Thor è imprigionato dall'altro lato dell'universo senza il suo potente martello e deve lottare contro il tempo per tornare ad Asgard e fermare il Ragnarok - la distruzione del suo mondo e la fine della civiltà asgardiana - per mano di una nuova e onnipotente minaccia, la spietata Hela. Ma prima dovrà sopravvivere a un letale scontro fra gladiatori che lo metterà contro il suo vecchio alleato e compagno nel team degli Avengers: l'Incredibile Hulk.
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La saga di Thor ha visto un declino in questo capitolo. Sarà complice il cambio di regia, ma tolte alcune scene intriganti (come il cameo del Dt. Strange o la comparsa di Hela), il resto è francamente dimenticabile, a cominciare dallo stravolgimento della psicologia del personaggio di Thor, che ha subito una sorta di involuzione e di regresso alla spacconeria da ragazzone immaturo vista nella prima parte del primo Thor, cercando anche di ricostruire un rapporto tra Thor e Loki. Il film cerca volutamente e forzatamente un registro leggero, riempito di tanti effetti speciali coreografici e di gag dalla qualità mediamente bassa, con un effetto comico che vorrebbe essere palese, ma che stona e sa di già visto. Anzi, sa di importato in un contesto non compatibile, nello specifico dai Guardiani della Galassia ad un contesto come quello di Thor che ha visto ben due film precedenti dove il registro era ben diverso e molto più serio, grazie anche alla presenza di personaggi dallo spessore pressoché nullo e che risultano fastidiosi per il loro basso livello intellettivo. Si salvano solo le scene d'azione, dove gran parte dell'umorismo forzato del film viene messo da parte (purtroppo non sempre) e dove effettivamente il concatenarsi degli eventi è pregevole ed incalzante, sebbene insufficiente a compensare lo stravolgimento pressoché totale dei personaggi conosciuti nei film precedenti. In definitiva, Thor: Ragnarok è un film di intermezzo dalle vicende riassumibili in pochi minuti di dialogo di un altro film successivo, verso il quale è comunque proiettato grazie ad uno dei ben due finali successivi ai titoli di coda. Un'occasione sprecata.