Continuano gli intrighi di Frank Underwood e di sua moglie Claire, che passo dopo parso li porteranno ad accrescere il proprio potere in modo pericolosamente calcolato.
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Anche la seconda stagione si riconferma un prodotto di altissima qualità. Interessanti i personaggi. Molto intrigante il duello Underwood/Tusk. Ottimo il cast e anche la messa in scena.
Leggermente al di sotto della precedente e con trame politico/economiche a tratti davvero complicate, la seconda serie di House of Cards riesce comunque a tenere lo spettatore incollato al televisore grazie ad un irresistibile mix di thriller e di mistero. Si fa largo maggiormente il personaggio di Claire Underwood, ormai sempre più centrale nella serie.
La seconda stagione di House of cards propone l'irresistibile ascesa di Underwood verso il gradino più alto della presidenza degli Stati Uniti. La trama è strutturata con un corpo centrale rappresentato dal duello con l'uomo d'affari Tusk e da questo corpo centrale si sviluppano le sottotrame collaterali ben orchestrate dalla sceneggiatura che non risparmia anche colpi di scena inaspettati. Tuttavia qualche rivolo rimane inespresso oppure tende a formare una storia avulsa da tutto il resto. Ciò non toglie che il risultato rimanga di eccellente livello attraverso l'incalzare della battaglia Underwood/Tusk realmente coinvolgente.
qui alla prima puntata c'è la sorpresa della morte di Zoey, che noi vedevamo come una delle protagoniste della serie, viene dato meno spazio all'indagine giornalistica e viene risaltata la lotta tra Frank sempre senza scrupoli e Raymond Tusk, che Frank usa per arrivare ad essere il Presidente degli Stati Uniti, obiettivo che si era prefissato sin dall'inizio. Bestiale davvero in tutti gli intrighi che vediamo, pazzesche alcune scene, tipo quella finale per dirne una. Tanto hype per la terza stagione.
Con il suo taglio moderno, cinematografico e un protagonista assolutamente entusiasmante House of Cards è stata da parte mia una bellissima scoperta, che metto accanto a Homeland e SoA tra le serie Tv ad un livello inferiore rispetto all'eccellenza dei "miei" capolavori (in ordine di preferenza: I Soprano, Breaking Bad, The Shield, Mad Men, Six Feet Under, The Wire).
La seconda stagione si apre con uno shock che la marchia a fuoco, e che dichiara una parziale svolta nello stile in quanto ci si concentra sul ritmo delle indagini e sulla suspense, incrementando il tasso di violenza. Kevin Spacey è mostruoso, Robin Wright sensuale e cinica. Esce di scena un personaggio importante ma per quanto mi riguarda antipatico, entra l'incantevole Molly Parker ed HoC ci guadagna senza dubbio. Difficile immaginare nella terza stagione un'accelerazione così marcata come in questa, ma mi auguro che si dia sempre maggior spazio alle storyline investigative o comunque non prettamente politiche.