma una delle migliori probabilmente si. Istrionico e coinvolgente, offre una prova solida, coinvolgente e divertente. Il miglioramento di McConaughey ha ancora più dell'incredibile, negli ultimi anni si è davvero trasformato in ottimo attore. Qui appare solo per una decina di minuti, nella prima parte del film, ed è il mattatore della scena forse più riuscita dell'intero film, annichilendo letteralmente Di Caprio, dando vita in pochissimo tempo al carattere più memorabile del film, protagonista escluso. Davvero un'interpretazione folgorante per lui, bravissimo. Buona anche la prova di Jonah Hill, spalla "comica" e motore della Black Comedy, una sorta di Joe Pesci meno talentuoso. Però bravo, in ogni caso. Rob Reiner (si, il regista di "Stand by Me" "Misery" "Harry ti presento Sally") convincente nei panni del padre del protagonista e infine una splendida Margot Robbie, autrice anche di una dignitosa prova d'attrice. Non ho trovato però in lei somiglianze con il personaggio interpretato dalla Stone in "Casino". Sono due donne realmente esistite e direi abbastanza diverse tra loro, in comune hanno certo i vizi e gli agi dovuti a ricchezze provocate da illegalità e malavita, ma come carattere e anche per stile recitativo delle due, hanno poco altro in comune (bellezza a parte, certo che la Stone in "Casino" oltre che bravissima era anche un qualcosa di...di...).

Be, in definitiva m'è piaciuto, è il film di Martin che m'è piaciuto di più tra tutti quelli da lui diretti dal 1997 ad oggi. Però lo so che dovevo stare più stretto, domani mi pentirò dell'8...

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Ultima risposta 24/02/2014 17.28.01
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frank193  @  19/02/2014 09:21:51
   5 / 10
concordo in pieno con chi ritiene sopravalutato questo film.
personalmente l'ho trovato noiosissimo!! e decisamente e inutilmente farcito di scene più consone ad un film hard...
da qui al capolavoro ce ne passano di kilometri di pellicola!!

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Ultima risposta 19/02/2014 19.02.04
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NutriaDanzante  @  14/02/2014 21:56:37
   8 / 10
Vi faccio una domanda: quale attore, secondo voi, sarebbe riuscito ad interpretare il ruolo di Di Caprio come l'ha interpretato lui?
Risposta? NESSUNO.
Leonardo Di Caprio ineguagliabile.

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Ultima risposta 17/02/2014 20.51.22
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heisenberg  @  13/02/2014 02:21:44
   3½ / 10
stupido,senza logica,dialoghi insensati e noiosi e pieno di volgarità

ho visto con tristezza il 9 rilasciato come recensione.......capisco allora perchè al cinema adesso escono melme una dietro l'altra.....il pubblico va accontentato....PURTROPPO

vado a rivedermi il sospetto,purtroppo di nuovo non c'è un quazzo di bello

voi ridete alla centesima scena in cui dicaprio sniffa cocaina e sullo sfondo orge di pagliacci vi prendono per il qulo

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Ultima risposta 10/03/2014 04.17.41
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Lucignolo90  @  13/02/2014 00:22:31
   8 / 10
Non sarà uno dei migliori Scorsese, non sarà un film da 10 oscar dite quello che volete ma è uno dei film piú divertenti e divertiti di Scorsese. Di Caprio è perfetto nel ruolo stavolta, non deve neanche strafare perchè il personaggio gli calza a pennello. Hill invece non insidierá mai Leto per gli oscar. Il film è un grande carnevale in un ambito che di gaudioso ha ben poco per chi lo vive da fuori, per le cosiddette vittime del sistema. La parabola per Belfort è la piú classica fiaba di Icaro, colui che troppo in alto vola finisce col precipitare a peso morto. La regia di Scorsese non manca di notevoli virtuosismi ma stavolta ho avuto l 'impressione volesse lasciare il centro dell 'arena agli attori. Il merito sta ovviamente nel non tediare lo spettatore nonostante i 180 minuti e la presenza di un paio di piani sequenza non facilissimi da gestire (Di caprio che striscia verso la macchina). Bravo McCounaghey anche se il cameo è molto breve.

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Ultima risposta 13/02/2014 10.43.04
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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  12/02/2014 16:04:33
   8½ / 10
Trip orgiastico, un iperbole di talento scorsesiano che trabocca lungo le 3 ore debordanti di analisi antropologica del mondo finanziario. Molto debordanti perchè il film è costruito fedelmente tramite la carta carbone del canovaccio di 'Quei Bravi Ragazzi', stessa narrazione onnisciente, stessi pertinenti allacciamenti sul mondo a cui mirano scalare (lì la famiglia mafiosa, qui il brokeraggio), stesse digressioni peccaminose, stesso turbillon di personaggi, che vanno e vengono, formativi, spalle, stessa vita messa sotto sopra, votata all'eccesso, Belfort che ci guida (abbattendo la quarta parete) lungo i suoi gironi infernali, la sua ingordigia, la sua cupidigia, il lusso, l'avidità, stessa sensazione di onnipotenza che sarà il contraltare di un rapido declino. 3 ore studiate a tavolino, condotte con il giusto dosaggio di leziosità e raffinatezza, minuziosa è in sala di montaggio la ricerca di una fluida scorrevolezza della pellicola (qua Russell dovrebbe prendere appunti), frenetico in origine per ripercorre le tappe della celere scalata del successo, più controllata e alleggerita da lunghe gag comiche (alcune un po pretenziose nella loro ricerca dell'humor tipo tra Jon Bernthal e Hill), altre sono poste mirabilmente in tutte e 3 le ore, la prima passa e non te ne accorgi, la 2° e la 3° necessitano di quei momenti di stasi per acquietare lo stress della visione. Soggetto ingigantito però impressiona come un 70enne che non finisce mai di rinnovarsi, sia in grado di ricamarci sopra, la fine e gli effetti del quaalude, qualità delle prostitute, della depilazione inguinale.. dicono con l'età si perda il senso dell'humor eppure la comicità si presenta in tutte le sue forme, nonsense, demenziale, scene di efficace ilarità come la paralisi cerebrale con effetto ritardato a cui dà seguito la citazione a Popeye con simmetrico effetto spinaci-cocaina son rare trovarle anche in film deliberatamente comici (alla Apatow per intenderci). Lancia Margot Robbie (e questa sfonda davvero) con un personaggio sulla falsariga della Stone di Casinò, medesima sequenza di nervi incontrollati tra le mura domestiche quale fu tra De Niro-Stone, Hill che si dimostra adatto ad un cinema più altilocato come spalla dopo l'ottima prova fornita con Pitt, McConaughey nella prova del 9, sembra assurdo affermarlo ma se in 10 minuti lasci uno strascico simile per tutto il film (e oltre) significa che hai raggiunto la piena ottimizzazione del tuo talento, arriva da un lustro in cui ha messo su una sequela di grandi performance. Anche Dujardin sempre più emancipato dal suo paese, ruoli sfornati con lo stampino che ormai gli van stretti, sta trovando l'appropriata collocazione in questi spazi secondari del cinema hollywoodiano, e poi Di Caprio che ha in pugno il film dal primo all'ultimo secondo, appunto che farei solo su Kyle Chandler, che dovrebbe specchiarsi sul Tom Hanks di Prova a prendermi, ma fatica ad ingranare la sua personalità nel film. Tributone ad Umberto Tozzi, e alla scanzonata 'Mrs. Robinson' qui arrangiata dai Lemonheads a guidare il blitz dell'FBI nella società di Belfort. Che dire... lunga vita a Scorsese.

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Ultima risposta 13/02/2014 00.33.23
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SANDROO  @  12/02/2014 00:13:43
   7 / 10
Il solito film lento e lungo di Scorsese. Di Caprio come sempre perfetto comunque ne vale la pena vederlo.
ASSURDO....

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Ultima risposta 12/02/2014 01.12.12
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debaser  @  10/02/2014 13:10:26
   7½ / 10
Film eccessivo in tutti i sensi specialmente in una durata troppo ma troppo lunga piena di inutili ripetizioni di sesso droga ed onnipotenza dove a volte si sconfina nel voyerismo di bassa lega.Non basta un grande Di Caprio ed una splendida Margot Robbie a farne un capolavoro, ma resta sempre e comunque un bel film ma non certo ai livelli degli altri capolavoridi Scorsese

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Ultima risposta 19/06/2014 14.31.34
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-Uskebasi-  @  10/02/2014 07:05:06
   8½ / 10
E' impossibile commentare The Wolf of Wall Street senza parlare di Di Caprio. Il film al 90% è solo lui, e Leo ha risposto con una prova indescrivibile, immensa, irripetibile. Se solo penso alla telefonata con il primo cliente della Stratton Oakmont mi vengono i brividi... ma è solo uno dei numerosi picchi della sua recitazione.
Se non vince l'Oscar questa volta, credo non potrà farlo più. Il mio nichelino lo punto su di lui.
E se non vince l'Oscar questa volta, sarà soltanto per "colpa" di McConaughey, che anche qua, in appena 10 minuti, ha dimostrato perché il dubbio è così grande.
Tolto lui, il resto del film è buono ma non eccezionale. La descrizione degli eccessi della vita di Belfort e delle sue bestie, con qualche dialogo memorabile come la tarantiniana discussione sui nani, e tante gag vincenti, in mezzo a un tripudio di fiche e droghe. Eccessivo soprattutto nella durata inspiegabile di 3 ore.
Io ritengo Scorsese un grande regista, ma non un gigante del campo. Mi sembra gli manchi un pizzico di classe. E per quanto indubbiamente si impegni, con le sue indiscutibili qualità e con montagne di dollari a disposizione, quel pizzico di classe mancherà sempre.
Prenderò come esempio il finale dove ritengo sbagliato l'utilizzo del vero Jordan Belfort, a cui ritaglia la parte del presentatore che annuncia l'ingresso di (se stesso) Di Caprio. Beh, se al suo posto ci fosse stato un attore qualunque a fare il presentatore, e il vero Jordan Belfort fosse stato messo tra il pubblico a ricevere la domanda finale di Leo "Vendimi questa penna!", con la telecamera a chiudere sul suo volto... allora si che sarebbe stato un epilogo con un pizzico di classe.

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Ultima risposta 10/02/2014 14.36.16
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Eraser  @  09/02/2014 02:57:13
   6 / 10
Un Leonardo Di Caprio da oscar ed una storia piena di affari loschi, sesso e droga, con l'aggiunta di una discreta dose di ironia. Peccato per l'esasperato ed eccessivo uso di scene troppo spinte e poco utili ai fini del racconto. A mio avviso il taglio di qualcuna di esse avrebbe reso il film meno ripetitivo e volgare. Quindi il mio voto personale è la media tra un 8 per Di Caprio e 4 per il contorno.

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Ultima risposta 15/03/2014 02.13.39
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bullet  @  08/02/2014 11:21:59
   5½ / 10
La solita storia trita e ritrita dell'arrivismo senza scrupoli e del denaro facile nel mondo dell'alta finanza. Scorsese confeziona un film all'apparenza buono, ma in realtà vuoto di contenuti, perchè il tema è già stato trattato talmente tante volte che non si sa più come renderlo ancora appetibile. E allora, furbamente , il buon Martin ci mette un Di Caprio in un ruolo che gli è congeniale ed in cui è imbattibile, un bel pò di alcol e droga e infine passera e sesso a vagonate. Il cocktail è pronto , tutti estasiati perchè gli ingredienti che lo spettatore medio vuole ci sono tutti e il successo è assicurato.Accetto il giudizio di chi da voti altissimi, ognuno ha la sua visione, ma non lo condivido perchè per me si tratta di un film volutamente infarcito di ingredienti tali da renderlo commerciale ed appetibile al grande pubblico. Più nello specifico un porno soft riempito di volgari eccessi e con una lunghezza eccessiva, per dargli un senso di importanza da film cult. Concludo dicendo che per carità, si lascia vedere e le tre ore vanno via rapidamente, però per favore non gridiamo al capolavoro

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Ultima risposta 08/02/2014 12.53.11
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/02/2014 00:08:17
   8 / 10
The Wolf of Wall Street non è tanto un'analisi di un contesto storico che ha portato alla crisi economica attuale, almeno non mi è sembrato l'intento principale di Scorsese. L'intento di Scorsese è volto soprattutto ad evidenziare la morale di quel particolare contesto, per essere più precisi l'assenza di morale e di un minimo di etica. Un mondo dove sono concentrati pressochè i sette peccati capitali in cui la presenza continua di ogni sostanza stupefacente rappresenta simbolicamente una realtà perennemente allucinata e sopra e le righe perchè la vita di Jordan Belfort è contrassegnata dall'essere sempre sopra le righe, di detestare la normalità/squallore di una semplice corsa in metropolitana, di una normale vita familiare e di essere semplicemente sobrio al punto di pretendere anfetamine in mezzo alla tempesta marina. I memorabili dieci minuti scarsi di Mattew McConaughey tracciano la via di un percorso che per tre ore (scorrevolissime) di film ti fa vivere nell'illusione perversa del denaro e nell'attesa di scoprire se esiste un limite a tutto questo. Ma l'avidità non ha limiti, fagocita tutto in un abisso senza fondo.

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Inn10  @  07/02/2014 18:49:44
   5 / 10
Scorsese ha la capacità di rendere poco credibile tutto ciò che invece sarebbe pienamente plausibile. E' il suo modo di raccontare sempre sopra le righe..i personaggi sempre esagerati che non mi hanno mai convinto. Questo film lungo da morire, pieno di ministorie trite e ritrite sulla vita smodata dei super ricchi americani della finanza e inoltre zeppo di scene di sesso messe li per pepare il tutto...bah mi sembra un mediocre e inutile minestrone di cui potevamo farne a meno.

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Silv  @  05/02/2014 21:03:40
   3½ / 10
Non mi è piaciuto, è troppo! tutti gli eccessi, cose già viste, esagerato al 100% perche sicuro è l'unico modo di regere le 3 ore con una storia debole, che si racconta male nel tempo, non si capisce come passano gli anni. E' una festa al capitalismo, la superficialità e le cose brutte e stupide della vità, zero valori, rispetto, educazione e amore! non lo consiglio perche è un modo distorto di credere solo nel denaro e infatti finisce male.. non poteva essere diversamente d'altronde. I film belli sono ben altri ;)

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look  @  05/02/2014 03:51:05
   8 / 10
3 ore servono a Scorsese per raccontare la potente ascesa e inesorabile caduta di uno dei broker di maggior successo della storia, nonché uno dei più indomabili, folli, dissennati uomini d'affari che la storia della gloriosa America ricordi. Coi suoi 60 milioni guadagnati con frodi e riciclaggi, Belfort riusci a costruirsi una vita dedita al eccesso e alla bella vita, fra nuove droghe, flirt con modelle da urlo e feste esplosive. Tutta la turbolenta e movimentata vita di Belfort viene stesa nero su bianco nel libro, scritto da lui stesso "The Wolf of Wall Street", libro che quasi 15 anni dopo ispira la sceneggiatura di quello che per molti rappresenta la rinascita di Scorsese, regista dal glorioso passato, che negli ultimi anni, pur mantenendo standard elevati, ha attraversato alti e bassi senza mai però toccare le vette raggiunte a suon di spari e cazzòtti.

Mi colpisce l'incostanza di questo regista. Dal suo film più vicino alla poetica degli inizi (The Departed) si è passati a quello, diciamo, "meno Scorsese", Shutter Island. Stesso discorso per la doppietta piazzata in questi 2 ultimi anni, che fa seguito a quella già citata. Dai toni leggeri e puerili di Hugo Cabret si è passati a quello che, secondo me, si erge come uno dei film più spinti, provocatori, surreali, deliranti, della sua carriera, nonché della storia del cinema. 4 aggettivi messi in croce non bastano per descrivere l'imponenza di quest'opera, imponenza non solo messa in bella vista dalle poco incoraggianti 3 ore spaccate di visione, che certo non hanno fermato la sua cavalcata al successo posizionandolo sul trono del botteghino italico. Ciò che rende il film un opera memorabile sono quegli elementi che presi singolarmente non hanno senso di esistere. Prendi il soggetto di Belfort, un libro interessante a quanto detto, ma considerabile come evidente manovra commerciale atta dal lupo per guadagnare quei soldi necessari per colmare l'immenso debito con le casse dello stato e con le tasche di quei poveri agnelli caduti nelle sue trappole. È scommetto che il film gli è stato pure di grande aiuto. Vuoi per i soldi, vuoi per la fama. Un soggetto che fa da specchio ad una società malata e avida di potere e piacere. Pane per i denti del famelico Scorsese, deciso una volta per tutte a togliersi i panni del buon mentore, che offre lezioni di cinema e proietta grandi omaggi ai pionieri della sua arte.

È uno Scorsese rabbioso, più arzillo che mai, più impudico e volgare. Record di "fùck" archiviato nella storia del cinema, 506 se non sbaglio. E quante zinne, natiche, peni (!), patonze, rasate e non. Quanti coiti. La vita di Belfort concede al buon vecchio Martin l'opportunità di appesantire il piede sull'acceleratore, negli ultimi anni diventato piuttosto arrugginito. Il soggetto, revisionato dall'occhio attento ed eccitato del regista, passa fra le mani di Winter, conosciuto ai più, come la mente dietro alle vicissitudini della famiglia Soprano, telefilm che ha valso al brillante Terence diversi premi importanti come l'Emmy award, l'Oscar delle serie TV. Ma si sa, dalla tv al cinema il passo è lungo, non solo per attori e registi, ma anche per sceneggiatori, non più con la possibilità di stendere una trama lungo 3 o più stagioni, ma costretti a condensarla in massimo 3 ore di film. E non per nulla, nel nostro caso il vertice è stato toccato.

E qui vorrei aprire una parentesi critica a coloro che con tono indolente tacciano il film di ridondanza e lo definiscono "noioso". Lo metto tra virgolette, perché questo è un termine che va preso con le pinze. Sarebbe come definire un oggetto "inutile", quando l'utile lo possiamo trovare in qualsiasi cosa. Nessun film nasce per essere "noioso". Nessun film merita di essere definito "noioso" nè tantomeno "The wolf of Wall Street", ma nel suo caso le ragioni sono altre. Il merito di Winter, sta nel aver toccato con la sua sceneggiatura perfetta (in nomination agli Oscar) tutte le facce della decandenza etica, psichica, fisica e soprattutto finanziaria del protagonista, senza cadere nel prolisso e nel già visto. Il suo è un ritratto solenne ma critico nei confronti di Belfort e del sistema attorno a lui. Il personaggio ha un falso carisma, talvolta viene dipinto quasi come un verme, talvolta come un patetico fornicatore, talvolta come un bimbo capriccioso, talvolta come un pappone, talvolta come un misogino, talvolta come un brutale ed egocentrico uomo d'affari. Serve arrivare alla redenzione per potergli ridare quell'umanità che per tutto il resto del film sembra gli sia privata. Mi stupisce sentire fra le news di persone, vittime dei giri lochi di Belfort, criticare duramente il film per come rappresenta in maniera troppo eroica il protagonista. Ma l'hanno visto il film? Qui di eroico vedo poco o nulla. Vedo un lupo bavoso e affamato in cerca di nuove prede, pronto a tradire il branco pur di riempirsi la pancia. Vedo un uomo distrutto dalla droga e dalla fame di denaro. Vedo un grandissimo attore costretto a strisciare per terra per impersonare al meglio Belfort, offrendoci una delle migliori interpretazioni da 10 anni a questa parte. Ma di questo ne riparlerò in seguito.

Polemiche a parte, Winter offre un'autentica miniera d'oro a Scorsese che non perde occasione di portarlo sullo schermo sotto forma di potente ed esasperante orgia di potere, sesso, droga e chi più nè più ne metta. Margini sulla tela bianca non ce ne sono, totale libertà è concessa a tutti, come negli uffici della Stratton Oakmont dove è possibile incappare con acrobati, nani volanti e soubrette disinibite. Come già detto è una regia impudica che pochi riguardi si fa prima di fare un bel primo piano al cùlo sudato della top model zoccòlona di turno che in questo film traboccano. Libertà. Concessa a se stessi, di usare computer quando e come meglio ci piace, di usare soliloqui, di usare quante più parolacce possibili! Concessa al pubblico, di ridere, disgustarsi, scappare dalla sala. Concessa agli attori, di mostrarsi o meno nudi, di urlare, ridere, mettersi da parte. Ma soprattutto, libertà concessa a lui, il pupillo del capo, l'eterno ragazzo d'oro ma che è proprio un qualcosa d'oro che gli manca. Sei libero di recitare come meglio credi Leo. Sei libero di divertirti oltre a divertire. Sei libero di ficcarti una candela nel cùlo. Libero di strusciarti sul pavimento come un epilettico. Sei libero di mandarli a fàn**** tutti quelli degli Accademy, dimostrando a tutti quante premiazioni sbagliate sono avvenute. D'altronde l'hai prodotta anche tu questa perla... non vedo perché opporsi. Darei tutte le 3 ore della mia vita pur di rivederti sempre in questo stato di grazia. E non temere agli Oscar, vincerai tu. In ogni caso. Sia che vinca quel panzone di Bale. Sia che vinca quel marpione di McConaughey, anche qui al tuo fianco, oltre che in nomination, emaciato, fuori dal set di Dallas Buyers Club. Vincerai tu. Credimi.

3 ore. Che volano purtroppo. E c'è chi dice siano troppe, ma a me viene da chiedermi se bastano. Se bastano per raccontare una vita, una truffa di 150 milioni di dollari. Forse sì, forse no. Persone raccontano vite in un minuto. Certo vite non così piene. Ma non serve divagare. La vera domanda è: Bastano a me 3 ore per ritenermi pienamente soddisfatto e saturo della goduria provata nel vedere questo grande capolavoro? La risposta è: No.

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Invia una mail all'autore del commento francescofelli  @  04/02/2014 10:24:28
   6 / 10
Vaglio le parole da inserire con la stessa cautela che avrei nel passeggiare la domenica mattina in un campo seminato a mine.
Anzi sono certo già solo dopo aver letto il mio voto, mi troverò con un numero di arti dispari.
Eppure, insegnando regia da sei anni e facendo di questa arte un lavoro, non posso che rimanere stupito dinanzi al successo di commenti di un film che gronda difetti.
E così rimango ancora più sorpreso nel leggere entusiastici encomi ad una sceneggiatura lenta e spesso piuttosto scontata (attenzione non è un problema di soggetto, ma di come lo si racconta), ed una fotografia molto banale, a scenografie piene di errori o imperfezioni storiche, per non parlare della superficialità negli stacchi di montaggio o del pessimo finale.
Insomma è un gran film perchè? Un grande attore interpreta una storia molto appassionante. Ma questo non basta per farne un capolavoro dalla durata spropositata.
E' persino bislacco essere entrato in sala convinto che avrei assistito al film dell'anno ed uscirne tra i fischi del pubblico. Forse, come sempre, la verità è nel mezzo

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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  03/02/2014 20:42:03
   8 / 10
Guardando Wolf of Wall Street è difficile non ricordarsi di film come Goodfellas e Casinò. Qui però manca quella tragedia che non lasciava il tempo di tirare fuori tètte, fike e cazzì, ognuno era abbottonato nella sua disgrazia personale. Nel film con Di Caprio (ottimo ma non superlativo) le disgrazie sono quelle dei giorni d'oggi, nonostante si parli degli anni '80, e ogni personaggio è vittima della propria inconsistenza.

Non c'è più nemmeno la passione e la ferocia, gli impulsi vitali rimasti vengono utilizzati per vendere qualche azione o prendere qualche pillola.

Peccato per qualche lungaggine di troppo, ai giorni nostri non abbiamo più né tempo né voglia di stare 3 ore seduti su una poltrona.

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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  02/02/2014 19:37:16
   9½ / 10
Pochissimi registi nella storia del cinema han saputo mettersi in discussione come Scorsese e questo film conferma una volta di più che il buon Martin è uno dei migliori artisti americani di sempre. Le prime due ore sono qualcosa di incredibile e credo di poter dire senza timor di smentita che spettacoli del genere si vedono davvero raramente in una sala cinematografica.
Obbligo di menzione per di Caprio, davvero mostruosamente ispirato.

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david briar  @  01/02/2014 19:43:30
   8½ / 10
Forse il film più estremo di Scorsese,fra droghe,sesso e truffe.

E' una bomba ad orologeria di un'energia devastante e sconvolgente,che ci tiene svegli e sull'attenti per tre ore senza nessun momento di stanca.A un certo punto,si ha l'impressione che il film stia per finire,invece continua tranquillamente per un'altra ora,e la noia non si sente mai.Molto del merito va a un montaggio incredibilmente preciso e ritmato.
La sceneggiatura è un lavoro coi fiocchi, con una presentazione interessante e stimolante e un proseguimento assolutamente esilarante.I momenti cult sono tanti,ma qui bisogna ringraziare anche il genio registico di Scorsese.
Penso a tante delle inquadrature fatte sui protagonisti sballati,in particolare una scena molto lunga,divertente e disgustante insieme,che scatenerà tante risate ma anche una riflessione di fondo su come si possono ridurre le persone con certe sostanze,che fanno perdere ogni tipo di dignità.O a l'unico momento veramente drammatico,una scena di grande tensione,che fa semplicemente paura soprattutto per quello che fa un Di Caprio stratosferico.
Un'interpretazione in cui sa essere tutto, ha il carisma di De Niro e l'istrionismo di Jim Carrey,capace di cambi d'umore quasi immediati.Forse la più completa della sua invidiabile carriera.L'Oscar sarebbe d'obbligo,ma purtroppo il miglior attore americano in circolazione probabilmente non ce la farà neanche quest'anno.Ottima spalla Jonah Hill,e bravissima pure Margot Robbie,oltre che stupenda,sembra un'attrice che farà strada.

Ma la cosa più bella del film è la caratteristica di far sentire anche lo spettatore un peccatore.Personalmente mi son sentito come se fossi il protagonista in ogni scena,come se stessi facendo le stesse cose che fa lui,e ho provato rimorso e colpa,per conto suo ma anche per conto mio,che son rimasto li a seguirlo col fiato sospeso fino alla fine,sperando se la cavasse,nonostante non sia certo un buon modello di moralità .Il dubbio è:lo faremo anche noi se ne avessimo la possibilità?La mia risposta è si,e penso che la maggior parte la pensino così,pur senza ammetterlo.Come i migliori lavori di Scorsese,è un film che ti fa capire i vantaggi e gli svantaggi del potere come se li provassimo sulla nostra pelle,facendoci dubitare della bontà della natura umana e della nostra stessa natura.

"The Wolf of Wall Street" entra di diritto nell'olimpo dei migliori Scorsese e di certo è il suo più importante degli anni 2000,oltre che il film del 2013 che resterà nell'immaginario collettivo,è già un cult-movie e fra qualche anno potrà essere visto come un classico dei nostri tempi.
Un film totale,di cui si potrebbe parlare per ore e ore.Spero che gli Oscar stavolta capiscano qual è il film da premiare,ma ho i miei dubbi e temo sbaglieranno anche stavolta.Non è un film che ha bisogno di premi,certo,ma sarebbero dovuti,soprattutto allo straordinario attore protagonista,che se viene truffato anche quest'anno può tranquillamente parlare di congiura contro di lui da parte dell'Academy..

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Ultima risposta 02/02/2014 13.32.20
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camifilm  @  01/02/2014 15:38:29
   5½ / 10
La durata di 3 ore è tutta dovuta.
Di Caprio ottimo e buoni anche alcuni attori co-protagonisti, soprattutto l'amico panciuto.
Regia bene.
Messaggio del film: povero, quasi inesistente.

il film è un insieme di buona tecnica di regia e di recitazione da parte di Di Caprio, ma nulla più.

Errori nella storia. Non si capisce bene il passare del tempo dagli anni 80 ai 90 al 2000? Vedere computer...


Un film così è giusto che sia candidato come miglior attore, ma non dice assolutamente altro. Anche se intrattiene lo spettatore. In uno scenario di film pessimi nelle sale ormai da mesi, questo sembrerebbe risollevare l'attrazione "cinema", ma è solo illusione.

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maur83  @  01/02/2014 12:22:32
   4½ / 10
INCONSISTENTE
e a tratti imbarazzante. Un film improntato esclusivamente sull'interpretazione di Di Caprio con l'errore di non avergli affiancato personaggi di spessore. Una storia piatta, priva di alcun pathos e con un senso dell'umorismo in alcuni momenti degno di un Cinepanettone.

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Ultima risposta 03/02/2014 13.33.28
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  30/01/2014 12:25:39
   9 / 10
Scrive più sotto ferro84: "Gli italiani uno così lo farebbero presidente del consiglio per acclamazione". Al di là della provocazione politica - che potrebbe ancora far storcere il naso a qualcuno (!) - è evidente che, pur essendo probabilmente importanti le differenze fra i sistemi immunitari delle "democrazie" italiana e statunitense, i miti che abbiamo fatto nostri in questi ultimi decenni sono gli stessi.
Inutile trincerarsi dietro l'idea che il lupo di Wall Street Jordan Belfort sia un degenerato immorale, o dietro la ripugnanza per i suoi eccessi. I suoi eccessi divertono. Eccitano. Sono lo specchio grottesco e iperbolico di una civiltà incentrata sull'individualismo sfrenato, sulla prevaricazione violenta, sulla RIVINCITA DELL'IO SULLA SOCIETA'.
Temi che poi costituiscono il fulcro della poetica di Scorsese ("The wolf of wall street" giunge ben ultimo lungo la strada, tracciata già con "Boxcar Bertha" ["America 1929. Sterminateli senza pietà"], proseguita - con registri diversi - da "New York New York", "Toro scatenato", "Re per una notte", "Goodfellas", "Casinò", "Gangs of New York").

E, da sempre, anche se mai come qui, Scorsese ha inteso renderci partecipi e complici dei suoi individualisti protagonisti volti alla rovina.
Soggetti eccessivi, predestinati al disastro, che quasi perseguono sin dall'origine la catastrofe, accarezzando l'ebbrezza del crollo in un nichilista "cupio dissolvi".

Le novità che fanno grande "The wolf of Wall street" mi paiono 3.
1) Scorsese descrive il mondo della finanza (che manovra le sorti del pianeta) come fosse esattamente lo stesso mondo della criminalità organizzata, governato dalle stesse leggi interne dell'homo homini LUPUS. Diventa così più chiaro che quelli sullo schermo potremmo veramente essere noi, anche se, noi, non abbiamo mai ammazzato e probabilmente non abbiamo mai rubato (?). Scorsese si de-ghettizza, esce dal microcosmo criminale, parlando di un mondo in cui l'illegalità è meno esibita ed evidente, e perciò meno che mai rilevante.
2) Di Caprio è voce narrante, come in Goodfellas (se non ricordo male): più e più volte guarda in macchina, parla a noi, ci coinvolge, ci rende complici, ci fa una lezione. Come Alex in "Arancia meccanica". Ed esattamente allo stesso modo di Kubrick in "Arancia meccanica", Scorsese ci invita esplicitamente a condividere il fascino liberatorio dell'ego senza freni. Farci rendere conto che anche se il nostro super-io lo rifiuta, il nostro istinto lo riconosce bene.
3) Nell'iperbole, il registro è grottesco, il film è una commedia; a volte si ride di gusto. Scorsese sembra qui l'epigono postmoderno e tarantolato delle commedie più amare di Risi e Monicelli, di cui in Italia non siamo più capaci.
Ciò che rende "The wolf of wall street" originale nella filmografia di Scorsese (e diverso da film come "Goodfellas" e "Casinò"), è che viene costantemente negato al protagonista uno statuto tragico. Jordan Belfort non merita spessore shakespeariano. E' uomo ridicolo e basta, senza tragedia.

Si esce dal cinema come drogati. La contiguità fra stile e materia narrata è raramente stata più stretta e avvincente - in ciò sta il genio di Scorsese (e non si contano le scene in cui è strepitoso il montaggio, visivo e sonoro - vogliamo parlare della colonna sonora? Di quei pezzi in acido come "Mrs. Robinson" di Simon & Garfunkel?!?). Poi, smaltita la sbornia, si torna con la mente al film e capita di pensare che la consistenza della parabola di Jordan sia equivalente a quella di una meteora che si dissolve. Alla traccia fugace di quell'aereo, chiamato per i soccors,i che esplode e svanisce, nel buio della notte.
E capita allora di pensare che, questo effetto di sgonfiamento post-sbornia, il vuoto cui lascia lo spazio, fosse esattamente ciò che Scorsese aveva previsto ci rimanesse.

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Ultima risposta 05/02/2014 16.08.02
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paride_86  @  29/01/2014 01:00:57
   7 / 10
"The wolf of wall street" è un bel film girato con maestria da un attento Martin Scorsese che alterna sapientemente commedia, ironia, intelligenza e tragedia senza mai far sentire gli stacchi tra l'una e le altre.
Di questo film mi è piaciuta soprattutto l'interpretazione di DiCaprio, probabilmente il migliore attore della sua generazione. Merita davvero l'Oscar.
Non mi sono piaciuti, invece, il compiacimento nel sottolineare i disdicevoli comportamenti del protagonista, spregiudicato truffatore e convinto machista. Ho la sensazione che questo film piacerà tanto al pubblico per le ragioni sbagliate: si scambierà un infame per un eroe patinato, un po' come è successo per "Scarface".
L'eccessiva durata non pesa affatto sullo spettatore, e questo è un altro vantaggio di un film confezionato alla perfezione.

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Ultima risposta 29/01/2014 01.18.38
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  28/01/2014 11:01:20
   8 / 10
Uno Scorsese incatalogabile presenta la sua opera più discutibile e monumentale, un trionfo barocco che fa di questo film un "Paura e delirio a Wall Street".
Un viaggio nella finanza truffaldina (che poi magari qualcuno ci spiegherà quale non lo è...) costruita in un mondo surreale dove tutto è possibile e dove ognuno vive al massimo.
Il paesaggio umano trattaggiato da Scorsese è grottesco e guardato con occhio benevolo, messo in scena senza la minima volontà di giudizio, anzi è presentato quasi con simpatia. Se l'assenza di moralismo può essere visto come punto di forza nello stesso tempo colora il film di un'ambiguità che è difficile giustificare.
Se da un lato il fatto che un grande autore si senta esonerato dal dover lanciare messaggi di "impegno sociale e denuncia"può spiazzare chi è abituato, come noi, ad avere lezioncine morali didascaliche, dall'altro la simpatia che genera Belfort mette a nudo i punti in comune che tutti quanti noi abbiamo con il protagonista.
Chi accusa il film di essere un'apologia dell'arrivismo senza scrupoli, dimentica che questo Jordan Belfort è sicuramente meno peggio dei tanti mafiosi raccontati dallo stesso Scorsese o di arrivisti del potere.
In fondo Belfort era un leader carismatico che desiderava "solo" soldi, droga, sesso e donne e che cercava di condivedere fin dove poteva.

Gli italiani un soggetto così lo farebbero presidente del consiglio per acclamazione, in America tutto sommato, è sempre visto come qualcuno che ha vissuto il suo momento di gloria.
Scorsese parlandoci di un caso limite in realtà ci presenta Wall Street e paradossalmente il lato "buono" della stessa finanza, quello più "geniuno" vissuto sul desiderio del danaro mentre, mai come oggi attuale, la finanza è diventato il nuovo esercito dei popoli.
A quanti dicono che Leonardo di Caprio offre un'ottima interpretazione va sottolineato l'ottimo cammeo di Matthew McConaughey, dimostrando che non è necessario stare 3 ore in scena per essere ricordati.
Il limite di Di Caprio e il non essere riuscito a dare vere sfaccettature al suo protagonista, cosa che invece riesce a McConaughey che in poche battute ha dimostrato la follia, il viscidume e la sofferenza di persone fagocitate da quel mondo.
"The wolf of wall street" è comunque un film riuscitissimo capace di inchiodarti in sala per 3 ore, capita rarissimamente e lo stesso Scorsese spesso ha sbagliato sulle durate.
Un'opera monumentale che per la sua ambiguità è probabile che non riuscirà a farsi apprezzare all'Accademy come potrebbe ma comunque uno dei film più interessanti della stagione.

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Ultima risposta 31/01/2014 10.58.56
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marcogiannelli  @  27/01/2014 18:21:09
   7½ / 10
Non andate a vederlo con vostra moglie, non portateci i vostri bambini, nè i vostri genitori. Mi aspettavo un nuovo capolavoro del nostro Martin ed invece son deluso, molto deluso e voglio dire cosa per me non gira e cosa invece è perfetto.
Scorsese dirige un film del tutto nuovo e pazzo, incredibilmente pazzo che ha dei denominatori comuni con i vecchi film: il finale è molto da "Goodfellas", i personaggi sono ben marcati e c'è la solita attenzione del regista ai dialoghi.
Ma ecco che arriviamo al punto debole: il film dura tre ore, davvero tanto, e per me non è un problema, non inizio oggi a vedere dei film lunghi. Tutto sommato sembra che il regista voglia tirarla per le lunghe volontariamente, inserendo delle scene superflue, troppo di contorno e ricche di esagerazione. Ed ecco che la brillantezza iniziale del film diventa pesantezza, diventa piacere fine a sè stesso.
DiCaprio è F-E-N-O-M-E-N-A-L-E, la sua migliore interpretazione, meglio che in "Django" e in tutte le altre pellicole, un ruolo scritto per lui che lo consacra nell'olimpo di Hollywood. Leo non sembra a suo agio, sembra proprio che Jordan Belfort sia lui e che i suoi vizi, i suoi eccessi e le sue droghe gli appartengano. Provate a stargli dietro, per qualsiasi cosa faccia, provate a seguire ogni sua espressione, ogni suo dialogo o monologo, provate ad analizzarne camminata e atteggiamento, avrete un livello di interpretazione così alto da ricordare i primi film di Scorsese, in cui erano Joe Pesci e De Niro i mattatori. Oscar meritarissimo se arriva, altrimenti che spari alla corte.
Ottima spalla Jonah Hill, matto al punto giusto, e anche lui potrebbe agganciare la statuetta.
E io spero che i premi si fermino qui, perchè per gli altri tre premi vedo dei meriti superiori.
Menzione anche per la bellezza di Margot Robbie e per il cameo di McConaughey, poche scene ma tanta roba.

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Ultima risposta 27/01/2014 23.16.56
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Buba Smith  @  27/01/2014 11:42:25
   4 / 10

Pure io mi aggrego con quella piccola nicchia di voti bassi.

L'ho trovato veramente fuori luogo, davvero troppo assurdo ridicolo.

Sembra una specie di mix uscito male tra Prova a prendermi e Gatsby.

Pure troppo lungo, e di fatti in certi momenti pure noioso.

Bravo di Caprio, ma il film proprio non mi è andato giù. E' davvero cosi semplice far avere successo a un film? Basta che ogni volta si mette qualche donnina, droga e alcol, e si riesce sempre a strappare 9 o assurdi 10?

Per carità, la biondina meritava veramente, però l'ho trovata una bellezza mozzafiato sprecata in questo film banale e volgare.

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Ultima risposta 12/03/2015 14.44.23
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Ginko66  @  27/01/2014 09:32:54
   3½ / 10
Semplicemente ridicolo, esagerato, noioso. Dura 3 ore ma soprattutto le prime due potevano essere ridotte a 15min. Delusione totale.

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Ultima risposta 07/02/2014 18.52.13
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MonkeyIsland  @  26/01/2014 22:48:03
   7 / 10
Buon film ma non mi sento di definirlo un capolavoro per molte ragioni.
La prima è la durata veramente eccessiva, il secondo è l'ultima ora del film che secondo me è troppo sulla falsariga di Godfellas

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Per il resto il film ha molto brio e Scorsese riesce a fotografare bene il mondo degli eccessi grazie anche a un Di Caprio veramente in palla così come il resto del cast anche se avrei sperato che McConaughey avesse un ruolo di maggior impatto dato che il suo cameo è folgorante.
Quando uscira in dvd probabilmente lo riguarderò per magari coglierne più aspetti che forse mi sono sfuggiti, ma ammetto che nonostante siamo di fronte a un buonissimo film non trovo ci siano effettivamente le condizioni per elevarlo a capolavoro.

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Ultima risposta 28/01/2014 11.06.51
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Tautotes  @  26/01/2014 21:27:05
   6½ / 10
Dopo American Hustle, mi trovo a dover recensire un altro film dalla media sopravvalutatissima. Film banalmente eccessivo. Di ottimo c'e' solo Di Caprio.

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Ultima risposta 28/01/2014 23.12.58
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  26/01/2014 19:15:21
   8½ / 10
Dal Titanic al Naomi il Di Caprio interprete ha fatto dell' affondamento, in senso stretto e largo, la sua traiettoria prediletta. Scorsese ne sa qualcosa, dei naufragi, dei bravi ragazzi che tracollano, degli assi che traballano, dei re che durano una notte o qualche anno. Quello che gli mancava, per soffiare nelle narici bianche di Belford e dargli la vita, era una certa esperienza in fatto di cafoneria, bestialità ormonale, viscidume intellettivo; insomma il galateo di un imbecille molto ambizioso. Ed ecco che entra in campo Terence Winter, carico di culi, tette, fuck (569, pare), comicità. Comicità facilona, ideale per la storia. Secondo me, un film simile a tanti e uguale a nessun altro.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  26/01/2014 17:52:54
   8 / 10
Bello. Perchè questo è lo Scorsese che non ti aspetti.
Un film devastante, grottesco, brillante, divertente, esagerato dal primo all'ultimo secondo. Cioè, la faccio breve, le cose devono esser andate tipo:
"Ehi Leo, che ne dici se giriamo una scena in cui ti ficchi una candela nel culò?"
"Ehi Martin, giriamola immediatamente!"

Tutte le critiche (vedi il classico ritornello "la fascinazione di un criminale") per me lasciano il tempo che trovano. Non serve certo un film del genere per immaginare tutta la merdà che si nasconde dietro Wall Street. Il cinema aumenta. Il cinema trasforma. Il cinema ingrandisce. Il cinema è finzione.

Riflessione a parte per quanto riguarda Di Caprio: finalmente ho visto un grande attore. Totalmente al servizio del personaggio. Se non vince l'oscar quest'anno, è solo perchè gli dice davvero male (vedi i 21 kg in meno e la grande performance di Matthew McConaughey in B.D.B)

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  26/01/2014 13:21:23
   8 / 10
Lessi qualche giorno fa un articolo in cui Scorsese dichiarava di non aver diretto questo film, ma di averlo "vomitato". In effetti assistendo alla prima ora e mezza de Il Lupo di Wall Street si ha proprio questa sensazione. Scorsese non si pone limiti neanche per un secondo, spiattellandoci scene assurde su assurde che raramente ho visto materializzarsi tutte in un solo film. Si viene risucchiati in questo vortice no-sense esplosivo, esilarante ed autodistruttivo da cui se ne resta inevitabilmente affascinati. Ecco, questo avviene per metá film. Il resto è pura bravura del mestierante Scorsese, sempre abile ma meno dirompente rispetto alla prima meravigliosa parte. Bravissimi tutti gli attori, oltre al fenomenale Di Caprio. Una trentina di minuti in meno e probabilmente sarebbe stato piú fluido, benchè nel complesso non riesca a non considerarlo un filmone con i contro*****!

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ColdWar87  @  26/01/2014 10:58:16
   3 / 10
Cosa sia successo a Martin Scorsese non è dato saperlo. Un film ai limiti del raccapricciante, qualche trovata carina nella prima mezz'ora e per il resto quasi tre ore di oblio. Finale ridicolo. Il fatto che abbiano candidato questo film ad un oscar insieme al non certo eccelso,ma sicuramente di un altra spanna american hustle,nebraska e dallas buyers club resta per me un mistero.

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Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  26/01/2014 03:03:21
   8 / 10
Il film diretto da Scorsese é una bella descrizione di cosa possa avere significato il boom dei mercati finanziari in America.
Ho trovato le scene dei party divertenti e ben realizzate!
Di caprio come sempre formidabile, non capisco come sia possibile che ancora non abbia vinto un'oscar!
Imperdibile.

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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  24/01/2014 12:59:34
   7½ / 10
Sbaglio probabilmente a commentare questo film così a caldo, dal momento che tuttora non so bene cosa pensare. E' un film che lascia ammutoliti e perplessi.

Non che sia necessariamente un male, continuo a esplorare la materia agitatissima di questo film agitatissimo per trovarci punti deboli e punti di forza. La luce si leva a poco a poco sulla totalità di un film sicuramente complesso.

Cosa mi lascia perplesso? In ordine sparso: le voci interiorizzate, i 180 minuti di pellicola, la sperimentazione di formule e soluzioni tecniche che poco si confanno a un regista pulitissimo e classico come Scorsese (non sempre sperimentare è bene, specialmente se il film in questione ha un plot che più classico non si può), lo stile biografico, l'eccessiva ridondanza di alcune scene fini a se stesse (e questo si ricollega alla critica sulla durata), e forse un senso di stranezza a cui non riesco a dare un nome, ma che rimane sul fondo, qualcosa di smorzato, una reazione inconsulta che non so identificare ma che mi impedisce irrazionalmente un apprezzamento pieno.

Mi sembra che siamo anni luce da Godfellas, Scorsese è ormai un bravo regista che può solo sfornare immancabilmente opere di prima qualità, ma che non rappresentano certo la novità sconcertante dei suoi film epocali. Le sue storie probabilmente non lasceranno il segno nella storia della narrazione e del cinema, come hanno fatto Taxi Driver e Quei bravi ragazzi.

Ma non ha senso neanche riferirsi al passato: il film presenta anche notevolissimi momenti di spettacolo, divertimento e cinismo puro, i quali prendono le distanze dall'acritico agiografismo consegnatoci dalla stampa, e fanno scaturire riflessioni inevitabili su qualcosa che è sì umano, ma al contempo estremamente lontano, spiritualnente, da ciò che comunemente intendiamo con questo concetto. Ciò che ho apprezzato è stata l'attenzione alla caratterizzazione fisica e psicologica dei personaggi, e questo rimanda senza dubbio al miglior Scorsese, l'attenzione per il dettaglio che porta all'astrarsi dalla storia per seguire l'umanità di plastica di questi broker. Come programmaticamente viene riferito dal broker senior interpretato da McConaughey, lo stesso film è fugace, impressionistico, aleatorio, impalpabile, la storia non c'è, Jordan è portato deterministicamente al successo, ed è deterministicamente portato all'eccesso del divertimento. I personaggi possono fare solo questo, divertirsi con i soldi rubati. Di qui una monodimensionalità che spaventa, affascina, diverte, ma annoia pure dopo un po'. Ci si appella a ogni risorsa tecnica e letteraria per mostrare da diverse angolazioni il dio del divertimento, ma spesso ciò sfocia in una spettacolarizzazione inutile e verbosa: scene (pur divertenti) come quella dell'aereo, del Quaalude (Jonah Hill eccezionale), della droga Lemmon sono totalmente inutili. Eppure sono l'unica cosa da dire, sono necessarie. Forse è un film sul vuoto di una vita vuota e spaventosa. Ma allora, se così è, un reale criterio per stabilire perché non ci è piaciuto sembra informulabile. Si potrebbe dire che trattasi del solito film biografico. Che in realtà non parla di un problema, ma di una vita. Eppure in fondo il problema di quel mondo è un problema che è direttamente interconnesso con la loro vita. L'economia non è reale, ciò che è reale è la creazione di un bisogno basato sulle aspirazioni e i sentimenti della gente: la basica, ineliminabile, animale voglia di diventare ricchi. Tutto il resto è nulla. I personaggi di questo film sono interessanti proprio nella misura in cui annullano tutte le ansie normali degli esseri umani proprio in ragione del raggiungimento sconcertante di una meta che permette di divertirsi appieno, senza nessun limite. Nel loro essere il modello base di ogni essere umano, essi diventano oltreuomini. Non c'è nessuna cosa che interessa loro se non una cosa, e raggiungendola raggiungono uno stato di nirvana che solo la legge, qualcosa di anomalo, interviene a distruggere. Si distrugge un sogno, più che un essere umano, perché di umano non c'è quasi nulla, salvo l'attaccamento insensato ai bambini. La scena degli interrogatori è fenomenale (sopra c'è solo il reclutamento di Danny come primo collaboratore della società di Jordan) proprio perché mostra come non ci sia nulla di condivisibile, in quanto a valori razionali, con questi individui, presi dalla strada e sbattuti su una montagna di soldi. Ciò che resta è la chiusura di un Sogno, di un vero bellissimo sogno, che instancabilmente vogliamo vivere. Meraviglioso a questo proposito il duetto tra Kimmy e Jordan, quel "ti amo", quel delirio collettivo di benevolenza verso qualcuno che ha davvero realizzato l'ideale messianico più retrivo e animale, è sicuramente una delle scene più forti e riuscite del cinema contemporaneo.

Sicuramente Scorsese è un regista che continua a essere affascinato dal cinema. Che realizzi film epocali, è ancora tutto da vedere. Ma ripeto, un'istanza soggettiva di reazione non può in alcun modo parlare di un film. Restano le riflessioni centrali e la sicurezza di aver assistito a un bellissimo e inquietante spettacolo.

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anthony  @  24/01/2014 01:55:56
   10 / 10
"è tutto un fugeesy, fugasi..polvere di stelle"

Un petardo impazzito che viaggia a mille miglia oraria senza un secondo di tregua...una mitragliatrice, un trip impazzito di sesso, viziume, alcool, cocaina, tette, cůli...
..un viaggio agli inferi e nei peggiori dei paradisi: lo schifo umano per eccellenza elevato a miti di adorazione: l'amore e il patteggiamento per lo schifo puro.
Scorsese e Di Caprio han tirato fuori il coniglio dal cappello e ci hanno regalato un'assurdità, magica, spettacolare, irripetibile.
Applausoni.

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  24/01/2014 01:45:19
   7½ / 10
Martin, mannaggia a te, ma che mi combini? Mi tiri fuori un film che per la prima metà è pura dinamite, veloce, divertente, intelligente, scritto divinamente e poi cosa fai? Lo annacqui completamente nella seconda parte, con almeno 40 minuti di troppo, così da smorzare l'entusiasmo e costringermi a controllare l'orologio? Che peccato. Fortuna che la prima metà del film è così divertente che nel complesso il film rimane gradevolissimo, perché altrimenti ci sarei rimasto veramente male.

Poi che dire: cast semplicemente perfetto, con una gran prova di Di Caprio e di tutti i comprimari, dall'irriconoscibile McConaghey al mitico Rob Reiner.

Insomma tirando le somme e' un film senz'altro da vedere, oltre che un fenomenale salto in avanti rispetto all'immondo Hugo Cabret.

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Ultima risposta 02/02/2014 21.02.17
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Barteblyman  @  23/01/2014 11:50:16
   10 / 10
Non è facile scrivere di questo film, per quanto mi riguarda almeno. E' uno di quei casi nei quali basta solo dire "guardatatelo", ogni parola, ogni congettura risulterebbe infinitamente scialba nonché prolissa già dalla prima consonante. Verrebbe, ribadisco, solo da dire "guardatelo". Guardatelo trattenendo prima il respiro. Giovane spettatrice e giovane spettatore fai un respiro profondo e poi tuffati in quest'opera sublime, meravigliosa, intensa, folle, tossica e alcolizzata. Dovrai prender un bel respiro giacché Martin ci regala il suo film più lungo nonché il film con più parolacce nella storia del cinema (pare 506 fuck e varianti). Dettagli, dico la storia delle parolacce e della lunghezza. Quello che conta è che per tre ore ti ritroverai nelle mani di uno dei più grandi registi viventi che ha realizzato uno dei film più belli degli ultimi anni. Una lezione di Cinema e non solo. Una lezione di stile e di quella che è vera arte cinematografica e non solo blanda esposizione del proprio *****. A tal proposito io agli imminenti oscar vorrei candidarlo anche come miglior film straniero, giusto per aver maggior sicurezza. L'eccesso di Martin non è mai regresso e men che mai macchietta ma è un geniale spettacolo. Insomma, è dannatamente un privilegio il saper che Martin Scorsese è in città. La storia, è risaputo, è la vera storia (certo romanzata giacché è pure tratta da un romanzo) di Jordan Belfort, un broker di Wall Street. Un uomo che di certo non è stato un santo e che si è arricchito distruggendo la vita di altre persone. Ma l'aspetto morale non ha una grande importanza, in questo caso. Jordan Belfort, interpretato da un Leonardo Di Caprio maestoso è un Icaro proiettato non solo al denaro ma soprattutto verso un sé stesso implosivo e autorigenerante. Il denaro come ontologia e come estetica. Il corpo ontologico-estetico del denaro. Ma a parte questi "paroloni" che magari possono far uscire sangue dal naso o provocare l'esplosione di emorroidi basti solo dire, più banalmente, che il personaggio interpretato da Di Caprio è, nel male e nel bene, il simulacro epidermico di un'esperienza vissuta. Ossia una immediatezza tangibile e concreta (un tale Dilthey parlerebbe di erlebnis). Ma non voglio ora inimicarmi né i lettori né i concetti né me stesso con bislacche diramazioni.

Per noi comuni mortali impossibilitati dallo sniffare coca dal buco del **** di una splendida ninfa, non ci è difficile in qualche modo identificarci in questo giovane uomo. O meglio, per noi comuni mortali, le cui palle o labbra quotidianamente sudano seduti in metropolitana diretti a lavoro alle sei del mattino, non è difficile trovare irresistibile quello stile di vita. Non come concetto morale esistenziale ma come un "prendere in mano sé stessi". Per quanto la redenzione della ******* di Medjugorje sia prossima e per quanto il bene trionfi sempre e in ogni caso, la percezione netta di esser perennemente in equilibrio su un pelo di **** (e non a sniffare da esso) è direi fulgida e accecante. L'abisso è lì, a pochi passi, perché allora non sfuggirne ogni tanto? Perché non provare in fin dei conti simpatia o almeno non completo e ipocrito disprezzo per questa versione cinematografica di Jordan Belfort? Almeno nel mondo immaginifico certe cose si possono fare. Marty non è che ci dice cosa è bene e cosa è male (grazieaddio) ma è così "bastardo" da renderci un pochetto antipatici i tutori della legge che di Belfort vogliono farne uno spuntino. Ci fa ridere con lui, ci delizia con lui, ci fa sperare con lui. Ed è un film che parla di str...zifigli..., in fin dei conti. Alla fine, scegliere l'aspetto più divertente non è sempre una cattiva idea. E The wolf of Wall Street ce lo dice subito, parlandoci di un bluff palese, grazie ad una sequenza oltremodo magistrale. Tutta retta su un Matthew McConaughey fulmineo ed immenso.

La macchina da presa di Scorsese è lo sguardo del suo protagonista. Ci regala momenti motivazionali e deliri inverecondi. Scorrendo sopra le teste di esaltati putti con ali di banconote; svincolandosi tra pasticche e Veneri baccanti, tra schizoidi deliranti deliri (riciclando deliziosamente anche scadenze anni Ottanta), tra c**** e f**** e spudorati sguardi in camera. Andando ogni volta oltre e senza mai, senza MAI, decadere o de****** in volgari esibizionismi. Senza mai franare nell'ego formale o finto autoriale. Una differenza non trascurabile, quella che fa di Scorsese non solo un regista ma anche e soprattutto un cineasta nonché un maestro. Come lui stesso dice "I registi si limitano ad interpretare la sceneggiatura (...) I cineasti, invece, sono capaci di prendere il materiale di qualcun altro e riuscire lo stesso a fare in modo che ne emerga una visione personale.*" Il buon Marty (mi si passi il tono confidenziale) prende l'esplosiva sceneggiatura di Terence Winter (I Soprano, Boardwalk Empire) e la rende -per immagini, per forma e per sostanza- un corpus o un logos (come non citare il bronzo o comunque Eraclito) squisitamente scorsesiano. E non in senso di riciclaggio. No. Ed è anche qui il genio di un regista che magari potrebbe semplicemente andare per inerzia. Che me frega, so' Scorsese. Scorsese invece inventa, si reinventa. C'è più sana freschezza in questo film che in altre pellicole finto-innovatrici. Non mi si fraintenda, ma The wolf of Wall Street sembra un film girato da un giovane e geniale cineasta. Sembra l'esordio di un regista da tenere d'occhio. E invece, guarda un po', è di un c**** di settantenne che vorrei abbracciare e ringraziare allo stremo.

Come detto, meglio lasciar spazio alla visione piuttosto che a recensioni. Meglio gustarsi questo film e portarselo poi a casa che blaterarne ulteriormente. Per dire, io ho già bisogno di vederlo una seconda volta, anzi, ho già bisogno di vederlo una terza volta senza ancora averlo visto una seconda; altro che stare qui a scriverne. E a tal proposito, se è possibile il mio consiglio è di gustarlo in lingua originale. Lasciarsi quindi trasportare dalla macchina da presa di Scorsese in primis e poi dalle interpretazioni dei suoi formidabili attori. Attori ove oltre ai già citati McConaughey (eccelsa meteora) e Di Caprio c'è anche un... Come posso dire... Non lo so. C'è Jonah Hill. Giustamente candidato come miglior attore non protagonista il mai dimenticato Superbad qui è osceno per quanto è bravo. Guardalo, seguilo. Ogni suo gesto, dal sistemarsi la cravatta alle smorfie, al dormire strafatto è palese ed eccelso lavoro attoriale. Un lavoro attoriale che incamera un grande come Scorsese dall'altra parte giacché come lui stesso dice "Occorre dare agli attori l'impressione di essere liberi all'interno della gabbia di una scena, e questo a volte può significare una gabbia di appena un metro quadro". E che dire del lavoro di Thelma Schoonmaker? Storica montatrice di Scorsese. Nulla, anzi, molto. Moltissimo. E quindi, in sovraggiunta, il dire migliore è quello dello spettatore. Ossia cosa ci fai ancora qui a leggere questi miei deliri?

Tuffati anche tu quindi giovane spettatrice e spettatore. Drogati cinematograficamente parlando in groppa a questo lupo di Wall Strett. Pian piano ti verrà naturale mugugnare. Ti verrà naturale seguire il tamburellare. Mmm, mmm, mmm mmmm, mmm. Fuck! Mmm, mmm, mmmm, Yeah! Mmm... Mmm... Io amo Zia Emma! Mmm... Pazzesco e folle.... Mmm.... nonché formidabile ogni oltre misura, mmmm.... Il "vecchio" Martin firma uno dei film più gustosi e superbi non solo degli ultimi giorni ma... Mmm.... Mmmm.... Ma anche degli ultimi anni. Il cinema con il CINEMA maiuscolo. Da applaudire alternando ritmici colpi sul petto.

* L'occhio del regista, a cura di Laurent Tirard

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Ultima risposta 23/01/2014 20.55.03
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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  19/01/2014 01:11:26
   9½ / 10
Ritmo gente.Ritmo.
Stare al passo con la vita spericolata di Jordan Belfort.
Scorsese a briglie sciolte,si libera dal perfezionismo,dal suo metodo di regia e si lascia trasportare dagli eventi di un'epopea delirante e mastodontica.Un concentrato di maschilismo,edonismo,arrivismo,opportunismo e libero arbitrio nella città che non dorme mai.
Jordan come Lupo Di Wall Street,capo branco in una società di brokeraggio senza regole,dove prima si accendono i petardi e si fanno esplodere i libri di bonton e poi si pensa con la propria testa.
DiCaprio ottiene la parte che ha sempre desiderato,e ora si sa il perché.Dico solo questo.Al suo fianco un'aggiunta formidabile(Jonah Hill) che aveva bisogno di essere inserita in un film così eccessivo e stupefacente(nel senso più Quaaludesco del termine) da rasentare il ridicolo.
Ridicola come la vita di un agente di borsa che macina menzogne,e grazie a queste diventa un re che non si pone limiti nel spendere il suo capitale.
Prostitute.
Droga.
Viaggi.
Macchine.
Ville.
Campi.
Guardie e assistenti.

Fin dove ci si spinge per ottenere ciò che si vuole?
O meglio,una volta che sei arrivato a ciò che vuoi,fin quanto ti puoi ritenere soddisfatto di ciò che possiedi?

Mai sintonia più orecchiabile come la collaborazione tra:

-uno Scorsese che ha iniettato quantità incalcolabili di adrenalina per 3 ore regalandoci un"Quei Bravi Ragazzi" della Borsa di New York imbottito di Black comedy senza una linea guida per controllarsi.Da segnalare anche il montaggio,a stretto contatto con la direzione intrapresa dal regista,che funge da metronomo e mantiene sempre e solo un ritmo indiavolato per tutto il corso del film.

-e uno sceneggiatore tra i più esperti e ammirabili che ci sono in circolazione,alla pari di Aaron Sorkin.Mister Terence Winter,colui che ha dato vita ai Sopranos e BoardWalk Empire.Tante parolacce,tanti voice-over dentro e fuori la storia,scambi di battute taglienti e fulminanti,e un monologo che entrerà nella storia.

Nominato agli Oscar come Miglior Film,Miglior Regia,Miglior Sceneggiatura Adattata,Miglior Attore Protagonista e Non Protagonista...diamo una calorosa accoglienza ad un altro capolavoro di Scorsese.

THE WOLF OF WALL STREET ladies and gentleman.
Occhio a provare invidia per Jordan Belfort,non avete ancora visto niente.

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Ultima risposta 23/01/2014 18.49.51
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Lory_noir  @  18/01/2014 23:42:55
   7 / 10
Ben interpretato e con dialoghi brillanti, ma mi è sembrato un po' fine a se stesso. Sicuramente inferiore ad American Hustle.

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Ultima risposta 24/01/2014 02.01.54
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