un gatto a parigi regia di Jean-Loup Felicioli, Alain Gagnol Francia, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio 2010
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un gatto a parigi (2010)

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locandina del film UN GATTO A PARIGI

Titolo Originale: UNE VIE DE CHAT

RegiaJean-Loup Felicioli, Alain Gagnol

Interpreti: -

Durata: h 1.10
NazionalitàFrancia, Paesi Bassi, Svizzera, Belgio 2010
Genereanimazione
Al cinema nel Dicembre 2014

•  Altri film di Jean-Loup Felicioli
•  Altri film di Alain Gagnol

Trama del film Un gatto a parigi

Dino è un gatto dalla doppia vita. Di giorno, è un animale adorante verso la padroncina Zoe e la sua superimpegnata mamma, capo delle forze di polizia, di notte accompagna Nico, un gatto ladro professionista gatto mentre perlustra i tetti di Parigi alla ricerca di gioielli e altri oggetti. Nonostante la sua professione, Nico è un felino profondamente buono e dal grande senso di umanità. Poiché sua madre lavora così duramente, Zoe trascorre molto del suo tempo con la sua baby-sitter ge, Claudine. Mentre la madre cerca di rintracciare i criminali di Parigi, Dino porta a Zoe un braccialetto e involontariamente mette in moto una catena di eventi che comportano un rapimento, una notte a caccia e la scoperta di un terribile tradimento.

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Voto Visitatori:   7,07 / 10 (7 voti)7,07Grafico
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Voti e commenti su Un gatto a parigi, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

ferzbox  @  06/02/2016 01:40:41
   7 / 10
Se dovessimo analizzare la storia senza considerare il resto, "Un gatto a Parigi" sarebbe semplicemente un indagine poliziesca senza neanche tanta originalità, piuttosto sempliciotta come vicenda, quasi simile a quelle che ci mostrano solitamente alcune fiction locali.
Fortunatamente questo film d'animazione non si limita solamente a questo, riesce ad affascinare lo spettatore con il suo stile noir, il suo character design e suoi tocchi artistici sparsi qua e la dagli autori.
Un esempio è lo stesso titolo; la storia narra di un ladro "buono" che di notte, mentre compie le sue rapine, viene accompagnato da un gatto nero che durante le ore diurne si tramuta in domestico; il parallelismo è funzionale alla grande, tenendo conto di come i disegni e i colori cupi durante le scene notturne, riescano a creare quell'atmosfera un pò inquietante e allo stesso tempo favolesca; a favorire il tutto la scelta di certe inquadrature e la qualità di alcune trovate artisticamente geniali.
Peccato solamente per dei limiti etici che in alcuni momenti diventano troppo palesi, facendo intuire fortemente come l'opera sia stata tenuta a freno limitandone i contenuti di violenza, forse addirittura esagerando un pò;al punto che diventa impossibile vedere la morte di alcun essere vivente in questo cartone(a parte la lucertola stecchita presa dal gatto all'inizio del film), catalogandolo ingiustamente in un film prevalentemente per ragazzi e, di conseguenza, penalizzandolo un pochino nella sua identità artistica; non che desiderassi fosse crudo o troppo drammatico, ma senza eccessivi filtri magari si...
Comunque il film è molto bello da vedere se lo si guarda in tutte le sue sfumature; ci sono dei momenti che dimostra di saper stupire parecchio.

marcogiannelli  @  06/11/2015 11:09:46
   7 / 10
Grafica rispetto al solito, diverso anche per svolgimento..bene

eruyomè  @  03/06/2015 00:12:03
   7½ / 10
ma...che bella sorpresa!

Mi aspettavo un'oretta alle prese con una stupidatina, graficamente pure un po' bruttina...e invece mi ritrovo alle prese niente meno che con un noir!
Noir che è insieme classicissimo e originale. Davvero inconsueto nella grafica, che però, in breve tempo, ti accorgi che è davvero funzionale e calzante; stupende le notti parigine, ed eccezionalmente fluide e piene di tensione le fughe sui tetti.
Tra l'altro mi han stupito certe virate decisamente adulte, e anche gli inserti onirici, specie sul finale, decisamente non scontato.

E in più, c'è pure un bel gattone! Motore della vicenda ed essenziale fil rouge tra i personaggi. Perfetto e sornione come solo i felini possono.

Veramente un bel film. Il cinema francese riesce sempre a sfornare dei gioellini visto che, a differenza del nostro, è lungi dall'essere morto è defunto, seppellito dall'autoreferenzialità e della mancanza di idee.
Un filmetto (e per giunta di animazione!) del genere qui da noi sarebbe ormai impensabile! (scopro ora che era stato anche a suo tempo candidato all'oscar. Beh, chapeau)

Oskarsson88  @  19/01/2015 00:45:58
   7 / 10
Carino, fatto di un'animazione differente, molto breve riesce a tracciare bene il suo quadro, tra i gangster, il gatto, la bimba traumatizzata, la famiglia e il ladro buono. Piacevole

william sczrbia  @  19/01/2015 00:15:12
   6 / 10
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  08/01/2015 00:04:10
   8 / 10
Faccio un incipit apparentemente O.T.: questo piccolo gioiellino l'ho visto in un giorno molto triste, quello della chiusura di una delle migliori sale d'essai delle Marche: il Cinema-Teatro Italia di Macerata che lo proiettava come suo ultimo spettacolo. Dopo anni di programmazione al top della qualità che ci ha permesso di accedere anche nella profonda provincia italiana ai più premiati e/o introvabili film distribuiti spesso dalle più piccole case indipendenti, si spengono definitivamente i proiettori per assurde vicende di ordinaria insipienza politica. La benemerita Associazione che lo gestiva, la Nuovo Cinema, s'è dovuta arrendere di fronte ai costi ma soprattutto di fronte a vicende politico-amministrative che nulla hanno a che vedere con la cultura, poco con i budget a disposizione e molto con i romanzi di Franz Kafka. Una sala d'essai che chiude è come una specie animale che si estingue o una lingua che muore: se ne va una ricchezza di offerta alternativa per appiattirsi tutto sul prodotto super-commerciale che fagocita quel poco che viene fruito.

E mai come in questo caso l'esempio calza a pennello: senza sale d'essai questo piccolo gioiello venuto d'Oltralpe con qualche anno di ritardo rispetto all'uscita nelle sale franco-belghe, non sarebbe mai potuto girare in Italia, schiacciato dai (pur rispettabilissimi e godibilissimi) pinguini targati Dreamworks.

Sorretto da un'ottima sceneggiatura (paradossalmente proprio un punto debole dei citati pinguini) che si appiglia alla geniale idea di un gatto dalla doppia vita; impreziosito da dialoghi serrati e taglienti (idem come sopra), questo "Gatto a Parigi" avvince e diverte grandi e piccini con le sue citazioni cinéphiles, l'inconsueto tratto grafico (che ricorda una via di mezzo tra la Pimpa e il signor Bonaventura) e l'originalità della storia "gangsteriana" dove si parla apertamente e realisticamente di vedovanza (e parallela condizione di orfano dei figli, di una figlia unica nel caso specifico) e di morte, ma sempre con uno spiraglio di speranza e l'immancabile lieto fine.
Belli gli inserti onirici, soprattutto nel pre-finale quando si materializza a mo' di Godzilla l'oggetto dei desideri del pericoloso malvivente protagonista della storia. Decisamente prevedibile e scontato, invece, il commento sonoro che sembra la fotocopia leggermente rielaborata della più classica partitura hollywoodiana di genere, forse la parte meno riuscita del film.
La storia scorre via leggera pur assestando colpi di scena e momenti da autentico thriller-noir, sempre però sapientemente stemperati con momenti onirici o di franco umorismo (il cane che abbaia furiosamente al gatto che passa sul muro di cinta della sua casa ogni notte, beccandosi poderose ciabattate e quant'altro finisca col metterlo a tacere, per esempio); gli inseguimenti sui tetti ammiccano a Hitchcock o a De La Iglesias ("La Comunidad") e il loro esito non è sempre scontato.
Meriterebbe un 7½ tondo tondo ma gli dò 8 per l'accuratezza delle scenografie, il profumo delle atmosfere parigine (bella e ironica la sequenza in cui la Commissaria opta per un inseguimento sui tetti delle macchine all'ennesimo "bouchon" che paralizza le volanti della Polizia), il tratto grafico ma soprattutto per l'insolita ambiguità dei personaggi comprimari (il gatto e il gangster) e per la sfida improba che lancia ai blockbuster di genere.

Mr.Bowie  @  27/12/2014 13:05:06
   7 / 10
Già dalle prime battute si evince che il film racchiude di per se delle pretese fastidiose, solo per il fatto di dover convincere lo spettatore che il prodotto non è commerciale, si rimane con il broncio. In fin dei conti è solo un'impressione affrettata perchè nei contenuti e nella grafica "diversa" questo film ha forse le sue armi migliori. Non è soltanto per i più piccoli e sono sicuro che tutti rimarranno affascinati dalla poesia genuina che trasmette il filmi di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol. Si passa dal dualismo all'unità attraverso spruzzate d'ironia mai esagerata. Per chi ama i film di natale questo rappresenta sicuramente una valida alternativa, più succosa.

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