caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DANZA MACABRA regia di Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti)

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Alpagueur     7 / 10  04/11/2020 12:40:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nei giorni prima che il sangue e il sesso prendessero il sopravvento, sono stati girati veri film horror. "Danza macabra" (a.k.a. "Castle of blood") è, secondo me, uno dei migliori, anche se ho letto valutazioni contrastanti da parte dei critici. Il regista Antonio Margheriti ha rifatto il suo film nel 1970 intitolandolo questa volta "Nella stretta morsa del ragno"). Perché abbia fatto questo non capisco, anche se il remake ha avuto come protagonisti Anthony Franciosa e Klaus Kinski ed è stato molto bravo di per sé. Forse ha visto una bella storia e ha voluto adattarla maggiormente al pubblico americano. Davvero non so. È interessante che abbia realizzato l'originale in bianco e nero e il remake a colori. "Danza macabra" è un eccellente gotico italiano. Pare che la "Danza macabra" sia stata un'opera inedita di Edgar Allen Poe, che "appare" in questo film. Poe e Lord Thomas Blackwood, proprietario di un castello infestato, scommettono 10 sterline che lo scrittore americano Alan Foster (George Riviere) non può trascorrere la notte dei morti in quel castello e sopravvivere. Foster accetta con entusiasmo la scommessa, ma presto se ne pentirà, poiché è testimone di una serie di omicidi commessi da fantasmi. Sembra che i fantasmi tornino in vita una volta ogni anno, ma sono destinati a rievocare i crimini che hanno commesso nel castello poco prima di morire. Lord Blackwood si è opportunamente dimenticato di dire a Foster che il suo sangue è necessario per farli risorgere nella prossima notte dei morti!
Foster e la bella Elisabeth Blackwood (interpretata dall'incomparabile Barbara Steele), sorella di Thomas, non ci mettono molto ad innamorarsi, anche se la loro storia d'amore è condannata, perché Elisabeth è uno dei fantasmi. Non rivelerò il finale, ma dirò solo che "Castle of blood" è una tragedia romantica in quanto è una storia dell'orrore.
Questo film è molto suggestivo, anche per gli eccellenti standard degli italiani. La mia opinione personale è che fanno il vero horror meglio di chiunque altro, e le riprese in bianco e nero un po 'deboli non fanno che migliorare questo. In tutta onestà, "Nella stretta morsa del ragno" (a.k.a. "Web of the spider") andava bene di per sé, anche con colori e maggiore luminosità. Ho adorato i piani sequenza persistenti, qualcosa per cui la maggior parte dei registi moderni non ha la pazienza. In effetti, quando Alan entra per la prima volta nel castello condannato, siamo costretti a "seguirlo" per diversi minuti in cui non fa altro che vagare da una stanza all'altra, il terrore e il disagio crescono sul suo viso e sui manierismi. Quando appare il primo fantasma, il pubblico è completamente preparato. C'è un dialogo meraviglioso tra Alan e i fantasmi, qualcos'altro che spesso non viene fatto nelle normali storie di fantasmi. Ci sono anche scene memorabili, molto visive per questo tipo di film. L'assassinio di Elisabeth e la scena del ballo (che ricorda un po' la danza simile dei ghuls nel "Carnevale di anime" del 1962 di Herk Harvey e per certi versi anche quella famosa nella sala da ballo dell'Overlook Hotel in "Shining" di Stanley Kubrick, del 1980, anche come sonorità musicali, più però quella del remake che questa), sono particolarmente buoni.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Come recitazione generale ho preferito quella di "Nella stretta morsa del ragno" (soprattutto per quanto riguarda i protagonisti principali...Poe, Lord Thomas, Elisabeth, Julia, hanno più le physique du rôle), inoltre Anthony Franciosa mi è parso molto più credibile ne panni del pazzo rispetto a George Rivière (è una attore di un'altra categoria) e anche Elisabeth è più carina di Julia, mentre nell'originale ho trovato più carina Julia di Elisabeth e questo stona un po' con i rispettivi personaggi, considerato che Julia è quella più cattiva. Per quanto riguarda Edgar Allan Poe molto meglio Klaus Kinski, più vicino come lineamenti e anche più credibile come alcolizzato (in questo film è troppo "pulito" come espressioni facciali). Infine, piccola chicca, l'attore che interpreta Lord Thomas Blackwood (Umberto Raho) è lo stesso che ha interpretato il marito di Monica Ranieri ne "L'uccello dalle piume di cristallo" di Argento. Anche qui, come nel remake, le melodie sono di Riz Ortolani, e sono interessanti. La scenografia (Ottavio Scotti) resta identica tra originale e remake, la fotografia no (meglio quella del remake, di Guglielmo e Sandro Mancori). Questo originale è più ricco di informazioni, ma il remake (dello stesso regista, del 1971) mi ha trasmesso più emozioni. La cosa migliore è quindi vederli entrambi! Purtroppo, pochi spettatori interessati al cinema in maniera generica sentiranno mai parlare di questo film, tanto meno lo vedranno. È un peccato, perchè si tratta di un grande gotico italiano.