Joe Gillis, uno sceneggiatore sull'orlo della bancarotta, si rifugia in una vecchia villa apparentemente abbandonata per sfuggire ai suoi creditori. In realtà si tratta della dimora di Norma Desmond, una vecchia star del cinema muto, che ha perso ogni legame con il mondo del cinema. In cambio dell'ospitalità, Joe inizierà a scrivere la sceneggiatura che dovrebbe segnare il ritorno di Norma sul grande schermo.
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VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior regista (Billy Wilder), Miglior attrice in un film drammatico (Gloria Swanson), Miglior colonna sonora (Franz Waxman)
... quando erano ancora Registi e Attori a fare Cinema, e non, investimenti economici da capogiro o effetti speciali "no limits". Questo film è la testimonianza provata che una sceneggiatura solida e inattaccabile, affidata ad una direzione consapevole, ha valore primario rispetto a tutto il resto.Certo è che poi, se a ciò, ci si aggiunge un cast composto da nomi quali Gloria Swanson - interpretazione superba, difficilmente comparabile (Wilder ha fatto grande il film, Lei lo ha consegnato alla storia) e meritevole di oscar (assegnato quell'anno alla giovane "amante" Judy Holliday (?)) - ed Erich von Stroheim, steccare è pressoché impossibile.Hollywood egocentrica e spavalda, madre premurosa prima, che coccola e vizia il frutto del proprio grembo, cinica e spietata dopo, nell'abbandonare ad un destino di lustrini e ricordi sbiaditi, ciò che resta dei propri artisti.Da quì, lo spunto con cui il regista, in un'atmosfera serrata, angusta e talvolta persino surreale, figlia di una splendida scenografia, costruisce e ritrae vizi ed eccessi di un'ex-attrice del cinema muto, vittima del proprio divismo e perciò incapace di rassegnarsi all'inevitabile ricambio generazionale e di comprendere, inoltre, l'importanza di un'innovazione tecnica che avrebbe riscritto in maniera definitiva, il futuro del cinema.Punto fermo tra le opere del passato più viste e conosciute, un drammatico senza tempo, avvalorato inoltre dalla complicità imprescindibile delle proprie tinte, fondamentali a livello rappresentativo.