we summon the darkness (2019)

Ma si dai, filmetto divertente, da guardare senza alcuna pretesa. Tutto sommato si lascia guardare e sinceramente in giro c'è molto di peggio con recensioni molto più alte. Un 6 ci sta!

Questo film gioca molto sul ribaltamento delle aspettative dello spettatore. Il primo terzo infatti serve solo come introduzione ai personaggi ed inquadrare il contesto del periodo, anche se su quest'ultimo aspetto non è calchi eccessivamente la mano. Musica heavy metal e satanismo erano un binomio solo che il twist ribalta appunto tali aspettative cioè che carnefici e vittime non sono quello che sembrano e parte la danza con buoni momenti di tensione ed ironia tipica del genere anni 80, avendo comunque la misura di non sfociare nella stupidità. Mi ha convinto meno l'ultima parte perchè non si è voluto andare contro l'archetipi di genere fino in fondo, anzi si è fatto in modo il film si indirizzasse su binari più tradizionali e scontati. Non brutto, ma sufficente anche perchè la D'Addario è sempre un gran belvedere.

Un prodotto semplice e divertente che ha il merito di non prendersi troppo sul serio (ci scappa qualche risata) nonostante il soggetto di fondo non sia leggerissimo...
Nel panorama thriller-horror odierno, dove moltissimi teen-slasher ricalcano formule ormai stantie, questo filmetto ne esce in modo discreto.
Il cast mi è piaciuto, specie quello femminile, con una Daddario sempre più gnoccona e pure brava in questo ruolo particolare.
Peccato che la musica metal non incida come promesso e che sia poco presente a livello di colonna sonora.
Livello splatter non elevato ma passabile, tranne per un effetto speciale "tricopiretecnico" davvero penoso.
Passatempo da non buttare.

Lo stravolgimento dei ruoli anche se facilmente immaginabile porta una piccola ventata di aria fresca,non si prende mai sul serio e non manca neanche di regalare un po'di cinica ironia.
Carina l'ambientazione anni 80,poco splatteroso ma non privo di cattiveria.
Cast azzeccato considerati anche i personaggi molto fuori le righe.
Funziona, intrattenimento senza pretese ma gradevole.

Simpatico e in grado di intrattenere, "We summon the darkness" è un film semplice e diretto, che dopo una piacevole intro con dialoghi frizzanti e centrati omaggi alla musica metal - con relativi annessi di matrice satanica- prende una gradita piega emoglobinica. Il prevedibile twist non rovina nulla, collegandosi bene alla sottotrama inerente una serie di omicidi rituali. C'è addirittura un pizzico di impegno sociale piuttosto elementare ma funzionale, in cui si punta il dito verso istituzioni che utilizzano la loro irreprensibile facciata per combinarne di ogni. Il regista Marc Meyers non inventa nulla, mostra doti tecniche nella norma e soddisfa umilmente le esigenze di una sceneggiatura stereotipata quanto si vuole ma dotata di invidiabile ritmo. La continua entrata in scena di nuovi personaggi permette di aggiungere ingredienti che portano azione e nuovi snodi, evitando noiosi stalli o ripetizioni. Gli omicidi non sono mai eccessivamente impressionanti, come a sottolineare l'attitudine a non prendersi troppo sul serio. Alexandra Daddario insieme alla sua gang femminile appaga l'occhio, mentre l'ex star di "Jackass", Johnny Knoxville, aggiunge quel tocco intuibile ma folle ad un film che non resterà nella storia ma sarà in grado, probabilmente, di regalarvi una piacevole ora e mezza.