Mauro@Lanari 5 / 10 10/02/2022 03:54:33 » Rispondi Non perché quasi la metà è ambientata in un aeroporto, allora il film evocherebbe l'atmosfera di "Lost in Translation" (Coppola 2003) o "The Terminal" (Spielberg 2004), né perché il protagonista trascorre gran parte del tempo su Instagram o Skype, allora sarebb'una "romcom digitale" sulla crisi di mezz'età. Come dire ch'assomiglia a Bong Joon-ho poiché girato a Seul. L'impressione è che questo padre si comporti così da sempre, anche senza hastag, K-pop, "nunchi" (l'"Intelligenza emozionale", titol'originale del libro di Goleman pubblicato nel 1995), poiché è il ritratto d'una persona o d'una personalità nomadica, confusa, disorientata, che vive d'istinto alla ricerca di conferme alla propria autostima: "Sono un eterno immaturo [=Je me suis perdu... jeune]. È un social, diamine, uno mostra ciò che vuole, basta comprendere il meccanismo". Cinque anni dopo il successo popolare di "La famiglia Bélier", Eric Lartigau rilancia con "la storia di un uomo che non [conosce] il proprio posto nel mondo. Perdersi per ritrovarsi: ma dove?" (Lorenzo Ciofani).