una tomba per le lucciole regia di Isao Takahata Giappone 1988
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una tomba per le lucciole (1988)

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locandina del film UNA TOMBA PER LE LUCCIOLE

Titolo Originale: HOTARU NO HAKA

RegiaIsao Takahata

Interpreti: -

Durata: h 1.33
NazionalitàGiappone 1988
Genereanimazione
Tratto dal libro "Una tomba per le lucciole" di Akiyuki Nosaka
Al cinema nel Settembre 1988

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Trama del film Una tomba per le lucciole

Durante la Seconda Guerra Mondiale, i piccoli Seita e Setsuko, fratello e sorella, sono costretti a sopravvivere con le proprie forze. Persa la madre in un bombardamento, e con il padre lontano, i due bambini vivono in una grotta patendo gli stenti e la fame, con l'unico conforto della luce delle lucciole durante la notte.

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Voti e commenti su Una tomba per le lucciole, 186 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/09/2005 01:54:07
   9 / 10
Si respira, manco a dirlo, un sapore acre e amarissimo, e nondimeno ecco l'ennesima dimostrazione - certo la piu' sconvolgente a cui abbia assistito - delle infinite possibilità del Realismo dell'animazione come mezzo anche di saggio sociale contro la peggior sconfitta (morte) dell'umanità di tutti i tempi, la creazione della guerra. Ed è soprattutto nella vicenda di Seita e dell'adorabile sorellina - figli di un ufficiale di marina, che noi vediamo sfaldarsi le speranze di un futuro, quando alla difficile lotta per la sopravvivenza al protagonista è richiesto anche di difendere la propria patria. L'orrore a cui assistiamo è in realtà la ricerca dello spazio dorato e della spensieratezza infantile, ma la realtà è talmente brutale che un fratello maggiore dev'essere già uomo, mentre l'introspettivo volto tradisce emozioni che spesso rimangono represse: è per questo che in un primo istante è facile percepire cio' che non è, ovvero una certa freddezza nel decisionismo di Seita, soprattutto all'indomani della morte della madre. Seita "sopravvive" al dolore per occuparsi della sorellina, cercando in ogni modo di trovare un rifugio dorato (non solo quello che effettivamente diverrà la loro ultima tana) contro tutto il dolore e la morte che essa così precocemente è costretta a vedere. Ma i sogni muoiono all'alba, e le stesse lucciole - che "accendono" la speranza per la vita "muoiono così presto", eppure è emblematico sapere che Seita avrebbe oscurato anch'egli la realtà (è ignaro delle conseguenze alla fine della guerra) pur di nuotare o correre spensierato nei prati con la sorella, o trovare una domesticità nel nido di terra abbandonato e in fondo "puro" (non ancora deflorato dalla brutalità umana). Forse non è esatto dire che il film non da speranza: è il conflitto a recidere ogni cosa. Quando Seita ricorda la flotta imperiale con tanto di fuochi d'artificio - un flashback quasi Felliniano - è un bambino vinto dallo stupore ma anche da un forte senso di patria successivamente tradito. La guerra nel film sembra interminabile, e ancor più intollerabile davanti alla fuga dei due bambini alla ricerca di un'esistenza diversa. Mi torna in mente una canzone di De Andrè, "girotondo", perchè nei bambini la speranza non puo' morire mai, soltanto - in casi come questo - indebolirsi. C'è una forte resistenza in questo giovanissimo eroe guidato da un'istinto affettivo quasi spirituale, è magico il rapporto con la sorella, così come è straziante e dolorosissimo il senso di perdita materno di Setsuko quando osserva le madri abbracciare le loro figlie... Nel film di Katahata cio' che ha inizio è l'epilogo: ma è soprattutto simbolica la sua funzione, e non fa che accrescere in questo meraviglioso disegno animato tutta la rabbia e l'amarezza, piu' che per la vicenda dei due bambini, per l'umanità scellerata che diffonde la cultura della distruzione e dell'odio. Ed è facile imparare, anche attraverso questo film, che gli uomini che producono la morte del prossimo non possono amare i loro figli

5 risposte al commento
Ultima risposta 20/09/2008 20.09.47
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