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Chi durante il periodo liceale (e non solo) ha saputo evitare comportamenti ingenuamente imbranati? Io non ne vado fiero e provo a non rievocarli, mentr'altri li rivivono idealizzandoli, improbabili segni d'un'innocenza perduta. Questo è un film per loro, un "Il tempo delle mele" (Pinoteau 1980), che mia madre andò a vedere e io no, ciclicamente riproposto e aggiornato. L'esordiente Porter inserisce pure la scena mucciniana del lucchetto. Un paio d'azzardati suggerimenti: si potrebb'imparare da Lucas com'affrontare l'argomento con un respiro coralmente generazionale ("American Graffiti" 1973). Oppure si potrebbe girare un biopic s'un 17enne gay anticonformista che ha marchiato la storia della nostra cultura: in "Poeti dall'inferno"(1995) DiCaprio nel ruolo di Rimbaud ha fornito una delle sue migliori prove d'attore, peccato per l'infame regia della Holland. Se lungometraggi di questo tipo latitano, una ragione purtroppo c'è.
I film che trattano l'argomento della transizione stanno proliferando ultimamente e hanno quasi tutti un orientamento drammatico, ma questa volta con TUTTO E' POSSIBILE si è voluto affrontare questo tema in maniera più delicata, forse troppo subliminale nel suo complesso. Il risultato non è da buttare: regia e cast assolvono al compito senza troppi problemi, ma la storia appare un po' troppo semplificata in confronto alle difficoltà oggettive di un processo di questo genere. Un film comunque sufficientemente valido.