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Cinico, beffardo, spietato, nichilista. Questi sono i primi aggettivi che mi vengono in mente per Violent cop.
Hazuma è poliziotto dai modi rudi e violenti che non accetta di buon cuore di seguire le solite regole della prassi vigente in polizia. Ama i metodi sommari, farsi giustizia da sé, sequestrare criminali e torturarli. E' un tipo scorbutico, e di fronte ai rimproveri dei superiori si giustifica dicendo che è appena trasferito da un altro dipartimento vive un momento difficile, e deve ambientarsi. Rischia azioni disciplinari, ma viene perdonato per i suoi meritevoli trascorsi. Hazuma ha una sorella con problemi mentali, che vendicherà quando riuscirà a trovare i suoi rapitori.
Kitano inizia con questo film la sua carriera cinematografica, ed è già un bellissimo film, probabilmente il più pessimista e nichilista della sua carriera (ma non è stato scritto interamente da lui) Impossibile una redenzione per Hazuma e sua sorella. Impossibile una rivalsa, una guarigione. L'unica via è la morte, che può colpire a caso chiunque, soprattutto se si è nei paraggi di una sparatoria.
La musica di Daisaku Kume che rifà il primo Gnossienne di Erik Satie, scandisce la camminata impassibile di Kitano/Hazuma, personaggio cinicamente imperturbabile e lucidamente folle in una metropoli decadente.