un amore di gioventu' regia di Mia Hansen-Løve Germania, Francia 2011
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un amore di gioventu' (2011)

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locandina del film UN AMORE DI GIOVENTU'

Titolo Originale: UN AMOUR DE JEUNESSE

RegiaMia Hansen-Løve

InterpretiLola Creton, Sebastian Urzendowsky, Olivier Yglesias, Greg Akcelrod, Magne-Håvard Brekke, Valérie Bonneton, Serge Renko, Ozay Fecht

Durata: h 1.50
NazionalitàGermania, Francia 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2012

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Trama del film Un amore di gioventu'

Camille ha 15 anni, Sullivan 19. Il loro amore, nato durante l'estate, è intenso e passionale, ma Sullivan parte per il Sudamerica e Camille si ritrova sola. Gli anni passano e la ragazza non sembra riuscire a dimenticare, finché non conosce un maturo architetto di cui diventa assistente e amante. Ma proprio quando tutto sembra andare per il meglio, Sullivan si riaffaccia nella sua vita...

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Voto Visitatori:   6,75 / 10 (8 voti)6,75Grafico
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Voti e commenti su Un amore di gioventu', 8 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  14/01/2016 19:55:25
   6½ / 10
Film piuttosto difficilotto.. nel senso che è pieno di scene deja vù e messaggi nascosti che a elencarli civorrebbe mezza pagina (bello quindi scoprirli).
la mia idea è che la regista volesse presentare un certo tipo di prodotto che però appare un pò troppo criptico e di difficile interpretazione,soprattutto nella scena finale.
bisogno capire se la cosa è voluta o no, e se sì in quali casi.
Non è certo un film da serata svago.
La regista è giovane e promettente,tutta esperienza questa.
Bravi i protagonisti e bello il montaggio con l'alternanza delle stagioni mai a sottolineare lo scorrere del tempo.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  16/07/2014 16:42:25
   6½ / 10
Film grazioso: semplice ma non banale, e nemmeno troppo prevedibile.

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  25/09/2013 22:36:19
   6 / 10
Concordo con chi mi ha preceduto. C'è un sottile senso di incompiutezza. Ed inoltre un pò troppo lento per un cinema di maniera che ai giorni nostri se non ben re-interpretato da una sapiente regia rischia di stancare. Insomma senza infamia ma senza nemmeno lodi particolari. Bella la colonna sonora ed una buona fotografia aiutata da luoghi incantevoli.

danielplainview  @  23/01/2013 10:51:07
   6 / 10
Il soggetto e la storia c'erano tutte, ma non sono state approfondite con perizia. Si poteva cercare di fare qualcosina in più su un tema come quello dell'amore folle e passionale che offre un sacco di varianti e sbocchi.

forzalube  @  26/07/2012 03:30:14
   5½ / 10
Io l'ho trovato un po' deludente. Ho fatto fatica ad immedesimarmi nei personaggi ed il film mi ha coinvolto poco. La scrittura dei (pochi) dialoghi non mi è sembrata delle migliori. Anche il trascorrere del tempo secondo me non viene reso molto bene dal montaggio.

Crimson  @  09/07/2012 10:41:49
   7 / 10
Spoiler presenti.

Metamorfosi o presunte tali. Cinema che inganna.
Quando si guarda un film sull'elaborazione della perdita, sulla crescita interiore, sulla maturazione da adolescente ad adulto, è lecito pensare ad un percorso pur tortuoso attraverso cui il/la protagonista guadagni maggior consapevolezza della propria identità e di ciò che cerca dalla propria vita.
Al contrario il nuovo film della Hansen-Løve appare un racconto circolare in cui non avviene una vera maturazione della protagonista.
La regista francese ripropone il tema della reazione alla perdita con uno stile sempre più personale e maturo, sebbene prenda spunto da cineasti quali Garrel e Cocteau.
L'inganno a cui si alludeva è di far credere allo spettatore che Camille nella passione per l'architettura possa voltare pagina. Tuttavia non il caso, ma la volontà razionale in quanto tale, l'impeto di un sentimento mai assopito, la sopraffanno.
A questo punto, la sensazione di déjà vu dissipata ovunque (le lettere, i corpi, il volto in lacrime di Camille) è un punto di forza del film. Quel che superficialmente può apparire un'incongruenza filmica nel rappresentare la crescita dei protagonisti, è un artificio voluto. A distanza di otto anni essi sono esteriormente identici, con la sola differenza che Camille negli anni di solitudine ha tagliato i capelli così come avrebbe sempre inteso per sua volontà. E' un dettaglio da non sottovalutare.
Camille ha letto la propria vocazione interiore e ha imparato a convivere con la solitudine fino a trovare un equilibrio interiore. Malgrado ciò è talmente fragile da considerare il passato come "perduto". Qui avviene il passaggio chiave del film: Lorenz, il suo nuovo compagno, cerca di indurla a riflettere che non c'è mai un passato perduto nella nostra vita; che pur negli sbagli si è vissuti comunque e che bisogna considerare tutto il nostro percorso esistenziale come un rielaborarsi e trasformarsi continuo. In sostanza siamo sempre stati esseri viventi, e se non considerassimo ciò che siamo stati in passato, non ci conosceremmo come siamo al giorno d'oggi.
Il richiamo di un passato perduto, di "sconfitta", il poter rimediare ad esso con una seconda chance è per Camille un richiamo che travalica il presente. E' come se ad un certo punto della propria maturazione si fosse fermata sopraffatta dall'irragionevolezza di poter saldare un tassello perduto della propria vita in quella odierna.
Se è vero che otteniamo uno spicchio di immortalità quando consideriamo la morte come uno stato passato, superato, che ormai fa parte di una vita precedente, ebbene Camille pur avendo le risorse non riesce a operare ciò.
Ella "vuole" che Sullivan riviva.
L'incontro casuale con sua madre, avvenuto su un autobus come in un film di Rohmer ('Racconto d'inverno'), lascerebbe supporre al destino che governa la nostra vita e a cui talvolta o spesso bisogna sottomettersi.
Non è il caso di Camille perché nel momento in cui decide di lasciare i propri recapiti ella "decide" di far rivivere Sullivan e con lui sé stessa quindicenne. Tutto ciò ha del morboso.
Alla luce di tutte queste osservazioni il finale, benché ambiguo, sembra persino tragico.
Camille nonostante la reiterazione malata del proprio fallimento sentimentale sembra crogiolarsi nell'inseguire quel cappello-simbolo di un amore di gioventù mai superato, da cui non troverà pace.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/07/2012 17:10:21
   7½ / 10
Devo ammettere che, per quanto sia facile sospettare che questo film sia un'abile compromesso tra film d'autore e prodotto per le masse (niente di più falso, non è un prodotto esclusivo e la sua apparente semplicità non è mai prevedibile) questo Un amore di gioventù mi è piaciuto davvero molto, e per molti versi mi ha ricordato un film italiano di qualche anno fa, "Dieci inverni" di Mieli.
C'è un personaggio femminile che non sfigurerebbe in un film di Rohmer, ma il film non è spocchioso come un certo cinema francese - anche quello dell'indimenticato maestro, ammettiamolo - insomma non è così "francese". Riesce a raccontare in modo intelligente e semplice un viaggio temporale geografico e individuale dopo l'esperienza della separazione. Un film che parla attraverso la nostra interiorità, che non è solo quella di Camille o Sullivan. Credetemi, è un piccolo gioiello nel suo genere

eleligabue  @  30/06/2012 22:39:22
   9 / 10
mi è piaciuto davvero molto,la storia d'amore tra i due è davvero piena di passione,peccato per il finale.

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