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Il tema stile "rich man, poor man" addattato nell'America rampante degli anni Ottanta non è nulla di originale, ma il film è uno di quei Cult che si vedono e rivedono ogni volta e sempre con immutata simpatia... c'è una freschezza che rende film come "Una poltrona per due" (e in genere tutti gli exploit di Landis) resistenti al tempo. Ovviamente il film, come una versione demenziale dei classici di Capra, è esilarante: la scena del treno (con Murphy che parodia il clichè dell'extracomunitario africano quasi in anticipo con i tempi almeno rispetto all'Europa) fa letteralmente scompisciare, e il finale è davvero irresistibile. La Curtis, anche quando fa un'improbabile Heidi, ha davvero un notevole sex appeal