v per vendetta regia di James McTeigue USA, Germania 2005
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v per vendetta (2005)

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locandina del film V PER VENDETTA

Titolo Originale: V FOR VENDETTA

RegiaJames McTeigue

InterpretiNatalie Portman, Hugo Weaving, Sinéad Cusack, Nicolas de Pruyssenaere, K.B. Forbes, Stephen Fry

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA, Germania 2005
Genereazione
Al cinema nel Marzo 2006

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Trama del film V per vendetta

Ambientato nel futuristico paesaggio di una Gran Bretagna dominata da un regime totalitario, racconta la storia di una giovane donna, Evey, la cui vita viene salvata da un uomo mascherato conosciuto come "V" che scatenerà una vendicativa rivoluzione per sollevare i suoi concittadini contro la tirannia e l’oppressione. Quando Evey intuisce la verità sul passato di V, scoprirà una nuova forza interiore che la porterà ad allearsi nel piano dell’uomo: ristabilire con ogni mezzo libertà e giustizia in una società crudele e corrotta.

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Voti e commenti su V per vendetta, 588 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/08/2006 01:26:08
   8 / 10
"Allora non hai più paura, sei completamente libera"


Siamo di fronte a un film straordinario. Un film che - se gli autori avessero smussato gli angoli e cercato meno compromessi con gli spettatori comuni (il sentimentalismo fuorviante e convenzionale dell'ultima parte, i roboanti effetti scenici da luna-park) dovrebbe essere studiato in ogni cineteca che si rispetti.
Una lezione di stile non può prescindere da una diagnosi del comportamento sociale un po' risaputa e superficiale: non è proprio vero che "un'idea può cambiare il mondo" e che sia sufficiente una notte di sommosse per risvegliare le coscienze passive e cata(to)toni(di)che.
Il fatto che dalla fine del nazismo stiamo ereditandone ancora tutti i germi ne è la prova.
Sul "ricorso alle paure ataviche" si può si deve generalizzare, fermo restando che è inaccettabile spedire al mittente la logica che vuole la follia del potere e la passiva neutralizzazione di sè e del proprio pensiero forme di una stessa debolezza (e, appunto, paura).
Troppo influenzato dalla nostra contemporaneità, il film perde così la potenziale capacità di rileggere l'umanità senza occuparsi degli schemi prefissi.
Se "sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli" e al tempo stesso "i governi dovrebbero aver paura degli uomini" il concenso, il dissenso e la successiva rivoluzione sono specchi di una coscienza che dovrebbe, anzi DEVE, avere ancora una forma di vita, non la riscoperta tardiva di Evey o del poliziotto precedentemente consapevole solo del ruolo che riveste.
Noi non siamo qui per farci domande? Certo che sì, e una parte anche piccolissima di noi (quella "parte viva" che rievoca nel suo disperato appello la parola di una condannata a morte) esiste sempre.
Se non ci fosse, allora meritiamo di fare quella fine implacabile.
Resta comunque un film agghiacciante, che con occhi di riguardo (e senza la debole pretesa di rivedere i virtuosismi tecnici di Matrix) dà un senso enfatico ma acrimonioso alla nostra sterile impotenza.
Peccato che due ore film (più eterne dell'Empire di Warhol) non giustifichino sempre le sue ambizioni.

Siamo in pieno Vaudeville contemporaneo: V sta per un melange tra Mandrake, Fantomas e Douglas Fairbanks Jr. - cfr. o Robert Donat.
La dimora (o Galleria delle Ombre) è il Regno dove tutto sembra durare in eterno: i posters di "furia umana" con James Cagney, i gadget del passato, un jukebox che manda "cry me a river" di Ella Fitzgerald, ma che - guardacaso - (poteri della tecnologia, o di illudere sull'esistenza dell'impossibile anche vintage) contiene centinaia di canzoni, come se fosse un mp3 dei nostri giorni.

I primi fotogrammi rievocano in parte l'omaggio del fumetto e del film ad una REALE vicenda storica: ispirata alla figura di Guy Fawkes, ribelle che nel 17 sec. tentò di far saltare in aria la House of Lords, in seguìto imprigionato, torturato e condannato a morte.

Nell'Inghilterra di un futuro forse prossimo, Gli States sono ormai una potenza finita, capace solo di annientarsi, quindi "divinamente" o meno predestinati a vedersi distrutti dai propri errori fatali.
Il popolo inglese è invece succube di una dittatura, come negli spettatori inermi e passivi della tv, capaci - guardacaso - di comprendere le bugie ma del tutto impotenti davanti al potere sacrosanto di smascherarle.
Una società Orwelliana con un cancellerie immortalato a mò di spregevole Big Brother e predicatori da strapazzo.
C'è il prima, il dopo, il durante, e una verità che riscopre l'egemonia nazista, gli esperimenti genetici, i campi di concentramento, le epidemie e le carceri di massima sicurezza à la Guantanamo.
Non proprio una società come la nostra, ma poco ci manca: personalmente trovo rassicurante (per quanto terribile) ricordarsi del famigerato "triangolo rosa" di Auschwitz & Co. dove persero la vita migliaia di omosessuali.

Peccato che James Mcteague. con il supporto forse un po' invadente dei fratelli Wachowski (più che di supporto, si tratta di vera e propria regia) non resistano al loro delirio d'onnipotenza e al manierismo specialmente nel voler a tutti i costi disegnare V come una sorta di Angelo/Diavolo custode, l'uomo o la creatura della provvidenza, l'eremo che risveglia le coscienze quasi definitivamente perdute.

Peccato che si faranno i soliti riferimenti a personaggi politici che ci governano attualmente, smorzando i toni della rabbia nel prevedibile rito della "dipendenza non voluta".
Sì, perchè i volti della cittadinanza nel finale, quella "maschera" che esibisce ANCHE una coscienza e un'identità politica, danno l'esatto significato alla parola "giustizia".

"E' quello che pensi o quello che vogliono farti pensare?"

Un film comunque fondamentale, ripeto, e non è un caso che i due film più affascinanti del 2006, questo e l'ultimo di Spike Lee utilizzando lo stesso stratagemma (le stesse maschere, la stessa dolorosa esposizione sociale) riescano almeno a farci comprendere che non è il caso di rassegnarci a nutrirci delle stesse menzogne

12 risposte al commento
Ultima risposta 11/02/2010 22.22.00
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