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Niente, c'è poco da fare, questo tipo di film fa decisamente per me. Il secondo capitolo della "Worricker Trilogy" scritta e diretta per la televisione britannica da David Hare supera in qualità il suo predecessore, forte di un cast eccezionale ed utilizzato splendidamente, con scelte degli attori e dei ruoli ragionate ed azzeccate. Ad affiancare l'ancora una volta eccellente Bill Nighy c'è una Helena Bonham Carter (tornata in patria dopo tanta carriera americana, tornata in quella patria che l'aveva vista splendere in gioielli come "Casa Howard") in forma come non la si vedeva da tempo, sia nell'interpretazione che nella bellezza, l'aria di casa le ha fatto bene.
Poi visto che stavolta l'ambientazione è in gran parte americana ecco arrivare pure l'agente CIA Christopher Walken, perfetto come sempre in qualunque ruolo lo si trovi, e una bellissima Winona Ryder in un personaggio complesso, tormentato, misterioso e pure un po' schizzato il che le si addice perfettamente, anche per lei buonissima interpretazione.
In ogni caso grande film, con una sceneggiatura complessa e degli intrecci eccellenti e perfettamente gestiti, tutto calcolato alla perfezione, nel finale è eccezionale vedere come Worricker riesce di nuovo a darsi alla macchia fregando tutti, ed è ottima anche la scena in cui lui e Walken incastrano le loro "prede". I personaggi sono tutti ben caratterizzati (e quello della Ryder è splendido) e molto interessanti, l'ambientazione molto bella e ben fotografata, la regia di Hare solida e priva di fronzoli, efficace ma non quanto la sua sceneggiatura.
Secondo capitolo eccellente quindi, segue e approfondisce ulteriormente gli avvenimenti trattati in "Page Eight" e, per quanto mi riguarda, lascia più che soddisfatti.
Rispetto agli due capitoli della trilogia su John Worricker, tutti di ambito spionistico, Turks and Caicos si distingue nettamente per le forti venature noir della vicenda che di spionaggio possiede solo il contesto. Molto giocato sulle psicologie dei personaggi (infatti è il capitolo con il cast più ricco) e coerente nell'annullare completamente ogni deriva action del genere. Più vicino a La Talpa che agli ipercinetici 007, Bill Nighy ha un volto da perfetto britishman, controllato e misurato nelle sue mosse e decisamente più monogamo rispetto a James Bond. Intreccio non originalissimo ma lineare e solido.