In un orfanotrofio del Kentucky negli anni ’50 una ragazza di nome Beth Harmon scopre di avere un talento incredibile per gli scacchi. Nel frattempo lotta con un problema di dipendenza.
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Ho giocato a scacchi molte volte nella mia vita, però non conosco il Gambetto di Donna, la Siciliana, o tutte le mosse che si vedono nel film, né conosco i Grandi Maestri degli scacchi o come funzionano i tornei... sono infatti andato a vedere se questa Beth Harmon esistesse davvero... e pare di no. Tutte le partite giocate nel film non credo che siano "vere". Sono partite dove palpita la tensione perché noi tifiamo lei, ma siccome si tratta di un film, non ci è dato sapere la veridicità delle partite. Anzi, credo che se fosse Dama, il giro dell'oca o poker non sarebbe cambiato il succo, perchè il tema del film non è gli Scacchi in sé: ma una storia di fortuna, di combattimento, di traguardo di una donna. Sotto questo aspetto è un film ben riuscito. Anya Taylor-Joy ormai è una star dichiarata, ha solo ventisei anni eppure ha già una gavetta da apprezzatissima attrice con quel viso smunto e ipnotizzante: a me lei piace molto. Ha interpretato questa eroina divinamente, e poi mi sono piaciuti molto anche tutti gli altri: il timido Harry Melling (ex Dudley Dursley), l'intrepido Thomas Brodie-Sangster, la forte Moses Ingram e l'elegante Marielle Heller. La riuscita del film la si deve anche alla bellissima ricostruzione degli anni '60, veramente impeccabile: scenografie, luci, costumi, tutto perfetto (c'è un backstage interessante su netflix). E devo menzionare anche le ottime musiche di C. R. Rivera, artista che non conoscevo prima.
Bella miniserie ottimamente calata nel suo tempo, forse solo ( volutamente ) un pò algida come la sua protagonista. Non sono appassionato di scacchi e neanche durante o dopo la visione mi si è acceso un qualche interesse verso la disciplina, tuttavia trovo giusto che una produzione televisiva così ben curata come quella di Netflix le abbia finalmente dedicato una meritata attenzione.
Una bella sorpresa degli ultimi tempi è rappresentata dalla produzione di Scott Frank, "La regina degli scacchi".
Si tratta di una serie tv che pone il focus intorno ad una bravissima giocatrice di scacchi (Beth Harmon). I fattori che conducono ad una dignitosissima riuscita del prodotto risiedono nella confezione tecnica. Si nota classe registica e tanta eleganza, queste sono adornate da una fotografia di alto livello. La storia allestita dal regista non mostra pecche e riesce (senza troppi problemi) a farsi apprezzare da un pubblico poliedrico.
Anche per i non conoscitori della materia, "La regina degli scacchi", riesce ad offrire dosi significative di pathos senza mai annoiare. Lo spettatore "fidelizza" con la protagonista principale dall'inizio alla fine, senza sosta.
Produzione che ha un contenuto onesto da offrire, a tratti onirico, altre volte sofferente ma sempre esaltante.
Una miniserie TV riuscita e coinvolgente benché tratti un argomento piuttosto ostico e non proprio alla portata di tutti come gli scacchi. Ci si sofferma molto sulla personalità della protagonista ( interpretata alla perfezione da Anya Taylor Joy) e su una perfetta ricostruzione ambientale,aspetti che permettono di passare sopra ad una storia facilmente prevedibile. Tecnicamente ineccepibile, nonostante qualche sbavatura è un lavoro che merita sicuramente una visione, tra i più convincenti prodotti Netflix.
Ottima sotto tutti i punti di vista. Una delle migliori serie degli ultimi anni (seppur miniserie dato appunto che è un racconto come se fosse un film prolungato).
Eccellente serie tv con una protagonista straordinaria oltre che molto carina... Nonostante io non conosca praticamente nulla degli scacchi è riuscita ad appassionarmi in ogni sua forma essendo una sceneggiatura scritta benissimo che mescola tantissime tematiche...il regista è stato molto bravo a mescolare i generi, ad utilizzare i flashback e a ricreare il contesto storico grazie ad un maestoso lavoro per scenografie e costumi coadiuvati da una fotografia di gran fattura ed all'inserimento di bellissime canzoni dell'epoca!
Cast che svolge egregiamente il suo lavoro con, come dicevo, una Anya Taylor-Joy perfetta in questo difficile ruolo al limite del bipolarismo di una timida ragazza orfano che davanti i nostri occhi diventa donna...e che donna! Mai un momento di noia e finale strepitoso, una serie per tutti!
"Bella e dannata", "genio e sregolatezza", fiumana d'altrettanto rassicuranti cliché tardottocenteschi che mandano in sollucchero l'utenza di Netlix, sempre meglio profilata dal marketing.
Anche per chi non è appassionato di scacchi, questa miniserie è realmente appassionante, con una perfetta ricostruzione d'epoca e l'interpretazione di livello assoluto di una delle migliori attrici giovani, se non la migliore, di questo ultimo periodo, cioè Anya Taylor-Joy. Chi ha visto The Witch sa di cosa parlo. la passione/ossessione per il gioco degli scacchi sono il collante di una storia caratterizzata dalla tragicità dell'infazia in cui il grigiore dell'orfanotrofio viene controbilanciato dalla scoperta del gioco. La costruzione del personaggio di Beth certamente è meno spigolosa e più alla portata rispetto a Bobby Fischer, però probailmente è a lui che ci si ispira specialmente nel sottolineare la genialità ed allo stesso tempo la condanna alla solitudine, ed alle dipendenze da alcool e tranquillanti. Per cui si è pensato ad una specia di ciambella di salvataggio, cioè fare in modo che Beth non segua lo stesso destino del suo reale contraltare, condurla verso un percorso di apertura al mondo. Qualche aspetto magari, come le dipendenze mai approfondito in maniera esauriente, mentre oltre alla Taylor-Joy, ci sono comunque ottimi comprimari come la Heller, madre adottiva e casalinga disperata.
Ottima serie niente da dire , storia personale che si mischia nelle giuste proporzioni alle partite di scacchi senza sovrapporsi o annoiare . Scene delle partite studiate benissimo , con primi piani tesissimi e un'ansia agonistica che ha preso anche chi di scacchi capisce poco come me . Molto bene la Taylor-Joy che in Xmen-The new mutant non era convincente . Bene i comprimari e molto belli i costumi anni '50 e la colonna sonora che pesca alcune perle nascoste senza prendere i soliti evergreen dell'epoca .
Buona serie che non richiede passione per gli scacchi per essere apprezzata. Storia semplice e lineare al punto da apparire quasi scontata, ma si lascia gustare fino al prevedibile finale. Brava Anya Taylor-Joy.
Tanto geniale negli scacchi quanto sfortunata e fragile nella vita. Apprezzo il gioco degli scacchi, pur praticandolo saltuariamente, perciò l'idea di una miniserie tv basata su di esso mi ha fatto piacere. Devo però constatare che la sceneggiatura presenta alcune forzature che riguardano i punti chiave della storia, a mio parere forse un po' troppo enfatizzata. E' comunque evidente la bontà del prodotto finale che riesce a essere interessante e degno di attenzione, grazie anche alla buonissima prova della Anya Taylor-Joy, protagonista abile e dotata di un fascino particolare, fattasi notare già in film di una certa rilevanza. Vale la visione.
Gran bella storia, ben scritta e sceneggiata. La costruzione dei personaggi e l'interpretazione degli attori in particolare sono i punti di forza di questa miniserie, in primis Anya Taylor-Joy (già molto brava in The Witch o Split). Plaudo anche alla durata perfetta del prodotto (sulle 7 ore), pregio non da sottovalutare per una serie media Netflix spesso pletorica di situazioni.
Tra i pochi difetti annovero la scarsa imprevidibiltà (tutte le partite di scacchi terminano come mi aspettavo, forse tranne la finale degli US Open) e l'eccessiva propaganda pro-USA nell'ultimo episodio. Infatti a mio avviso
è pura irrealtà vedere che nel bel mezzo della Guerra Fredda, anche una singola persona di nazionalità sovietica esca di casa e si piazzi per ore davanti al luogo in cui si giocano le partite per supportare la giovane statunitense (e aspettare per chiederle un autografo). Situazione proprio al limite finchè si tratta delle prime vittorie contro il tedesco o il francese ma la finale? Vasily Borgov: il gran maestro sovietico, il più forte scacchista della storia nonchè eroe nazionale sconfitto dalla rappresentate degli Stati Uniti d'America e fuori c'è la folla trepidante per lei? La motivazione "eh ma la maggior parte erano donne ed Harmon era simbolo di emancipazione femminile c'azzecca poco imho considerando il contesto.
Questa situazione in parte mi ricorda quell'orrendo finale di Rocky IV, qui almeno l'esponente russo non è un cattivone, antipatico, dopato e sbruffone super convinto di "spezziarti in due" ma anzi quasi il contrario (il fatto che non si senta superiore ma studi le partite precedenti di Harmon e cerchi soluzioni per batterla ne è esempio)
Vista un po' a sprazzi mentre studiavo (e sto studiando ancora, sigh...), mi è sembrata una serie molto convincente, ha una sua storia lineare da raccontare e lo fa bene, pur magari appunto evitando di sporcarsi eccessivamente le mani, ma va benissimo così.
Soprattutto mi è piaciuto l'episodio 2 dove Beth viene catapultata nel contesto degli anni '60 respingente per una donna che vuole iniziare la carriera scacchistica. Ma il carattere estraniante di Beth nel relazionarsi con un mondo patinato e sessista rende il tutto più surreale e interessante.
Semplicemente perfetta da tutti i punti di vista!!! un piccolo gioiello da conservare e rivedere. In linea con i commenti sotto; Regia impeccabile, fotografia e scenografie grandiose e ricche di particolari, costumi perfetti e curati, atmosfera intrigante (gli anni 60 sono sempre affascinanti) e una musica sempre presente, raffinata, emozionante e sempre sul pezzo. Raramente mi è capitato da essere stato così emozionato da una serie tv, 7 episodi divorati, merito di chi con mestiere ha saputo raccontare una storia che parlava di scacchi in maniera appassionante e anche della bella Anya Taylor-Joy con i suoi occhioni sopratutto nei tanti primi piani,sanno comunicare espressività ed emozioni; lei unica e grande protagonista di questo personaggio tanto geniale quanto tormentata. OBBLIGATORIO VEDERLA!!!
Ottimo prodotto Netflix (siamo ancora nella fase in cui occorre sottolinearlo, come se fosse una sorpresa, probabilmente di questo passo non lo sarà più).
Qui veramente è tutto molto azzeccato. Bella sceneggiatura basata sull'omonimo romanzo dell'americano Walter Tevis; bella ricostruzione delle atmosfere d'epoca, sia in termini di glamour, arredi, moda, che in termini di rievocazione storica della Guerra Fredda; azzeccata la scelta della protagonista Anya Taylor-Joy, volto non ancora inflazionato sula grande e piccolo schermo, che per questa parte risulta decisamente magnetica e bellissima.
La storia, come si evince facilmente dal titolo, tratta dell'ascesa della fittizia giocatrice di scacchi Elizabeth Harmon, tanto geniale e brillante negli scacchi, quanto instabile nella vita, tra drammi familiari, affettivi e problemi di dipendenza.
Lo schema sembra molto semplice, in effetti forse lo è, probabilmente quello che manca un po' al racconto è dell'imprevedibilità. Tuttavia la serie è allo stesso tempo dinamica, leggera, ma anche emotiva. Le partite di scacchi sono raccontate in maniera semplice ed accattivante. Il carattere della protagonista, col suo essere sempre tagliente e spiazzante, conquista il pubblico. Per quanto si parli di temi drammatici come suicidio, alcool e droghe, il racconto mantiene sempre una sua leggerezza e uno spirito ottimistico, un lento caricare verso un happy ending finale che si sa che ci sarà. Inoltre ce dell'intelligenza nella scrittura: un valorizzare la figura femminile senza ridondanze e scontatezze, una ironia attenta, un modo di vedere la Guerra Fredda in maniera critica anche verso l'America stessa (bello il finale in cui è la protagonista a far capire che non c'è questa grande differenza tra "noi e loro" come volevano farci pensare), gli elementi drammatici sono dosati nella giusta misura, senza scivolare in patetismi.
Per me, un piccolo gioiello (si chiude qui e spero non ne vogliano tirare fuori altro).
Finalmente. Finalmente una serie sugli scacchi? No. Finalmente una serie che si prende i suoi tempi, dove le inquadrature non hanno i secondi contati e i primi piani possono raccontare le emozioni. Ci volevano gli scacchi perché questo fosse possibile. Un gioco statico, spesso etichettato come noioso, ma in realtà pieno, pienissimo di tensione ("lo sport più violento che esista" disse Garry Kasparov, qui chiamato come consulente tecnico). Forse proprio la rigorosa precisione che gli scacchi impongono, ha fatto sì che il regista muovesse la sua macchina da presa in maniera più elaborata ed elegante di quanto non avvenga in altre serie televisive, dando così ad ogni episodio un aspetto visivamente più cinematografico della media. La Regina degli scacchi è Beth Harmon, dall'abisso al tetto del mondo. Imparerà presto a lottare sulla scacchiera e nella vita, costretta in parte anche da una vena femminista che percorre tutta la sceneggiatura (femminismo nell'accezione specifica di abbattimento del maschio e, se possibile, della religione). Ed è proprio nella caratterizzazione di alcuni personaggi il punto debole della serie. Forzature verbali e comportamentali che rivelano una faziosità fuori luogo evidentemente repressa, che schiaccia un piede all'America e strizza un occhio al comunismo. In effetti una Unione Sovietica così patinata, dolce ed accogliente solo al cinema la potevamo vedere! Tuttavia la narrazione si erge imponente su Beth Harmon e procede spedita, avvincente, con picchi emotivi dove trattenere le lacrime diventa difficile. La Joy, come una calamita, attira su di sé lo spettatore. Se continua così l'Oscar arriverà presto. Questo non deve però oscurare la piccola Isla Johnston, anch'essa in grado di bucare lo schermo e seguire perfettamente le indicazioni del regista per trasmettere la rabbia, l'impazienza, il tormento e la testardaggine della protagonista in un solo sguardo. Non a caso il primo episodio, con i suoi momenti topici, può tranquillamente essere considerato il migliore: 1. Beth vede per la prima volta una scacchiera e riconosce in essa una potenza evocativa straordinaria, 2. Beth impara con risentimento il significato della sportività (bellissima scena!), 3. Beth ottiene il suo primo premio e racconta la sua impresa imbrattata di cioccolata. La serie è autoconclusiva, adatta a chiunque (appassionato o meno di scacchi - ma la voglia di giocare verrà a tutti) e il finale è talmente potente da rendere superfluo un seguito, che mi auguro non ci sia.
Una prima stagione che parte lenta per poi pian piano prendere il via. I ritmi non sono mai eccessivi anzi è piuttosto riflessiva, ma una trama molto interessante e la bravissima Anya T.J. rendono la serie di valore assoluto. L'ho divorata in un giorno.