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SOUL (2020) regia di Pete Docter, Kemp Powers

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Mauro@Lanari     4½ / 10  06/01/2021 08:39:59 » Rispondi
Incipit: "Ok, proviamo qualcos'altro". Una svolta oppure, più probabilmente, un testamento di ciò ch'è stato fatto dalla Pixar e da Pete Docter (la morte è fra i temi principali come per "Up", "Coco" o il recente "Onward")? "Body swap" applicato ad "A Matter of Life and Death" (Powell & Pressburger 1946): non chiamatelo "Stairway to Heaven" o "Scala al paradiso", poiché l'aldilà/il dopovita non è teistico e assomiglia parecchio al platonico "mito di Er". Nel 2006 è stato scritto, in un volume collettaneo pubblicato dalla Gregoriana, ch'"Un'ondata di film apparve subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, tra cui «It's a Wonderful Life» (1946) e «Stairway to Heaven» (1946), forse attingendo all'esperienza patita da tante persone della perdita dei propri cari e offrendo una sorta di consolazione" (https://books.google.com/?id=iKzmh4Iqi9cC&pg=PA199&dq=%22A+spate+of+movies+appeared+just+after+the+ending+of+the+Second+World+War+,+including+It+'+s+a+Wonderful+Life+(+1946+)+and+Stairway+to+Heaven+(+1946+)+,+perhaps+tapping+into+so+many+people+'+s+experience+of+loss+of+loved+ones+and+offering+a+kind+of+consolation%22). Non funzionò affatto: il disincanto postbellico prevalse e la Liberty Films dovette chiudere per l'insuccesso finanziario. Invece "Soul" ci riprova ed è un trionfo. Non ha molto da dire: lo scopo della vita è autoreferenziale, non esiste meta però ci si può goder'il tragitto. Forse la disillusione ha una soglia, superata la quale val'ogni rimedio.

Mauro Lanari