better call saul - stagione 3 regia di Vince Gilligan, John Shiban, Thomas Schnauz, Daniel Sackheim, Keith Gordon, Adam Bernstein, Minkie Spiro, Peter Gould USA 2017
Spin-off di Breaking Bad che ha come protagonista Saul Goodman, sette anni prima della sua apparizione nella serie madre quando ancora si chiamava James McGill. Al suo fianco e spesso contro Jimmy, lavorerà il fixer Mike, un personaggio che è stato già visto in Breaking Bad. La serie seguirà la trasformazione di Jimmy in Saul Goodman, l’avvocato penalista criminale.
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Il monologo di Chuck all'udienza contro suo fratello è un capolavoro di scrittura e recitazione, uno dei punti più alti in assoluto dell'universo creato da Gilligan
Come in BB, dopo quella puntata nulla sarà più come prima. Lentamente, Jimmy scompare e pian piano verrà sostituito da Saul e, più in generale, la serie raggiunge un picco di coralità impareggiabile.
Scelta coraggiosa quella di far morire Chuck: la scrittura, anche in quel caso, è semplicemente perfetta. Peccato solo che si rivelerà un passo troppo grande.
Dopo le prime 2 stagioni che ho trovato sottotono finalmente la serie comincia ad avvicinarsi ai livelli di quel capolavoro della serie madre malgrado conservi ancora qualche difetto delle prime due stagioni;tuttavia ho trovato questa stagione a livello di scrittura e sviluppo dei personaggi migliore rispetto alle prime due,complice anche l'entrata in scena di Gus,dei Salamanca e della messa in primo piano di un grandissimo personaggio come Nacho,e ad alzare il livello c'è anche lo scontro tra Jimmy e Chuck che rende questa stagione superiore alle altre due. Finale perfetto che chiude una stagione di una serie che si sta sempre più avvicinando ai livelli di Breakinh Bad
In questa terza stagione arriva finalmente il momento dell'ingresso in scena di Gus, doppiatore diverso e meno convincente a mio avviso. Don Hector diventa sempre piu' protagonista e le vicissitudini tra i due fratelli Mcgill raggiungono l'apice con un processo emozionante, probabilmente il momento migliore della stagione.
Malgrado questo trovo questa terza stagione leggermente inferiore alle altre, molto episodi mancano di ritmo e per gli avvenimenti a cui assistiamo i tempi si dilatano ulteriormente.
I protagonisti restano azzeccatissimi e super convincenti.
Senza dubbio la migliore delle stagioni finora e merito, oltre alle faccende di Jimmy, soprattutto al segugio solitario Mike Ehrmantraut che con la sua storyline da quel tocco crime alla vicenda. Sembra di entrare gradualmente nel mondo di Walter White e Jesse Pinkman grazie anche alla presenza di "Tio" Salamanca, già comparso nella seconda stagione, e di Gus Fring, uno dei personaggi che ha reso storica "Breaking Bad". Ultimo episodio che vede probabilmente l'uscita di scena di uno dei personaggi più particolari ed antipatici della serie, ottimamente interpretato da McKean.
Qua si comincia ad alzare l'asticella, e di molto anche, tra le prime tre stagioni, questa terza stagione di Better Call Saul e di certo la migliore. Nella terza stagione arriva la conferma, la vera anima tragica dello show non è Jimmy, bensì Chuck, la cui apparente integrità morale rende ancora più scioccante la crudeltà di cui è capace nella storyline che ha al suo centro il tentativo di far radiare dall'albo il fratello minore. Per certi versi, Chuck è il vero precursore del Walter White di Breaking Bad: un uomo buono segnato dalla malattia (psicosomatica nel caso del fratello di Jimmy), costretto a ricorrere a metodi estremi per assicurarsi che tutto vada per il verso giusto. Nel caso di Chuck però la bontà di fondo è un'altra sfumatura di grigio che lo show ha sempre esplorato con attenzione e precisione, fornendo in questa terza stagione lo spunto per l'episodio probabilmente più bello della serie, Chicanery. Collocato esattamente a metà stagione, il capitolo in questione è essenzialmente un duello verbale protratto tra i due fratelli, con poco spazio narrativo e scenico. Un dramma da camera dove ogni possibilità di riconciliazione va in fumo, e viene segnato un destino triplo: quello di Chuck, quello di Jimmy e quello dello stesso Better Call Saul, che assume sfumature sempre più drammatiche. Parallelamente all'odio fraterno e alle sue ripercussioni sulla carriera di Kim si muove anche la storia di Mike, sempre più invischiato in un'altra faida, quella tra Gustavo Fring e Hector Salamanca. Ed è lì che si manifesta, forse, la vera forza della scrittura di Gilligan e Gould, che avrebbero potuto scivolare nella trappola del fan service puro facendo tornare in scena tutti i personaggi più amati di Breaking Bad, e invece costruiscono intrecci che sono una parte integrante del microcosmo di Jimmy McGill e non un mero preludio alla futura ascesa di Heisenberg, una minaccia ancora lontana. Con questi intrighi paralleli gli showrunner hanno costruito una macchina di suspense sempre più implacabile, al servizio di un racconto che, come suggerito dal prologo in bianco e nero all'inizio della stagione, si sta facendo progressivamente più tragico dopo un'annata d'esordio prevalentemente leggera. Nota di merito anche alla prova degli attori, tutti in reale stato di grazia, sia nelle parti principali che di contorno, molto abili nel tradurre praticamente l'idea alla base dello script. Insomma, una serie adulta, da valutare a fuoco lento, il cui giudizio progredisce in considerazione col passare del tempo.
Si rivedono tutti i villain di BB, con una crescita del personaggio di Nacho. Mike e Saul sono sostanzialmente ancora divisi, e sono i due centri focali da cui partono le due storyline delle serie, le sue ossature. Da una parte quindi la linea delle storie giudiziarie (le sequenze del processo a Jimmy sono tra le migliori dell'intera stagione), e dall'altra gli intrecci criminali che riportano direttamente alla mente la serie madre. Ci sono momenti di grande tensione, e il finale è straordinario. Dalla quarta stagione mi aspetto ancora di più.
La terza stagione e' sicuramente la migliore rispetto le due precedenti, livello molto alto con l'entrata di tanti personaggi di bb, su tutti il grande Gus. Regia e recitazione come sempre di altissimo livello.
Livello sempre molto alto, con personaggi super sfaccettati, tra i nuovi arrivati e chi è rimasto e si è sviluppato. Regia perfetta, così come la sceneggiatura. Meravigliose alcune puntate, tipo quella puramente giudiziaria. Ne vogliamo ancora
Finalmente si fa il botto! Ma si potrebbe osare di più. Sembra che i produttori di Breaking Bad si siano intimiditi e abbiano paura a rivaleggiare la spettacolarità di BB. Vabbè, poco importa. Si assiste ad una serie carica di tensione, dove l'imprevedibilità dei personaggi è l'ingrediente principale. Memorabili molte scene dove avevo il cuore in gola. Bello rivedere tutti i villain di BB.
La stagione migliore, che mostra forse un rapporto più forte con il suo predecessore in termini di sviluppo narrativo, ma mantiene una propria forte autonomia. La parte del processo è molto bella. Molto più tesa delle altre due, molto più significativa, molto più conflittuale e ritmata in termini di montaggio, con un finale che cita "La conversazione" di Coppola senza remore, e sta lì a fare domande a cui forse nemmeno i personaggi potranno rispondere. Imperdibile..