where hands touch (2018)

La Asante ha il vizio di enfatizzare le emozioni, alimentando il dramma dove non c'è bisogno, rischiando di mandare in vacca le cose buone che ha da proporre.
Anche questa volta la regista londinese alza il livello del melodramma di una storia già ampiamente tragica di suo, visti gli anni e i luoghi in cui è ambientata, realizzando un finale alla stracaxxo di cane che, per forza di cose, irrita lo spettatore che si era intrigato e aveva simpatizzato con i protagonisti e le loro tribolate vicissitudini.
Fortunatamente per la Asante, l'irritazione che si prova per come chiude il suo film è sinonimo di empatia e di coinvolgimento (a fronte della delusione provata per qualcosa che non va come sperato), perciò WHERE HANDS TOUCH va comunque premiato per quello che riesce a trasmettere, per la discreta confezione, la buona prova del cast e la drammaticità di eventi che non andrebbero mai dimenticati.

Non bellissimo, perchè la trama ha crepe che la regia non aiuta a nascondere e le interpretazioni sono così così... ma la storia è ricca di insegnamenti per la Storia che fu, per quella che è oggi e per quella che sarà domani.