breaking bad - reazioni collaterali - stagione 4 regia di Michelle MacLaren, Adam Bernstein, Vince Gilligan, Colin Bucksey, Bryan Cranston, altri USA 2011
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Breaking bad si conferma di nuovo una delle migliore, se non la migliore, serie mai creata. Copia incollo quello che ho detto per le stagioni 2 e 3,se non che l'episodio 13 é uno dei migliori episodi di tutta la serie.
Copio ed incollo il commento lasciato alla terza. Serie ormai ineccepibile, "Breaking Bad" ha la perfezione e il rigore di una messa a barocca ad otto voci.
La quarta stagione regala episodi memorabili, in particolare "In alto i calici" dove assistiamo alla vendetta di Gus contro il cartello Messicano.
La serie raggiunge la perfezione in questa stagione, ogni episodio è scritto benissimo, tutti i comprimari regalano grandi momenti, forse solo Hank paralizzato perde qualcosa rispetto a prima.
la serie sarebbe anche potuta finire qui diciamo la verita, eppure sono contento che ci sono ancora 16 episodi da vedere, non vedo l'ora.
Eccoci alla quarta stagione di Breaking Bad, stagione che segue l'andamento della terza, ma con qualche pregio in più. Quest'annata si divide maggiormente tra il rapporto sempre più scricchiolante tra Walter e Gus Fring, e da un altrettanto esasperante prendimi-mollami tra l'ex professore e Jesse Pinkman, in parole povere, un lento processo di esasperazione di tutti i rapporti in atto. In alcuni momenti la stagione potrebbe risultara lunga e pesante, ma il punto di forza di Breaking Bad rimane quello di saper comunque mantenere alta la tensione, pur concentrandosi su storyline non proprio accattivanti. Se quindi l'intera quarta stagione di Breaking Bad è meritevole, gli ultimi episodi appaiono comunque di un altro livello. C'è una tensione costante, sono molto adrenalinici e spettacolari, in più c'è la trasformazione definitiva del personaggio di White nel villian della serie. Gli attori incalzano una ennessima prova convincente, dai principali a quelli meno importanti, con un Bryan Craston di un livello superiore a tutti. Che altro dire? la stagione 4 si rende un tantino migliore della terza, soprattutto grazie agli ultimi episodi della stagione, probabilmente tra i migliori dell'intera serie.
Ammetto fin da subito che per circa 6 mesi, per cause di forza maggiore, ho dovuto interrompere qua la visione della serie; finiti i "problemi logistici", ovviamente, sono ripartito da sta stagione senza stare a rifarmi tutta la serie da capo, anche perché gli eventi me li ricordavo a grandi linee, quindi il voto può essere un po' influenzato da ste circostanze.
ATTENZIONE SPOILER!!!
È la prima volta che do un voto positivo incacchiato di brutto, questo a causa della noiosa 3° stagione che mi scoraggia totalmente dall'effettuare un rewatch della serie, perché questa stagione è EFFETTIVAMENTE ottima, una stagione che mette i nodi al pettine, che mette in discussione il limite tra il bene e il male che hanno i vari personaggi, tensione alle stelle addirittura in crescendo, grandissima regia, recitazione perfetta… Insomma, tanta roba! Ovviamente non mancano alcune forzature spesso create per far inca.zzare il ciclo mestruale con le gambe (come Beneke che non paga i debiti o l'acquisto della muscle car per il figlio di Walt, oppure l'orribile morte di Fring che si mette a posto la giacca poco prima di crollare) con annesse risate, ma siamo ben lontani dalla noia o dallo svolgimento a singhiozzo. Mi duole ammettere che il mio tempo tiranno non può permettersi la visione di una serie che da veramente il meglio di sé solo verso la fine e in qualche breve momento qua e là delle precedenti.
E aggiungo una cosa: finalmente Hank ritorna simpatico, e per fortuna direi!
questa stagione sulla falsa riga della terza, ha continuato ad annoiarmi e non poco... purtroppo a parte la simpatia per enke e jessie non sono riuscito ad affezionarmi o empatizzare con nessuno degli altri personaggi....per fortuna per le ultime due puntate finali che hanno salvato l'intera stagione e fatto lievitare il voto verso la positività!
Il passo finale della trasformazione dell'uomo comune americano e della famiglia media americana. Un potenziale nuovo cartello all'orizzonte con le loro casette pulite ed ordinate. Sempre meno scrupoli e maggiore attitudine a sporcarsi le mani. Nel percorso di Walter White non esiste una via di ritorno. Il talentuoso ma anonimo insegnante di chimica è solo un pallido ricordo. Stagione memorabile, ultime quattro puntate straordinarie e quell'ultima immagine che spazza via ogni residuo di innocenza.
Se metto questo voto „altino" è grazie alle ultime quattro puntate che sono fenomenali, adrenaliniche e il massimo che il Cinema può dare (infatti questa serie televisiva ha la stessa qualità del Cinema, indiscutibilmente). Eh sì, perché tutti gli episodi precedenti li ho visti stancamente, avevo paura che avesse perso tutto il mordente, per fortuna non è stato così. Un altro punto a favore è la svolta che ha preso il personaggio di Skyler, ora molto più interessante, e forse interpretato molto meglio dalla Gunn.
In assoluto la serie TV più bella che sia mai stata fatta e questa è la sua stagione migliore. Il modo in cui è girata, la recitazione, i dialogi sono da oscar. ti tiene incollato alla schermo e vorresti che ogni puntata non finisse mai. Voto solo questa Stagione perchè darei un voto molto simile alle altre ( mezzo punto in meno ). ma questa è tutta da 9 e mezzo
L'epica battaglia tra Gus e Walt è un crescendo di emozioni e suspense che trova il culmine proprio nell'ultimo episodio della stagione. Grazie Vince Gilligan, hai realizzato il capolavoro delle serie televisive.
Questa quarta stagione insieme all'ultima è la migliore della serie, coinvolgente e ricca di tensione,recitata alla perfezione e ben diretta. Inutile sprecare altre parole per questa grandissima serie..........
Più si va avanti con questo Breaking Bad e più la tensione ed il ritmo cresce, inoltre la storia si fa sempre più interessante. In questa stagione si sprigiona il lato oscuro dei personaggi: Walter sembra quasi prenderci gusto a proseguire nel suo lavoro come cuoco, Jessy completamente manipolato dai suoi stessi fantasmi e non, Skyler perde piano-piano i suoi fermi principi, Saul inizia a perdere il controllo della situazione, Hank combattuto tra la sua nuova condizione e il proseguimento delle indagini. Questa stagione però il personaggio di Fring ha la sua importanza più importante, qui si colgono le sue sfumature più nascoste e i suoi comportamenti più imprevedibili. Inoltre qui abbiamo finalmente un vero finale di stagione, gli altri sembravano semplicemente una semplice interruzione con la storia, qui invece potrebbe essere benissimo il finale dell'intera serie per come è stato impostato. Davvero molto bello e un filo imprevedibile ma una cosa non mi è piaciuta proprio:
La morte di Fring, con lui che esce dalla stanza appena esplosa e si sistema la giacca nonostante mezza faccia portata via dall'esplosione. E' impossibile: in quelle condizioni nessun essere umano sopravvive per tutto quel tempo, sarebbe morto pochi secondi dopo l'esplosione al massimo e non si sarebbe mai rialzato.
Insomma una stagione con i fiocchi che ci porterò ad una stagione finale davvero imprevedibile (devo ancora vederla), considerando anche che la storia adesso sembra che si sia resettata.
è un po' faticoso commentare stagione per stagione. avrei preferito un commento univoco ma poco importa. I primi episodi sono da 8 e mezzo pieno e poi dall'ottavo in poi entriamo nell'olimpo. Io gli darei 10 e lode.
Stesso livello della terza stagione, anzi forse ancora meglio. Qui pure l'odiosa Skyler riesce a rivalutarsi parzialmente e a rendersi meno insopportabile. Decima puntata fantastica e poi che dire...se i finali delle altre stagioni li avevo definiti clamorosi, questo è qualcosa di oltre...l'ultima inquadratura di Gus (vista almeno 30 volte) resterà impressa per lustri. Applausi.
Più o meno sui livelli della stagione precedente. Non mancano le puntate con argomenti poco interessanti e piuttosto prolissi, ma comunque si mostra ancora una certa capacità nell'infondere entusiasmo e voglia di coinvolgere lo spettatore. Si lascia un po' di spazio a personaggi di contorno che altrimenti non avrebbero motivo di presenza.
Come dicevo per la terza serie, anche qui sembra che si voglia allungare un po' la trama. Ma come sempre la serie risulta spettacolare, stupendo sempre.
Più ci avviciniamo alla conclusione di "Breaking Bad" più la qualità delle puntate sale di livello. La guerra di nervi tra Walt e Gus è un ciclone che scuote lo spettatore oltre che la vita dei protagonisti, un'escalation di sangue che ci porterà al climax conclusivo che raggiunge il suo apice nel delirante finale dell'episodio "Crawl Space".
La quarta stagione conferma la perfezione tecnica-formale raggiunta dalla terza, e prosegue la caratterizzazione del personaggio enorme interpretato da Bryan Cranston, sempre più sicuro della propria potenza. Ultime due puntate con una tensione insostenibile e un finale shock. Ora manca solo l'ultimo tassello del mosaico Breaking Bad, l'ultima stagione. A quel punto sarà portata a termine la sfida alla legalità, e troverà compimento il tracollo morale di Walt.
Finora la stagione migliore.Si inizia con una piccola tregua nei primi episodi,la calma prima della tempesta,ottima premessa per quello che succederà dopo.Gli ultimi episodi sono di una tensione insostenibile,supportati da ottime scelte musicali e di regia e fotografia.In particolare negli ultimi due ci sono momenti assolutamente da cineteca,come in alcuni flashback di puntate precedenti riuscitissimi che approfondiscono i personaggi. Giancarlo Esposito nella parte di Gus Fring,che mostra finalmente di che pasta è fatto,è inquietante nella sua pericolosa pacatezza.E' lui il leit motiv di questa stagione,una minaccia costante e sempre maggiore.
Ma tutta questa stagione è improntata sulla vera scoperta di se stessi,di quello di cui si è capaci,come è un po tutta questa serie,ma qui più che mai.A partire da Walt,ormai diventato un vero e proprio cattivo con un ego smisurato che lo porta a essere il patetico sconfitto di tanti episodi,fino al ribaltamento finale,dopo il quale niente sarà più come prima.Anche Jesse aumenta la sua complessità già notevole,mostrando lati estremamente umani insieme a un orgoglio e una grande lealtà per cui può fare di tutto,dimostrando coraggio.Il mio personaggio preferito,senza dubbio,valorizzato da un Aaron Paul sempre più intenso e stupefacente.Si fa notare anche la famiglia di Walt in quanto a evoluzione,non solo nel caso della moglie che diventa complice,interpretata dall'ottima Anna Gunn,ma anche Walter Jr. mostra maturità e maggiore comprensione del mondo che lo circonda.
Il cast è sempre perfetto,dai ruoli principali a quelli più piccoli,come i dipendenti di Goodman.A proposito di Goodman,Odenkirk è capace di un istrionismo efficacissimo,protagonista dei momenti più ironici che alleggeriscono l'atmosfera,nonostante si parli sempre di situazioni pericolose.
Il meglio visto finora in "Breaking bad",soprattutto negli ultimi episodi,con un finale perfetto che riassume le relazioni viste finora e quello che rappresentano per i personaggi. Non riesco a immaginare che piega potrebbe prendere l'ultima stagione,l'ultima puntata lascia aperta qualche strada,ma è difficile pensare agli sviluppi,vista la proverbiale imprevedibilità del serial.In ogni caso,sono sicuro che ne vedrò delle belle..
una stagione piena di colpi di scena, ti "costringe" a guardarti tutte le puntate una dietro l'altra per scoprire come andrà a finire con gustavo e gustarsi il definitivo cambiamento di walter in heisenberg!
Ho sempre faticato a considerare una serie per le "stagioni", anche se una significativa differenziazione si può fare. Non per le ultime tre stagioni di Breaking Bad, qualcosa di assoluto, perfetto, micidiale. Scrivere così non è dono di molti, e bisognerebbe fare alcune considerazioni sul fatto che la serie, a soli tre anni dalla sua uscita, è già un classico del cinema, della letteratura. Credo che la sfida più grande per uno spettatore di Breaking Bad sia accettarne la freddezza. Abbiamo a che fare con un mondo che è solo di partenza il nostro. Breaking Bad, a differenza delle altre serie, ha la struttura di un incubo. E questo si accentuerà tantissimo nella quinta, che credo rappresenti il vero apice della storia (nonostante "Crawl space" e "End times" potessero tranquillamente chiudere una già impeccabile serie tv). Non c'è edificazione, e non c'è nemmeno quella quotidianità a suo modo rassicurante che è caratteristica del mondo Soprano. In Breaking Bad, più che il male, il crimine, c'è l'asfissia di un mondo bieco, plastificato, ridotto a una gestualità, a una povertà di emozioni che porta poi al disordine morale interiore che colpirà e distruggerà tutto ciò che di buono era rimasto, da una vita precedente di cui ricordiamo a stento qualcosa. La quarta è il vuoto interiore esteriorizzato nella simbologia degli ambienti, la casa di Jesse, in continua trasformazione e degradazione, le macchine della famiglia White, il corpo di Hank, poliziotto old school ridotto a una larva e a una moglie che ha palesi disturbi comportamentali (e secondo le regole di Chandler, il vero poliziotto non ha famiglia), ma soprattutto la quarta è la vera stagione di Gustavo. Scaviamo, con pochissime e indimenticabili pennellate, nel passato di Fring, troviamo una spaventosa chiacchierata con il Cartello, nel deserto, e ci sono piccole intermittenze, in un personaggio sentimentalmente scheletrico come Gus, che ci ricordano un uomo, normale, come tanti, con l'esigenza di far soldi, di scappare da un governo dittatoriale e non buttare all'aria con la politica un'intera vita. Non un eroe, un uomo comune, devastato dalla follia di uomini di cui seguirà le orme fino alla fine. E' la serie degli spettacolari colpi di scena, delle trovate funamboliche ("Salud"), del crescendo di genialità satanica di Walt (un triplo gioco sentimentale alla Hitchcock che ci fa vibrare - "I do it!"), è la serie delle parole non dette e degli sguardi eloquenti, di Tyrus, di Mike, di Jesse, ma anche e soprattutto di Hector, forse il miglior attore della serie dopo Cranston. E' la serie in cui capiamo cosa sta dietro il continuo guardarsi le spalle e odiarsi di Walt e Jesse, con quella indimenticabile visita di Junior alla casa di un padre che non riconosce più. C'è la passione per i veleni, le pistole, le malattie, la vecchiaia, ambiti sordidi dell'umanità che però rivelano tantissime cose del nostro passato e del nostro futuro di esseri umani in fase di transito terreno. E' un continuo gioco di isolati, con donne che controllano bollitori e fanno scappare uomini armati fino ai denti, è il regno della debolezza che trionfa meschinamente su quello della forza. Alla fine cadono tutti, ma c'è un vincitore: Walt. Troppo cieco per vedere che anche a lui sarà chiesto il prezzo più alto (e non è la vita), quello che lo accomuna con Gustavo, Hector e Jesse: "Non hai più nessuno, anche tuo nipote è morto". Solo che - lo vedremo - Walt andrà ancora più in là. Ma questo è il tema della quinta stagione.
Commento solo questa stagione (come simbolo di tutta la serie) perchè è la perfezione. Gli sceneggiatori di Lost dovrebbero prender esempio di come si tirino i fili di 4 stagioni dando un senso di compiutezza al tutto. Le ultime puntate di questa stagione sono un migliore dell'altra, fino ad arrivare ad un'ultima che è da spellarsi le mani e che dice qualcosa fino all'ultimo fotogramma. Grandissime interpretazioni, confronto White/Fring da paura e tensione e colpi di scena a tutto spiano. Applausi.
Altra stagione capolavoro dopo la terza. Si profila lo scontro finale tra Heisenberg e Fring e qui il crescendo finale che porta alla conclusione straordinaria della stagione è probabilmente per me il momento migliore dell'intera serie, un filotto di almeno 5 puntate di seguito di qualità incredibile, scrittura solida e avvenimenti che si susseguono senza sosta, spietati (come ormai è Walter-Heisenberg) senza lasciarti un attimo di respiro, sceneggiatura eccellente, ritmo al fulmicotone e adrenalina a mille senza tralasciare nulla, anzi, della profondità dei personaggi, la coerenza nelle azioni e nella struttura, l'eccellenza dei dialoghi e ovviamente la grandezza delle interpretazioni, con un Bryan Cranston meraviglioso e un Giancarlo Esposito perfetto (più gli altri, Aaron Paul, Odenkirk-Saul Goodman, lo splendido Mike di Jonathan Banks...). Davvero il crescendo finale di questa stagione, al pari di quello della terza e più di quello della quinta e ultima, non può farti scollare gli occhi dallo schermo. Anche la prima parte della stagione è ottima e non ha sbavature anzi tiene il ritmo a velocità sostenuta per poi dare l'accelerata definitiva nella seconda metà di stagione e allora son dolori (e gioie, per lo spettatore). Tantissimi i momenti memorabili, l'uscita di scena di
è l'apice del lato tamarro ed esagerato di Breaking Bad, la crudeltà e la spietatezza di Walter diventerà ben chiara nel finale senza tralasciare anche i vari dubbi e le varie paure del personaggio che svaniranno però, al momento finale. "Ho vinto io". Grandissima fotografia e regia splendida se non in alcuni momenti di eccessiva auto-indulgenza tecnica un po' fini a se stessi. Ma nel complesso siamo davvero su alti livelli. Capolavoro, dopo una stagione così (anzi, due stagioni così), era difficile chiudere sugli stessi livelli, Gilligan c'è (quasi) riuscito.
La strage dei membri del Cartello da parte di Fring è un momento di grandissima televisione, così come la crisi isterica di Walter in procinto di imminente sconfitta, e quindi morte, e il fulmineo, istantaneo, cambio di rotta, con rivalsa e vittoria.
Gran momento di regia e sceneggiatura ad alto livello.
La vera svolta? Dopo due stagioni di piede sull'acceleratore, un po'di quiete. E'l'unica stagione di BB che conceda una tregua. Memorabile l'episodio di Walt a caccia della mosca, nel laboratorio.
Qui si ritorna alla normalità, si ritorna a fare sul serio e Walter decide di prendere in mano la situazione con Gus. Un'eccellente stagione che sfiora la perfezione sia in campo tecnico e sia in quello dell'intrattenimento. Le puntate volano facendo accrescere la curiosità, fino ad un finale SCONVOLGENTE, che lascerà ovviamente spazio ad una quinta (ed ultima) stagione sempre su questi grandiosi livelli. Questa stagione per me è la migliore, dopo la prima ovviamente.
Mantenere una serie a livelli di eccellenza assoluta per quattro stagioni consecutive è un'impresa assurda. Immaginate migliorarla ad ogni stagione. Qui Walt è ormai un giocatore affermato e può permettersi un duello alla parti con Gus, altro Innominato ferito e cicatrizzato operando il male. Walt apprende i meccanismi dell'immoralità, cominciando con la rimozione chirurgica del senso di colpa. La stagione contiene uno degli episodi migliori dell'intera serie: "Crawl space"; non mi ricordo nulla di così intenso neanche al cinema.
E con la quarta stagione la cavalcata di Gilligan giunge al suo punto più alto: la perfezione. La sceneggiatura ad orologeria è semplicemente miracolosa, Walter e Jesse camminano sempre sul filo del disastro e la continua gara di nervi con Gus Fring non lascia un istante di tregua. Fino all'indimenticabile finale.
Assolutamente la migliore stagione di BB. Hank e Gus diventano sempre più importanti e innescano una serie di colpi di scena. Sceneggiatura perfetta e attori incredibili.
In ogni serie tv c'è una stagione che segna indelebilmente il punto di non ritorno: per BB è la quarta. La migliore per quanto mi riguarda, con quel colpo di scena