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Offre tanti spunti, destinati però a rimanere tali. Un film a suo modo incompleto, ma se ad esempio nell'arte le opere incomplete spesso raggiungono ancor più fascino e valore (penso a Leonardo o Modigliani), nel cinema non vale la stessa regola.
Si accenna molto superficialmente alla psicologia del pilota, le sue paure, le motivazioni che lo spingono a fare quello che fa (aspetto toccato in modo migliore dal recente "Rush" di Howard), ma in realtà senza andare troppo a fondo sprecando a mio avviso una bella occasione. Pure il lato sentimentale non è troppo coinvolgente, una bella storia d'amore sì ma sempre con il freno a mano tirato. E pure il tema della malattia è appena accennato nella parte finale.
Infine Al Pacino: come sempre è uno spettacolo vederlo recitare, ma probabilmente questa oltre ad essere forse la pellicola più sconosciuta della sua filmografia è pure una di quelle meno memorabili (escludendo il nuovo millennio che per quanto mi riguarda non fa testo). Bobby Deerfield è un personaggio poco adatto a Pacino, troppo poco impulsivo, spesso quasi freddo e apatico: avrei visto molto bene Sylvester Stallone nella sua parte, forse anche perché in questo film Al Pacino ha una certa somiglianza con Sly.
Un film con un gran potenziale non pienamente sfruttato.
sempre grandioso Al Pacino, in un film tra il sentimentale e il drammatico, poco conosciuto ma meritevole di essere visto. Niente di eccezionale o indimenticabile, ma una storia d'amore che si sviluppa senza cadere nel patetico. A tratti forse un po' noioso, ma si fa guardare con piacere
Il film è ora sublime ora noioso, e tuttavia è la prova della Keller (ma dov'è finita?) a compensare qualche stanchezza di un Pollack ambizioso ma irrisolto. Visto di recente, si comprende la capacità del regista di filtrare una storia che avrebbe potuto perdersi nello strappalacrime (v. love story) ma il problema è che il pathos emotivo non riesce a trovare "la giusta distanza" tra il film e gli spettatori