un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza regia di Roy Andersson Svezia 2014
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un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza (2014)

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locandina del film UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL'ESISTENZA

Titolo Originale: EN DUVA SATT PÅ EN GREN OCH FUNDERADE PÅ TILLVARON

RegiaRoy Andersson

InterpretiHolger Andersson, Nisse Vestblom

Durata: h 1.41
NazionalitàSvezia 2014
Generecommedia drammatica
Al cinema nel Febbraio 2015

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Trama del film Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza

Come moderni Don Chisciotte e Sancio Panza, Sam e Jonathan, due commessi viaggiatori, si confrontano sulle meraviglie caleidoscopiche dei destini umani. Un viaggio il loro che mostra la bellezza dei singoli momenti, la meschinità di altri, l'umorismo e la tragedia che è insita nell'uomo, la grandezza della vita così come la fragilità dell'essere umano.

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Voto Visitatori:   5,76 / 10 (17 voti)5,76Grafico
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Voti e commenti su Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza, 17 opinioni inserite

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Commenti negativiStai visualizzando solo i commenti negativi

Oskarsson88  @  02/06/2023 12:14:16
   5 / 10
Piuttosto noioso, molto statico, molto desaturato e grigiastro, questo umorismo flemmatico scandinavo, a parte qualche sorrisino che mi ha strappato, mi ha lasciato indifferente e annoiato...

Buba Smith  @  29/01/2018 00:45:51
   1 / 10
Ebbene... Ci sono riusciti.

Io sono andato fino in fondo. Ho capito il vero e profondo intento di questo film e... Si. Ci sono riusciti.

Il più profondo scopo di questa pellicola era convincersi di poter creare qualcosa che fosse peggiore di stare una notte in un cimitero abbandonato.

ce l'hanno fatta. Io se dovessi scegliere di rivedere stò composto di rifiuti, sceglierei veramente l'altra opzione.

Se doveste inconsapevolmente incappare in questo film. Cambiate canale. Fatelo fin da subito al contrario mio.

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  29/07/2017 01:38:17
   2 / 10
Se un film non è piaciuto, non si deve temere di abbatterlo con un voto negativo solo perché ha vinto il Leone d'Oro a Venezia. Si potrebbe discutere sul fatto che non tutti i premi coincidono con la qualità, ma sicuramente non interpretano sempre la soddisfazione o il gradimento del pubblico. Questo ne è un esempio molto chiaro e parlante. Già dal titolo si avverte un fastidio che spinge a voler comprendere il perché di quelle parole messe lì per caso, senza un significato ben preciso. Ma il titolo è forse l'aspetto più gradevole di questo noiosissimo e narcisistico lungometraggio , privo di sostanza e adatto ad un pubblico forzatamente intellettuale che indossa la maschera dell'intenditore per fuggire dai luoghi comuni e dal banale. Se da un lato abbiamo i commercialissimi thriller americani , sull'altro estremo si pongono film come questo dove il pretesto di una tecnica cinematografica cade solo nell'eccentricità . Film pessimo

topsecret  @  26/12/2015 19:57:49
   5 / 10
Le cose sono due: o sono limitato e non posseggo i mezzi necessari per capire e carpire l'essenza di film come questo (e secondo me è l'opzione più probabile) oppure, semplicemente, non mi ha entusiasmato l'idea di racconti minimalisti di vite grigie, di nonsense, di squallore esistenziale che il regista ha voluto evidenziare in questo suo film.
Verso la fine mi stavo per addormentare, e non è una cosa che mi capita sovente quando si tratta di cinema, perciò mi riesce difficile trovare punto vincenti in questo leone d'oro 2014, se non forse l'originalità dell'idea e di come è stata realizzata, ma sinceramente non mi pare abbastanza per meritare la sufficienza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/09/2015 15:55:22
   4 / 10
Il regista sceglie di raccontare alcune esistenze prive di "vita" facendo trasparire questa nullita' attraverso lo schermo. Certamente la scelta di girare tutto un film di 100 minuti con questo grigiore appesantisce la visione che diventa snervante gia' dopo la prima mezz'ora.
Quindi perche' apprezzare questo film? Per lo stile con cui è girato? Puo' passare ma sicuramente per poco tempo.
Non trovo altri motivi di merito sinceramente.
La giuria di Venezia gli ha assegnato il leono d'oro nel 2014. O perche' ha voluto dimostrare di capire di cinema per aver premiato un film sperimentale o perche' le alternative erano peggiori di questo...
Insopportabile

Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  27/02/2015 14:21:52
   4½ / 10
so già che se non avesse avuto il leone d'oro, tanti non si sarebbero mai sognati di gridare al capolavoro. Premesso questo affermo che me ne sbatto altamente dei premi, delle giurie e della critica.
Questo Piccione è una gran tortura a cui mi sono placidamente concesso per poi dormirci su e riflettere sulle conseguenze: poco o niente.

Rimane una grande provocazione stilistica: nell'era della tecnica registica e narrativa esasperata e funambolica il Nostro ha piazzato la macchina da presa sul cavalletto e ha mosso gli attori. Un grido esasperato che intima: "Fermiamoci per dio!"

Ok!

Viviamo un periodo storico alienante. I Rockefeller (vecchi ricchi assetati di champagne e morbosità) continuano a guidare il mondo e noi siamo topolini da laboratorio nel giro di giostra settimanale, svuotati di vere emozioni, programmati per fare sempre le stesse cose, gli stessi errori, cercando di vendere agli altri( e a noi stessi) l'inutilità(maschere e denti vampireschi, finte risate). I peccati veniali dell'umanità, il genocidio e le inutili guerre di conquiste si fondono accavallandosi alla misoginia, alle turbe sessuali, al vizio del gioco.

La morte come salvezza, come speranza di un paradiso che non può esistere in terra. La sconfitta dell'uomo come essere senziente e intelligente. La scimmia dimenticata in un amperaggio che la scuote nell'indifferenza di un'umanità svuotata.

Noi disumani e disumanizzati. Grazie, ma il film è una gran palllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

dagon  @  21/02/2015 01:16:52
   2 / 10
Leone d'oro al festival di Venezia.... Vabbe'... Una specie di versione scandinava di "cinico tv": inquadrature statiche con gente brutta e squallida, immobile, silenzi o frasi proferite in modo piatto ed atono, oltre che lentissimo. Uno dei film piu' fastidiosi ed irritanti che abbia visto negli ultimi anni. Mi ha urtato esattamente come quando sono andato al museo d'arte moderna ed un sistema di compiacenti critici & co. ha cercato di convincermi che quattro coni di plastica a strisce arancioni appoggiati per terra, di quelli usati per segnalare i restringimenti di carreggiata sulle strade, fossero un'opera d'arte ("perche' l'artista ha voluto esprimere..." Ma andate affa...). Frammenti e siparietti surreali, in un tripudio di calcolatissima e narcisistica pseudoautorialita' da strapazzo (oltre che secondo un modello di cinema d'autore vetusto), che vorrebbero farci vedere quanto e' misera la nostra vita... Grazie, dopo questa ora e quarantacinque di tedio profondo la mia e' ancora piu' misera.
Per alcuni questo e' IL cinema, registro e rispetto l'opinione, per carita', ma per me e' l'ANTI cinema, ne' piu' e ne' meno della piu' becera delle americanate, seppur sull'estremo opposto...
Si dice che il mondo sia bello perchè è vario... mah...

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Ultima risposta 24/02/2015 10.23.48
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