via col vento regia di Victor Fleming USA 1939
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via col vento (1939)

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locandina del film VIA COL VENTO

Titolo Originale: GONE WITH THE WIND

RegiaVictor Fleming

InterpretiVivien Leigh, Clark Gable, Olivia De Havilland, Leslie Howard, Thomas Mitchell, Barbara O'Neil, Hattie McDaniel

Durata: h 3.42
NazionalitàUSA 1939
Generedrammatico
Tratto dal libro "Via col vento" di Margaret Mitchell
Al cinema nel Settembre 1939

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Trama del film Via col vento

Guerra di secessione. Rossella è innamorata di Ashley che però sposa la cugina Melania. Così Rossellai pur continuando ad amare Ashley, si sposa con Reth, non consapevole che poi diventerà il suo unico grande amore.

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Voto Visitatori:   8,49 / 10 (130 voti)8,49Grafico
Miglior filmMiglior regiaMiglior attrice protagonista (Vivien Leigh)Miglior attrice non protagonista (Hattie McDaniel)Miglior sceneggiatura non originaleMiglior fotografiaMiglior scenografiaMiglior montaggio
VINCITORE DI 8 PREMI OSCAR:
Miglior film, Miglior regia, Miglior attrice protagonista (Vivien Leigh), Miglior attrice non protagonista (Hattie McDaniel), Miglior sceneggiatura non originale, Miglior fotografia, Miglior scenografia, Miglior montaggio
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Voti e commenti su Via col vento, 130 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

adrmb  @  26/12/2019 12:48:29
   8½ / 10
Capolavoro. Da spellarsi le mani dagli applausi per la numerosità e grandiosità di mezzi, costumi, set, scenografie e comparse messi in campo per girare quest'epica romantica durante la guerra di seccessione americana.
A posteriori è interessantissimo osservare come 'Via col vento' sia un manuale perfetto di decoupage classico: campi lunghi e lunghissimi per le scene corali (ottima la direzione di tutte le comparse, a proposito), narrazione didascalicissima con abbondanza di dettagli e particolari, primi e primissimi piani: l'attenzione dello spettatore è sempre e costantemente guidata, mai un oggetto di scena o passaggio di scena fuori posto, tutto costantemente amalgamato al fine di far proseguire la narrazione. Si nota altresì l'assenza totale della profondità di campo (due anni dopo sarebbe arrivato Welles e 'Quarto potere' a spazzare via tutto questo), il che ai miei occhi rende 'Via col vento' un grandioso libro pop-up in movimento, bidimensionalissimo. Al di là di tutto, al netto di qualche passaggio un po' pacchiano, ho sempre trovato lo stile registico della Hollywood classica estremamente raffinato, e questo si riversa nel film: molte inquadrature denotano proprio una cura scenografica della messa in scena, da mangiarsele con gli occhi; il tutto ovviamente nobilitato da uno sfavillante Technicolor. Si pensi all'inquadratura in cui Rossella si pettina davanti allo specchio, boh, top
Però la scena che più di tutte mi è rimasta impressa è l'arrivo alla stazione con i feriti dove la macchina da presa viene posizionata su una gru che allarga sempre più il focus da Rossella per inquadrare un campo larghissimo in cui a svettare è la bandiera degli Stati Confederati d'America, da brividi.

Questione narrativa ed etica. Allora, il film è sottilmente razzista, questo è inutile negarlo: non solo nelle rappresentazioni un po' macchiettistiche degli schiavi dei protagonisti (l'attrice Butterfly McQueen ebbe a tal proposito da ridire - e giustamente - sulla svampitezza del suo personaggio) incrementate dallo sgrammaticato doppiaggio italiano d'epoca, ma anche la rappresentazione di un Sud schiavista sognante va molto se in una direzione, se non "giustificazionista", "comprensiva" (questo è tra l'altro uno dei temi portanti del film secondo me, la chimica tra Rossella e Ashley si basa in gran parte sulle loro pulsioni nostalgiche per il loro passato glorioso distrutto dai Nordisti, un sentimento che Rett non riesce e può comprendere). Ah e come non citare l'infelicissimo snodo narrativo del raid compiuto ai danni dei neri che richiama inquietantemente il Ku Klux Klan (in una delle scene registicamente migliori del film). Insomma da questo punto di vista molto ambiguo. Se si passa sopra la ricostruzione storica "favolizzata" però e ci si concentra sulla narrazione si riscopre però un gran bel film, dove la realtà storica è in grado di dare ampio respiro agli eventi di finzione dando al film un'impronta magniloquente. Per me la storia tiene botta complessivamente bene fino al raid, accusando un po' di stanchezza dal matrimonio tra Rossella e Rhett dove gli eventi iniziano ad acavvallarsi tramite ellissi a mio avviso un po' troppo brusche (es. l'appiccicamento tra la morte della figlia e quella di Melania). Non so se è un effetto collaterale della realizzazione travagliata, suppongo di sì. Anche la risoluzione finale di Rossella mi è parsa sempre un po' troppo affrettata.

Ecco, Rossella. Secondo me la sua caratterizzazione (ma anche quella di Rhett in fondo) dà una marcia in più al film (ottima la Leigh, io mi sono innamorato): lontanissima dall'essere eroina e dall'essere uno stereotipo, Rossella è un personaggio estremamente sfaccettato, a tratti persino odioso: è viziata, egoista, a tratti cinica, molto arrivista, tutti difetti che convergeranno in una relazione amorosa totalmente disfunzionale. Allo stesso tempo però è impossibile non avvertire anche magnetismo per la sua "scorza" e tenacia nel diventare donna d'affari, è un personaggio che indubbiamente finisce per bucare lo schermo, e un ottimo contraltare all'affabile e delicata Melania; in tal senso mi è incomprensibile come un personaggio con una personalità così spiccata potesse provare infatuazione per quel pesce lesso di Ashley. Tutta questa asprezza di fondo secondo me scongiura il film dagli eccessi di sentimentalismo che con protagonisti più tradizionali si avrebbe avuto probabilmente a palate.

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