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TRAINSPOTTING 2 regia di Danny Boyle

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  10/11/2017 09:45:49 » Rispondi
Più operazione commerciale che nostalgica , "Trainspotting 2" non prende le mosse da "Porno" -ufficiale sequel cartaceo firmato da Irvine Welsh- stranamente utilizzato come semplice ispirazione. Le peripezie di Mark, Sick Boy, Spud e Begbie vengono compresse in una sceneggiatura francamente poco esaltante, fatta più di episodi incollati tra loro e quasi tutta mirata a far esplodere le emozioni contrastanti che la gang nutre nei confronti di Mark, fuggito ad Amsterdam per le ragioni che tutti conosciamo.
Meno sovversivo, feroce e soprattutto orfano della freschezza del primo capitolo quello proposto da Boyle è un quadro sociale sempre border line ma più contenuto, la rabbia sembra essersi quietata e il luridume ripulito, per mettere in atto una riflessione amara sulle occasioni infrante dai tradimenti (vero mantra della pellicola) ma non solo, anche sull'impossibilità, alla fine, di riscattarsi totalmente, soprattutto se si è nati a Leith.
La rimpatriata tuttavia non delude totalmente, almeno chi come il sottoscritto ha avuto il piacere di godersi il primo istant cult in sala. Vero che lo humor nero non si fonde con efficacia alla disperazione, la soundtrack non incide come in precedenza e i caratteri sono resi in maniera molto meno sfumata, al tempo stesso però i pregi sono legati alla capacità di nascondere le mancanze di un esile soggetto grazie al solito stile tanto frenetico quanto inconfondibile, con Boyle abile a mantenere una forte amarezza di fondo alimentata da rimpianti e ricordi, utilizzando l'autocelebrazione (effettuata tramite astute clip prese dal primo film) in maniera sfacciata ma efficace. Il pericolo dell'eroina e lo spauracchio dell'Hiv sono lontane, ma il legame col passato è abbastanza centrato, pur disinnescato nelle intenzioni più estreme, si adegua, magari con un po' di fatica, ai tempi moderni senza rinnegare completamente la propria identità.