western stars (2019)

Una messa in scena molto suggestiva, all'interno di un grande fienile per il film concerto di Bruce Springsteen. Ho sempre apprezzato questo autore senza esserne tuttavia un fan accanito. Il suo sguardo sull'America è sempre stato un percorso coerente. Lo sguardo da un punto di vista privilegiato, cioè quello della strada, percorsa a piedi in autostop oppure in auto. Un scelta che gli permette di descrivere l'evoluzione di un paese in un'ottica sempre aggiornata in oltre 40 anni di onoratissima carriera. Western stars è il racconto della genesi dell'album, le motivazioni ed il significato delle canzoni. Un documentario credo imperdibile per ogni fan del Boss, ma non solo. La bella musica non manca di certo.

Full immersion nel mondo musicale e personale del Boss – 80 minuti di pura estetica springsteiniana, nella splendida cornice del fienile di famiglia e con lo sfondo di paesaggi aridi e magici fotografati splendidamente. Bruce ci racconta il disco "Western Stars", ma si tratta quasi di un pretesto per parlarci di amore, di morte, della metafora del viaggio che è l'esistenza, del tempo che scorre inesorabile e fa sfuggire la vita dalle mani. Riflessioni mai banali, ricordi che si accavallano, bilanci e nostalgia ma anche la consapevolezza di avere sempre una nuova meta da raggiungere, non importa l'età e quanto sia già stato lungo e faticoso il cammino. L'omaggio finale a Glen Campbell e alla sua "Rhinestone Cowboy" emoziona, sorprendente e commosso, dimostra che Bruce non potrebbe mai dimenticare le sue radici.