vi presento toni erdmann regia di Maren Ade Germania, Austria 2016
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vi presento toni erdmann (2016)

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locandina del film VI PRESENTO TONI ERDMANN

Titolo Originale: TONI ERDMANN

RegiaMaren Ade

InterpretiPeter Simonischek, Sandra Hüller, Michael Wittenborn, Thomas Loibl, Trystan Pütter, Hadewych Minis, Lucy Russell, Ingrid Bisu, Vlad Ivanov, John Keogh, Ingo Wimmer, Cosmin Padureanu, Anna Maria Bergold

Durata: h 2.42
NazionalitàGermania, Austria 2016
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 2017

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Trama del film Vi presento toni erdmann

Senza preavviso, il sessantacinquenne Winfried si reca in visita dalla figlia Ines, che vive a Bucarest e lavora come consulente aziendale. Poiché si convince che Ines abbia perso il suo senso dell'umorismo, inizia a sorprenderla con una serie imprevista di scherzi e battute, a partire dalla sua totale trasformazione in Toni Erdmann. Presentandosi con un aspetto irriconoscibile e con un'offerta lavorativa che Ines non può rifiutare, tra i due nascerà un inaspettato legame: tanto più si tratteranno male quanto più si avvicineranno.

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Voto Visitatori:   6,50 / 10 (8 voti)6,50Grafico
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Voti e commenti su Vi presento toni erdmann, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

matt_995  @  06/03/2024 09:11:41
   6 / 10
Fosse stato scritto da Age e Scarpelli e diretto da un Monicelli o un Germi, questo film sarebbe stato un capolavoro assoluto. Invece è stato scritto e diretto da una Maren Ade che esagera in autocompiacimento e lungaggini da cinema festivaliero d'autore. Ne esce fuori una dramedy dallo spunto iniziale davvero brillante ma appesantita da scene su scene inutili che rendono la visione estenuante. Doveva essere un film da un'ora e mezza, non da quasi tre ore.
Sandra Huller e Peter Simonischeck si portano l'intera pellicola sulle proprie spalle larghe, con due interpretazioni eccellenti... Non basta.
Sarei stato curioso di vedere il remake americano (magari alleggerito dalle lungaggini, come solo gli americani potrebbero fare) con Kristen Wiig e Jack Nicholson. Film che ahimè non vedrà mai la luce a causa della malattia del mitico attore.

Goldust  @  11/04/2023 17:16:25
   6½ / 10
E' una pellicola veramente difficile da inquadrare ed ancora più da spiegare, una specie di commedia grottesca che accarezza maggiormente i toni drammatici rispetto a quelli comici e che si sforza di affrontare il discorso genitori / figli da un punto di vista insolito, quello di un padre - invadente ed eterno bambino - involontariamente impegnato a risolvere con i suoi bizzarri metodi i problemi esistenziali della sua unica figlia. Anche se la regia troppo contemplativa non riesce sempre ad essere all'altezza di una sceneggiatura assai fiera di non dare punti di riferimento allo spettatore, il racconto si dipana attraverso snodi cruciali ( la cantata liberatoria sulle note di "The Greatest Love of All" di Whitney Houston, il nudismo della riunione improvvisata, il finale alla veglia funebre in cui Ines prende finalmente coscienza del potere taumaturgico della leggerezza ) rinsaldando a piccoli passi una sintonia famigliare che ad inizio film non sembrava possibile. Niente comunque che non si sarebbe potuto dire in due ore, contro le due e quarantacinque effettive: mi sentirei di consigliarlo a tutti e non solo ai "malati" di cinema come me, ma la durata è impegnativa e la parte centrale, dove Winfried calca la mano con i suoi scherzi al limite del sopportabile, non è troppo scorrevole.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  30/11/2017 10:46:39
   8 / 10
Un film quasi assurdo e grottesco, che tuttavia affronta coraggiosamente il tema genitori-figli.

TheLegend  @  15/07/2017 23:29:01
   7 / 10
Commedia agrodolce e atipica;poteva sicuramente durare un pò di meno,snellendo alcuni passaggi.

JOKER1926  @  16/05/2017 02:43:47
   1 / 10
"Vi presento Toni Erdmann" è un lavoro recente firmato Maren Ade. Sviluppato su un plot alquanto convenzionale, il solito rapporto "interrotto" padre/figlia, il film ,cerca di impelagarsi in ardue diramazioni contenutistiche e visive.

La morte dei film medi, oggigiorno, è rappresentata dalla scarsa originalità. "Vi presento Toni Erdmann", invece, opta per una morte atroce. Decide di macellarsi in una amalgama pietosa, così assurda, da risultare , nel suo contesto deviante e deviato, per una strana legge trasversale, invincibile.

Anzitutto il senso di disorientamento che attanaglia la giovane regia è allarmante. Il montaggio, ad esempio, specie in alcune sequenze è un disastro. Scollegata l'immagine dal linguaggio. Difetto lapalissiano.
Da questo disordine post guerra civile serba, emerge pesantemente, una approssimazione e mescolanza di stili , di linee e forme. Insomma, "Vi presento Toni Erdmann" non riesce a far suo un genere. Non ci riesce.
Leggero per essere un dramma, pesante per incarnare la commedia. Grottesco si, ma senza l'apparato scenico giusto (salvo pochissime sequenze).
Analizzando questa macelleria , inoltre, è persino difficile giudicare senza scindere. In pratica, prendendo in questione la sola narrazione, con tutti i suoi assurdi risvolti , ne vien fuori un polpettone pieno di cliché, storia standardizzata, nulla di nuovo sotto il sole. Volendo invece accettare il "solo" significante, la situazione precipita. Accettare solo questo ultimo punto significa dar consenso ad una masturbazione oscena (e personale) di una regia funesta come una tempesta tropicale.
Eccetto un paio di scene ben fatte, resta un deserto asfissiante. Le risate sono quelle isteriche; come il sorriso prima della morte. La resa prima del vuoto. Il vuoto della resa.

"Vi presento Toni Erdmann", al di la di una lentezza non umana, sviluppata intorno ad un ironia mentecatta, è da vedere al Cinema. Solo il collettivo, fatto di un pubblico misto, può rendere mediamente l'idea. Gente che sbotta, gente che abbandona la sala. Sponsor per un suicidio di massa. Nel nome di una catastrofe seconda solo alla sua ombra. Deposito defecale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  08/05/2017 23:16:38
   7½ / 10
"Tu non sei umana".
Da questa semplice considerazione che il padre fa nei confronti della propria figlia, secondo me risiede il nocciolo del film. Ero timoroso di questo lavoro che si presenta come una commedia, ed in effetti è una commedia, sia pure con le sue atipicità. La durata di 162 minuti è veramente monumentale, però è importante perchè analizza minuziosamente il quotidiano di una donna in carriera votata completamente al lavoro. Dapprima il padre funge da semplice osservatore, guarda la propria figlia che non ha praticamente orari, rigida come uno stoccafisso in cui la sfera lavorativa l'ha gradualmente disumanizzata. Anche nelle occasioni apparentemente mondane e disimpegnate si parla sempre e solo di lavoro.
L'invenzione di questo alter ego, Toni Erdmann, è un detonatore di momenti imbarazzanti. La maschera del padre pregressivamente denuda, anche letteralmente nel bel finale, una donna che riacquista la sua umanità. Un residuato della vecchia generazione che cerca di rendere più flessibile la nuova generazione che ragiona su numeri o piani industriali, ma che in maniera ipocrita non si prende la responsabilità delle proprie decisioni, attuando uno scaricabarile ai limiti del vergognoso, sul chi deve prendersi la briga di dover licenziare. Un film molto partciolare, cui è facile farsi un'impressione prima della visione e rimanerne deluso. Un film che lavora molto di fioretto che parla di molte cose, ma tenendo sempre al centro il rapporto tra padre e figlia. Due diverse generazioni a confronto.

polbot  @  19/04/2017 13:44:05
   8 / 10
Bel film sul limite sottile tra l'essere un genitore leggero o assente.. sui benefici o svantaggi che la cosa può determinare.. una piacevole sorpresa, che sfiora l'Oscar.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  05/03/2017 06:12:07
   8 / 10
Come fai a fermare un momento, come fai a renderlo una tempesta sonora come i Cure, come fai a sentire che tutto muore attorno, che è una lista da spuntare, un sorriso con una dentiera finta con una parrucca, un vestito tradizionale bulgaro, un'ambasciata immaginaria dove crescono le mele, come fai a fissare la felicità, che è un secondo, non puoi e non lo fai, perché lo capisci solo dopo.

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