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Nostalgia rappresenta il secondo capitolo di Miike sugli young thugs di Osaka. In realtà, dal punto di vista cronologico, fa un passo indietro: i protagonisti di Innocent blood qui sono ancora dei bambini delle scuole elementari. Dall'adolescenza si passa quindi all'infanzia, e tutti i dubbi e le incertezze che affliggevano Riichi e i suoi amici nel primo capitolo lasciano spazio alla spensieratezza della fanciullezza. Descritto da molti come il suo film migliore (e dallo stesso Miike come il suo preferito), Nostalgia riprende molti elementi autobiografici del regista nipponico, sopratutto per quanto riguarda la dura infanzia. Il nucleo famigliare del film vive tra mille difficoltà, dovute essenzialmente ad una figura paterna emblematica: dedito al gioco d'azzardo, alcolizzato ma comunque legato al proprio figlio (tra l'altro il vero padre di Miike ha un piccolo cameo). Ma Miike non vuole assolutamente impietosire lo spettatore, anzi; i problemi familiari servono solo ad enfatizzare il contrasto con la gioia di vivere del piccolo Riichi. Stupendo il viaggio improvvisato con i suoi piccoli amici alla ricerca di una felicità in realtà nascosta nell'amicizia stessa e nelle piccole cose quotidiane. Film che lascia un estrema positività.