Thorondir 6 / 10 27/03/2023 12:15:45 » Rispondi Quello di Desplechin è un cinema complesso, stratificato, autoriale ma sempre mutevole. "Tromperie" lo conferma e lo ribadisce: in questa storia d'amore (immaginaria?) c'è la scelta dello scrittore di privilegiare la finzione sull'esperienza, c'è la costruzione mentale e l'auto-illusione sulla pura ispirazione. Su questi temi alti e da cinema che riflette su se stesso, Desplechin costruisce un film fuori dai canoni tradizionali, tutto giocato su dialoghi e poche location. Un kammerspiel teorico che muove i suoi personaggi a riflettere ma che spesso finisce anche per incartarsi (tutta la riflessione sull'antisemitismo non è risolutiva, è tema politico fine a se stesso, e forse nel libro di Roth aveva un senso che qui il regista non riesce a rendere bene a livello cinematografico). Il montaggio frenetico, che a volte finisce per tagliare perfino gli attori che parlano, così brusco, così fiume continuo, appesantisce una visione che forse, anche per i temi e i toni del film, avrebbe necessitato, come da opere precedenti di Desplechin, di qualche momento di pausa, di qualche dilatazione piuttosto che di questa compressione che a tratti finisce per essere confusione.