tutto su mia madre (1999)

Questo è un film magico, profondo, raffinato. Almodovar rispolvera un'attrice dei suoi primi film, Cecilia Roth, e le assegna il ruolo di una madre che trova la forza di ripartire in una vita che l'ha privata della gioia più grande. Il proprio talento artistico nascosto (neanche troppo) le permette di iniziare un'elaborazione del lutto che si completa forse in maniera definitiva nel suo rapporto con Huma, che personalmente trovo il personaggio più bello, perlomeno quello che mi ha colpito di più, di tutta la filmografia del regista. Manuela riesce a svegliarla dal torpore di una vita divisa tra grandi successi professionali e sterilità affettiva. E allo stesso tempo Huma aiuta Manuela a risollevarsi in tutti i sensi. Preferisco soffermarmi su questo rapporto più che su tutte le sfumature del film, che sono fin troppe.
L'intreccio è perfetto, e il film si mantiene straordinario dall'inizio alla fine. Di spicco anche il ruolo di Agrado, che aggiunge l'immancabile vena ironica, che si mescola in modo impeccabile al clima che si respira nel film, rendendolo ancora più appetibile.