Nel 1983 in una fittizia piccola città dell'Indiana, un ragazzino sparisce nel nulla. Le indagini sulla sua scomparsa porteranno alla scoperta di esperimenti governativi top-secret e forze sovrannaturali dai poteri terrificanti.
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Una delle più piacevoli sorprese di questo 2016 in ambito di serialità televisiva. Si perché il rischio di ruffianata pacchiana era molto alto per i fratelli Duffer e invece alla fine è stato abilmente evitato regalandoci un omaggio dichiarato e molto sentito all'immaginario di quegli anni '80 legati al cinema d'avventura e di fantascienza, per ragazzi e non.
In "Stranger Things" ogni cosa, ma proprio ogni dettaglio grida "Amiamo gli anni '80", ogni puntata e la stessa trama centrale sono stracolme di riferimenti, rimandi, citazioni. Ovviamente chi è cresciuto in quel decennio è probabile che apprezzi particolarmente questa serie, ma va bene anche per quelli venuti dopo, come me, che successivamente hanno apprezzato o amato alcuni dei riferimenti, visivi o stilistici, che i Duffer utilizzano qui in "Stranger Things": dallo Stephen King di "It" a John Carpenter (con tanto di poster di "The Thing" appeso nello scantinato di uno dei ragazzini) passando per "Alien" "Stand by Me" (ancora King, poi) e tutto quel cinema d'avventura con i ragazzini protagonisti con in più lo sci-fi Spielberghiano alla "E.T." e alla Incontri Ravvicinati. E questi sono soltanto alcuni, quelli più diretti ed evidenti, dei riferimenti sparsi nelle varie puntate. C'è anche un po' di horror più "moderno" in realtà nelle cupe e distorte atmosfere della dimensione parallela, ma va bene così.
Lo stesso cast per me grida ai quattro venti la nostalgia verso quel decennio, Winona Ryder in particolare, come protagonista adulta principale, è una scelta indicativa, lei che nella seconda metà degli anni '80 fu una sorta di vera e propria icona giovanile "alternativa" in film cult per ragazzini e adolescenti dell'epoca come "Lucas" e ovviamente "Beetlejuice" e "Heathers", torna oggi in grande spolvero in un prodotto come questo, lei che degli anni '80 è nostalgica non meno degli autori di "Stranger Things". Ma la scelta del cast è azzeccata anche per quanto riguarda i ragazzini veri protagonisti della serie, sono tutti in parte e tutti adatti al ruolo, riprendendo e omaggiando quella tradizione di bravi ragazzini "goonesiani/ittiani/standbymeiani" di trent'anni fa. Molto brava la giovane Millie Bobbie Brown.
Insomma "Stranger Things" di originale non ha nemmeno una mezza ideuccia eppure funziona perché l'omaggio è gridato ai quattro venti, è un'operazione in fondo onesta e soprattutto molto sentita, realizzata da gente che conosce evidentemente molto bene la materia da cui sta prendendo spunto e sa come utilizzarla. Forse in tutta questa studiata perfezione alla fine il risultato è un poco "patinato" ma ci si passa sopra perché lo sviluppo della narrazione riesce a tenere sempre l'attenzione alta e a coinvolgere il giusto, la realizzazione tecnica è di ottimo livello e i ragazzini son bravi, in più una Winona Ryder forse un tantino forzata a volte ma nel complesso intensa e soprattutto molto carismatica, Winona buca ancora lo schermo. E poi si vede che ci tiene a questa serie (Ps: tutta la parte sugli studi effettuati sulle cavie umane con sostanze simili all'LSD e la parte con la vasca che prepara la Ryder per Eleven mi ha fatto rotolare, a parte il fatto che la Ryder avevo timore che partisse con slogan in difesa degli acidi lisergici "Eddaje Timothy regna", Timothy Leary, che per caso fu il suo padrino).
Eccellente e perfettamente incastrata nell'ingranaggio anche la splendida colonna sonora, e c'è anche Matthew Modine, il Joker di "Full Metal Jacket" che fa il cattivone (cosa diventata di moda per il cast di "Full Metal Jacket" nelle serie televisive degli ultimi 10-15 anni, ha cominciato Animal, purtroppo, non dico nemmeno dove e adesso abbiamo anche il Wilson Fisk di D'Onofrio).
Quindi lo stile, le intenzioni, le tematiche di "Stranger Things" sono fin troppo chiare e dichiarate, consigliata caldamente a tutti quelli che siano anche soltanto un po' attratti da iconografie e riferimenti simili, è un prodotto sentito e ben realizzato.
Non un capolavoro come dicono in tanti, ma sicuramente crea dipendenza. Dentro c'è un pò tutto il meglio degli anni 80: Stephen King, ET, I Goonies, Stand by Me, Poltergeist, Nightmare, Alien, Explorers, i film di Carpenter e via dicendo. Ci solo proprio delle intere sequenze girate in modo identico ad alcuni dei film che ho citato, e in questi 8 episodi della prima stagione sono veramente tantissimi, impossibile citarli tutti. Winona Ryder sembra tornata al top con questo ruolo della madre isterica e disperata, ma il personaggio migliore per me è stato lo sceriffo che passa da inetto a eroe. Le scene migliori comunque sono quelle della Ryder a casa che gioca con le lucine di Natale e quando le fanno gli scherzi telefonici. ;) Bravi e simpatici anche i personaggi dei bambini (non come qualche altra serie coff Walki coff ngdea coff).
Devo dire che inaspettatamente questo maxi calderone ha tenuto botta alla grande, ed è impossibile staccarsi di dosso guardando questa prima stagione, quindi un 8 ci sta tutto.