tutti per uno (2011) regia di Romain Goupil Francia 2010
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locandina del film TUTTI PER UNO (2011)

Titolo Originale: LES MAINS EN L'AIR

RegiaRomain Goupil

InterpretiValeria Bruni Tedeschi, Linda Doudaeva, Jules Ritmanic, Louna Klanit, Louka Masset, Jeremie Yousaf, Dramane Sarambounou, Hippolyte Girardot, Romain Goupil, Malika Doudaeva, Sissi Duparc, Hélène Babu, Florence Muller

Durata: h 1.30
NazionalitàFrancia 2010
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2011

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Trama del film Tutti per uno (2011)

Milana è una bambina di origine cecena che vive a Parigi, dove frequenta la scuola elementare. La sua vivace comitiva comprende ragazzi di ogni colore e provenienza, uniti da grande amicizia e complicità. Quando uno di loro, Youssef, viene rimpatriato perché i genitori non hanno il permesso di soggiorno, lo stesso destino sembra attendere anche Milana. Ma i suoi compagni decidono di mettere in atto un piano per salvarla.

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Voto Visitatori:   5,88 / 10 (4 voti)5,88Grafico
Voto Recensore:   6,50 / 10  6,50
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Voti e commenti su Tutti per uno (2011), 4 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  08/01/2013 17:11:37
   6½ / 10
Un film forse un po' retorico per come tratta certi argomenti ma che comunque non infastidisce e anzi mostra una certa vitalità e freschezza.
Storia di buoni sentimenti, storia su integrazione e moralità, storia d'attualità che coinvolge e cerca di interessare senza lasciarsi andare in eccessi enfatici.

sandrone65  @  08/01/2012 13:46:47
   4½ / 10
Pellicola di denuncia sulle difficoltà dell'integrazione vissute in prima persona dai bambini. Il difetto principale del film è che è spietatamente noioso. Il regista tenta di soffermarsi sulla dinamica del gruppo dei bambini (ed in particolare sul rapporto tra Milana ed il suo amichetto) ma a volte sembra che si sia dimenticato la telecamera accesa e sia andato a bersi un caffè, tanto è la scarso impatto di alcune (lunghe) sequenze. Ambientare prologo e finale nel 2067 con i piccoli protagonisti ormai anziani appare come un espediente narrativo francamente gratuito, quasi a voler conferire spessore emozionale ad una vicenda che di emozioni ne trasmette proprio pochine. Doppiaggio pessimo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  18/06/2011 08:00:18
   6½ / 10
Film francese ricco di buoni sentimenti. Una storia sull'integrazione e sul fatto che per quanto ce la possiamo racconatare le discriminazioni di qualsiasi sorta esistono eccome, nonostante, come sottolinea in maniera elementare il regista, non dovrebbero esserci.
Una storia che scorre bene e risulta piacevole e mai pesante; peccato non si vada mai troppo in profondità.
Altra nota negativa è il doppiaggio, veramente allucinante, Valeria Bruni Tedeschi credo si doppi da sola ma non avrebbe dovuto farlo!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  05/06/2011 02:24:55
   6 / 10
E' un film che occorre definire "grazioso" o "carino", ma nonostante l'entusiasmo della critica europeo non è - a mio avviso - niente di più. Questi simpatici ragazzini fanno purtroppo rimpiangere la beata incoscienza che si respirava ne "Gli anni in tasca" di Truffaut, al quale il cineasta progressista cerca di ispirarsi. Due sono gli aspetti che contraddistinguono il film, il curioso nesso temporale (uno sguardo al futuro, anche se solo cronologico) e la presenza - a dirla tutta qui piuttosto irritante - di Valeria Bruni Tedeschi, cognata di quel Sarkozy al quale il film dedica la sua invettiva. Per il resto, certo è un film fresco e con una sua forma di sincerità, ma risulta complessivamente troppo buonista, quando allieva i toni, o al contrario enfatizzato quando calca la mano (i raid notturni dei poliziotti francesi contro i presunti clandestini fanno pensare a epoche e drammi che non dobbiamo più ripetere). Alla fine, mi resta soltanto il ricordo (la nostalgia?) per i nostri vecchi rifugi atomici infantili, in anni non sospetti.
Doppiato malissimo, e/o non doppiato affatto (forse i distributori credono che esista una larga maggioranza di spettatori che conoscono il ceceno) questo film sembra erudirci sul fatto che i ragazzini sono meno complicati e sensati degli adulti, che non devono esistere discriminazioni, che è attraverso la società giusta che il mondo può migliorare, tutte cose che sapevamo già prima, vero?
Il regista ha comunque buon gioco, ma il tutto resta in superficie. Lo dimostra la scena dello specchio ("O lui o me") dove cerca goffamente di ricalcare una specie di poesia nel cinema di cui forse non si sente un gran bisogno

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