Una giovane coppia, per ragioni di lavoro, deve trascorrere a Manhattan un piovoso fine settimana, ma il loro legame sarà messo alla prova. Lei inizia infatti una relazione con un celebre regista che deve intervistare, mentre lui con una ragazza con cui recita in un film.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Ho visto il film (in lingua originale) pieno di aspettative, visti anche i commenti entusiastici di alcuni all'uscita in sala. Sono un amante di Allen, lo considero un genio che ha realizzato innumerevoli capolavori, ed è stato quindi ancora più triste vedere questa sua ultima fatica. In realtà sembra proprio che di fatica non ne abbia fatta. Il problema principale è la scrittura. I personaggi sono vuoti, privi di spessore, ciò che dicono è banale, o inconcludente, o assurdo, mai divertente. I pessimi attori di certo non aiutano (non ne salvo uno). Il film gira a vuoto, da una situazione all'altra. I dialoghi sono ingessati, in certi momenti sembra che non ci sia regia. E non posso neanche dare la colpa al doppiaggio. La scena finale poi è davveo imbarazzante. Mi spiace sia un film di Allen. Sconsigliato.
Quanto mi fa' male bocciare un film di Woody Allen...ma questo per me e' in assoluto il suo peggior film. Noioso e un senso di fastidio per ogni personaggio del film.
Ennesima variazione sul fato per un Woody Allen old school, che giostra bene il giovane cast intorno ai suoi soliti intrecci amorosi. Una pellicola fuori dal tempo, ambientata al giorno d'oggi ma che potrebbe essere tranquillamente catalogata come una commedia anni '30, o '50, o '70, con adolescenti impallinati con l'arte, il cinema e ovviamente quel teatro a cielo aperto che è New York. Al buon Woody gli si vuole bene ma sembra quasi non abbia interesse a mettersi al passo coi tempi, a confrontarsi con un amore non più romantico nè letterario ( o cinefilo, anche ) per dire ai giovani d'oggi - ma anche agli altri - quello che realmente bisognerebbe dire loro parlando ad esempio di futuro, sogni, identità. Con il rischio quindi di confezionare un lavoro autoreferenziale, fuori moda e fuori tempo appunto, ed in aggiunta interlocutorio visto che le risposte cercate dai protagonisti faticano ad arrivare. Non un film inguardabile sia chiaro, tuttavia sorpassato, e quindi forse un pò inutile per un autore che di commedie così ne ha firmate a bizzeffe. Tra le note positive metto sicuramente Chalamet ed il solito inappuntabile lavoro di Vittorio Storaro alla fotografia.
Il peggior Allen che io ricordi se si esclude l'improponibile To Rome with Love. La storia bene o male è sempre la solita e ci sono tutti gli stilemi Alleniani che uno si aspetta e che una volta all'anno tutto sommato si rivedono anche volentieri per una serata di relax, ma stavolta non si riesce proprio a stare sopra la soglia minima della decenza. Personaggi scritti malissimo, di rara idiozia, mai credibili e totalmente incapaci di suscitare la minima empatia. Sceneggiatura e situazioni ai limiti del demenziale (il provino improvvisato in auto, il modo in cui la Fanning si fa circuire dall'attore famoso, ecc.), spunti appena abbozzati tanto per fare minutaggio e lasciati morire così (il fratello del protagonista e i suoi dubbi sul matrimonio, la relazione extraconiugale della moglie di Jude Law), circostanze date per assodate e non chiarite (il protagonista, pur di famiglia ricca, si mantiene giocando d'azzardo e vince sempre…come fa? E' l'uomo più fortunato del mondo? Bara? Boh…). Chalamet studia da grande e intanto mette Woody Allen nel suo curriculum che male di certo non fa ma fra dieci anni si vergognerà di essersi prestato per un ruolo così idiota, la Fanning poverella è tanto caruccia ma di recitare proprio non se ne parla, sulla Gomez gonfia come una zampogna e doppiata da un trans una parola è troppa e due sono poche, sprecati Law e Schreiber. Mezzo punto in più per il dialogo chiarificatore con la madre sul finale, unica cosa degna dei momenti migliori del regista newyorkese, ormai da anni privo di ispirazione. Finale imbarazzante.
L'ultimo film di Allen è di una banalità sconcertante. Noioso e recitato anche male dal giovane protagonista maschile, con una sceneggiatura che sembra un saggio di prova del primo anno di un corso di Canicattì. Se si aggiungono i tempi insolitamente lunghi e la spocchia della iperborghesia americana, difficilmente si resiste oltre il primo tempo. Meglio fare qualsiasi altra cosa. firmato Un ammiratore molto deluso
La noia. Fin dalla prima scena. Questa sì, la vera protagonista dell'ultimo film di Allen, La protagonista femminile vorrebbe essere un richiamo alla incantevole Melodie (Evan Rachel Wood) di Basta che Funzioni.La campagnola catapultata in città e la sua perdita di innocenza. Ma in questo caso i tratti sono eccessivamente grotteschi, poco credibili.E per nulla (auto) ironici Anche il protagonista, una specie di radical chic piuttosto tristanzuolo è poco realistico, poco terreno Verso 3/4 il film migliora nettamente per poi crollare in uno dei peggiori e più penosi finali di sempre. davvero un film deludente
Semplicemente ALLIBITO dai commenti positivi. Woody Allen è il regista preferito per cui sono ben (pre)disposto in ogni suo film.
Ma questo è credo il peggiore (almeno) degli ultimi 20 anni. Non si ride MAI. Non si resta affascinati in un alcun momento musicale, fotografico scenografico. Ma soprattutto non ci si emoziona mai Il protagonista è tra i più tristi e sfigati soggetti mai apparsi in una pellicola. Le interpreti femminili sono volgari e spiacevoli.
Insomma, non sembra neanche lontanamente un film di Woody. Il finale è scontato è squallido.