Nel West Side di New York si fronteggiano i Jets, bianchi, e gli Sharks, portoricani. Una situazione di normale rivalità metropolitana. La situazione precipita quando Maria, portoricana e Tony, già leader dei Jets, si innamorano. In un susseguirsi implacabile di gesti estremi saranno in tre a morire, tra cui Bernardo, fratello di maria, e lo stesso Tony. Tratto dalla commedia musicale di successo ispirata a "Romeo e Giulietta", il film di Wise mantiene le musiche di Bernstein e le corografie di Jerome Robbins.
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Rivisitazione in chiave metropolitana dell'immortale Romeo e Giulietta,personalmente detesto il musical ma questo devo ammettere che almeno in parte mi ha sorpreso, è un lavoro splendidamente fotografato e con delle canzoni semplicemente immortali. Belle le coreografie,d'alto livello la regia e cast in grado di passare con disinvoltura dalla recitazione,al canto e al ballo. Nel suo genere un classico,non lo rivedrei ma bisogna riconoscere che è un lavoro di altissima qualità.
Strano, ero convinto di averlo commentato invece no, per cui prima di vedere quello di Spielberg ho deciso di fare un ripasso. Non sono mai stato un fanatico di musical, anzi è il genere che mi piace di meno, però giù il cappello di fronte ad un classico intramontabile. una storia ricavata da una variante moderna di Romeo e Giuletta e la perfetta fusione tra la musica e le immagini. Brani indimenticabili come "Maria£ e "America" e soprattutto una Natalie Wood ai suoi massimi livelli, con la sua bellissima evoluzione del suo personaggio.
Nei sobborghi di New York, due gang rivali si fronteggiano in continuazione causando infiniti subbugli; la situazione si complica quando un ragazzo e una ragazza delle due bande rivali si innamorano... Uno dei più osannati musical di tutti i tempi giunge sul grande schermo in pompa magna, viene accolto fra i giubili di pubblico e critica, fa incetta di Oscar e ancora oggi gode dei favori incontrastati praticamente di chiunque, fra critici, spettatori qualsiasi,storici e gente che si professa appassionata del genere o del cinema in generale. Di certo, il fatto che si tratti di uno dei pochi titoli del genere a rimanere nella coscienza collettiva a livello mondiale (un'impresa riuscita soltanto ad altri assi come "Cantando sotto la pioggia" e "Tutti insieme appassionatamente") è una testimonianza palese della sua immensa popolarità. E' difficile approcciarsi a un fenomeno simile, perché di solito le aspettative vengono talmente gonfiate dalle lodi che si tessono che è quasi inevitabile, alla fine di tutto, rimanere un po' delusi, anche quando il film in sé raggiunge standard di qualità piuttosto alti. Questo, però, è quel raro esempio di film capace di ergersi in piedi e soddisfare appieno quelle aspettative, seppure con qualche riserva. Il punto di forza del film è senza dubbio lo stile con cui viene messo in scena: Robert Wise rivela tutta la sua versatilità in un genere che finora non aveva ancora toccato e, coadiuvato dalle coreografie mozzafiato del maestro di Broadway Jerome Robbins, da una fotografia psichedelica e un montaggio eccellente, dona all'intera vicenda un'atmosfera stilizzata eppure credibile allo stesso tempo. I momenti da antologia si sprecano, per lo più nell'ambito delle riuscitissime e strepitose sequenze musicali,
L'intero prologo è quasi una sorta di cortometraggio a sé stante, un concentrato di musiche disturbanti, danze fluide e aggressive, tensione crescente col passare dei minuti e narrazione visiva da lasciare a bocca aperta.
che in effetti diventano il piatto forte della pellicola. Ammetto che non è facile ricordarsi di tutte le melodie dopo una prima visione, ma alcuni dei motivi sono innegabilmente dei capolavori, cortesia della rodata coppia Leonard Bernstein-Stephen Sondheim, che contribuiscono a quelle che sono le scene migliori di tutto il film,
Oltre al già citato prologo, voglio menzionare la canzone "America", dal testo arguto e cinicamente ironico, e soprattutto la sfrenata "Cool" nel parcheggio sotterraneo, autentici tour de force da gustarsi appieno.
mentre qua e là si notano anche degli interessanti tocchi di regia che danno ad alcuni passi della storia una gradevole marcia in più.
Il primo incontro fra i due innamorati, dove tutti gli altri presenti svaniscono con la sala da ballo in un florilegio vago e indistinto di forme e colori, lasciando lui e lei come le uniche figure nitide in scena, è reso benissimo.
Detto questo, però, non nascondo che il film ha dei problemi: nonostante lo stile ammaliante non si riescono ad evitare dei punti morti qui e là, e anche se i parallelismi evidenti con "Romeo e Giulietta" non disturbano, l'intera parte finale sembra in qualche modo priva di impatto per come viene rappresentata. Dovrebbe trattarsi di un momento tragico, eppure non lo sembra abbastanza, e non da quella soddisfazione che ci si aspetterebbe.
Sembrerò un cuore di pietra nel dire una cosa simile, ma che cosa gli costava far morire anche lei oltre che lui? Sarebbe stato molto più efficace per convincere i membri delle due bande a cessare le ostilità; così come viene mostrato qui, sembra che lo facciano solo perché così è scritto nella sceneggiatura.
Non stiamo parlando di problemi che affossano il film, solo gli rubano una buona parte di sostanza, lasciando alla fine soltanto lo stile come motivo principale per cui l'esperienza rimane divertente e gradevole com'è. Magari avrà vinto a mio modesto parere qualche statuina di troppo e non raggiungerà forse i livelli dei capolavori del genere, ma "West Side Story" rimane un titolo più che dignitoso al suo interno anche a quasi sessant'anni di distanza.
Vado leggermente controcorrente, il musical è ben fatto, più per le coreografie e le scenografie che per le canzoni in sè ( l'unica veramente indimenticabile mi è sembrata "America" ), l'inizio è splendido, la Moreno è una forza della natura ma non nascondo che altri musical mi hanno divertito di più. E accidenti, dieci oscar sono uno sproposito( ma almeno non si è accaparrato quello per la miglior sceneggiatura non originale, visto che in fin dei conti si tratta solo di una versione riveduta e corretta della celebre storia di Romeo e Giulietta )!
Bellissimo, più di My Fair Lady, ma come My Fair Lady è troppo lungo!!! A volte le scene di ballo annoiano, ma le canzoni sono stupende. Brava Natalie Wood, ottima Rita Moreno, perfetto George Chakiris e .... pessimo Richard Beymer.
Sinceramente questo "west side story" non mi ha particolarmente stupito. Gli attori sono bravi, ma non mi hanno trasmesso nessuna emozione. Pure le canzoni non mi hanno elettrizzato più di tanto. Le uniche degne di nota sono "Maria", e la stupenda "America" che continuerò a canticchiare per un paio di giorni. Fotografia perfetta, su questo non ci sono dubbi, anche le ambientazioni della New York degli anni 50 sono molto belle e suggestive. Detto questo voglio comunque sottolineare che il film è bello, ma non di certo un capolavoro, visto che a tratti è parecchio noioso. 10 oscar mi sembrano un tantino eccessivi per questo musical, che rimane in ogni caso un ottimo prodotto. Promosso!!!
Dopo giorni dalla visualizzazione continuavo a cantare e fischiettare "Maria" e "America", canzoni tra le più belle della storia dei musical. Sono rimasta affascinata da ogni cosa di questa esplosione di suoni e colori; la storia, una rivisitazione di Romeo e Giulietta, affronta temi importanti (come il razzismo e la fatica dell'integrazione) in modo puntuale e per niente banale.
Uno dei migliori musical mai realizzati per il cinema che vede un Wise in grandissima forma. Spettacolare, ben recitato, temi scottanti, scenografie e costumi da favola, fotografia superba e chi più ne ha più ne metta. Uno spettacolo emozionante dall'inizio alla fine. Assolutamente da vedere.
Per me, con "Cantando sotto la pioggia", è il più bel musical della storia del cinema. Questo film è un emozione continua, un inesauribile pozzo di pura magia cinematografica. Da una commedia di Arthur Laurents di enorme successo a Broadway, un immenso capolavoro che seppe reinventare un genere, con una realizzazione mozzafiato tutta in reali esterni newyorkesi che amplificano il pathos di una storia d'amore senza tempo, arricchita dalla toccante tematica sociale e interrazziale, e donano splendido respiro artistico ai numeri coreografici di Jerome Robbins. La colonna sonora di Leonard Bernstein è meravigliosa e alcuni pezzi (Maria, Tonight, Somewhere, America...) sono entrati di diritto nel bagaglio musicale mondiale. Gran merito anche al regista Robert Wise che seppe tenere perfettamente in equilibrio una tale produzione, centrando sempre il giusto tono e non scadendo mai in una facile stucchevolezza. Indimenticabile la Maria di una splendida Natalie Wood e inarrivabile cast di supporto. "West Side Story" ha un fascino tutto suo, romantico e violento, vitale e tragico. Un vero incanto per vista, udito e anima.
uno dei più famosi e bei musical di tutti i tempi ma anche uno dei primi ad afforntare temi e problemi d'attualità seri come il razzismo, l'integrazione razziale, l'emarginazione, la delinquenza giovanile e il disagio che provoca scontri e lotte tra bande. La trama, presa liberamente da Romeo e Giulietta di Shakespeare, sostituisce la rivalità tra due famigle con la tensione razziale di due bande di origine diversa nei bassifondi newyorkesi di west side all'inizio degli anni '60 . anche qui, come in Romeo e Giulietta, non c'è lieto fine. Il film mostra anche polemicamente e con crudezza l'America di quegli anni , non proprio un esempio di democrazia, tolleranza e libertà, anzi ghettizzare e emarginare era normale e quindi la violenza nelle strade era inevitabile. non è che con gli anni (ne sono passati 50 dall'uscita del film) le cose siano molto cambiate, i problemi sono sempre gli stessi e non riguardano solo l'America. L'ottima regia di Wise, la stupenda colonna sonora , la perfetta e suggestiva ambientazione, coreografie a dir poco favolose, e strepitose interpretazioni rendono questo musical indimenticabile.
Immenso capolavoro magistrale cinematografico del genere musicale, in cui, con grande maestria e dedizione a dir poco poetica, quasi tridimensionale, vengono ad essere trattate molteplici tematiche, tutte inerenti al medesimo motivo conduttore e dipanatore dell'avvolgente matassa che costituisce la trama: la musica.Un'armonia sublime ( dal famoso "quadrato aureo" dell'episodio disneyano di "Paperino e il mondo della matemagica") di ritmi, stili di vita ed etnie di vario genere, fino ad arrivare alla semiotica ed iconografia più sottostante, che accompagna con il suo incalzante innalzamento ed abbassamento di tono il manifestarsi dei disagi giovanili ( chi non ha pensato nella sequenza della preparazione alla battaglia al James Dean di "Gioventù bruciata"?), sino alla (tragica) risoluzione finale, atta ad esprimere il malcontento di tempi e la profonda amarezza della vita (sub)urbana.Demarcante.
Musical che ha emozionato una generazione. Canzoni bellissime, musica di Bernstein divina e coreografie bellissime. Questa trasposizione su pellicola è inoltre ottimamente realizzata
Non sono d'accordo con il giudizio quasi unanime degli utenti su questo film. Non l'ho trovato per niente coinvolgente nè sotto l'aspetto musicale e coreografico (anche se a detta degli esperti i balletti messi in scena sono di pregevole fattura) nè sotto quello della storia che, ispirandosi liberamente alla tragedia "shakespeariana", ripropone i clichè di quest'ultima esasperandoli con toni da melodramma hollywoodiano. In più l'ho trovato a tratti soporifero, tanto che ho dovuto faticare per arrivare alla fine, e forse troppo teatrale nella "mise en scene" per un prodotto che si propone comunque come cinematografico. Rimane di buono il complesso delle tematiche trattate (dal razzismo all'emarginazione delle classi povere nelle grandi metropoli all'atteggiamento reazionario e intollerante dei tutori della legge, fino all'odio come pernicioso e infausto sentimento che procura solo dolori e pene), la cui paternità va tuttavia ascritta al musical originale di Laurents.
Mi dispiace ma questo è il peggior musical che abbia visto, non una canzone che mi abbia emozionato, non una coreografia che è rimasta nella storia, fosse almeno divertente...noioso. Si salva solo la fotografia, a volte. Oscar veramente immeritati.
Un grande musical shakespeariano, stradaiolo, liberal, cupo e poco rassicurante, mai banale nello sguardo socio-cultural-antropologico sugli States dell'era Kennedy. Non è, personalmente, tra i miei preferiti ma ne riconosco in pieno il valore e soprattutto la forza che possiede tutt'ora. Merito dell'ottima regia di Wise, dell'ambientazione urbana, della bravissima Natalie Wood e delle musiche, tutte molto belle.
Credo che questo sia il miglior musical che ho visto e sicuramente quello meglio realizzato. Musica e movimenti degli attori combaciano perfettamente, anche nelle scene di rissa, la lotta sembra un passo di danza. Bella la storia, favolose le musiche, un lavoro eccezionale nel complesso. Saranno esagerati i 10 oscar ma quelli per i costumi, il montaggio, la musica e la scenografia ci stanno tutti.
Indimenticabile addattamento del classico di Bernstein, liberamente tratto dal "Romeo e Giulietta" Shakesperiano e ambientato nel degrado urbano e nei conflitti razziali del West Side di New York. E' uno dei piu' bei musicals di sempre, oltretutto molto interessante per i conflitti sociali messi in evidenza negli anni di Kennedy. Wise non sbaglia un colpo: le straordinarie coreografie mettono in risalto le enormi capacità di George Chakiris, uno dei piu' grandi ballerini mai visti sullo schermo, la descrizione degli ambienti urbani è realista e inquietante, la colonna sonora travolgente ("America", "I feel pretty", il classico "Maria", celebrato da decine di autori, da Placido Domingo a Marvin Gaye). La realizzazione degli esterni, con i conflitti tra jets bianchi e gli Squali portoricani, è quanto di meglio il cinema abbia mai addottato da Broadway (se n'è accorto pure John Turturro in un suo musical come regista). Strepitose le prove degli attori, in part. Rita Moreno e lo stesso Chakiris. Ma su tutti prevale l'indimenticabile interpretazione di Nathalie Wood, splendida Maria "sognatrice" e innamorata in un mondo di violenza e odio.
Da antologia la sequenza del ballo dove le "bande" scatenano tutta la loro rivalità. Le coreografie sono tutte di Robbins.
Un film assolutamente da vedere e rivedere. senza stancarsi mai
10 OSCAR????? E ALLORA IL PIANISTA QUANTI DOVREBBE VINCERNE? 150? SUVVIA, è UN MUSICAL ANCHE PIUTTOSTO MEDIOCRE!!! MI SONO PENTITO DI AVERLO NOLEGGIATO
il primo vero musical della storia...ottime musiche e grandi coreografie...certo pero che 10 oscar mi sembrano un po eccessivi...una storia abbastanza comune