uzak regia di Nuri Bilge Ceylan Turchia 2002
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uzak (2002)

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locandina del film UZAK

Titolo Originale: UZAK

RegiaNuri Bilge Ceylan

InterpretiMuzaffer Ozdemir, Mehmet Emin Toprak, Nazan Kirilmis, Fatma Ceylan, Zuhal Gencer Erkaya

Durata: h 1.50
NazionalitàTurchia 2002
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2004

•  Altri film di Nuri Bilge Ceylan

•  Link al sito di UZAK

Trama del film Uzak

Mahmut, un fotografo, ospita a casa sua un parente, Yusuf, che si deve imbarcare per lavoro nel porto di Istambul. La presenza di Yusuf mette in risalto alcuni aspetti della vita di Mahmut per nulla contento della sua situazione..

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Voto Visitatori:   7,28 / 10 (16 voti)7,28Grafico
Miglior attore (Muzaffer Ozdemir, Mehmet Emin Toprak)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Muzaffer Ozdemir, Mehmet Emin Toprak)
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Voti e commenti su Uzak, 16 opinioni inserite

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Oskarsson88  @  25/06/2020 11:40:08
   6 / 10
Molto lento e statico, con poca trama. Suggestiva la fotografia, soprattutto quando vediamo Istanbul innevata, ma anche negli altri climi. Buone le scelte sonore onnipresenti. Nel complesso però un po' deludente.

Crimson  @  30/07/2015 22:43:57
   8½ / 10
Spoiler presenti.

Mahmut è di professione fotografo, circondato da libri, maniaco dell'ordine, tormentato da un topo a cui dà inutilmente la caccia da tempo a costo di seminare una trappola innanzitutto per sé stesso. E' talmente prigioniero della propria apatia che quando ha la possibilità di fotografare un panorama mozzafiato ci ripensa e prosegue, cancellando l'immagine con un colpo di spugna, e Uzak è un capolavoro di immagini che colgono immagini che non si realizzano o che muoiono come quelle in una televisione che propone spazzatura e morte dei sentimenti.
"La fotografia è morta" esclama in una reunion di intellettuali o simil tali che gli imputano di aver spento gli ideali tra cui realizzare un film come Tarkovskij, a proposito del quale due insoliti Stalker e Zerkalo vengono proiettati ma contrariamente al loro valore appiattiti brutalmente al resto delle immagini vuote e tristi. La mancanza di emozioni spinge al ricorso frustrato ad una pornografia vissuta come peccato individuale. Rispetto alla convenzionale "crisi" che sembra dover essere accostata con naturalezza quasi ineludibile e inconsolabile sempre e solo all'aggettivo "economica", Ceylan al terzo lungo con il suo inconfondibile stile coglie fenditure più profonde e nascoste come la distanza emotiva, una sessualità repressa, taciuta, nascosta. Il personaggio di Mahmut anticipa l'Aydin di Winter Sleep, è un intellettuale abulico e arido che avrebbe il compito di fornire chiavi di lettura e mostrare la via per risollevarsi, ma disattende continuamente il compito proprio nel momento di compierlo. Difronte ad un topo in agonia o alla madre in ospedale non si comporta in maniera tanto dissimile, mentre Yusuf non ha le chiavi di lettura eppure non ha perso la genuina umanità, è in buona fede e non ha davvero mai visto quell'orologio la cui scomparsa presunta gli viene attribuita neanche troppo velatamente. Durante le ricerche Mahmut ha nuovamente l'occasione per riaccendere l'interruttore emotivo, sconfiggere la paranoia, ma preferisce tacere e richiudere la scatola, l'importante non sembra essere la verità dei fatti come (ri)avvicinamento perdipiù famigliare, ma una sterile quanto inutile riaffermazione di chi comanda e chi subisce, uno sprezzante guardare dall'alto verso il basso di chi è nella posizione di poterlo fare. Mahmut ha anche la possibilità di poter parlare all'ex moglie per sconfiggere demoni interiori legati a quella vecchia e dolorosa storia dell'aborto, ma ancora una volta nel momento dell'azione si nasconde e fugge.
Uzak è come dal titolo un film sulla distanza e sulla rinuncia, sull'impoverimento emotivo che conduce ad una inesorabile condizione di solitudine.
Nell'ultima magnifica sequenza Ceylan riesce a canalizzare nella camera il senso di stritolamento intimo contrapposto alla pura contemplazione del paesaggio, alternando campo lungo e inquadratura sulla panchina e zoom progressivo sul volto del protagonista, che accende una sigaretta dal pacchetto rinvenuto in casa e unico segno tangibile rimasto a testimoniare il passaggio evanescente del cugino, che con la sola presenza gli ha dato la possibilità di cambiare senza essere minimamente inteso.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  31/03/2012 20:13:54
   8 / 10
Un possibile e probabile Tarkovskij contemporaneo alle prese con la crisi di un Tarkovskij contemporaneo.
Uzak è il dramma della Distanza (titolo tradotto) e dell'Incomunicabilità. È chiaramente un omaggio al grande cineasta russo quello che fa Ceylan in questo piccolo capolavoro mancato. A parte qualche stilema tipico (per esempio mettere la locandina di un film precedente nella camera del protagonista: Tarkovskij mette "Andreij Rublijov" in "Zerkalo", Ceylan mette il suo "Koza"), il regista turco si interroga sulle possibilità che un cinema esistenzialista quale quello tarkovskijano possa offrire alla sensibilità contemporanea. E pare davvero disilluso (il film porno dopo Stalker). Ma è qui che il grande si affianca al Grandissimo. Perché Nuri, pur essendo bravo, non è ancora riuscito a concretizzare un vero e proprio capolavoro. Uzak è di certo un gran film, ma è un'Opera mancata. Già è stato notato quanto sia lento il suo tempo cinematografico. Eppure non trovo sia la lentezza il tratto precipuo della sua incompiutezza. È la prima parte che non convince. Troppo lunga, troppo noiosa. Ma nell'ultima parte, più o meno da quando comincia a capirsi quanto sono mediocri i due protagonisti (e nel dipingere questa categoria penso sia persino più bravo di Tarko) e da quando è introdotto il personaggio dell'ex-moglie, il film ha un'impennata spaventosa. Degno del più grande cinema autoriale. Aspetto con trepidazione il capolavoro.

Ciaby  @  10/06/2010 08:07:35
   8 / 10
Distant. Uzak prende le distanze dal suo pubblico e mostra, con una confezione perfetta, le solitudini, gli amori, stralci di vita di Instanbul, ma che potrebbero essere benissimo di un'altra parte del mondo. Neorealismo turco, ricco di grande fascino e con sequenze magnifiche. Bellissimo, ma peccato -a volte- in prolissità: tuttavia, è un film da vedere. Ottimo.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  15/03/2010 13:19:49
   7 / 10
Allora, intendiamoci: Nuri Bilge Ceylan è uno bravo, soprattutto tecnicamente: la sua fotografia, ora gelida, ora carica di toni grigi è uno spettacolo per gli occhi. Anche la tematica della solitudine è trattata in modo originale e potente.
Però personalmente i suoi ritmi che definire dilatati è un eufemismo io proprio fatico a digerirli: 10 minuti di camera fissa su un tizio che risale un clivo o che attraversa la strada mi sembrano più di maniera che altro, e rendono la pellicola più cerebrale che sentita.
Il voto che ne risulta è quindi una sintesi tra lo splendore visivo ed il tedio emotivo: 7.

3 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2010 14.50.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  14/03/2010 12:30:42
   7 / 10
Atmosfere rarefatte e immagini suggestive per un affresco sulla solitudine in una malinconica Istanbul.

2 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2010 13.23.59
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Tom24  @  02/03/2010 00:07:45
   8½ / 10
Folgorante capolavoro. Magnifico.

addicted  @  01/06/2009 21:55:39
   8 / 10
Un film veramente bellissimo. E' una amara storia di solitudine, ambientata in una splendida Istambul, che non è mostrata in cartolina, ma costituisce lo sfondo (visivo e sonoro) ideale. Dove si è più soli se non in una grande città?
Il ragazzo di campagna cerca il lavoro e si perde dietro le belle sconosciute, che rimangono sempre tali. Il parente di città si è condannato alla solitudine perchè, semplicemente, non può vivere accanto a qualcuno. I due si incrociano e, ovviamente, non si trovano.
Amaro e leggero, gode di un'ottima fotografia e di due attori veramente impeccabili.

collina  @  16/09/2008 12:42:54
   7 / 10
Un fil complesso , ma che mi ha saputo entusiasmare, dimostrando ancora una volta che la magia del cinema può essere rappresentata senza bisogno di molti soldi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  04/01/2007 20:47:49
   7 / 10
la forza del film non sta sicuramente nella trama (che di per se potrebbe occupare giusto un corto di 5 minuti), ma nella fotografia e nel utilizzo di immagini quasi immobili che dilatano le emozioni del protagonista.
le bellissime scene all'aperto però sono desolanti quanto quelle anguste dell'appartamento del protagonista, tranne una scena abb. comica il film è parecchio "depresso".

francuccio  @  26/11/2006 18:14:34
   8 / 10
Le storie di due uomini diversi ma in fondo accomunati da un profondo disagio esistenziale fatto di solitudine, malinconia, difficoltà di comunicare e di riuscire ad essere amati.
Film volutamente lento che si sofferma molto sui paesaggi di un Istambul innevata e affascinante. Straordinarie la regia e la fotografia.
Una piccola perla dalla Turchia che il cinema lo sa fare e anche piuttosto bene.
E quest' opera di Ceylan lo dimostra. Alcune scene topiche davvero eccezionali a mio parere hanno contribuito ad alzare il mio voto.

hiroshi  @  17/08/2004 21:54:49
   9 / 10
veramente un gran bel film. premio della giuria cannes2003 meritatissimo.

eccomi555  @  28/07/2004 18:09:29
   7 / 10
fatto bene ma... che pizza!

Gruppo COLLABORATORI paul  @  07/07/2004 13:03:24
   9 / 10
Uno dei più bei film degli ultimi anni. Il tema della solitudine e del bisogno d'amore è magnificamente espresso con immagini al limite del realismo che superano la forza dei dialoghi (volutamente non moltissimi) ed una interpretazione dei due protagonisti (così uguali nella loro diversità) davvero eccellente. Un film molto europeo e diversissimo dal solito happy-end e dai colpi di scena hollywoodiani. Tra le sequenze da ricordare: i due protagonisti che guardano in tv "Stalker" di Tarkovskij, ma non appena uno dei due va a dormire l'altro introduce un vhs porno; la discussione riguardo la morte della fotografia; lstanbul innevata; gli ultimi due minuti, con l'ultimissima sequenza degna del miglior Truffaut. Da vedere.

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Ultima risposta 18/10/2011 17.54.24
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