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Un gruppo di sette coraggiosi guerrieri ottomani è inviato dal Sultano per eliminare il feroce voivoda di Valacchia Vlad ... Questo film , diretto dal giovane regista anatolico Osman Kaya , ci mostra la storia dal punto di vista del nostro storico nemico , l' infedele Gran Turco . E così il principe balcanico , che da molti europei era considerato solo uno spietato difensore della fede cristiana , diventa un sanguinario e pazzo tiranno che si diverte a martoriare i suoi sudditi , si crede figlio di Dio e prepara addirittura una guerra batteriologica ante litteram ( Vlad usa addirittura il termine anacronistico di " pandemia " ! ) ! Certo , nel Quindicesimo Secolo il buon Vlad Tepes , per governare uno staterello che era il classico vaso di coccio tra due vasi di ferro , doveva barcamenarsi ben bene ed usare spesso il pugno di ferro . Del resto se Bram Stoker ha preso ispirazione da lui per il personaggio del Conte Dracula una qualche ragione ci sarà stata ... Tornando al film , c' è da dire che più che sul personaggio di Vlad è incentrato sulle mirabolanti avventure dei sette Delirer , questi eroici guerrieri forti , tolleranti , leali ed invulnerabili . Si evidenzia un certo sforzo produttivo , con ottime locations , bei costumi e buone scene di battaglia , ma non si può non notare un evidente patriottismo turco , con questi sette combattenti intenti a riportare la pace e la giustizia del Gran Sultano , calpestate dal truce despota valacco , dimenticando però il non trascurabile particolare che in questo caso gli ottomani erano gli invasori ... Gli attori sono a me del tutto sconosciuti ma fanno il loro dovere , anche se l' interprete di Vlad è un po' troppo macchiettistico per mostrarne la follia . Musiche pomposette , come si addice ad un prodotto sciovinistico all' americana , che vuole esaltare l' epicità delle gesta dei buoni contro i cattivi . Voto 5,5 o giù di lì .
Il titolo sembrerebbe incentrato sulla figura storica di Vlad Tepes, peccato che compaia in semplici scene di raccordo per sottolineare la sua crudeltà. In realtà le figure principali sono queste sette guerrieri del sultano mandati appunto ad uccidere il tiranno della Valacchia. Indubbiamente per un film turco il budget è piuttosto corposo, le scene di combattimenti ci sono e perlomeno l'intrattenimento è presente, malgrado bruschi cali di ritmo su cui risente in parte la visione. Manca sicuramente una maggiore sfaccettatura del villain ridotto ad essere un cattivo senza se e senza ma.
Un film che è più che altro è una guerra tra musulmani e l'imperatore Vlad , una guerra ideologica anzitutto che lascia almeno in parte in secondo piano l'aspetto sanguinoso della situazione e in molte scene pone quesiti etici e nazionalistici tra le due fazioni . C'e' molta retorica , va detto, tante frasi fatte , patriottiche ora , di fratellanza umana adesso e tutto ciò un pò appesantisce la trama . Comunque è ben fato con ampie e belle scenografie , combattimenti realizzati con poco ma di sostanza e bei costumi storici . Si capisce che vuol fare il verso a blockbuster storici hollywoddiani ma coi mezzi che ha fa quello che può , diginitosamente.
Finalmente! Erano anni che aspettavo un film su Dracula, ma non il solito horror con i vampiri bensì un film storico che narra la battaglia tra il principe valacco e gli ottomani. E meno male che ci hanno pensato i turchi; a dir poco sorprendente questa produzione anatolica dove tutto, dalla scenografia, ai costumi è ricostruito nei minimi dettagli e la regia di Osman Kaya ci porta al dentro dei combattimenti. La storia, incentrata su un manipoli di guerrieri in missione per fermare il crudele tiranno voivoda è molto drammatica, cruenta quanto basta e non poco riflessiva e filosofica con il messaggio che la guerra non è altro uomini contro altri uomini con l'eterna scusa della religione come sfondo. Quello che lascia leggermente perplessi è l'idea che sia un film di parte: i turchi mostrano il loro storico nemico come un cattivo assoluto mentre loro sono puri, buoni e combattono per la libertà. Certo, Dracula l'impalatore era tutt'altro che un santo (d'accordo, diciamo anche un crudele sanguinario) ma non dimentichiamoci che dai più è venerato come colui che ha difeso l'Europa dall'invasione degli ottomani; di conseguenza il film, stante anche le scarse certezze storiche su come si siano svolti effettivamente gli eventi, ne viene fuori un po' troppo romanzato. Comunque teniamoli d'occhio questi anatolici: è da un po' che stanno producendo pellicole più che notevoli.