ti guardo (2015)

Un film che dice molto più di quanto sembra, che va contestualizzato alla situazione sociale venezuelana, che parla di manipolazione, disturbi sessuali e relazionali,di dominio e di sottomissione.
Dietro quello che in apparenza potrebbe sembrare una storia di amore c è la crudeltà delle vittime che sanno diventare carnefici .
Ognuno può vederci qualcosa in questo piccolo gioiello in apparenza semplice, senza colonna sonora, con poche svolte narrative ma ben interpretato da due ottimi attori.
Secondo me sottovalutato

Un film particolare , il primo aggettivo che mi viene in mente è ambiguo , con un protagonista alienato e alienante , borderline come caratterere e dalle intenziooni maniacali e subdole .
La storia si snoda tra momenti intimisti e altri più drammatici , a tratti scivola un pò di tono e rallenta parecchio , a tratti si tinge di delicati momenti malinconici fatti di ricordi e speranze .
La sensazione è che con maggiore coesione di uno o dell'altro incipit sarebbe potuto essere migliore .

Oramai è da qualche anno che il "leone d'oro" di Venezia per me non rappresenta sinonimo di qualita'.
Questo film di Vigas puo' contare sulla bravura dei suoi due protagonisti e su poco altro. Una storia gia' difficile da raccontare, e da piacere al pubblico, viene portata sullo schermo in maniera troppo fredda e distaccata.
Raggiunge la sufficienza solo per l'aspetto tecnico e il cast.

Film che si concentra sul protagonista, infatti il regista usa le immagini sfocate intorno a lui. Un personaggio strano, che vive tutto in un mondo suo.

Abbastanza deludente

E' una storia priva di "carinerie", poco ammicante verso il pubblico e con due personaggi a modo loro ai limiti. Una passione reciproca che sviluppa inizialemnte colmando il vuoto con il denaro e poi cresce pur rimanendo asimmetrica tra un contatto fisico cercato e la repulsione fisica di tale contatto. Una storia melodrammatica, di una passione irrisolta a cui personalmente non avrei dato il Leone d'oro, pur apprezzandone gli aspetti positivi, primo fra tutti la buona alchimia fra i due attori. Alfredo Castro poi è perfetto per questo tipo di ruoli "scomodi".

Ho visto questo film qualche mese fa e devo dire che è stato tra i più interessanti della stagione.
Bravi i due protagonisti, Castro che apparentemente è un uomo debole e Silva che sembra essere un ragazzo forte.
Non mi ha mai annoiato nemmeno un minuto.

Un leone d'oro che mi lascia perplesso: al di là dell'ottima regia e di un finale azzeccato, non ci ho visto granché. Un film di puro stile che dovrebbe colpire con una sceneggiatura pseudocontroversa che non lo è per niente.
Ha tutte le ingenuità di un esordio: grande forma, voglia di colpire e sconvolgere il pubblico. Non ce l'avrebbe fatta, ma qualcuno nella giuria del festival si vede che c'è cascato eccome.

Freddo, distaccato e leggermente scomodo questo film premiato col Leone d'oro. La gioventù che cresce in un posto povero e corrotto e che inevitabilmente arriva alla mezza età col vuoto e l'assenza di veri valori.

Forse avrei potuto aspettare una seconda visione per commentarlo...non e' un film 'simpatico', in grado di farsi amare all'istante, ma piu' che a Pasolini il referente piu' consono mi pare Fassbinder...I protagonisti sono davvero bravi ma il taglio registico di Vigas sembra la risposta "latina" Al cinema di Gus Van Sant. Esordio introspettivo, forse diseguale, ma niente affatto privo di meriti, anzi. Personaggi laidi come Armando - Castro e' come al solito bravissimo - sono molto frequenti nel cinema dell'America Latina (v. La Vergine dei sicari di qualche lustro fa). Inatteso Leone d'Oro a Venezia 2015