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Uno Chabrol minore che non rinuncia però a sferzare la colpevole società borghese d'oltralpe, come è ormai suo costume. Il film è completamente dominato dall'istrionismo di Belmondo, ha un avvio lento tendente al noioso, riprende quota nella parte centrale, è parzialmente rovinato da un finale senza coraggio. Nessuna novità sull'utilizzo della Antonelli, che anche qui si spoglia generosamente.