wymyk - courage (2011)

Insipido dramma sul senso di colpa, sembra guardare a Kieslowski senza però avere lo spessore emotivo e la profondità dello sguardo del maestro polacco di cui il connazionale Greg Zglinski è sicuramente ammiratore, non è infatti un caso che in più di un'occasione si abbia al sensazione di trovarsi al cospetto di un episodio (mal riuscito) del famoso "Decalogo".
Fred sembra un duro, è arrogante e mostra poca considerazione del prossimo, ama le macchine veloci con cui fa numeri che nemmeno un adolescente, colleziona armi da fuoco, eppure quando il fratello viene aggredito in treno da un branco di balordi non riesce a muovere un dito.
E' il coraggio a mancare? oppure a Fred inconsciamente sta bene che il fratello Jurek subisca una lezione? Gli attriti nati tra i due per la gestione dell'azienda di famiglia potrebbero avere inciso sull'improvvisa codardia.
Fred avrà comunque modo di pentirsi del suo immobilismo, un video caricato sul web renderà noto ai famigliari il pavido comportamento assunto davanti tale dramma, rendendolo oggetto di biasimo e disprezzo.
Il suo piccolo mondo comincerà a crollare pezzo per pezzo mentre il rammarico aumenterà esponenzialmente con il passare dei giorni, a poco servirà tentare di mitigarlo vegliando per ore il fratello in attesa della grazia che lo strappi al coma.
Tutto resta molto trattenuto, le emozioni di Fred esplodono in modo troppo discontinuo, di conseguenza è una faticaccia relazionarsi con il dramma interiore del protagonista, attorniato da una realtà altrettanto insondabile e fulcro di un racconto dall'incedere tediante.
C'è molta lentezza e le piccole metafore cui Zglinski ricorre sono assolutamente trascurabili in una pellicola elaborata con poca maturità e risolta attraverso un cambiamento che francamente lascia indifferenti.