DankoCardi 5½ / 10 25/12/2020 22:09:57 » Rispondi Pur avendo anche diretto thriller ed horror, tanto diventare fedele collaboratore di Dario Argento, il vero amore di Luigi Cozzi è la fantascienza ed il suo esordio alla regia è un tipico esempio di cinema sperimentale come andava di moda all'epoca. Avvalendosi della sceneggiatura di Alfredo Castelli (il creatore di Martyn Myster) il film è tratto (od ispirato non ho ben capito dato che confesso di non aver letto il libro) da un romanzo di uno dei maggior autori di fantascienza quale Frederik Pohl. In questa sede mi limito a valutare il film: si basa sulla ripetizione del tempo ma all'interno troviamo molte tematiche come critica al consumismo, al caos delle metropoli moderne con la loro frettolosa indifferenza fino ad arrivare a riflessioni filosofiche sull'esistenza e su Dio. Il discorso è complesso ed è proprio questo il problema: sia lo sceneggiatore che il regista compiono opere stentate e non offrono una chiave di lettura (ne criptica ne tantomeno chiara) di quello a cui si assiste. Alcune soluzioni sono interessanti come l'inserimento di citazioni fumettistiche che addirittura anticipano le pubblicazioni della EdiFumetto che arriveranno qualche anno dopo, ma nel complesso ne viene fuori un'opera alquanto confusa che spesso passa di palo in frasca senza spiegazioni a cui però, stante il fascino torbido che emana, sinceramente dispiace non dare la sufficienza. Per l'epoca era indubbiamente un film "diverso" ed a dire il vero anche oggi, ma a conti fatti non lascia nulla. Un plauso comunque alla buona volontà di Cozzi e Castelli.