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SHAKESPEARE IN LOVE regia di John Madden

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kafka62     6½ / 10  28/02/2018 08:55:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La figura di William Shakespeare è sempre stata per gli studiosi e gli appassionati d'arte un vero mistero. La scarsità di dati attendibili sulla sua vita ha stimolato infatti molteplici congetture, non di rado arbitrarie, facendo dubitare persino della sua reale esistenza. E' in questa no man's land, in questo territorio ideale per esperimenti di rielaborazione in chiave mitica della storia, che si è inserito Tom Stoppard, il quale, libero da qualsiasi obbligo di verosimiglianza agiografica, ha plasmato il Bardo come se fosse un personaggio delle sue stesse commedie. "Shakespeare in love" è un film di Stoppard, abile commediografo che già aveva bazzicato in questi paraggi con "Rosencrantz e Guildenstern sono morti", assai più che di John Madden. E' sua soprattutto l'idea più originale del film, quel costante rimando tra vita e arte, tra realtà e finzione, che crea una continua tensione dialettica su cui si regge l'intera struttura dell'opera. Non è solo la tesi che l'arte imita la vita, come potrebbe far supporre la sequenza in montaggio alternato che mostra come i versi di "Romeo e Giulietta" non sono altro che le parole pronunciate durante l'infelice amore tra William e Viola. C'è anche tutta una serie di ambiguità, di equivoci, persino di scambi di persona (Viola che per recitare deve travestirsi da uomo, lo stesso William che si maschera da fantesca, Shakespeare che, dopo aver fatto credere a Lord Wessex di essere Marlowe, si sente responsabile della morte di quest'ultimo, Viola che a sua volta crede che a essere morto sia il suo amato, ecc.), che mescolano continuamente le carte della vicenda, introducendo un piccolo ma ineliminabile iato tra ciò che appare e ciò che è. In questo iato sta tutta la distanza tra l'autenticità degli individui e delle loro passioni e la falsità delle convenzioni, degli ambienti e delle classi sociali, risiede in altre parole la tragedia, del "Romeo e Giulietta" (non a caso negli ultimi anni recuperato frequentemente in chiave modernista) così come del film. Tutto il resto è assai meno importante, è puro spettacolo in costume di squisita fattura anglosassone, splendidamente recitato, diretto e fotografato, in evidente sintonia (come i sette Oscar vinti stanno a dimostrare) con i gusti di un pubblico raffinato.