this must be the place regia di Paolo Sorrentino Italia, Francia, Irlanda 2011
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this must be the place (2011)

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locandina del film THIS MUST BE THE PLACE

Titolo Originale: THIS MUST BE THE PLACE

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiSean Penn, Frances McDormand, Tom Archdeacon, Shea Whigham, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten, Kerry Condon, Judd Hirsch, Seth Adkins, David Byrne, Eve Hewson, Simon Delaney, Gordon Michaels, Robert Herrick, Tamara Frapasella, Sarab Kamoo

Durata: h 1.58
NazionalitàItalia, Francia, Irlanda 2011
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2011

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film This must be the place

Cheyenne, rock star ormai ritirato dalle scene, parte alla ricerca del persecutore di suo padre, un ex criminale nazista ora nascosto negli Stati Uniti. Nel cuore dell'America, inizia così il viaggio che cambierà la sua vita. Dovrà decidere se sta cercando redenzione o vendetta.

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Voto Visitatori:   6,78 / 10 (187 voti)6,78Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
Migliore sceneggiatura (Paolo Sorrentino, Umberto Contarello)Migliore fotografiaMiglior truccoMigliori acconciatureMiglior colonna sonoraMiglior canzone (If It Falls, It Falls)
VINCITORE DI 6 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore sceneggiatura (Paolo Sorrentino, Umberto Contarello), Migliore fotografia, Miglior trucco, Migliori acconciature, Miglior colonna sonora, Miglior canzone (If It Falls, It Falls)
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Voti e commenti su This must be the place, 187 opinioni inserite

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suboost  @  23/09/2021 01:33:31
   7½ / 10
ottimo sean penn, bella la fotografia, seconda parte piu godibile, merita la visione , ppeccato per il doppiaggio di sean penn un po troppo caricaturale, forse rende meglio in lingua originale

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  29/04/2020 08:03:27
   6 / 10
probabilmente il film più difficile e criptico di Sorrentino . Lento e tedioso per la prima ora cosI' com'e' svogliata e molle è la vita del protagonista ,pieno di situazioni paradossali al limite del grottesco la seconda parte con alcue ottime scene più da intuire che spiegate .
il film regge totalmente sulle spalle di un grandissimo Penn .ottime le musiche .
Non è che mi abbia fatto impazzire , forse per l'eccessiva lentezza e per la voce insopportabile di Cheyenne .

kafka62  @  06/04/2018 15:00:39
   7½ / 10
Sorrentino non è il primo dei registi italiani che ha trasferito la sua macchina da presa al di là dell'Atlantico. Penso, ad esempio, all'Antonioni di "Zabriskie Point" e – più recentemente e in chiave minore – al Muccino di "La ricerca della felicità" e di "Sette anime". C'è da dire subito che l'esito dell'esperimento è stato davvero notevole, dal momento che il regista napoletano ha affrontato uno dei generi classici del cinema americano, il road movie, con perizia e sensibilità, segno di una sorprendente assimilazione della cultura americana, senza per questo che venisse snaturata la propria poetica (cosa che era invece successo con Muccino, che si era mimetizzato come uno dei tanti registi hollywoodiani). Il suo gusto per i personaggi eccentrici lo si ritrova pari pari in Cheyenne, tanto che il Sean Penn dagli abiti dark, la capigliatura cespugliosa e il viso pesantemente truccato può ben essere considerato parente stretto del Toni Servillo de "Il Divo", "L'amico di famiglia" e "Le conseguenze dell'amore". E' un personaggio che si imprime indelebilmente nella memoria quello della vecchia rock star che si rifiuta di crescere, depressa, bizzosa, querula e piena di tic (quello per esempio di soffiarsi in continuazione il ciuffo che gli cade sugli occhi) e di manie (non può fare a meno di muoversi, quasi al rallentatore, con un carrello della spesa o con un trolley al seguito). A sconvolgere la sua immobilità, il suo vuoto esistenziale, sopraggiunge la morte del vecchio padre, con cui aveva troncato ogni rapporto da moltissimi anni. Se nel "cinema su strada" americano la storia è sempre un pretesto per una crescita, una trasformazione interiore, "This must be the place" non fa eccezione: attraversando luoghi iconici e pregni di significato (metropoli affollate all'inizio, e poi, in una progressiva rarefazione degli spazi, sordidi motel, solitarie stazioni di servizio, deserti a perdita d'occhio, nuvole bianchissime in cieli azzurrissimi e le immancabili routes che paiono non aver mai fine) e incontri bizzarri (un cacciatore di nazisti, un uomo coperto di tatuaggi, un indiano che senza dire una parola strappa un passaggio a Cheyenne e si fa lasciare in mezzo al nulla, un bambino obeso che duetta con lui cantando la canzone dei Talking Heads che dà il titolo al film, l'inventore stesso delle valigie con le ruote, e persino, in un breve cammeo, David Byrne), Cheyenne si mette, con la sua annoiata indolenza e la sua laconica e disillusa filosofia, alla ricerca dell'uomo che umiliò sessant'anni prima il genitore ad Auschwitz, uscendo dall'esperienza profondamente trasformato nell'animo (per la prima volta riesce ad amare e a capire il padre) e persino nel fisico (nell'ultima inquadratura lo vediamo addirittura vestito da persona comune). Sorrentino sfiora temi profondi e impegnativi (i legami di sangue, la vendetta, la ricerca di un senso da dare alla propria vita, la malinconia per il trascorrere inesorabile del tempo, i rimpianti per gli errori del passato) con la stranita curiosità con cui il suo protagonista osserva il mondo che lo circonda, vale a dire con apparente distacco, un pizzico di cinismo e senza alcuna sentenziosità (nonostante che alcune frasi pronunciate dalla voce off – ad esempio , "ci sono molti modi di morire, ma il peggiore è quello di rimanere in vita" – sono dei veri e propri aforismi), lasciando allo spettatore il non facile compito di riempire i vuoti e i non-detti, di tirare le somme e di ricavare e di ricavare un significato chiaro e univoco dalla parabola di Cheyenne. Quello che invece risalta senza ambiguità e con assoluto nitore è lo stile del regista: mai un'immagine banale, mai un'inquadratura messa lì per caso, ma uno stile elegante e raffinato, fatto di dolly sinuosi, di sequenze "a scoprire", di inquadrature che giocano sapientemente con cambi di messa a fuoco e di una stimolante alternanza tra il rigoroso iperrealismo ambientale (come è nei canoni del road movie) e la eccentrica stravaganza delle situazioni (il pistacchio più grande del mondo, un gruppo di turisti tedeschi nello Utah, il pick-up che prende fuoco senza apparente motivo). Con quest'opera disomogenea ma strabordante di motivi d'interesse, Sorrentino si conferma, grazie anche a una fotografia (di Luca Bigazzi) e a una colonna sonora perfette, uno dei migliori registi al mondo, e se Titta, Geremia e il "divo" Giulio erano già entrati a pieno diritto nella galleria dei personaggi memorabili della settima arte, anche questo goffo, indifeso e anacronistico personaggio che si trascina con estenuante lentezza per le strade d'America, con la sua risatina stridula e la sua voce in falsetto, non manca di lasciare la sua traccia nell'immaginario cinematografico.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  13/01/2018 14:21:24
   7½ / 10
Il solito Sorrentino, questa volta con un tocco americano. Sean Penn è bravissimo nei panni di un personaggio assurdo ma memorabile. Da un lato è uno dei tanti film on the road con il protagonista alla ricerca di se stesso, dall'altro non è uno dei soliti film on the road. Bello.

fabio57  @  16/02/2016 12:56:45
   9 / 10
Sorrentino si supera in questo straordinario film, dove un grandissimo Sean Penn ci regala una delle più convincenti interpretazioni della sua brillante carriera. Il tema trattato è la vendetta o la giustizia a seconda dei punti di vista. Ecco il regista per l'occasione, inventa un personaggio unico, una rock star di altri tempi depresso e dimenticato ,che non riesce a togliersi la grottesca maschera che ne fece un'icona musicale, anzi vi trova il suo rifugio emotivo. Sembra vinto e passivo, ma nell' inaspettata caccia all'uomo, gerarca nazista che umiliò il padre morente, ritrova il suo scopo esistenziale, la sua ragione di vita e riesce a ritornare nel mondo reale.
Molto bello

Kaneda95  @  18/01/2016 21:36:48
   8½ / 10
Film piacevole è ben realizzato, Sorrentino ha fatto ottimo lavoro, non sono d'accordo con chi dice che il film è noioso, diaciamo che ha un ritmo lento dove ha utilizzato le sue caratteristiche tecniche , ma la noia è un altra cosa ... lo consiglio veramente perchè c'è anche un fantastica colonna sonora e la performance di Sean Penn è impeccabile!

pak7  @  03/09/2015 12:27:01
   7 / 10
Discreto Sorrentino, pellicola a tratti divertente ma molto psicologica che si lascia seguire bene. Scorre via accompagnata da una colonna sonora adatta al contesto, buona l'introspezione del protagonista.

pernice89  @  22/06/2015 13:47:04
   7 / 10
Questo film ha il solo grosso difetto di essere un po' troppo lento e spesso noioso. Per il resto:
- ottimo Sean Penn, che ha interpretato un ruolo non semplice;
- trama abbastanza semplice ma interessante e molto psicologica, che scava a fondo nel personaggio principale;
- più che buona anche la colonna sonora.
Nel complesso quindi secondo me è da vedere almeno una volta. Data la sua lentezza, però, credo che una volta basti.

gemellino86  @  12/01/2015 17:12:24
   6½ / 10
Un film particolare che ha il grosso difetto di essere troppo lento e annoiare un po'. Bravissimo Sean Penn. Non riesco ad apprezzare tanto il cinema di Sorrentino. Comunque si tratta di una discreta operazione psicologica. 6 David di Donatello sono troppi.

the saint  @  12/01/2015 10:27:54
   6½ / 10
ottima sceneggiatura e qualche perla di saggezza sparata qua e là..

RDN92  @  22/03/2014 01:19:21
   7½ / 10
Immagino sia il film più debole nella filmografia del nostro connazionale Sorrentino, ma comunque ricco di spunti e di pregiata tecnica cinematografica. Quella non manca di certo al regista napoletano, capace di impressionare poeticamente in ogni suo movimento di macchina, senza lasciare nulla al caso (eppure molti sostengono l'esatto contrario). Concordo con chi vede in questa pellicola una specie di romanzo di formazione, attraverso il classico tema del viaggio on the road (a mio avviso, non abusato per ricreare le atmosfere di un tipico road movie all'americana). Come viene descritto all'interno del film, nella prima parte, Cheyenne è un bambino poco cresciuto che cerca una motivazione per diventare adulto, rompere con la sua noiosa vita da popstar (con tanto di look cucitogli ancora addosso, malgrado il ritiro dalle scene da un bel pò di anni) che vive di rendita, una rendita che proviene da quelle che lui stesso definisce canzoni commerciali, per depressi taglia vene, senza alcun significato preciso. Da questo punto di vista non può che nascere il rimpianto e il senso di colpa, in quanto proprio questo su "commercio" ha causato la morte di povere anime emotivamente fragili, oltre che l'invidia verso coloro che utilizzano la musica per scopi precisi, venendo giustamente definiti artisti. Penso che su questo punto Sorrentino anticipi di qualche anno quella critica all'arte che diventerà uno dei focus della sua ultima fatica, "La Grande Bellezza". Per quanto riguarda il nazismo e l'obiettivo della vendetta, penso che la tematica sia marginale, nessuno sfruttare la cosa per "rincorrere l'Oscar" come ho letto da altre parti (si sa che l'Olocausto è un tema sempre in voga ad Hollywood per spillare qualche premio). Ciò che conta è quello che Cheyenne acquisisce durante il viaggio, ovvero trovare se stesso, diventare finalmente adulto e togliersi la maschera da rockstar infantile, fumando la sua prima sigaretta, elemento che, come viene espresso nel film, non riguarda i bambini, i soli che non sentono il bisogno di fumare perché al di fuori da quell'ansia della vita adulta che il fumo può calmare. Ottima interpretazione da parte di Sean Penn, una garanzia quando si tratta di ruoli particolarmente complessi. Idem la McDormand, benché il regista gli riservi un ruolo secondario. In conclusione, un film che va sicuramente analizzato e apprezzato per quello che è, senza chiedersi se ci si aspettava più o meno da Sorrentino alla luce dei precedenti lavori.

marimito  @  02/02/2014 15:16:05
   6½ / 10
Ben diretto.. in pieno stile Sorrentino... anche se è capace di fare di meglio...cmq Sean Penn non dispiace.. la sceneggiatura sulle righe e mai prevedibile.. però io da lui mi aspetto sempre tanto.. e di più

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  16/01/2014 20:05:30
   7½ / 10
Benché manchi il consueto contesto italiano, il suo attore feticcio, i suoi personaggi deprecabili, è Sorrentino al 100%, il suo stile, il linguaggio forbito, illustratore di immagini visionarie, l'eterogenea colonna sonora che si fa trascinante, nessuna manomissione o adattamento per piacere all'estero, finalmente l'Italia ha modo di esportare un pezzo da 90 che possa nobilitare il suo cinema all'estero. Probabilmente un budget più limitato, com'era abituato, meno artificioso, lo scomodo paragone con 'Il Divo' che vuoi o non vuoi è automatico fare, non avrebbe accolto critiche così prevenute, andare oltre un doppiaggio penalizzante del protagonista, che ostacola tremendamente l'operazione intimista del regista, lo script ricorda il penultimo della Coppola ma ha il sapore di un clima coeniano non solo per la presenza della McDormand, ed è anche avvertibile quella surrealità e leggerezza di Wes Anderson, è un'opera di formazione con la differenza che al classico bambino c'è una rockstar cinquantenne che è rimasta infantile, il viaggio che poi è un pretesto è la meta per raggiungere la maturità, raffigurata simbolicamente con la prima sigaretta, poi c'è qualche dolly di troppo, c'è da metabolizzare un canovaccio un po diverso da come ci ha abituato, però Sorrentino è un autore ed è giusto che sulla falsariga del suo protagonista porti il suo talento a varcare i confini alla ricerca di una completezza autoriale/maturità artistica, non va imbrigliato o circoscritto attorno ai suoi topoi, molti temevano un americanizzazione del suo cinema, direi che quest'anno ha dimostrato che non è stato così.

Ermetico  @  20/11/2013 13:09:19
   5 / 10
krypton  @  29/10/2013 11:56:13
   9 / 10
"This must be the place" mi ha da subito ricordato un documentario che guardai tempo fa e che ripercorreva la vita di Ozzy Osbourne. Cosi come la celebre rockstar, Cheyenne ha le tipiche movenze ed espressioni delle persone che per anni ha abusato di droghe e alcool. Delle personalità quasi adolescienziali che rimangono intrappolate in un corpo d'adulto.

La rinascita è però possibile, il passaggio dall'infanzia all'età adulta, motivata dall'emergenza di un nuovo obiettivo da perseguire nella vita. Per Ozzy fu l'imparare a guidare, un sogno durato 40 anni, per Cheyenne è quello di ritrovare il criminale nazista che perseguitò e umiliò suo padre nel campo di concentramento di Auschwitz

Un ottimo film ricco di spunti interessanti, di situazioni tragi-comiche, di squarci fotografici su un mid-west americano intriso di tradizioni e di persone bizzarre. Da sottolineare l'ottima interpretazione di Sean Penn e l'eccellente colonna sonora. Sicuramente un film da vedere!

Lory_noir  @  19/09/2013 21:49:11
   6½ / 10
Notevole, magnetico e originale per certi aspetti. Per altri troppo inclassificabile.

Vlad Utosh  @  12/09/2013 14:08:51
   6½ / 10
Un film che ha alcuni notevoli pregi come la stupenda fotografia, l'interpretazione di Sean Penn-bravo come sempre- e alcune massime degne di nota

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Sull'altra faccia della medaglia troviamo però una trama molto debole e momenti in cui il film pare andare avanti per inerzia come il protagonista Cheyenne "versione 1".

Invia una mail all'autore del commento Project Pat  @  18/08/2013 21:37:05
   7 / 10
"This Must Be the Place" è un'opera che è stata forse concepita per essere tremila cose diverse tutte assieme ma che alla fine si rivela tranquilla, con pregi effettivi solo per quanto riguarda i dialoghi e il simbolismo dal momento che presa singolarmente, la sceneggiatura risulta essere abbastanza ridicola. A mio parere il momento più efficace è stato il finale, pienamente comprensibile nel suo messaggio ma bello anche solo a guardarlo nei suoi fotogrammi. Buona regia, il cui ritmo mi ha ricordato tra l'altro un po' quello di "Into the Wild" ma certamente non si grida al capolavoro.

Oskarsson88  @  12/08/2013 12:09:56
   7 / 10
Difficile dare un voto a questo film, il protagonista è a mio avviso come personaggio poco credibile e l'interpretazione di Sean Penn non mi ha esaltato, anche se d'altronde il protagonista, essendo apatico, non è che dovesse fare chissà quali versi. In ogni caso, anche la storia non è particolarmente credibile, e credo che questo possa e abbia irritato gli utenti detrattori del film. Di positivo c'è lo stile (che a Sorrentino piace tanto mostrare) e comunque una storia che va avanti e incuriosisce nel suo svolgimento, seppur alcuni (vari) punti rimarranno oscuri, vedi l'indiano, o il finale con la felicità della signora per il ritorno di Cheyenne. Difficile per l'appunto dare un voto, gli spunti positivi ci sono, così come alcune frasi. Può piacere o non piacere, io resto nel mezzo, l'intrattenimento c'è, però se uno ha tante aspettative può rimanere anche deluso...

benzo24  @  04/08/2013 17:59:04
   3 / 10
Veramente irritante e ridicolo. Sorrentino è bravo, ma Sean Penn non si può proprio guardare. Sembra di vedere Rainman vestito da Robert Smith che va a caccia di nazisti. Veramente ridicolo

Woodman  @  16/07/2013 18:11:54
   8½ / 10
Devo dire che anche io mi univo alla schiera di detrattori di Sorrentino, lo ritenevo un parruccone esaltato, presuntuoso, velleitario. Poi vidi "Le conseguenze dell'amore". Ascoltai quindi diverse sue interviste, lo sentii parlare. Ombroso, irresistibile. Parlare di amore e ossessione per il cinema, parlare di attori e provini, di stima nei confronti di Herzog, di scarsa considerazione per la cinefilia, di amore per la scrittura cinematografica, di amore per la letteratura. Sono davvero rimasto colpito da questo nuovo, piccolo, grande artista refrigerante e visionario, mi sono dovuto ricredere. Sorrentino è di fatto la nuova, vera speranza di rinascita per il Cinema italiano. Si sorvoli il primo film, quello che mi fece incazz.are, "L'uomo in più", e si passi quindi al memorabile "L'amico di famiglia", poi a "This must be the place". Questo suo esordio oltreoceano. Non concordo con chi lo definisce troppo americano o troppo italiano. E' un film dalla struttura narrativa lineare, semplice, con una scelta e un rigore stilistico davvero ammirevoli. Un gioiello. Il Cheyenne di Sean Penn (che conferma la sua duttilità e la sua grandezza) si pone come uno dei più magici personaggi del cinema degli ultimi 20 anni, ma in generale, credo che trovi spazio nell'immaginario collettivo ad uno sguardo globale su tutta la storia del Cinema, e non esagero.
Trovo che il reparto di contorno sia tutto splendidamente azzeccato, non solo fra le giovani promesse.
Menzione per la sempre grande Frances Mc Dormand, per il ritrovato Hirsch e per quel mostro sacro di Harry Dean Stanton (doppiato da Carlo Valli).
Grande colonna sonora, mitico Byrne.
Il compimento della sottile vendetta poco prima del finale è da brividi, nella sua semplice costruzione. L'ermetismo di fondo, necessario per ogni racconto psicologico che si rispetti e cerchi di salvarsi dalla superficialità, è accompagnato da una di quelle strane malinconie puramente cinematografiche, e secondo me basta tanto per farlo rientrare tra i classici.
Difficile parlare di questo film così apparentemente semplice.
E' la magia di Sorrentino, la sua simmetrica poetica, senza pretese o facilonerie, pulitissima e luminosa. E' il cinema ritrovato, letteralmente.
Applausi.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/07/2013 20.11.08
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leonida94  @  08/07/2013 18:16:40
   7½ / 10
Che cinema !
Sorrentino dirige un film talmente affascinante e ricco di sentimento che lo spettatore ne viene completamente travolto e attratto, senza vie di scampo.
L'originalità della storia, dei dialoghi e dei personaggi è formidabile e si sposa perfettamente con una sceneggiatura ben congeniata.
Sean Penn è credibile nella parte, riesce a sostenere il peso di un personaggio molto particolare, come in bilico tra l'introverso e l'estroverso.
Simpatici alcuni passaggi e significativi altri, per un film che è tutto da gustare.

cort  @  02/06/2013 22:41:41
   7½ / 10
parte molto bene e direi che i primi 40 min incentrati sul personaggio Cheyenne(sean penn) sono fantastici poi si perde in una trama confusa fatta di episodi un po forzati ma dai dialoghi interessanti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  01/06/2013 18:15:26
   8½ / 10
Riconciliazione con la famiglia, con se stessi, con la vita, e riconciliazione con il cinema.
"This must be the place" è voglia di mettersi in gioco, di sperimentare, di nascere due volte.

dkdk  @  22/05/2013 23:16:25
   8 / 10
Cosa dire di questo film , dopo averlo visto è facile cadere sul banale... dico solo gran film....

mauro84  @  08/05/2013 15:13:08
   7 / 10
questo è un dei film che mi son lasciato sfuggire 2 anni fà e ritrovarlo, guardarlo è stata un vera emozione, un dramma che si compone a poco a poco, ci son frasi, discorsi che fanno riflettere e che rispecchiano la spettacolarità del dramma narrato! . qualcosa di eccezzionale il tutto! ho amato molto le location molto suggestive.

stupefacente l'attore Sean Penn (sempre pronto al posto giusto al momento giusto!). il resto del cast è relativo e non al suo altezza fama.

complimenti al regista italiano che conferma quando di buono fà. complimenti per la pellicola!

complimenti poi per i 6 premi di david di donatello che confermano quanto sto film ha fatto bene ed è stato girato bene!

film da vedere!

Mark_01  @  07/04/2013 21:10:28
   9½ / 10
Sean Penn è stato brillante nei panni di Cheyenne: Un interpretazione del personaggio davvero autentica! Il non riuscire a lasciarsi alle spalle il passato è una componente comune,questo film da una speranza di risollevarsi.

Jolly Roger  @  22/02/2013 18:04:20
   9 / 10
Lo sai qual'è il vero problema? Che passiamo senza farci troppo caso dall' età in cui si dice "un giorno farò così", all'età in cui si dice "è andata così…"

Verità triste e bella insieme, la vita è un viaggio, come partire su un treno a caso da una grossa stazione ferroviaria senza sapere precisamente quale sarà la nostra destinazione. I binari alla partenza sono tanti, vanno in direzioni tutte diverse, a volte si accavallano nei pressi di uno scambio, corrono paralleli o curvano.
Ma più ci allontaniamo dalla stazione, più i binari si distanziano a seconda delle diverse mete.
Alla fine rimangono solo quelli del treno che abbiamo scelto.

Il protagonista, Cheyenne, affronta questo viaggio rifiutandosi di crescere, restando l'eterno ragazzo con conflitti irrisolti e che non parla al padre da vent'anni.
Ecco poi che un giorno, all'improvviso, Cheyenne decide di fare il primo passo. Inizialmente il riavvicinamento avviene in modo distante e freddo, ovvero attraverso la pianificazione della vendetta nei confronti di quello che era stato l'aguzzino del padre, per poi diventare un riavvicinamento sempre più emotivo e vssuto.
Grazie a questo riavvicinamento col padre, Cheyenne diventa un uomo, in grado di fare i conti con il proprio passato e di guardare al presente con serenità.

BlueBlaster  @  06/02/2013 02:01:08
   6 / 10
Il film è strano ma ad esempio la storia mi è piaciuta parecchio anche se mescola un sacco di cose che non centrano nulla tra loro e che per questo appare spesso confusa e sconclusionata....però alla fine è originale nel suo essere!
Sicuramente bravissimo Sean Penn mentre la regia di Paolo Sorrentino (di cui ho visto poco o niente) è raffinata ma troppo lenta e contemplativa per i miei gusti...all'inizio mi piacevano quei campi lunghi e quel ostentare in certi dettagli o momenti ma poi la visione si è fatta un pò pesante e proprio non ho capito perché lo abbia girato così..comunque una scelta stilistica che può piacere, sinceramente avrebbe potuto essere migliore ma non è male!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  11/01/2013 14:20:08
   7 / 10
In fin dei conti il film mi è piaciuto soprattutto per la straordinaria prova di Sean Penn che impersona questa rockstar impasticcata ma profonda, maldestra ma anche molto acuta. E' stato bravo Sorrentino a dipingere questo personaggio perfetto per l'attore però devo dire che ci sono svariati momenti morti e il ritmo cala notevolmente, senza contare che l'inserimento di certi temi forzati sono più una trovata commerciale che altro. 6 David forse sono troppi ( la fotografia poteva andare a ACAB - All Cops Are Bastards nominato per lo stesso anno ).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  11/01/2013 12:38:48
   5 / 10
Spoiler presenti.

Mi pare il film più personale del regista. Non in senso autorale (magari), bensì biografico, emotivo.
Sorrentino ha mostrato un viaggio da lui realmente compiuto. Ci ha messo dentro l' amato David Byrne. Ha costellato il tutto con aforismi che da tempo aveva riposto nel cassetto di scrittore. Per lo più frasi a effetto, anche belle, che cozzano con la sostanza di chi le pronuncia.
I personaggi non dialogano, affermano. Sembrano autocompiacersi delle spacconate che declamano.
Cheyenne non è quel Titta di Girolamo che col suo linguaggio da letteratura emergeva da una vita in ombra. Cheyenne è un bambino di cinquant'anni, a quanto pare(?). Nondimeno dice cose fastidiosamente intelligenti. Come se già avesse capito tutto. Come se fosse conscio sin dal principio delle proprie mediocrità.
Unico spettatore immobile, piangente, nella folla energica che assiste al concerto di Byrne, riprova una volta di più la -già- raggiunta consapevolezza.
Quel che persiste del ruolo stantio di pop star, come si definisce lo stesso Cheyenne, è puramente esteriore, direi futile. Io vedo che non ha alcun bisogno di crescere (non quanto ne abbia bisogno sua moglie, per esempio), eppure tutti intorno a lui sono convinti del contrario.
"Qualcosa mi ha disturbato" ripete, e io sono d' accordo con lui.
Sorrentino ha persino affibbiato a Sean Penn una voce ridicola, tanto per rendere credibile la fantomatica immaturità del personaggio.
Trovo che il vero riscatto sia di coloro che Cheyenne incontra e soccorre. La ragazza riesce ad aiutare il figlio, l' inventore della valigia a rotelle rompe per un istante l' anonimato, l' indiano arriva dove voleva arrivare.
Cheyenne ne ricava la piacevole sensazione di essere utile. Col proprio denaro, col proprio ascolto, col proprio percorso. Irritante, ma ci sta.
Comunque la destinazione del viaggio è molto più rilevante delle tappe di mezzo.
Alla destinazione corrisponde il momento più intenso, l' incontro più bello. L' ex ufficiale nazista è un uomo che ormai desidera solo questo: l' ultimazione di una vendetta in fondo già subita.
La passeggiata sulla neve senza vestiti è una pena fortemente voluta, simbolica ed espiatoria.
Cheyenne infligge una denudazione ben più significativa quando toglie gli occhiali all' "umiliatore", e lo immortala saldo sulla poltrona, nella posa emblematica di un' attesa devastante, lunga tutta la vita (anche C. all' inizio era stato vittima del flash).
Ecco, la scelta lucida di rinunciare all' omicidio è l' unica importante evoluzione del protagonista.
Ogni comparsa alla fine del film sembra aver avuto la sua piccola resurrezione. Cheyenne, dal canto suo, si rinnova attraverso una salviettina struccante, una nuova acconciatura, un vizio adulto, un abbigliamento ordinario.
Insomma assume sembianze più comuni, apprezzabili anche dalla gente stupida. E sorride finalmente contento.

InvictuSteele  @  23/12/2012 21:42:44
   7½ / 10
Viaggio introspettivo di uno Sean Penn straordinario nei panni di una rockstar in declino e in cerca di redenzione, Sorrentino grazie alla sua eccellente tecnica filmica ne mette in risalto la sofferenza interiore. Ottimo sotto ogni punto di vista, peccato che il film lasci aperti alcuni interrogativi importanti che gli autori avrebbero dovuto chiudere in maniera esaustiva. Comunque bellissimo film da parte del miglior regista italiano del momento.

ps: avrei preferito si parlasse un pò più di musica dato il soggetto. Bellissima e storica la canzone che da il titolo al film "This must be the place" dei Talking Heads.

calso  @  27/11/2012 12:20:48
   7½ / 10
Un Sean Penn a grandi livelli, caratterizza il personaggio in modo strepitoso...leggermente lento, ma è proprio un aspetto che vuole trasmettere il regista relativamente alla condizione del protagonista...da vedere assolutamente

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  16/11/2012 23:24:37
   7 / 10
Questo film ha alcuni momenti molto belli, alcune panoramiche bellissime, una colonna sonora notevole e pure attori molto bravi. Purtroppo la storia non è un granché (come si fa a crescere? la caccia ai nazisti??) e quel poco che c'è è o già visto o parecchio confuso. Personaggi appaiono e scompaiono a volte senza ragione. Un sacco di metafore e il tentativo di mettere insieme molte idee con, appunto, un collante poco convincente. Penn è bravo: sembra un po'Robert Smith, un po'Alice Cooper, parla come Forrest Gump e si muove come Ozzy Osbourne. Giunti alla fine (non senza qualche momento di noia) ci si può accontentare di quel che Sorrentino vuole far finire bene.

topsecret  @  05/11/2012 09:42:40
   7 / 10
Un'idea interessante per una storia ben diretta e congeniata da Paolo Sorrentino che si avvale di un Sean Penn sopra le righe, autore di una performance apprezzabile.
Film che coinvolge in modo fluido e lineare , permettendo una visione senza distrazioni.

vale1984  @  10/10/2012 14:06:26
   8 / 10
un gran bel film con un'ottima sceneggiatura e un personaggio veramente poliedrico e magistrale. Sean Penn è meraviglioso, credibile e veramente bravo. Conduce e si muove con un'abilità fantastica e traina la storia attraverso vicende particolari e inquietanti.
Molto bello.

andrea1994  @  07/10/2012 12:57:34
   9 / 10
Un film straordinario che mostra il viaggio interiore di Cheyenne, un personaggio presentato in maniera sublime nelle sue tante ed insolite sfaccettature. Magistrale Sean Penn. Mi ha davvero coinvolto e mi stupisco nel vedere che alcuni lo hanno trovato noioso. Molto bella la colonna sonora. Una pellicola che fa onore al cinema italiano! Non perdetelo!!!

Reservor dog  @  19/09/2012 15:01:37
   6 / 10
Sono molteplici le riflessioni che questo film mi ha indotto; molteplici, e ancor più discordanti. Non è facile per un sorrentiniano come me ammettere che qualcosa in questo film non vada come mi aspettavo, ma è quel che è successo. All'impeccabile e consueta cifra stilistica manca infatti la sostanza dei precedenti film il cui posto si è tentato di colmare con alcuni espedienti mal riusciti. La caccia al criminale nazzista, l'incontro/sfogo con Byrne e più in generale un lirismo spesso inutile smascherano la poca originalità della vicenda e non resta che consolarsi con le belle prove di Penn e della immensa McDormand.

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elnino  @  18/09/2012 01:32:58
   6½ / 10
Tutto per Sean Penn questo voto, interpretazione eccellente. Il resto poca roba

TimBart  @  13/09/2012 12:45:41
   4½ / 10
Premesso che sono un fan di Sorrentino. Ma questo film è ciò che di più lecca**lo ci sia. L'intimità, la psicologia e le caratteristiche del personaggio su cui tutto regge, cara nei film del regista, qui è un pretesto per mettere la star, che, a mio avviso, Sorrentino non riesce a contenere e che sa di già visto. Le masturbazioni visive del Napoletano in coppia con Luca Bigazzi, fatte di movimenti di macchina fini a se stessi e poco utili alla narrazione, rendono il film ancora più irritante, come a dire "ma quanto siamo belli ma quanto siamo bravi, avete visto Americani? Ce lo fate fare un film?" Per non parlare della parabola ebrea messa furbamente per attirare la grande industria statunitense, niente di più lontano dal vero cinema del narratore partenopeo. Una grande delusione.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  09/09/2012 18:50:24
   3 / 10
E quindi? Io ci ho capito ben poco... Veramente noioso e poco riuscito. Anche Sean Penn, che tutti incensano, l'ho trovato del tutto sprecato per un personaggio inutile. No comment sul premio Donatello per la miglior sceneggiatura!

maitton  @  03/09/2012 10:54:28
   7 / 10
bellissimo questo film di sorrentino.
un meraviglioso sean penn, che ho adorato per la sua credibilita'dalla prima all'ultima scena del film.
ho apprezzato molto anche il finale, pieno di speranza.
la soundtrack poi, e'la perfetta compagna di viaggio.

Attila 2  @  01/09/2012 13:21:44
   7½ / 10
Un film "delicato" che nella sua drammaticita' riesce anche ad avere spunti "comici".Un film "lento" come l'apatia del prtagonista,come il suo parlare strano,di uno a cui non frega niente delle cose ma,allo stesso tempo,sembra afflitto e triste.Un personaggio che ti prende per il suo modo contraddittorio di essere.Un film che tratta un argomento delicato come quello dell'Olocausto,e l'altrettanto delicato argomento di un rapporto padre-figlio,mai "sbocciato" e vissuto interamente da nessuno dei due.Cheyenne che non vede suo padre da anni,perche' pensa che non gli voglia bene,e nonostante che abbia una vita "normale" e anche "bella" con una moglie che lo ama,una casa e degli amici,anche un po' particolari,ma pur sempre amici,non riesce a godere appieno di questa sua vita ,continuando a vivere nel suo passato,tanto che e' sempre "truccato" come quando era una rock star,e nella sua "immaturita'" che si evince dalla sua domanda "ho avuto quasi tutti i vizi del mondo,ma non ho mai fumato,chissa' come mai?" "perche' solo gli adulti fumano,e tu sei rimasto un bambino".La prima parte presenta il personaggio di Sean Penn in maniera molto approfondita ,la seconda e' quella del viaggio e della riscoperta di se stesso.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER La consapevolezza che suo padre,gli voleva bene,fa si che Cheyenne,voglia in un certo modo,recuperare il rapporto con suo padre,anche se non c'e' piu',andando a cercare il Nazista che lo aveva perseguitato,nel campo di concentramento.Questo viaggio diventa la svolta della sua vita,i personaggi che incontra gli fanno capire che non tutto e' male e cattiveria,tanto che lui aiuta anche alcune persone che conosce durante il cammino.Questo gli apre gli occhi,lo avvicina a suo padre e lo fa crescere.Fino alla catarsi dell'incontro con l'ex ufficiale nazista.Bellissimo come risolve la questione con questo personaggio negativo,"spogliato" di tutta la sua cattiveria,dalla vecchiaia che arriva per tutti.Film di viaggi che fanno riscoprire se stessi,ai protagonisti della pellicola,ne ho visti molti.Ma questo e' uno dei piu' belloi.Un Sean Penn a dir poco straordinario,caratterizza il personaggio di Cheyenne in maniera perfetta,il film,che puo' sembrare lento,a me,come detto all'inizio sembra "delicato" che vada di pari passo con la vita di Cheyenne,apatico all'inizio,per andare in un crescendo che porta al meraviglioso finale,e dico meraviglioso perche' io l'avro' capito a modo mio,perche' negli altri commenti,non ho visto nessuno che la pensi com me,ma secondo me....

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Gran bella pellicola,un film che ha lasciato il segno.

Invia una mail all'autore del commento nightmare95  @  28/08/2012 00:52:29
   6½ / 10
Film drammatico/comico particolare, che mi è discretamente piaciuto.
All'inizio ero un po' titubante, ma nonostante tutto ero curioso di vedermelo. Soprattutto per via della presenza di Sean Penn che reputo un ottimo attore.
Stupendo il trucco, molto bella anche la colonna sonora che è stata giustamente premiata.
Non ci troviamo difronte ad un film memorabile, però è indubbiamente una buona pellicola che merita di essere vista.

THEANSWER  @  27/08/2012 22:05:37
   9 / 10
Drammatico ma non troppo, adirittura in certi momenti comico. I dialoghi anche se in alcuni momenti lenti mai noiosi e banali. L'ultima scena (quella della sigaretta) semplicemente geniale perchè racchiude l'intera trasformazione del personaggio. Ottimo. Consigliato. Peccato averlo perso al cinema.

Scuderia2  @  25/08/2012 10:44:13
   10 / 10
C'era una volta un cantante in letargo.
Viveva tranquillo a Dublino,nella sua grande e bella casa,in compagnia della moglie.
Si vestiva e si truccava come quando era famoso.Anzi,come quando cantava.Perché famoso lo era ancora,e la gente lo riconosceva.
L'eroina e l'alcool della gioventù l'avevano scarabocchiato.
La sciatica lo faceva camminare come uno con una ramazza nel sedere.
Ma era simpatico e saggio.
Una bibita gassata da bere rigorosamente con la cannuccia.
Un carello della spesa o un trolley da trascinare.
Le quotazioni di borsa da controllare.
La pelota basca rivisitata.
Qualche rimorso.
Questa era la sua vita.
Poi un giorno arrivarono brutte notizie dall'America e lui dovette partire.E scoprire.
Perché se sei ebreo,prima o poi, i conti con una certa terribile Storia li devi fare.
Cheyenne,questo era il nome del protagonista di questo racconto,inizió allora un viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti,deciso a portare a termine ció che il padre non era riuscito a completare
E per far questo,Cheyenne pensò che forse era il caso di comprare la pistola piú grande del mondo.
Cheyenne partí in nave e torno' in aereo.
Partí Cheyenne e torno' John Smith.
Partí bambino e torno' uomo.
Facile quasi come fumarsi una sigaretta.

Una favola favolosa.

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Ultima risposta 27/08/2012 22.01.43
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR alexava  @  05/08/2012 01:44:13
   6 / 10
Tanti ma veramente tanti, tantissimi pregi tecnici (una fotografia ottima, una regia eccellente, degna del miglior Sorrentino che fa un uso strepitoso del dolly che non abbandona mai il protagonista, se non per concederci una capatina ad un concerto dei talking heads) che non sono serviti da una trama particolarmente brillante.
Ho detto la stessa cose per quanto riguarda "Il discorso del Re", ma in quel caso, i pregi tecnici servivano dei personaggi affascinanti, coinvolgenti, ben scritti. Invece in Must be the place il personaggio principale è scritto benissimo, ma manca di mordente, di appeal. La sua apatia rende leggermente apatica anche la visione del film. Il tutto marcato da una lentezza veramente opprimente ma in linea con lo spirito del film.
Voglio dire che con questo film ti ci devi pigliare. Questo film è UN solo personaggio. Se non ti ci prendi, non ti prendi manco col film. E' successo a me.

fcim  @  09/07/2012 02:00:43
   2 / 10
Credo che sia in corsa per il titolo di film più noioso e incomprensibile del 2012 nonostante un grandissimo Sean Penn. Mi ha ricordato il romanzo "waiting for Godot", ovvero il teatro dell'assurdo. Il termine tecnico per questo tipo di film è "*******ta intercontinentale".

KRIS.K  @  02/07/2012 16:00:50
   5 / 10
Sono stato anche buono..con la scusa di attori internazionali , una regia particolare , credevano di fare un capolavoro. Non credo proprio.5-

C.Spaulding  @  13/06/2012 16:59:02
   4 / 10
Uno dei film più brutti e pallosi che abbia visto. La storia è di una noia mortale e nonostante Sean Penn sia uno dei più bravi attori in circolazione,non basta per risollevare il film. Lenta e monotona questa pellicola annoia e non regala nessun'emozione. Sorrentino ha voluto fare un film riflessivo e strano ma gli è venuta fuori sta cacata immane !!!! EVITATELO !!!!

Hakeem  @  13/06/2012 16:40:50
   4½ / 10
L'aggettivo che mi viene in mente per descrivere questo film è uno solo: fastidioso. Fastidioso, ai limiti dell'insopportabile, è il personaggio interpretato da Sean Penn. Fastidiosa è la lentezza del film, a tratti esasperante e spesso ingiustificata. Fastidiose sono le forzature a livello di trama (la ricerca dell'ufficiale nazista cattivo, a tal proposito, è tanto superflua quanto imbarazzante). Fastidioso, è più in generale, il modo di fare cinema di Sorrentino (regista sopravvalutato da critica e pubblico come pochi altri).
Salvo questa storiella (una via di mezzo mal riuscita tra The Wrestler di Aronofsky e Una storia vera di Lynch) da un'insufficienza più grave, poiché complessivamente ben confezionata (fotografia e ambientazioni ottime); ma del resto che non è il talento che manca a Sorrentino, ciò che manca, purtroppo, sono i film stessi.

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andreapau  @  29/05/2012 13:40:47
   7½ / 10
Cheyenne è naif come nemmeno un bambino potrebbe essere.
Rockstar in baby-pensione, disoccupato di lusso, assoluta nullità artistica e umana, trascina stancamente il baraccone, imbellettato e cotonato.
Trucco e parrucco sono forma che si è fatta sostanza, seconda pelle che si è fatta scafandro protettivo senza il quale Cheyenne nemmeno esisterebbe.
Ma sotto la cenere una fiammella continua ad ardere, bisogna soltanto soffiarci sopra per ravvivare il fuoco, il guizzo selvaggio del rocker di pelle vestito.
Arriva il vento giusto, quello che permette a Cheyenne di mollare gli ormeggi e avventurarsi verso dove mai avrebbe immaginato.
E' un vento aspro quello della vendetta, ma che lo riporta a casa in una navigazione sicura e spedita, su una nave via via piu' leggera e priva di zavorra.
Sbarca un uomo che non è piu' Cheyenne, o forse è soltanto il vero Cheyenne...chi lo ama lo riconosce e risponde al suo sorriso.

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Ultima risposta 31/05/2012 11.20.43
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endriuu  @  22/05/2012 23:22:59
   6 / 10
la sufficienza è solo per le qualità tecniche di sorrentino. il resto è il vuoto.. ( sean pen a parte )

Fifì  @  22/05/2012 19:05:28
   8½ / 10
Devo dire che sono partito prevenuto verso questo film, dopo aver ascoltato diverse critiche negative di alcuni, in modo particolare quella del mio professore di cinema che lo ha definito banale e inconcludente, ma devo contraddire tutti quelli che hanno detto che il film è pessimo, personalmente l'ho trovato poetico e profondo, anche se un pò dispersivo sulla trama, ma è un film che mi ha addolcito e sensibilizzato, anche se non so nemmeno io bene il perchè. A mio parere è un film che non va guardato, quanto ascoltato, infatti non tutte le immagini mi sono piaciute ma ho trovato i dialoghi profondi e le musiche, anche se non sempre, stupende. Il personaggio di Sean Penn è apparentemente ingenuo, disinteressato e ambiguo, ma che sa sorprenderti ed essere un vero filosofo e poeta. Inoltre sono rimasto sorpreso dal fatto che il film mi ha dato l'impressione di essere lento e pesante ma solo alla fine mi sono accorto che è finito subito e mi è venuta voglia di riguardarlo.

Invia una mail all'autore del commento eureka!!!  @  21/05/2012 19:57:56
   5½ / 10
Non ho potuto vederlo al cinema e ho aspettato la serata giusta per godermelo in santa pace a casa in dvd.
Avevo grandissime aspettative per l'ultimo lavoro di Sorrentino, regista che apprezzo moltissimo, soprattutto considerando il quasi piatto panorama cinematografico italiano, ma purtroppo le mie speranze non sono state esaudite.

Ho trovato This must be the place un film noioso, assolutamente non coinvolgente, ma con bellissime inquadrature, esageratamente belle, tanto da far nascere il forte sospetto che Sorrentino si sia concentrato troppo sul lato stilistico e molto poco su tutto il resto.

Intanto, bisogna dire che il personaggio interptretato da S.Penn non mi ha minimamente convinto, sia a causa della sua personalità eccessivamente da "cervello bruciato" tanto da sembrare una sorta di RainMan/ForrestGump dei poveri, sia per la scelta della pessima voce italiana, che sinceramente mi dava sui nervi a ogni sillaba. E qui la colpa è di Sorrentino.
Credo che sia un film che piace se si entra in empatia con il personaggio, oppure un film che non può essere apprezzato se il personaggio risulta antipatico o poco convincente. Non ci sono mezze misure... e a me purtroppo il personaggio proposto in quel modo non mi era affatto simpatico...

Non mi ha convinto nemmeno la poetica di Sorrentino, quella poetica che mi ha fatto innamorare di "Le conseguenze dell'amore" e che lo ha reso un grande autore. Come già detto, la poesia in questo film è relegata soltanto alla bellezza stilistica, a una stupenda fotografia, a magniche scenografie, ma, ahimè, manca l'emozione e il sentimento a cui Sorrentino ci aveva abituati, o meglio, illusi.
Ebbene si, temo che il termine più esatto per descrivere la carriera del regista sia proprio "ci ha illuso" perchè il suo percorso, purtroppo, mi sembra una parabola discendente: parte in modo magnifico con "Le conseguenze dell'amore" (escludendo l'opera prima "L'uomo in più"), vacilla con "L'amico di famiglia", trema con "Il divo", facendo fra l'altro nascere i primi sospetti di un eccessiva attenzione stilistica e termina con "This must be the place" con cui conferma ed aggrava, purtroppo, i dubbi del precedente lavoro.

Ho letto che fra poco Sorrentino inzia le riprese del suo nuovo film ambientato a Roma, in cui, ancora una volta purtroppo, nel cast sono presenti Verdone e la Ferilli, due cognomi, soprattutto il secondo, che stonano molto, troppo, insieme a quello del regista. Per fortuna c'è anche Servillo...


Speriamo che Sorrentino riesca a tenere alta la testa, ma il timore che non sarà così si sta insinuando in modo prepotente.
Speriamo...




Come al solito commento poco, però vi leggo moltissimo!!


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floyd80  @  17/05/2012 18:44:57
   7 / 10
Tanto Wes Anderson con spruzzate alla Malick e purtroppo poco della poetica del nostro caro regista, questo è This must be the place un film che ci pone degli ottimi dialoghi, alcuni d'antologia, musiche da grande film e una regia sopraffina.
Purtroppo la mancata empatia con la pellicola e un doppiaggio a dir poco discutibile non fanno apprezzare il film in pieno.

deadkennedys  @  10/05/2012 22:57:05
   7 / 10
Momenti di ottimo cinema diluiti troppo e spesso con sequenze e personaggi secondari alcuni totalmente inutili (il proprietario del pick-up ad esempio, ma potrei citarne almeno 4 o 5).
Stupendi alcuni dialoghi, altrettanto la fotografia
Sorrentino tenta di ricamare qualcosa di sublime ma si perde nei dettagli.
Non me la sento di dare meno di 7. Ma neanche di più.
Grande Sean Penn ma alquanto irritante il suo doppiaggio.

nick9001  @  09/05/2012 16:48:18
   3 / 10
Il film è una serie di videoclip tecnicamente ben fatti ma che sanno fino al midollo di narcisismo, la colonna sonora inciampa su sonorità assurde un paio di volte, Penn bravo, ma un film non è questo per me! Non lo consiglio.

guidox  @  01/05/2012 12:48:35
   8 / 10
se entri in empatia col personaggio di Cheyenne e ti lasci trasportare dalla regia di Sorrentino, puoi assistere ad un gran film veramente.
sempre ironico, divertente, a tratti volutamente ingenuo, poetico..."strano", di quella stranezza che appartiene solo ai Grandi.
Frances Mc Dormand meravigliosa al pari di Sean Penn, in un personaggio interpretato alla perfezione e che fa capire perchè se l'attrice non avesse accettato la parte, non ci sarebbe stato.
a me ha emozionato tantissimo, a differenza di altri non l'ho trovato neanche minimamente pesante.

viagem  @  18/04/2012 17:48:26
   6½ / 10
FIlm di difficile valutazione da parte mia: trama poco accennata e con l'inserimento del tema dell'olocausto che non si capisce cosa ci azzecchi; moooooolto lenta prima parte, si potrebbe tranquillamente accorciare di 20 minuti buoni. Ma poi non riesci a resistere a questo tenero personaggio inventato dalla coppia Sorrentino-Penn, ti lasci andare a ricordi del passato riascoltando David Byrne e ti sorprendi al finale bellissimo in mezzo alla neve da autentica legge del contrappasso.
Forse il peggior film di Sorrentino, si è un po' fatto prendere la mano e da una coppia regista-attore così è giusto pretendere di più. Però questi colpi di genio qua e là valgono comunque la pena!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  17/04/2012 10:53:09
   8 / 10
Lontano dalle scene Cheyenne continua a truccarsi come una rockstar che non ha più senso di esistere.Si gode i lauti guadagni della passata carriera nella sua bella dimora e passa le giornate in compagnia della dark amica Mary (Eve Hewson,figlia di Bono e volto molto interessante) e con la moglie,una sempre sfolgorante Frances McDormand con cui Sorrentino cala subito il carico pesante,andando a tracciare un rapporto che pur privo di smaccate effusioni giganteggia nitidamente in delicatezza e solidarietà coniugale,punteggiato da affettuose scaramucce e da una comprensione reciproca che è manifesto eloquente di quell'amore che per i più resta solo immaginario.
Un po' annoiato e forse anche "garbatamente" depresso Cheyenne parte per gli Stati Uniti a causa dell'improvvisa morte del padre.Venuto a sapere dell'ossessione del genitore,ai tempi di guerra deportato nei lager nazisti e da decenni sulle tracce del suo aguzzino, decide di soddisfare quel desiderio di vendetta ,in segno di inconsapevole rispetto verso quell'uomo che in realtà non ha mai davvero conosciuto.Sarà un modo per riscoprire le gioie della vita,in solitaria attraverso i grandi spazi americani questo clone a metà tra un Robert Smith caricaturale e un meno irruento Ozzy Osbourne,costruirà l'indagine sull'incontro e le relazione con il prossimo toccando luoghi e personaggi più o meno eccentrici che finiranno con il condurlo alla meta.
Di primo acchito potrebbe sembrare una soluzione straspremuta quella del viaggio on the road come mezzo di conoscenza e crescita intima,ed invece Sorrentino ammanta il tutto della sua sottile ironia applicata ad una prospettiva cinematografica fatta di idee spiazzanti e di contenuti intrinsecamente toccanti e scandita da una colonna sonora da urlo.Poi c'è l'umanità di personaggi sopra le righe eppure mirabilmente genuini.Sprizza delicatezza da ogni fotogramma l'incontro con la giovane cameriera e il suo figliolo dalle indiscutibili doti canterine,è tutto da godere il confronto col grande vecchio Harry Dean Stanton,ed il film scivola tra vari aneddoti con grazia senza mai svoltare nel ridicolo sebbene si debbano fare i conti con un protagonista quasi clownesco.
Sorrentino rende poetico ciò che in altre mani sarebbe stato probabilmente un memorabile scult ,tira fuori un lavoro magari discontinuo ma profondamente vivo.Ovviamente avvalendosi di un super Sean Penn,fantastico e per nulla imbarazzato nel trasformarsi con parrucca corvina e rossetto battonesco da eccentrico e malandato vip di provincia a uomo nuovo,finalmente pronto a voltar pagina.

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Ultima risposta 17/04/2012 13.00.50
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  15/04/2012 13:17:44
   8 / 10
"Questo deve essere il posto" avrà pensato Aloise Lange dopo aver scoperto chi era quella specie di relitto umano che gli si è presentato davanti. La neve del resto la vedevano anche loro dall'altra parte del filo spinato, la giovinezza e la spensieratezza, in quella neve, la persero tutti, buoni e cattivi. Non c'è posto migliore di questo, freddo, innevato, sperduto, fatale.

"Questa deve essere l'ora" avrà pensato Aloise Lange, perchè si può scappare un'intera vita da qualcosa o da qualcuno, anche da se stessi, e Aloise Lange questo lo sa, ma poi l'ora arriva e forse in questo caso meglio tardi che mai anche se Cheyenne pensa che tardi è sempre e semplicemente tardi. Questa è l'ora, inutile combattere, e se non è stato lui a trovarmi è giusto che l'abbia fatto Cheyenne.

"Questo deve essere il modo", ecco, questo Aloise Lange non l'ha pensato di certo, perchè in situazioni come queste più che pensare una certa cosa la si spera proprio, si spera che parta quel colpo di pistola a cancellare per sempre un'esistenza che, colpevole o no, ha un peso troppo grande su spalle troppo piccole, si spera che il cerchio si chiudi in maniera definitiva, che i pensieri fuggano per sempre. Lange apprezza l'inesorabile bellezza della vendetta, la perseveranza che porta alla sua grandezza. Ci sono però vendette più ironiche ma infinitamente più terribili, vendette che chiudono il cerchio in maniera ancora più perfetta, e il Giotto in questione è Cheyenne, che un colpo lo spara, da una macchina fotografica però, e poi manda quel corpo rinsecchito a camminare nel freddo contrappasso dei ricordi. A volte si può esser nudi per mettersi nei panni di qualcun altro.

"Questo deve essere il mio nuovo inizio" avrà pensato Cheyenne, che per 40 anni ha portato i propri 15 anni sotto chili di cerone e rossetti che reggono un giorno intero.
Perchè un conto è sentirsi bambini per sempre, un altro esserlo davvero.
Questo è il mio nuovo inizio, lo sa Cheyenne che fuma la sigaretta della maturità, che torna quel figlio che aveva dimenticato di essere, che quel cerone, barriera di una vita, ora può toglierselo di dosso.

E se Sorrentino in ogni inquadratura, in ogni movimento di macchina, in ogni musica rasenta così la perfezione da sembrar finto a me non frega nulla.
Se Messi fa per la 35° volta le sue serpentine io non dico "che palle", io godo.
E godo di Sorrentino anche se tante volte quelle serpentine, quegli uno due straordinari, quei cucchiai magnifici, non portano a nulla.
Come con la terribile scena di David Byrne, quasi una decina di minuti completamente fuori dal resto, una marchetta terribile.
O come quell'indiano che sale e scende dal pick up come Dìo solo lo sa.
O come quel meraviglioso ma quasi inconcepibile finale che in maniera troppo brusca e forse semplicistica ci regala un altro uomo cancellando in un amen decenni della propria vita. Ma il figlio mai stato figlio prima o poi doveva tornare, i cerchi, l'abbiamo detto, si chiudono sempre. Meglio tardi che mai, stavolta anche Cheyenne sarà d'accordo, perchè quel sorriso, alla fine, esce fuori anche a lui.
Cheyenne chiude tutti i cerchi, quelli che ha cominciato lui e quelli che ha dovuto solo finire.
Tutti piccoli cerchi di piccole storie perchè quello più grande, quello della Storia, non si chiuderà mai.
"Questo doveva essere il mio destino" avrà pensato probabilmente l'ex bambino che ha saputo suonare la chitarra.
Forse si può ancora recuperar tutto.
Una madre.
Una sorella.
Una moglie.
Sè stesso.
Meglio tardi che mai John Smith.
E lascia perdere quella specie di pelota spagnola.
Metti l'acqua in quella piscina e non aver paura di tuffartici dentro.

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Ultima risposta 31/05/2012 09.39.03
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despise  @  13/04/2012 12:13:43
   7 / 10
Sorrentino strizza l'occhio ai Coen ed al road-movie americano, con un risultato altelenante: film stilisticamente perfetto, fotografia e trovate visive davvero pregevoli, ed un Sean Penn davvero in palla... la trama è invece abbastanza confusa e non del tutto lineare, e mi aspettavo qualcosa di meno banale che non fosse il stra-abusato tema del viaggio = scoperta di se stessi = redenzione = cambiamento... ma in effetti è un film molto introspettivo (e quindi riservato a palati fini) ed al grande pubblico potrebbe risultare addirittura noioso o fastidioso... in definitiva per me promosso, anche se con qualche riserva!

goodwolf  @  07/04/2012 01:14:12
   4½ / 10
Questo film è un'esperienza. Nel senso che entri al cinema per un paio d'ore e ti sembra di passare due settimane ininterrotte dentro la sala. Metteteci la poesia, la fotografia e quello che volete, ma la noia per me ha sconfitto tutto e tutti.
In più l'interpretazione di Penn metà Ozzy e metà Robert Smith non mi ha convinto per nulla.

The BluBus  @  30/03/2012 00:38:12
   8 / 10
Davvero ottimo, non capisco i numerosi voti bassi..
Dialoghi ottimi, Penn perfetto, e grande fotografia.

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Ultima risposta 07/05/2012 23.38.24
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deliver  @  27/03/2012 22:23:21
   5 / 10
Sorrentino perde l'occasione di imporre a Hollywood il suo stile, quello canonico visto ne Le conseguenze dell'amore, nell'Uomo in più, nell'Amico di Famiglia; uno stile che ha trovato nel montaggio e nella dislocazione del reale nell'onirico - pensate alla scena dello skateboard nel Divo - la sua cifra più pura e originale.

Cosa dire di "This must be the place" invece ? Che Sorrentino si è uniformato agli stili e ai generi americani, tirando fuori un film che tranquillamente potrebbe essere scambiato per un prodotto dei fratelli Choen ! e badate che non a caso nel film compare F. Mcdormand attore feticcio dei Choen...

Insomma, film abbastanza impersonale, trama piuttosto annacquata che nella seconda parte si compone di un road movie furbesco e istrione per poi portare ad un finale da commedia nera.
Sicuramente molto distante dal Sorrentino che conosciamo, ma troppo generico e generalista per far sentire la sua voce...

BulimicDream  @  21/03/2012 10:04:43
   4 / 10
Una serie di scene inutili messe in fila, una trama vuota e insensata, un personaggio scopiazzato qui e là (Povero Sean Penn, che è una delle poche cose positive). Anche la colonna sonora che era stata tanto decantata ed elogiata è stata una delusione e non riesce a mantenere il film e a dargli quella carica. Il cameo di David Byrne mi ha ricordato i bei tempi di "Stop making sense", forse anche troppo corto se notiamo quanta importanza da il regista a particolari futili e scene prive di senso. Sembra che il regista voglia solo allungare la storia per valorizzare il finale, che si rivela essere, al contrario, vuoto e banale.

Crazymo  @  13/03/2012 01:45:21
   6½ / 10
Il film visivamente è superbo, gli attori sono ottimi (Sean Penn un pò sprecato...) ma l'ho trovato eccessivamente confusionario e sbrigativo, anche se in queste scarse due ore ci son stati diversi punti morti. Quindi un esperimento riuscito; ottimo se siete appassionati.

charles  @  04/03/2012 12:02:20
   6½ / 10
Film con pregi e difetti, ricco di spunti o, più severamente, confuso. Spicca, come ci si poteva aspettare, la recitazione di Sean Penn, è perfettamente inutile e sprecata la McDormand, il personaggio principale è sicuramente accattivante e ben caratterizzato, ottimo il tema della redenzione, non si capisce cosa c'entrino i nazisti e la persecuzione degli ebrei con tutto questo nonché con i ricordi e miti del regista, dai quali il film è in parte tratto.
Insomma, un discreto casino. Ma non annoia.

JOKER1926  @  02/03/2012 19:06:40
   5 / 10
Che sapore di beffa si avverte quando dietro ad un bellissimo e pregevolissimo lavoro tecnico, fra musica e fotografia e grandi attori, non si riesce a far convergere il tutto in una storia degna di nota e di esplosività.
Sorrentino, autore, di "This must be the place" riconferma nuovamente la sua vena artistica, fatta di tante trovate visive che pompano a dovere la pellicola. Fin qui potremmo pure condividere il tutto ma, ben presto, il film mette in luce pure il suo deficit narrativo che si arresta in una storia molto "solita" del cinema, ovvero qui il protagonista di turno, una vecchia rockstar, prima di tornare a vivere al meglio la propria vita dovrà affrontare un lungo calvario. Quanti film sono stati costruiti (e saranno costruiti) su questi prevedibili plot? Alla mente ritorna celermente qualche film di Tornatore, insomma l'omologazione nel film è fin troppo presente, e fin troppo pressante.

Premesso che è difficile coniugare storia e spettacolarità artistica Sorrentino fallisce la sua missione, non è la prima volta, vi ricordate "Il Divo"?
Il regista italiano vuole strafare attraverso un palco scenico di alto livello e ad una serie di colonne sonore buone che, purtroppo, sono inserite in un piano troppo vago e veramente poco concreto. Qui, in "This must be the place" mancano molte cose, anzitutto il coinvolgimento; la figura del rockettaro interpretato da Sean Penn non offre talaltro quell'emotività necessaria. Icona troppo depressa e con poca incisività.
Strani dopotutto i vari personaggi che accompagnano in scena il percorso del protagonista, storia dilatata, statica e sopra le righe.
Da recensore diventa faticoso ed ipocrita consigliare la visione di un film che durante la sua vasta proiezione di due ore offre ben poche traiettorie narrative ancorandosi il più delle volte in dialoghi prevedibili che cercano, talaltro, di fungere da metafora ed illustrazione della vita.

sonoalessio  @  28/02/2012 23:36:21
   5½ / 10
Mi sa che sorrentino sta volta ha non dico toppato ma quasi. peccato avevo una grande aspettativa per questo film.
la trama non è un granchè ed è sviluppata pure male. certi personaggi poi sono solo abbozzati. uno su tutti la ragazzina emo dark metallara che ora scopro essere la figlia di bono vox.
se poi lo scopo era quello di farsi conoscere oltre oceano mi sa che ha fallito anche lì visto che il film non se l'è filato quasi nessuno nonostante la roboante presenza del bravissimo sean pean. un'occasione persa per quello che fino ad oggi ho sempre considerato un grande regista. spero che si rifaccia

folco44  @  27/02/2012 10:10:32
   9 / 10
Grande fotografia e musica, tanta poesia e voglia di metterti in gioco a qualunque età.
Sorrentino - Penn ottima accoppiata.
Devo ammettere che i commenti negativi mi hanno infastidito.

Amnis  @  26/02/2012 18:39:51
   5½ / 10
Sean Penn in costante febbre parossistica diventa mera e ridicola caricatura, incapace di gestire un personaggio che nasce già macchietta del proprio interprete. Lo script non meno vagabondino e senza scopo del protagonista emerge da radici confuse e gira quel paio d'ore intorno a se stesso sorvolando su una dozzina di contesti e pretesti senza scandagliarne a sufficienza neanche uno. Lodevoli alcune inconfondibili istanze sorrentiniane che emergono talvolta: le scene dal taglio videoclip, i piani-sequenza meditabondi, quella personale visionarietà incarnata in questa sede da oche starnazzanti nei momenti climatici o da anziani nudi e penitenti che esitano nel candore della neve. Ma una buona mano registica, quella che in passato s'era fatta ampiamente apprezzare, non basta quando la sceneggiatura è un delirio privo di causalità e finalità. L'America a Paolo ha fatto male, sarà per la prossima.

CavaliereOscuro  @  26/02/2012 00:44:15
   7 / 10
Film dai tratti artistici che si pone delle riflessioni sul senso della vita ed i suoi risvolti, legati alle strade che ognuno di noi decide di intraprendere. Profondo e poetico, diretto con grande maestria, Sean Penn eccezionale. Il suo personaggio è eccentrico e delizioso. Da vedere.

ValeGo  @  21/02/2012 10:49:33
   8 / 10
Bravo Sean Penn, bella colonna sonora, quando si ha voglia di cercare se stessi, di crescere, di dare una svolta alla propria vita, non è mai troppo tardi..non importa l'età che hai, non importa chi sei diventato, non importa dove vivi..lo devi solo sentire dentro..e quando lo senti sei pronto: qui e adesso. Bello.

RHCP  @  31/01/2012 10:04:35
   7½ / 10
Ho letto e sentito lamentele circa quest film: "la trama è inesistente", oppure "sta in piedi solo grazie a Sean Penn".
Beh...se non amate film introspettivi, nei quali la caratterizzazione dei personaggi prevale sulla trama, allora NON andate a vedere questo film!
La trama, in questo film, non è fondamentale. E' solo un pretesto per tante citazioni sulla vita, per tanta buona musica, per un'ottima fotografia e per una magistrale interpretazione di un formidabile attore.
La colonna sonora è davvero coinvolgente!

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2 risposte al commento
Ultima risposta 15/02/2012 00.41.49
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  30/01/2012 18:25:05
   8 / 10
Il mio è un giudizio del tutto sentimentale: il binomio Sorrentino-Penn è fenomenale. Col suo sguardo al singolare, caratteristica peculiare del suo cinema e del suo modo di scrivere ("Hanno tutti ragione", il suo primo romanzo, ha tanti difetti ma non quello di mancare di empatia con il lettore), Sorrentino dipinge un personaggio a tutto tondo, che sfiora il grottesco ma che fa un'infinita tenerezza. Prigioniero di una maschera anni '80 che, con gli occhiali da lettura, lo fa sembrare più un'anziana zia di una rockstar in disarmo, Sean Penn attraversa una sceneggiatura scarnissima con una leggerezza che può appartenere solo a un attore di livello stellare.
Non riuscito come i suoi lavori precedenti, "This must be the place" ha comunque molti pregi, non ultimo quello di aver fatto maggiormente conoscere oltreoceano il lavoro di Sorrentino che, a differenza di altri registi "esportati" non tradisce il suo stile pur alle prese con un blockbuster.

E poi i Talking Heads sono grandissimi.

cultmovie  @  14/12/2011 04:25:38
   5 / 10
film mediocre e piuttosto sconclusionato, troppa carne al fuoco ma poca sostanza...si salva solo la fotografia e qualche scena, recitazione di Sean Penn sottotono.
in poche parole RIDICOLO potrebbe piacere a qualche teen-ager

3 risposte al commento
Ultima risposta 31/01/2012 11.19.46
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Silvinha  @  04/12/2011 16:53:51
   7 / 10
Bello, bello e ancora bello! Mi é piaciuto ma non lo consiglierei mai a chi non ama i film introspettivi e un pò lentucci. In effetti il film é lento ma secondo me ha una storia non scontata e interessante. Il personaggio di Cheyenne é studiato nei minimi diettagli. Il finale é magnifico. Mi piace anche perché la prima parte del film é ambientata in Irlanda :-)

barone_rosso  @  03/12/2011 23:36:16
   5 / 10
Me ne avevano parlato molto bene, ma è stata una delusione. Film vuoto come una zucca vuota, il modo di fare Osbourne-style di Sean Penn annoia dopo i primi 10 minuti...

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Ultima risposta 14/12/2011 04.26.57
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